VALERIO CHIMENTI

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D Il basso…da sempre il tuo strumento?

R All’età di 8 anni cominciai a prendere lezioni di chitarra dietro iniziativa di mio padre,in quegli anni vivevo in Australia. Nel 1964 quando siamo tornati in Italia per la mia famiglia c’erano altre priorità e le lezioni di chitarra furono abbandonate. Verso i 14 anni vidi in un negozio di strumenti musicali quella chitarra ” strana ” con 4 corde grosse ;non so perché ma mi affascinò , cominciai a prendere lezioni di basso e dopo poco feci la mia prima strumentazione : basso Hofner semiacustico e amplificatore Meazzi per la grande cifra di 60 mila lire .

D A metà degli anni 70 formasti il “complesso” Il Punto”

R Nel 1971 metto su il mio gruppo ” Le Nuove Parole ” . Iniziamo con i concorsi cittadini con un paio di secondi posti . Nel 1972 fui contattato da Valerio Gasperini ex “Soul Fire ” che stava formando il ” Punto ” con Roberto Benedetti. In seguito si aggiunsero Massimo Chicca e Valeriano Tramagli . Il debutto fu al dancing il “Morino” di Barga e fu fantastico .

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D Erano anni fantastici…che ricordi hai della scena musicale livornese del tempo?

R Si è vero erano anni fantastici. Con il nostro furgone Volkswagem cominciammo a girare la toscana a fare serate . Si stava respirando aria nuova. A Livorno c’era tanta gente che suonava,la cantina o garage diventavano il fondo che poi puntualmente venivi sfrattato perché davi noia . Con i nostri capelli lunghi e il look un’ pò selvaggio e l’atteggiamento anticonformistico si vedeva che il mondo stava cambiando. Ogni tanto ti arrivava qualche disco da Camp Darby e rimanevi sconcertato dalla bravura dei musicisti di oltreoceano che ti davano stimolo a migliorarti

D Deep Purple, Uriah Heep, Free…un repertorio di cover importante…

R I Deep Purple sono stati fondamentali per la mia formazione musicale . ” Made in Japan ” per me è il Live più bello che ho ascoltato . Gli Uriah Heep erano splendidi con i loro cori e la bellissima “July morning” . i Free erano grintosi i Jethro Tull erano geniali i Cream con quegli assoli di Clapton che non finivano mai erano stupendi . In quegli anni il pubblico voleva queste cose e a noi la cosa non poteva che far piacere .

D E dopo “Il Punto” che successe?

R Nel 1976 il ” Punto ” diventa ” Alturas ” ; subentrano nuovi musicisti. Mauro Senesi alla voce,Antonio Scanu alla chitarra e Baldo Lami alle tastiere . il panorama del mondo musicale stava cambiando , il rock nelle sale stava il posto alla discodance Si aggiunse al gruppo una cantante americana di colore di nome Shirley . Cambio totale di repertorio e inizio giro dancing della toscana . Nel 1979 il gruppo si scioglie e ognuno prende la sua strada musicale .

D Quali sono i bassisti che più ti hanno influenzato e che più ammiri?

R Il bassista che mi ha influenzato è Gary Thain degli Uriah Heep : aveva una tecnica e dei fraseggi con il basso che sarebbero attuali tutt’ora e Verdine White degli Earth Wind e Fire che ha una ritmica esagerata.

D Hai qualche rimpianto musicalmente parlando? Qualche occasione perduta?

R Sarei stato curioso ,se si continuava a suonare, di vedere dove saremmo arrivati con gli ” Alturas ” ,eravamo veramente un bel gruppo .

D So che suoni ancora…parlaci del tuo gruppo odierno e dei vostri progetti

R Nel 2011 ho fondato i ” Vintage Again ” un gruppo di coetanei con una gran passione per la musica . Il nostro genere è rock anni 70 e oltre . Facciamo dei Live nei vari locali adatti a questo genere .

D Te sei stato un protagonista degli anni 70 e ancora oggi suoni…che differenza tra i due tempi…a parte qualche capello bianco?

RGli anni . Quando sei giovane hai tanta voglia di suonare , alla nostra età sei più esigente e vuoi suonare bene .

D Chi è oggi Valerio Chimenti?

R Valerio Chimenti oggi è una persona che è stata più di 30 anni senza suonare ma che grazie ai miei figli Denis e Matteo, che sono due bravi musicisti, è rimasto sempre aggiornato sul panorama musicale .Suonare mi fa stare bene e spero di non smettere più .

