FABIO FANTOZZI

D Fabio Fantozzi, chitarrista cantautore, come e quando hai scoperto questa “vocazione” ?

R Nell’ adolescenza con gli amici, quando si trascorrevano intere giornate di ozio al mare o in qualche parco pubblico, io ero quello che si portava dietro la chitarra e suonavo e la prestavo. Ero e lo sono forse meno, un pò timido .Difficilmente mi prestavo a soddisfare le richieste degli amici anche se poi cedevo magari al canto di gruppo : “Fammi quella canzone ,fammi quell’altra…” Preferivo sonorizzare a modo mio il momento ozioso. Poi quando mi trovavo da solo con la chitarra…è lì che nascevano le prime cose poi sviluppate ,non prima di ascoltare però Neil Young, e di aver acquistato la mia prima armonica e porta armonica.

D Sei conosciuto come Tozzifan, un modo simpatico per “storpiare” il tuo cognome, sei un onemanband, sul palco da solo…

R Il nome mi venne suggerito durante le interviste di “Tutti Sul Palco” organizzato dal The Cage Club di Livorno. Fa riferimento al personaggio fantoziano kamikaze inventato da Paolo Villaggio :lui come tutti i kamikaze precipitava sul bersaglio nemico conoscendo già il proprio amaro destino. Io come OneManBand faccio lo stesso cercando sempre di colpire il bersaglio, ossia per me il pubblico.

D Mai fatto parte di una band ?

R Certo. Ho iniziato suonando il basso in una band con, alla chitarra Luca Pezzini (ex Tasters),voce Luca Gambardella, batteria Daniele Paoletti prima (ora noto jazzista) e Andrea Ungheretti (ex No Radical Change) dopo.

Facevamo l’ intero repertorio dei Nirvana e anche pezzi di nostra composizione, naturalmente ispirati a quel sound. E sempre col basso ho fatto parte di altre formazioni per lo più di genere melodia-punk. Invece con la chitarra ho suonato con gli Humanoira, tutt’ora attivi: con Riccardo Vivaldi chitarra e voce, Davide Variale basso e sinth, Marco Palazzolo batteria .

D Il tuo possiamo definirlo un cantautorato folk-rock, ottimi testi su una musica semplice e accattivante..soddisfatto di quello che sei riuscito a fare sin ora ?

R Sono soddisfatto di quello che ho fatto finora…però credo ho ancora tanto da migliorare, tecnicamente e artisticamente. I brani da me composti sino ad ora sono frutto delle mie emozioni e legate al mio vissuto. Ogni volta che risuono qualcosa di mio mi piace anche ora, dopo parecchi anni che è stato scritto riesco sempre a ritrovarci la carica emotiva che mi ha spinto a realizzarlo.

D Progetti futuri ? Un cd ? Magari qualche concerto dopo che questo maledetto virus ci renderà la nostra vita ?

R Sto lavorando a dei pezzi nuovi con i quali sto sperimentando parti elettroniche sempre mantenendo la forma onemanband. La mia ricerca attuale, infatti è volta a far convivere il mood del cantautore con le nuove sonorità sperimentali che animano la scena underground attuale. Superato questo momento di emergenza, che limita il live degli artisti, spero in un futuro a breve di poter tornare on the road con le mie nuove produzioni.

D E del tuo impegno come roadie degli Appaloosa che mi dici ?

R Sono stato fortunato ad avere avuto questa opportunità di crescita. Mi sono formato musicalmente ed anche umanamente durante questo periodo, passato a stretto contatto con amici oltre che musicisti quali Marco Zaninello e Niccolò Mazzantini, e poi Diego Ponte, Enrico Pistoia, Simone Di Maggio, Dyami La Cha Young, Luciano Turella, Michele Ceccherini, Luca Leone. Ho visto un numero di band infinito suonare in ogni tipo di situazione, e situazioni improbabili diventare luoghi di concerto dove i musicisti non si risparmiavano mai dal trasmettere tutta l’energia possibile. Abbiamo condiviso le giornate ed i luoghi, con chi per quel giorno era il promoter o soltanto un amico che avesse un po’ di tempo da perdere ed un domicilio da condividere per promuovere e sostenere la passione per la musica. Un’ esperienza, imperdibile per chi vuol far musica secondo me, che mi ha forgiato e mi ha dato un bagaglio tecnico artistico inestimabile. C’è chi lo fa con la scuola, con l’ Erasmus io l’ ho fatto al seguito di una band dal profilo punk.

D Hai girato tutta l’Europa, moltissimi palchi, eppure penso che una realtà musicale capillare come c’è a Livorno abbia ben pochi riscontri; come mai allora difficilmente si riesce ad andare oltre i confini dei Macelli e Piazza Roma ? Che ne pensi in proposito ?

R Come prima cosa c’è bisogno del desiderio da parte di una band di superare i confini. A questa voglia magari scaturita a sua volta dalla voglia ancora più forte, di voler dire qualcosa che magari in casa propria non viene capita, segue l’ atto di prendere ed andare, organizzarsi, magari non prima di essersi un minimo preparati in sala prova, di esser felici di aver registrato “in studio” qualche brano, di aver trovato qualche contatto “oltreconfine” dagli amici degli amici più grandi… e aver controllato i livelli dei liquidi del furgone. Ora a differenza di qualche anno fa quando non esisteva internet, è anche più facile.

D Fabio quali sono i tuoi punti di riferimento, musicalmente parlando ?

R Sono stati tantissimi :Sonic Youth , Nirvana ,Melvins ,Neil Young… devo un po’ aggiornarmi

D Rimorsi e rimpianti accompagnano la vita di ognuno di noi, quale il tuo cruccio più grosso ?

R Ho sempre desiderato pubblicare un disco che rispondesse appieno al mio concetto di far musica, il tempo vola ma nonostante qualche precedente pubblicazione, non demordo e sto lavorando su nuove idee in questa direzione. Tour, ed etichette, quando c’è l’ idea non tarderanno a venire.

D Chi è oggi Fabio Fantozzi alias Tozzifan ?

R Ho un po’ di ritrosia a definirmi un cantautore, forse per il grande rispetto per chi lo fa e lo ha fatto in maniera efficace fino ad ora, unendo musica e poesia. Mi piace pensarmi come un “manipolatore” di emozioni attraverso la mia musica, nel tentativo da “piccolo” kamikaze di colpire e “affondare” il fruitore dei miei pezzi.

ANNA RUBINI

D Anna Rubini, cantante ma anche pianista…hai fatto studi classici o autodidatta ?

R Entrambe le cose. Ho studiato pianoforte classico con Erika Guerrini per alcuni anni, per poi passare al moderno con Roberto Giorgi e adesso con Miliano Mattei. Negli anni 90 avevo anche preso lezioni di tastiera elettronica, con Giampaolo Franceschini a Firenze. In quegli anni abitavo là.

D Spesso accompagni musicisti ma soprattutto sei una solista…hai mai fatto parte di qualche gruppo ?

R Certo. Ho suonato, nel periodo in cui ho abitato a Firenze, in duo con il pianista Carlo Bovani. Poi, dal duemila in poi, tornata a Livorno, ho iniziato ad appassionarmi al jazz ed ho iniziato a collaborare con Massimiliano Fantolini con cui ho anche fatto parte di un quartetto jazz, il Jbj Quartet, insieme a Sergio Consani.

D La tua voce ben si adatta a vari generi…dal pop al rock…dai Queen a David Bowie, ma quale è il tuo genere preferito ?

R Come ti dicevo, amo molto il jazz. Ma mi sento profondamente una cantautrice di pop italiano.

Su Youtube, sul mio canale Anna Rubini, si può vedere il mio ultimo video, “Arsenico e vecchi merletti”, anteprima del mio disco di prossima uscita. Ad ogni modo, per tutte le notizie è possibile rimanere aggiornati sulla mia pagina FB Anna Rubini e sul gruppo FB Anna Rubini world.

D Quali sono i tuoi mostri sacri, i tuoi cantanti e musicisti di riferimento ?

R Li hai citati: David Bowie e Freddie Mercury!

MA se devo dirti una donna, certamente non posso prescindere dalla divina Diana Krall.

Un esempio ineguagliabile.

D Salire su un palco da sempre una emozione incredibile, quale il tuo stato d’animo quando ti presenti davanti ad un pubblico ?

R All’inizio c’è sempre un po’ di tremarella, specialmente se si tratta di un debutto.

Ma poi subentra quella meravigliosa magia del palco che è una droga a tutti gli effetti…

E che non può non mancare.

D Progetti futuri ? Qualche esibizione a breve, coronavirus permettendo ?

R Adesso è tutto fermo…. Aspettiamo che si possa ricominciare qualcosa. Nel frattempo, posto qualche video piano e voce sulla mia pagina.. Così, come se si trattasse di un palcoscenico virtuale…

D Livorno e la musica…città che ha “sfornato” centinaia e centinaia di artisti…ma non è mai riuscita ad imporre una su “scuola labronica”…cosa pensi che manchi per fare quel salto di qualità ?

R La consapevolezza di essere artisti veri, destinati ad un pubblico più ampio, e non soltanto alle mura lorenesi…

D Tutti noi abbiamo rimorsi e rimpianti, tutti noi non siamo saliti sul benedetto treno che ci aspettava…dove andava il tuo ?

R Io dico sempre che il mio treno non è ancora arrivato….

D Chi è oggi Anna Rubini( o Anna Maria Andreini) ?

R Una donna libera che ha ancora tanta voglia di imparare e di mettersi in gioco, e che ama sfidare i propri limiti, soprattutto in un ambito, quello artistico, in cui l’unica cosa che alla fine conta è quella di aver regalato un’emozione a qualcuno. Meglio se più di una, e meglio se più di qualcuno.

KATIA VITO

D Katia Vito, cantante e tastierista… nasce prima l’una o l’altra?

R Nasce prima il canto e dopo qualche anno ho iniziato a studiare pianoforte.

D Hai fatto anche studi classici presso l’intituto Mascagni se non sbaglio..

R Non ho fatto gli studi classici al Mascagni, ma ho frequentato corsi di pianoforte e canto moderno presso scuole di musica. Nel 2017 ho iniziato il mio percorso in Conservatorio e attualmente frequento il III Anno Accademico del Corso Canto Jazz .

D Ora stai facendo la “Onewomanband” soddisfatta?

R È sempre stato il mio sogno cantare e potermi accompagnare al pianoforte. Soddisfatta sì, anche se mi piace di più condividere il palco con altri musicisti.

D Hai mai fatto parte di una band?