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STEFANO LUCARELLI

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1) Hai detto bene: “innamorati della musica” e sopratutto di certa musica. Dici un po’ meno bene quando ci definisci “ragazzi” perché, se pensi che io – 58 anni suonati – sono il “bimbo” del gruppo e gli altri hanno tutti qualche anno più di me, di “ragazzi” abbiamo ben poco”, ahahahahah.

Scherzi a parte: la musica è nella nostra vita da sempre, è parte importantissima di noi e quindi è bello, seppur con i nostri limiti, poterla suonare e proporre durante le nostre esibizioni.

Già che ci sono vorrei qui ricordare gli anzian… ehm… gli esperti musicisti che condividono con me l’esperienza del “Genius Quintet”: Cesare Caroti, il più grande interprete bianco VIVENTE di musica nera, alla voce; Pieraldo Santini, tastiere e cori, Gigi “Hendrix” Saba, chitarra, Claudio Filippelli, basso ed io… sculacciatamburi. Inoltre i “Genius” sono – per parte del loro repertorio – affiancati da due sassofonisti: Renzo Pacini e Sauro Moriconi.

2) Pur essendo un grande amante e conoscitore della musica rock, blues, soul, jazz etc. la mia attività musicale si è svolta prevalentemente nell’ambito “musica da ballo”… In anni recenti, quando ho ripreso a suonare, dopo parecchi anni di “bacchette appese al chiodo”, e svolgevo la mia primaria attività di grafico per conto del Livorno Calcio, ebbi l’idea di formare un gruppo che comprendeva, fra gli altri, giocatori in forza alla compagine amaranto, per l’esattezza i gemelli Antonio ed Emanuele Filippini ai quali si unì in seguito l’altro calciatore Davide Moro. Il gruppo si chiamava “Le Triglie Rock” ed era completato da un duo vocale femminile “Le Trigliettes”. Musica rock con un occhio di riguardo a Bruce Springsteen dato che i gemelli Filippini sono gravemente “malati di Springsteenite acuta”. Ovviamente, all’epoca (2008/2009), grande, scontato successo data la presenza dei famosi calciatori amaranto. Poi successivamente ho fatto parte della “John Doe’s rock cover band”, dei “70 Night Fever” (musica disco anni ‘70) per arrivare, infine, ai “Genius”.

3) No, non sono un chitarrista/tastierista/ bassista pentito. La batteria è sempre stato il mio amore… un amore che purtroppo, per tanto tempo, in varie occasioni – per la piega presa dalla mia vita e per una certa pigrizia – ho trascurato. Nel senso che non mi sono applicato con la dovuta costanza allo strumento tralasciando gli studi dello stesso, cosa che adesso rimpiango enormemente. Pensa che quando mi approcciai alla batteria (una vita fa), iniziai a prendere lezioni dal mio grande amico (e grande batterista) Carlo Cavallini… Arrivato alla lezione riguardante le “terzine” fui ingaggiato per andare a suonare in un complesso (all’epoca non esistevano gruppi, band, “orchestre, ndr) di liscio e quindi mi dedicai a quest’attività (che mi portava un po’ di soldi in tasca) accantonando lo studio della batteria. Poi: i primi amori, la radio (era il periodo dell’esplosione del fenomeno “radio libere”), il militare, contribuirono a farmi abbandonare lo studio.

4) Fra i batteristi che mi hanno influenzato, o meglio, i batteristi per i quali ho avuto – ed ho – una sorta di venerazione sono stati, in ordine temporale, Ringo Starr, Alan White, Jeff Porcaro e quello che a mio parere è il più grande in assoluto Steve Gadd.

5) Culo? Non ho mai avuto una gran fortuna nella mia attività batteristica. Diciamo che l’unica forma di “culo” che ho avuto grazie alla musica è stata quella di conoscere un sacco di persone che poi sono diventate grandi amicizie. Insomma, se devo fare paragoni illustri, più che Charlie Watts, mi sento Pete Best (a mio parere il batterista più sfigato al mondo).