R Si, ho fatto parte di alcune band. Attualmente sono all’interno di un progetto tutto al femminile, musicale ed editoriale intitolato Black Diamond ideato da Elisabetta Agonigi. Siamo un trio: io canto e suono il pianoforte, Roberta Picchianti la batteria e Ada Salvatori il basso e contrabbasso. Eseguiamo cover ed inediti in stile pop/soul. Siamo anche protagoniste del fumetto chiamato “Ultimo volo”.

D Katia quali sono i tuoi punti di riferimento, musicalmente parlando sia come tastierista che come cantante?

R Sono cresciuta ascoltando Michael Jackson, Queen, Stewie Wonder, Mariah Carey e Whitney Houston. Attualmente seguo molto Lady Gaga, che per me è un’ artista completa, guardo molto le sue perfomance, soprattutto quelle piano e voce. Ascolto anche Alicia Keys, Norah Jones, Beyoncè.

D Suoni e canti un po’ di tutto, dal pop al jazz, ma qual è il tuo genere preferito?

R Canto molto più pop, che jazz.. Il mio genere preferito è il soul, e R&B

D Progetti futuri, magari un cd, concerti in vista, corona virus permettendo?

R Bè.. intanto finire il Triennio di Conservatorio, fare serate, lavorare sugli inediti e cantarli e presentarli alle serate.. Poi magari il Cd.. sarebbe bello!

D Un tuo sogno nel cassetto e un tuo grande rimpianto

R Ma!… un rimpianto è quello di non aver iniziato prima a studiare musica, e di non aver creduto subito in me stessa. ..Il mio sogno è quello di cantare a New York..

D Chi è oggi Katia Vito

R La Katia Vito di oggi è più decisa e determinata, ho le idee chiare di quello che voglio fare veramente. Non sono diventata una cantante famosa ma sono comunque felice di fare la cantante anche suonando e cantando nei piccoli locali perchè faccio quello che ho sempre sognato di fare. Ho ancora tanto da lavorare e studiare molto.. l’importante è non stare fermi!!

VALERIO VOLIANI

D Valerio Voliani, cantante. Cantanti si nasce o si diventa?

R Ciao Massimo. Non credo ci sia una regola ben precisa a riguardo. Il canto è una forma d’ arte come tante altre e per ognuna di esse, c’è chi ha più attitudine e chi meno. Io sono un autodidatta da quasi trent’anni e non mi sento di definirmi Cantante: sono più interprete di ciò che scrivo e arrangio, ossessionato dalla voglia di esprimere ciò che mi divora l’anima. Sono una persona che non campa di musica ma che vive per essa.

D Dal 2015 sei il FRONTMAN dei Diesanera, ottimo gruppo…come nasce questa idea?

R L’idea è nata quando ho incontrato Ilario Danti. Al tempo suonavamo entrambi in una Gothic band di Pisa. Le canzoni che suonavamo in quel periodo erano molto carine ma non ci rappresentavano fino in fondo. Di comune accordo lasciammo la band!

In quel periodo abitavo in una piccola casa in affitto nella periferia di Livorno, così allestimmo la cantina come un vero e proprio studio di registrazione e cominciammo a scrivere nuove canzoni, molte delle quali sono finite in CRUMBS

D La vostra musica è difficilmente catalogabile, una sorta di alternative Gothic rock molto intrigante…

R Ti ringrazio per il “difficilmente catalogabile”, vuol dire che abbiamo fatto un buon lavoro.

Penso che l’identità di una band sia la cosa più importante, un modo per distinguersi dalla massa e ottenere più seguito. Nella nostra musica puoi trovare un po’ tutto: dalla synth new wave al dark, dal Gothic ad atmosfere progressive. Il primo album è stato una specie di test per vedere se il percorso intrapreso fosse quello giusto. Il secondo lavoro sarà molto più maturo ed omogeneo

D Prima dei Diesanera hai fatto parte di altri gruppi?

R Penso di essere uno dei pochi veterani livornesi rimasti attivi dagli anni ’90…la mia esperienza musicale è partita nel lontano 1995 come frontman della rock band Kanthina. Ho un bellissimo ricordo di quella realtà. In quel periodo Livorno pullulava di bravissimi musicisti, molti spazi per suonare e grande supporto da parte di tutte le band.

Nel ‘97 entrai a far parte degli ICYCORE con i quali ho iniziato un percorso un po’ più professionale pubblicando 2 album, uno autoprodotto e l’altro prodotto dalla SPV tedesca, ed ho collaborato poi alla stesura del terzo.

Nell’arco di 25 anni ho avuto diversi progetti, pubblicato 5 album, due greatest hits distribuiti in tutto il mondo, collaborato con artisti nostrani ed internazionali e negli ultimi anni ho avuto anche esperienze nel campo dei musical.

D Tornando a voi, CRUMBS è il vostro album-biglietto da visita. Ha avuto una lunga gestazione e solo nel 2016 è stata pronta la stesura definitiva…soddisfatti?

R Non penso che un anno sia un tempo poi cosi lungo per la stesura di un disco, soprattutto se si riparte da zero! In verità ci riteniamo molto soddisfatti.

Quando crei un nuovo progetto non sai mai quanto potrà durare. È necessario un periodo per trovare complicità con i musicisti che ti affiancano, a volte buttando via tempo e risorse per un obiettivo comune. Ho visto tanti gruppi sciogliersi dopo neanche un anno di attività, altri cambiare line up ogni due mesi. Spesso le priorità cambiano negli anni, cosa che per adesso non è ancora successa a noi.

D Progetti futuri, qualche concerto magari in città anche se il momento non è dei più felici?

R Stiamo aspettando il momento giusto per fare uscire il secondo album. Abbiamo già il master pronto, stiamo ultimando il montaggio del primo video clip e riorganizzando le scenografie per quanto riguarda i live.

Purtroppo questo periodo sta rallentando la tabella di marcia, ma a fine mese sceglieremo le nuove strategie da attuare per la promozione e distribuzione del nuovo album e la riorganizzazione di tutti i live. Per quanto riguarda suonare in città, non so che dire…

Dal 2016 ad oggi siamo riusciti a suonare a Livorno solo una volta presso l’Ex Caserma Occupata!

Pochi sono i locali rimasti aperti che danno spazio a musica come la nostra e poco è l’interesse delle persone per la musica inedita in generale. Spero che questa situazione cambi al più presto o vedremo palchi infestati solamente da tribute band (che rispetto ma non condivido) o soggetti sociopatici con milioni di visualizzazioni su YouTube.

D Valerio quali sono stati i tuoi cantanti di riferimento?

R Tantissimi per la verità’…ma quello che forse è più riuscito a cambiare la percezione che ho adesso della musica è stato Geoff Tate dei Queensryche.

D La vita di ognuno di noi è piena di rimorsi e rinunce che “ci rodono” …quale è il tuo più grande rimpianto, musicalmente parlando?

R Penso che il mio più grosso rimpianto sia stato quello di non aver aperto bene gli occhi quando alcune situazioni mi chiedevano di farlo. Ho bruciato qualche anno della mia vita dando importanza ad alcuni progetti che, col senno di poi, si sono rivelati solamente “partite di calcetto”, musicisti con ottime potenzialità che non hanno saputo fare rinunce o che hanno messo la musica in secondo piano.

D Chi è oggi Valerio Voliani?

R La stessa persona di 25 anni fa. Un po’ più razionale, un po’ più riflessivo, che fa bagaglio dei propri errori per poi commetterne altri…con qualche chilo in più e qualche capello di meno, ma con la stessa voglia di spaccare il mondo

STEFANIA LUCCHESINI

D Stefania Lucchesini, batterista, abbastanza inusuale per una donna….

R Si specialmente quando iniziai MOOOOlti anni fà ..non eravamo molte..

D Autodidatta o hai fatto studi musicali specifici ?

R Totalmente Autodidatta

D Ti ricordo far parte del gruppo tutto al femminile Le Tardonaute, un nome che più livornese non si può : deciso, ironico…come nasce questa idea ?

R Nasce da un idea comune con alcune amiche con cui si suonicchiava quando eravamo ragazzine di riprendere a fare un pò di Rock’n’roll che abbiamo sempre amato e dopo quasi 30 anni ci siamo dette ok..non piu giovanissime quindi un nome opportuno e ci è sembrato che tardonaute fosse adattissimo al momento.

D Prima delle Tardonaute hai fatto parte di altri gruppi ?

R Si qui a Livorno il mio gruppo furono i MOSS GARDEN un gruppo Dark si parla fine anni 80 io ero l’unica donna del gruppo. Poi mi sono trasferita a Londra dove ho vissuto 15 anni e suonato in 3 gruppi piu o meno sempre di donne con cui ho avuto esperienze ganzissime, album, concerti, tour, radio…televisione..insomma una figata

D Il mondo del rock, inutile negarlo, ha una forte connotazione maschile ma molte donne, sgomitando e anche per la loro indubbia bravura, si sono fatte largo in questo mondo; mi vengono in mente Janis Joplin, Nico, Patti Smith, Grace Slick e molte altre ancora…nel tuo caso specifico la batterista Maureen Moe Tucker dei Velvet Undergronud…

R Si purtroppo le donne hanno dovuto faticare un po di piu in questo ambiente ma ci sono dei talenti che il machismo non ha e non puo oscurare, sheila E. PJ Hravey, Bikini Kill, etc etc sono solo alcune donne pazzesche e talentuose.

D Quali sono i tuoi punti di riferimento, i tuoi eroi o eroine, musicalmente parlando?

R Tanti !! ne ho citate già alcune sopra..di eroi invece non posso che non citare Stewart Copeland, Clem Burke il batterista dei blondie, Keith Moon, Ian Paice etc

D Livorno e la musica: ci sono in città tantissimi ottimi musicisti e molte superband: cosa manca a questa città per affermarsi definitivamente in questo campo artistico ?

R Cè molto piu di quello che c’era quando suonavamo noi negli anni 80/90..credimi..a modo suo Livorno è affermata.

D So che ultimamente hai attaccato le bacchette al fatidico chiodo…che è successo ? Possibilità di ripensamento, solo una pausa di riflessione ?

R Mi manca un sacco suonare,,è una cosa che mi ha accompagnato negli ultimi 30 anni ma figli, lavoro e il tempo che non è piu abbastanza ..sai quando hai 20 anni ti senti con le altre..si va a sona??.deh si via vai…fatto…ora quando si prova a trovarsi deh..no io lavoro, no io c’ho il figliolo , io quel giorno non posso…insomma è cosi raro che tutte siamo libere allo stesso tempo..inevitabilmente ti passa..

D La famosa macchina del tempo…hai la possibilità di tornare indietro…quale treno non lasceresti mai e poi mai partire senza di te ?

R Io il treno l’ho preso e ne sono super orgogliosa.

D Chi è oggi Stefania Lucchesini ?