6) Livorno in ambito musicale (come il resto d’Italia e probabilmente del mondo) è cambiata tantissimo. Ad esempio… quando ho iniziato a suonare nella metà degli anni ‘70 era un problema enorme trovare un posto dove poter provare, per cui eravamo sempre alla ricerca di stanze (possibilmente isolate) che insonorizzavamo alla meglio (polistirolo recuperato dagli scarti della fabbrica che era in via delle Cateratte, cartoni delle uova, lana di vetro etc.). Adesso – per la fortuna dei musicisti di oggi – ci sono varie strutture attrezzate a sala prove, per cui basta andare lì, pagare i pochi euro richiesti ed hai la possibilità di provare. Poi, rispetto agli anni della mia gioventù, adesso c’è molta più gente che suona… e suona anche bene, perché ha maggiori opportunità di studiare, provare ed anche esibirsi, rispetto a quelle che avevamo noi tanti anni fa.

7) Sono stato uno dei fondatori e “voci di punta” di una delle prime radio libere livornesi, Radio Rosa Livorno, nata nel 1977. È stata una bellissima esperienza, condivisa con tanti amici che a distanza di quasi 40 anni sono rimasti tali. Mi piace ricordare i vari programmi musicali, i giochi telefonici, le dediche che erano tanto in voga all’epoca, le prime dirette radiofoniche di calcio e basket, i tantissimi aneddoti… Per esempio quella volta che riuscimmo a raccontare in diretta il tentativo di rapimento di Tito Neri Jr. e la conseguente caccia ai rapitori. Un vero scoop che però non fu dovuto al nostro fiuto giornalistico, bensì al fatto che tutto si svolse sotto le nostre finestre dei nostri studi! E poi le interviste, gli ospiti famosi: Lucio Dalla, Pino Daniele, Rino Gaetano, Ivan Graziani, Augusto Daolio dei Nomadi, Mango… ‘azz: sono tutti morti! e Joe Egan, Ron, La Locanda delle Fate, Nino Castelnuovo, Ivana Monti e tantissimi altri. Poi, in anni successivi, sempre come speaker radiofonico ho prestato la mia opera in altre emittenti locali come Studio ‘82 e Radio Livorno città Aperta… e l’anno scorso, col mio fraterno amico Paolo Taradash, abbiamo fatto una serie di trasmissioni sotto il nome di “I ragazzi irresistibili” presso Radio Cage… Insomma, la radio, come la musica è stata – ed è – parte importantissima della mia vita.

8) Come “Genius Quintet” (più due sax) abbiamo in programma per domenica 3 luglio una esibizione “live” presso lo splendido Spazio Caletta. Come ogni volta che ci proponiamo per una serata, da un certo punto in poi, a noi si uniranno sul palco tanti altri amici cantanti, musicisti in una sorta di jam session… Di solito si parte in cinque e si finisce in dieci/dodici. Per questa estate altre serate sono previste in vari locali e bagni del litorale livornese/pisano. “Stay tuned” sulla nostra pagina Facebook “The Genius Quintet”.

9) Oggi Stefano Lucarelli è un “bimbo” che si avvia a gran velocità verso i 60 anni, con la stessa voglia di ridere e divertirsi come quando era ventenne… Con qualche acciacco in più e tantissimi capelli in meno… Uno che continua a suonare, nonostante tante difficoltà, uno che svolge la sua attività di grafico pubblicitario alla quale da qualche mese a questa parte affianca quella di “venditore” di dischi, cd e libri presso i mercatini dell’usato.

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RENZO PACINI

renzo-pacini-e-i-pianetiD Renzo quando il tuo incontro con la musica?

R Nato nel 1950, incontrai la musica poco più che adolescente; negli anni “60, tutti suonavano, nei quartieri popolari era un continuo nascere di complessini: pochi accordi, una chitarra, un buon orecchio e un po’ di voce e ti sentivi già pronto per formare un complesso. Venni attratto da questo fenomeno e cominciai a prendere lezioni di musica e di chitarra dal M° Meneghino e dal M° Silvestrini, ma la voglia di suonare e la buona attitudine musicale, mi spinsero ben presto a sperimentare lo strumento da autodidatta, seguendo le dritte degli amici più grandi e più bravi di me con i quali mi aggregavo per formare alcuni complessini, dalla vita molto breve, prima nel ruolo di chitarrista e successivamente e definitivamente nel ruolo di bassista cantante. E’ proprio in questo ruolo che incontrai dei musicisti molto più grandi ed esperti (Bubi Abeniacar, Vinicio Casella, Pippo Savattieri) che mi avviarono alla professione.