R Una donna che lavora, una mamma impegnata, una che non si ferma mai. Ho comprato una batteria elettronica che mi suono con cuffie regolarmente anche in pigiama,..non è la stessa cosa come essere sul palco..ma intanto mi tengo allenata … non si sa mai!!!

FILIPPO DEL BIMBO

D Filippo Del Bimbo, chitarrista…immagino dalla tenera età…

R A dir la verità ho iniziato a suonare il basso verso i 14 anni ma sono sempre stato innamorato della chitarra, avevo iniziato da piccolo a suonarla in oratorio ma diciamo che i giri che mi insegnavano non erano il massimo e quindi ho smesso. Ho iniziato a studiarla seriamente verso i 19 anni, ho studiato la classica dal Maestro Roberto Sbolci. La chitarra elettrica però è tutta un’altra storia…

D Sei uno dei fondatori del gruppo Super Naughty, gruppo nato nel 2014…come nasce questo progetto ? ( Se non sbaglio prima il nome era Black Masses…)

R Ho avuto altri progetti tra gli anni ‘ 90 e 2000, poi ho abbandonato per diversi anni, ma per me suonare è sempre stato un bisogno e quindi ho deciso di cercare qualcuno per andar a fare un po’ di casino in giro. All’inizio avevo trovato un bassista e un batterista e facevamo roba nostra e qualche cover poi però per impegni vari abbiamo abbandonato. Così ho deciso di cercare qualcuno che avesse voglia di fare cover dei Sabbath, ma dopo qualche apparizione live il bisogno di scrivere roba propria è stato più forte e da lì nasce il progetto SuperNaughty.

D Dalle cover dei Black Sabbath al suono potente e sporco dell’heavy metal…

R Per l’esattezza il nostro non è proprio heavy metal, è un bella miscela di vari sottogeneri che derivano comunque dal rock pesante, siamo 4 individui con gusti abbastanza diversi e quindi mettiamo nel pentolone tutte le nostre influenze. A me piacciono molto le parti melodiche ma con suoni molto pesanti.

D Nel 2015 avete pubblicato il vostro primo EP “Welcome to my V”, poi avete firmato con Argonauta Records e il 16 febbraio 2018 è stato pubblicato il vostro album di debutto , Vol 1…soddisfatti ?

R Diciamo che per me fare un disco, anche se è molto divertente, rimane comunque un biglietto da visita per poter suonare in giro. L’obbiettivo principale della band è potersi esprimere dal vivo, il contatto con chi viene a vederti e condivide la stessa passione, non ha prezzo. Comunque sì è andato bene, buone recensioni e ci ha permesso di girare un po’ anche fuori dal nostro Paese.

D Progetti futuri, un altro album, concerti in città (corona virus permettendo…) a breve dove è possibile ascoltarvi ?

R A fine aprile uscirà il nostro secondo album e stiamo già organizzando qualche minitour che ci porterà nel nord Europa. Per ora l’unico concerto che faremo nelle vicinanze sarà a maggio per la release del disco nuovo. Suoneremo per presentare il disco allo Slow Record Shop di Cecina, negozio superfigo di vinili. Poi la gente potrà comunque seguire le nostre scorribande su i classici social.

D Prima dei Super Naughty hai fatto parte di altri gruppi ?

R Negli anni ’90 sono stato membro fondatore dei Flora & Fauna nel nuovo millennio invece ho fatto parte di una band crossover dal nome Korkovado. Negli ultimi anni a parte i Supernaughty ho preso parte al progetto Bantoriak del mio caro amico Izio Orsini. Con i Bantoriak abbiamo aperto ai Karma to Burn ,band stoner Americana e agli storici Saint Vitus.

D Filippo quali sono i chitarristi che imitavi fin da bambino davanti allo specchio e hanno contribuito alla tua formazione musicale ?

R Essendo nato come bassista, passavo le ore nella mia cameretta ad imitare Cliff Burton dei Metallica. I chitarristi che hanno tuttora un influenza enorme su di me sono Tony Iommi dei Sabbath , James Hetfield dei Metallica il duo Pepper Keenan e Woody Weatherman dei Corrosion of Conformity, Dimebag Darrel dei Pantera, Bill Steer dei Carcass e ovviamente Randy Rhoads.

D Avete fatto numerosi concerti in città e altrove…realtà diverse, situazioni diverse…cosa manca secondo te a Livorno per sfruttare al meglio l’enorme potenzialità di band e ottimi musicisti che vivono in città

R Sarebbe un discorso infinito da fare… ci sono un sacco di band che secondo me non hanno niente da invidiare a nessuno ma purtroppo sono penalizzate dallo scarso interesse e la poca voglia che le persone hanno di ascoltare qualcosa di inedito. Ci sono un sacco di locali che sono costretti a far suonare tribute band per far quadrare i bilanci. Non dico assolutamente che sono contro le cover o le tribute band, ma in Italia e specialmente nella nostra zona siamo sempre un po’ indietro, o forse è proprio la nostra indole di andare sempre sul sicuro. Abbiamo avuto la fortuna di suonare nel nord Europa, e devo dirti che lì c’è completamente un’altra atmosfera, le persone sono molto più calorose ed entusiaste con le band originali.

D Tutti noi abbiamo un grosso rimpianto che ci tormenta…musicalmente parlando quale è stata la grossa occasione che ti sei lasciato scappare ?

R In verità ti dico che non ho grossi rimpianti, come ti ho detto prima per me suonare è una passione e più che altro un bisogno, passo tanto tempo a suonare anche da solo oltre che con i Supernaughty, è una cosa che mi rilassa e mi fa stare bene.

D Non posso chiederti che significato ha per te l’alias OldSkull che accompagna il tuo profilo Facebook…

R OldSkull deriva da Oldschool(vecchia scuola) perchè a me piace tutto quello che fa parte degli anni in cui ero ragazzo, musica e skateboard in primis.

D Chi è oggi Filippo Del Bimbo ?

R E’ il solito sognatore casinista con qualche anno in più.

MICHELA TORRI

D Michela Torri, chitarrista…innamorata da sempre dello strumento ?

R Nasco come cantante in corali liriche e polifoniche. Innamorata della chitarra e di qualsiasi strumento musicale. Ho voluto approcciarmi a vari strumenti, dalla tromba al flauto traverso, dal basso elettrico alle percussioni

D Autodidatta o hai fatto studi musicali specifici ?

R Autodidatta, anche se con la chitarra ho studiato per un paio di anni a Siena jazz

D Ti ricordo far parte del gruppo tutto al femminile Le Tardonaute, brave, simpatiche e a proprio agio sul palco…come nasce questo progetto?

R Con Le Tardonaute, io e le mie amiche/sorelle abbiamo cercato di far rivivere la vecchia band punkrock dei nostri 20 anni

D Il mondo del rock, inutile negarlo, ha una forte connotazione maschile ma molte donne, sgomitando con la loro indubbia bravura, si sono fatte largo in questo mondo; mi vengono in mente Janis Joplin, Nico, Patti Smith, Grace Slick e molte altre ancora…nel tuo caso specifico di chitarrista Samantha Fish, Grace Potter, Caroline Wonderland e molte altre…

R Credo che suonare in una band femminile sia una delle esperienze più belle e divertenti in assoluto

D Quali sono i tuoi punti di riferimento, i tuoi eroi o eroine, musicalmente parlando?

R Sarò vecchia e magari anche banale ma, se parlo di chitarra elettrica penso subito a Jimi Hendrix

D Livorno e la musica: ci sono in città tantissimi ottimi musicisti e molte superband: cosa manca a questa città per affermarsi definitivamente in questo campo artistico ?

R Punti di aggregazione, ritrovi che diano la possibilità di esprimersi a tutti quegli artisti che vivono in città.

D La famosa macchina del tempo…hai la possibilità di tornare indietro…quale treno non lasceresti mai e poi mai partire senza di te ?

R Nessun treno, avrei semplicemente dedicato più tempo alla musica, imparato a suonare meglio il pianoforte o la tromba. Non ho mai avuto progetti ambiziosi ma ho sempre amato stare in quel feeling, in quella dimensione speciale di “quando si suona”

D Chi è oggi Michela Torri ?

R Oggi sono una donna di 50 anni, che impazzisce dietro a due figli adolescenti e lavora ma ho ancora un’indole inquieta, sempre punk. Sono assetata di sapere e ho sempre l’esigenza di esprimere me stessa. Quindi suono la chitarra in una band di musica africana, le percussioni nella banda della SVS, leggo molto, studio lo spagnolo, quando mi prende l’ispirazione dipingo

SABRINA GHIRINGHELLI

D Sabrina Ghiringhelli..voce particolarissima, accattivante…chi assiste ad un tuo concerto si catapulta indietro nel tempo…

R Grazie per considerare la mia voce particolarissima ed accattivante, se devo essere sincera mi piace molto l’idea che chi ascolti abbia la sensazione di viaggiare indietro nel tempo negli anni Venti, perché è lo spirito con cui si è lavorato in questi anni sugli standard, quindi mantenendoli più fedeli alle sonorità di allora.

D Ti ho ascoltata molte volte, anche “on the road” e spesso ti ho vista accompagnata a musicisti diversi…è una tua scelta o a seconda delle esigenze musicali ?

R Lavorare con musicisti diversi è sempre uno stimolo per crescere, uno scambio necessario che prevede un confronto artistico, un costante misurarsi con i propri limiti e con le proprie potenzialità. Poi se hai la fortuna di collaborare o suonare con musicisti di comprovata esperienza e bravura, una vera fortuna e io l’ho avuta: negli ultimi anni qui in Toscana con Luca Tozzi,(chitarrista eccezionale con lunga esperienza in Inghilterra e Stati Uniti) Vladimiro Carboni, Andrea Garibaldi, Andrea Pellegrini fino ai più recenti Giorgio Taurasi, Carlo Cavallini, Diego Persi Paoli , Sergio Consani e un grazie speciale a Enrico Lucarelli e Marco del Giudice che sono stati il mio primo approccio all’ambiente musicale livornese. La lista delle collaborazioni è lunga, da mio percorso in Lombardia, all’Elba fino a oggi, quindi mi scuso se non ho citato tutti.

D Mi piace molto quella atmosfera stile anni 20 che si respira ai tuoi show…da dove viene questa scelta ?

R Ho sempre amato ascoltare quei”dischi” polverosi, con quelle voci graffianti o incredibilmente acute, quelle sonorità delle origini. Anni fa, è stato doveroso far e un viaggio nel sud degli Stati Uniti per capire lo spirito , per respirare l’aria da cui ha avuto inizio tutto e ho amato New Orleans.