D Finchè un giorno incontrasti I Pianeti…li prendesti sotto la tua ala protettrice tanto da essere ricordato come “il quinto Pianeta”

R Si, proprio così: stimolato dalle loro insistenti richieste, provai ad insegnare ad un gruppo di ragazzini di Coteto che avevano 5 anni meno di me: Roberto Carotenuto, Marco Mazzanti, Raoul Laucci (scomparso prematuramente pochi anni fa) e Marco Bassano, che in poco tempo, essendo molto dotati metteranno su il complesso dei Pianeti, che avrà per qualche anno un discreto successo.

D Riprendiamo il discorso su Renzo Pacini musicista

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R Ho meno di 20 anni, quando con enorme dispiacere della mia famiglia comincio ad andare a suonare nei nigth club, (orario: 22.00 – 4.00); cantavo e suonava il basso per 6 ore, tutti giorni dell’ anno, anche per Natale (non c’erano feste).

D Ovviamente fu una scelta che ti costrinse a cambiare repertorio.

R Si, Stop coi Rolling stones ….. questa nuova strada mi costringe ad abbandonare la musica che amavo e che mi aveva attratto da subito, per dedicarmi ad un genere più classico e più apprezzato da un pubblico non giovanissimo come quello dei frequentatori dei locali notturni. E’ questa comunque un’ esperienza importante che mi segna profondamente e mi mette in condizione di imparare un repertorio infinito di pezzi classici della musica italiana e internazionale, ma soprattutto di imparare a suonare con altri canzoni mai provate ed addirittura mai sentite, cercando di trovare, per tentativi, le note giuste (nel mio caso gli accordi giusti). Una sofferenza immane che nel giro di un po’ di tempo ha dato i frutti facendo sviluppare una capacità di sentire e di riprodurre (già in possesso dei miei anziani compagni di avventure notturne) che non avrei mai immaginato di possedere.

D Quindi tutto bene…strada spianata…

R Macchè! Questa affascinante avventura (gratificante anche dal punto di vista economico) non durò molto; era incompatibile con il percorso di vita che avevo in programma, che vedeva lo studio in primo piano e una successiva dura gavetta per inserirsi nel mondo del lavoro. Infatti dopo meno di due anni, a 22 anni non ancora compiuti, l’ esperienza professionale fini.

D Così attaccasti lo strumento al chiodo?

R No, aspetta. Non finì però la passione della musica che, grazie all’ esperienza vissuta, mi ha consentito di tenere banco, con un repertorio inesauribile, in molte occasioni conviviali, cantando e suonando la chitarra per ore.

D Come hai scoperto il sax, strumento che adoro.

R Alcuni anni fa, quando da 62 enne pensionato, entrando a far parte della Banda Musicale dell’ SVS, ha scoperto il SAX e ne ho subito il fascino al punto di mettere da parte gli strumenti musicali che mi avevano accompagnato per tutta la vita, per dedicare a questo ostico strumento tutta la quota di tempo riservata alla musica. Anche per questo strumento l’ approccio è stato fondamentalmente da autodidatta, privilegiando il suono per imitazione, mettendo in campo le esperienze introiettate nella precedente attività musicale con altri strumenti. L’ orecchio non mi manca, la tecnica viene studiata con impegno, le conoscenze teoriche fondamentali dell’ armonia nemmeno; quindi gli ingredienti per ripartire e risalire sul palco per suonare, senza aver mai provato, come facevo da giovane, con altri ci sono. Parte così la nuova avventura musicale di Renzo sassofonista, che timidamente si affaccia al mondo musicale, dove incontra vecchi e nuovi amici musicisti che lo incoraggiano a preparare pezzi “sassofonosi”; è Sauro Moriconi che lo incoraggia a partecipare alle “jam” facendogli conoscere da vicino il mondo affascinante del blues. Con Sauro provo anche con gruppi già costituiti ed autosufficienti (I Genius, I Pianeti, Steak Blues Band), aggiungendo ai pezzi che lo richiedono quel fascino e quegli effetti che i fiati sanno dare.

D Se chi ti legge volesse ascoltarti dal vivo?

R Quest’ anno abbiamo frequentato assiduamente le Jam della Birrosteria, La sentina, Porcari Chicago Blues, Route 66…..fate una scappata…buona musica e buoni amici…che c’è di meglio?