D A rimarcare la tua poliedricità ultimamente sei impegnata con un trio che allieta le serate dei presenti con la musica portoghese “Fado”…come sei arrivata alla fine di questo percorso ?

R Ripetermi mi annoia, quindi cerco sempre nuovo stimoli. Il Fado come la musica Jazz/Blues degli inizi è qualcosa che mantiene intatta l’anima con cui è nata. Con Giorgio Taurasi ci siamo trovati sin da subito in sintonia e il riarrangiare di pezzi “classici” di Fado con progressioni jazz più moderne è stata una scelta condivisa. Inoltre si è lavorato su pezzi originali nostri.

D Sabrina quali sono i tuoi punti di riferimento, le “tue” cantanti ?

R Tante, troppe direi, difficile a dirsi, di ognuna ho fatto lezione: a 15 anni ascoltavo ore e ore Janis Joplin, poi crescendo mi hanno affascinato tante altre cantanti e mi sono appassionata dapprima al blues e poi alle grandi voci Jazz: da Ella, a Betty Carter a Carmen McRae…la lista è lunga.

D Progetti futuri ? Altri concerti magari in città ? Un cd ?

R Il 7 Marzo sarò in quartetto, al Ex Cinema Aurora a Livorno, con il Fado portoghese in una serata che unirà musica e poesia, in collaborazione con l’Associazione Antonio Tabucchi e il cui presidente è il Prof.re Riccardo Greco che farà dei parallelismi tra le sonorità e le tematiche del Fado. Garantisco una serata bella e stimolante, non noiosa!!! Un Cd? certo ci si sta lavorando.

D A Livorno, al di là delle buone intenzioni di qualche iniziativa privata è sempre difficile trovare spazi per esibirsi…cosa per far emergere tutto il buono che cova sotto la cenere ?

R Livorno è una città con una sua grande peculiarità, c’è un’artisticità diffusa, ed è quello che amo di questa città. Tutto sommato, rispetto ad altri luoghi, a Livorno i posti per suonare non mancano, ma anche i bravi musicisti, quindi ognuno deve ritagliarsi i suoi spazi.

D Tutti noi abbiamo un rimpianto, tutti noi non siamo saliti su quel maledetto treno che si era fermato proprio lì, davanti a noi…dove andava quel tuo treno ?

R Il mio rimpianto più grosso è stato avere interrotto di cantare per due anni a 22 anni, quando accompagnata da un fantomatico compositore manager, ci siamo presentati con un suo pezzo originale a proporlo per Castrocaro e il discografico della EMI che conosceva il manager disse” La voce è molto interessante ma il pezzo non va”.Ora a distanza di anni, ci rido sopra, il pezzo era davvero scemo e forse anche non bello, ma in quel momento ci avevo creduto.

D Chi è oggi Sabrina Ghiringhelli ?

R Una donna che ama fare quello in cui crede, che cerca di farlo al meglio, che ama la musica e l’arte, ho anche un percorso alle spalle come artista visiva, scultrice, ho esposto in numerose mostre italiane ed europee tra cui anche a New York. Probabilmente senza questi due percorso paralleli, non sarei io, con le mie peculiarità, sensibilità e fragilità.

LUCA RAFFONI

D Luca Raffoni, bassista…in un mondo dominato dalle chitarre, chitarrista pentito o scelta ponderata ?

R Pentito no….inizialmente decisi addirittura di suonare la batteria…..ma purtroppo non ero in grado ; presi il posto di colui che doveva essere il bassista del gruppo perché non veniva quasi mai……ecco com’è andata la scelta…

D Hai fatto studi classici o la più onesta “università della strada” ?

R Nessun studio….cassette o cd …e via di orecchio e prove.

D Fai parte dei Super Naughty, gruppo nato nel 2014, una avventura che continua tutt’oggi con ottimo profitto…

R Non sono un membro fondatore…sono subentrato dopo….e sono contento di essere stato chiamato.

D All’inizio erano cover dei Black Sabbath, poi avete iniziato a proporre pezzi vostri…un bel salto di qualità ?

R A quel tempo si chiamavano Black Masses e facevano le cover dei Black Sabbath

D Prima dei Supernaughty hai fatto parte di altri gruppi ?

R Prima dei Supernaughty ho suonato con gli Hosmone: agli inizi cover band di Nirvana e Melvins…..e dopo con il cambio del batterista cover band degli ZZ Top………passato un po di tempo e dopo aver cambiato batterista ….abbiamo cambiato nome in Billy Muffler….gruppo dalle sonorità rock blues….abbiamo partecipato anche alle finali rock contest al Flog di Firenze…e quella all’Alcatraz di Milano per l’Emergenza Rock

D Inutile chiederti quale è il tuo genere preferito, visto il genere di musica che proponete, ma al di là dell’heavy metal e rock duro, quali sono i tuoi bassisti di riferimento, i tuoi mostri sacri ?

R I miei bassisti :Steve Harris (Iron Maide), Les Claypool (Primus), Dusty Hill (ZZ Top) e Mark Deutrom (Melvins).

D Nel 2015 avete pubblicato il vostro primo EP “Welcome to my V”, poi avete firmato con Argonauta Records e il 16 febbraio 2018 è stato pubblicato il vostro album di debutto , Vol 1…soddisfatti ?

R Molto soddisfatti dell’uscita di Vol 1. Ha avuto un buon riscontro….ne sono uscite diverse date importanti come apertura a gruppi di un certo livello (High on Fire, Fatso Jetson, Zeke, Strana Officina) e un paio di date in Norvegia.

D Cosa “bolle in pentola” adesso: un tour, magari iniziate a lavorare a un nuovo cd, concerti a breve…?

R A maggio uscirà il secondo album sempre per Argonauta Records…e stiamo appunto programmando qualche data europea per la release dell’album.

D Luca tutti noi abbiamo un rimpianto, “rimuginiamo” ancora oggi per quella occasione perduta : quale è , musicalmente parlando il tuo rimpianto più grosso ?

R il rimpianto musicale….ma, direi quello di non aver iniziato prima a fare musica propria.

D Chi è oggi Luca Raffoni ?

R Oggi Luca Raffoni è il titolare di un laboratorio di pasticceria….fa il pasticciere….e ovviamente continua a suonare il basso

FEDERICO SOCCI

D Federico Socci cantante…narrano che già alle elementari cantavi in classe per la gioia dei tuoi compagni…a parte gli scherzi, quando hai scoperto la voglia di prendere un microfono e salire su un palco ?

R. In realtà io musicalmente parlando nasco bassista…..ho sempre avuto però la voglia di cantare… poi tutto è nato quando una quindicina di anni fa ho iniziato a collaborare con una compagnia teatrale…. Li ho approfondito la cosa….

D Sei il frontline del gruppo Aridopachi…voce potente la tua che ben si sposa con il suono della band…vi ho sentito suonare (vi ho anche presentato un paio di volte a Percorsi Musicali)…come nasce questo gruppo ?

R. Questo gruppo nasce da un progetto del nostro batterista Federico Lombardi con il quale io suonavo già in una cover band…. è lui che ci ha messi insieme uno ad uno facendoci incontrare musicalmente…..

E per me è stato un vero onore… Cimentarsi con brani inediti è davvero eccitante…..

D Prima degli Aridopachi hai fatto parte di altri gruppi ?

R. Certo ho cantato con alcune cover band e da giovane ho suonato il basso per molti anni con un gruppo i Missing Child….. anche con loro facevamo pezzi inediti, con loro provammo anche a trasferirci negli Stati Uniti e vivemmo diversi mesi a New York…. Esperienza fantastica.

D So che ultimamente siete in tourneè, siete stati anche a Roma…raccontaci

R. Si siamo spesso in giro a Roma andremo martedì 28 gennaio e ci torneremo a marzo……. Ultimamente siamo stati in giro per la Toscana è stato un anno molto prolifico……. Stiamo anche concordando una data a Milano……

D Non posso non chiederti di “tradurre” Aridopachi…

R Aridopachi non ha una traduzione: è semplicemente il risultato dell’ anagramma fra arido che è un nostro pezzo e le iniziali dei nomi di Federico e il ragazzo con cui collaboro’ per scrivere alcuni brani…. Noi lo abbiamo mantenuto perché ci piaceva….

D Il vostro è un sound “duro”, “sporco”, ti rispecchi in questo hard rock o il tuo genere

preferito è altro ?

R. Mi rispecchio in pieno nel hard rock, è il genere con cui sono cresciuto e per me un vero stile di vita.

D Progetti futuri tuoi e della band ? Magari un cd in uscita, concerti a breve dove possiamo ascoltarvi ?

R. Stiamo ultimando il mixaggio del nostro primo CD, uscirà nei primi giorni di febbraio…… Il lavoro a questo CD ci ha portato via molto tempo .Subito dopo l’uscita ci metteremo in moto per organizzare date di promozione…… saremo sicuramente in molti locali toscani e come ti ho detto prima torneremo a Roma e Milano.

D Quali sono i tuoi punti di riferimento, i cantanti che imitavi fin da bambino davanti allo specchio ?

R. Sono cresciuto e ho approfondito la mia cultura musicale fra gli anni 80 e 90……ho visto centinaia di gruppi e tutti in qualche maniera mi hanno influenzato…..a casa ho una bacheca con tutti i biglietti e sono veramente tanti…… il cantante però che mi ha sempre influenzato è l’unico che non son riuscito a vedere…. Bon Scott degli ACDC….. Un vero animale da palco e puro r’n’r….. Anche come stile di vita

D Fortunatamente per voi salite spesso e volentieri su un palco…Livorno è la città dei musicisti per eccellenza, eppure è sempre difficile trovare spazi per esibirsi…che idea ti sei fatto in proposito ?

R.Vero, Livorno è la città dei musicisti ma purtroppo quando vai nei locali livornesi dove si fa musica dal vivo trovi sempre le solite persone.

Noi personalmente preferiamo girare molto fuori dalla nostra città…la mentalità è molto più aperta. E sinceramente da molta più soddisfazione quando suoni davanti a sconosciuti rispetto ai soliti amici…….. Ciononostante quando ci capita di suonare nella nostra città ci fa molto piacere ovviamente.

D Federico, tutti noi abbiamo un rimpianto, non siamo saliti su un treno che ci ha anche aspettato…dove andava il tuo ?

R. Credo che i treni non aspettino mai…… all’inizio degli anni 90 come ti ho detto prima, con la mia band ci trasferimmo a New York…. Forse lì magari dovevamo perseverare di più su quella strada ma la vita è così, fatta di scelte che solo con il tempo capisci se sono giuste o sbagliate.

D Chi è oggi Federico Socci ?

R Sicuramente lo stesso che è sempre stato: un uomo con un amore grande verso la musica che non ha mai smesso di sognare.