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PAOLO SERAFINI

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D I Titani, grande gruppo livornese, te batteria e voce…era il 1964

R Si, grande gruppo Oltre al sottoscritto c’erano Roberto Serafini ( mio gemello ) chitarra e voce, Aldo corsi ( basso e voce ) Lorenzo Santangelo ( chitarra accomp. ) alle tastiere ( Roberto Galazzo prima dopo Giancarlo Morlacchi ).

D Nel vostro repertorio Cover dei Beatles e Rolling Stone…niente male.

R Non solo Beatles e Rollingones; facevamo anche brani degli Shadows, Creedence Clarwater Revival, gruppi del momento Italiani ( Dik Dik, Camaleonti ) cantautori ecc ecc. Suonavamo anche pezzi del momento: Per esempio, Il sabato finiva il festival di Sanremo e noi la Domenica suonavamo già la canzone vincitrice.

D Avete suonato in molti locali della zone. Eravate molto conosciuti

R Si, è vero , soprattutto al Cardellino di Castiglioncello dove facevamo da spalla agli Artisti che venivano tipo: Giorgio Gaber, Mina ecc ecc…..Poi il Jolly Beach di Marina di Bibbona, Il Grappolo D’oro sempre a Castiglioncello, ma l’esperienza più bella forse a bordo di una portaerei Americana con le canzoni biascicate in inglese e gli stessi ad applaudirci.

D 1968 finalissima di Eurodavoli a Marina di Pisa, i Titani protagonisti. Ma ci fu “il fattaccio”. Che successe di preciso?

R Successe che voci ventilavano di una certa combine in questa finale .Il nostro impresario ci fece ritirare dando la scusa che il sottoscritto aveva avuto un malore….i vincitori furono I Gens di Messina.

D Molta amarezza immagino. Già a quei tempi era già tutto scritto.

R L’Organizzazione Eurodavoli ci invitò lo stesso ad incidere un disco a sue spese. Questo per ricompensarci dall’esclusione della finalissima, ma noi rifiutammo o ci fecero rifiutare i nostri Genitori o impresario, sinceramente non ricordo bene il motivo, ma fu un altra occasione gettata.

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D Che ricordi hai della scena musicale del tempo?

R I miei ricordi di quell’epoca, sono di una scena musicale affollata di complessi ( oggi gruppi ) livornesi tutti sulla falsariga dei Beatles più che altro e il look faceva da cornice. Ricordo con piacere il Piper dove noi e gli altri ci esibivamo e la volta che vennero i Satelliti del mio amico Guscelli ( loro già affermati a altri livelli ): fu un tripudio…..eseguivano magistralmente i pezzi degli Scarafaggi Beatles.

D Dopo i Titani hai fatto parte di altri gruppi?

R Dopo lo scioglimento del gruppo ( per il motivo che le sale volevano solo il ballo liscio e non più Beat ) continuai per un pò di tempo con un gruppo a cui faceva capo : Marco Shoemberg (morto precocemente e famoso in Livorno per la sua attività nei locali della zona ) Ci portava a suonare al Camp Darby. In seguito uscito anche da questo gruppo, io e mio fratello in qualità di Cantautori, presentavamo i nostri pezzi in molti concorsi ( vedi anche : BACCHINO PRATESE ) ottenendo vari consensi, addirittura un rappresentante del Clan Celentano ci voleva ” rubare “una nostra canzone….tutto qui altro non ricordo.

D Chi è oggi Paolo Serafini?

R Oggi sono un Pensionato che ha ancora la passione e la voglia di fare altre cose in campo musicale, ma la situazione familiare mi impedisce di prendere impegni . Passo il poco tempo che mi rimane a dialogare su F. B con gli Artisti della mia epoca ( vedi Ribelli, Camaleonti, Dik dik ecc ecc) cosa che in quel periodo non era facile x i loro impegni e anche i miei.

ICILIO LANINI

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Intervista al sassofonista ICILIO LANINI

D Partiamo dal 1973…entri a far parte del gruppo La Mente Corta che si dota di una sezione fiati, inusuale per il tempo

R La mia storia non nasce nel 73, anzi devo dire che quell’anno segna un punto di passaggio per me importante. Io nasco con il R&B nel 68, per passare al Rock o meglio al Fusion dei Chicago e BS&T nel 71-72, due anni interessanti per quello che facevamo con una formazione con sax e tromba prima (Modi’) e poi aggiungendo un trombone (Atto Primo). Il periodo successivo 73-75 con la Mente Corta è il periodo in cui anche loro si stavano convertendo da formazione rock a formazione con ambizioni più jazzistiche, quelle che prediligo.

D Il sax è uno strumento bellissimo. Con Clarence Clemmons della E Street Band di Springsteen è passato a pieno titolo nella musica rock. Tu come hai incontrato il rock, presumo dopo studi classici.

R In parte ho già risposto. I miei studi sono stati classici, ma purtroppo pochi. Molto autodidattismo, ma alla base c’è sempre stata la necessità di partire dalla conoscenza della musica

D A fine anni ’60 La Mente Corta si scioglie…che successe dopo a Icilio Lanini?

R Devo correggere una data. Con la Mente Corta entrai nel 74, mentre nel 73 feci un periodo di semi professione con un cantante brasiliano Nilton Castro con il quale avevo già suonato nell’estate del 70. La Mente Corta comunque si scioglie nel 77, ma già il 76 è stato un anno da dimenticare, a parte alcune esperienze che ricordo con piacere misto ad apprensione con Mauro Grossi e Carlo Cavallini nel Collettivo Musica Jazz. Dopo il 77 ho suonato con musicisti vari nel panorama livornese, più stabilmente in trio con Andrea Nannetti alla chitarra e Valerio D’Alelio alla batteria, accompagnando un cantante napoletano (Andrea Ardia) e varie serate da soli a suon di Bossa Nova, altro genere che amo. Quel trio divenne poi un gruppo molto folto nell’inverno 80-81, con Antonio Favilla e Edmondo Guidi ed altri con i quali ci esibivano tutti i venerdì sera al Cantuccio ( mitico, poi chiuse): facevamo il pienone, serate piacevoli. L’anno successivo smisi, o meglio mi presi una pausa…..durata 26 anni.. diciamo per motivi di lavoro fuori Livorno

D Quali sono stati i tuoi punti di riferimento?

R I miei punti di riferimento sono stati, in ordine di tempo, Otis Redding, poi, Mel Collins e M. Breker; dopo quando mi convertiti totalmente all’ascolto e studio del jazz, direi Lester Young e tutti i grandi dell’era Cool Jazz, oltre all’amore di tutti: J.Coltrane e mi fermo qua ma potrei continuare

D Sono sincero…nella mia prossima vita studierò il sax, uno strumento che mi affascina, adattabile a qualsiasi tipo di musica…

D Perché aspettare la prossima vita? Puoi impararlo anche ora. Io conosco un percorso di apprendimento semplice, economico, alla portata di tutti, nella Banda della Città, con la quale ho ripreso a suonare dal 2008 e con la quale ho avuto anche qualche soddisfazione nel 2009-2010 quando ci esibivano con una formazione e repertorio da Big Band jazzistica più che da Banda Tradizionale. Mentre dal 2013 il genere è cambiato spaziando dalla musica classica, a quella tradizionale a quella ancora più tipica delle orchestre americane. In più da quest’anno esiste finalmente (o nuovamente) un laboratorio di Orchestra Jazz in seno alla banda, dove in formazione ridotta diretta dal trombonista Tony Cattano ci divertiamo e cimentiamo in brani originali ed improvvisazioni

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D Qualche rimpianto? Qualche treno che hai visto passare senza riuscire a salire sopra?

R Un rimpianto? Non aver finito il Conservatorio

D Chi è oggi Icilio Lanini?

D Oggi chi è Icilio? Uno che ama il Jazz, che avrebbe voluto essere un Jazzista, che ci sta provando segretamente nonostante l’età, ma che vive da 35 facendo l’architetto nella pubblica amministrazione, dove c’è bisogno di soggetti che lavorino, anche li, con passione e onestà.

GIULIO MORETTI

Intervista al tecnino del suono Giulio Moretti

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D “Prezioso è stato l’inserimento nel gruppo di Giulio Moretti, un tecnico del suono e consigliere unico” mi diceva Alessandro Caldari dei Doars

R Originariamente avrei dovuto suonare il basso ma c’erano alcune cosette che non mi riuscivano bene per cui decisero di inserire Fabio Del Giudice. Non mi “buttarono” via, mi indirizzarono verso una attività che oggi classificherebbero come tecnico del suono. E in un gruppo dalle grandi aspettative c’era bisogno di una figura del genere, anche a livello di “look”: non erano tanti i complessi che si presentavano con un tecnico per gestire suoni e luci.

D Eri una sorta di membro aggiunto del gruppo

R Si. Poi con il passare del tempo iniziai anche a consigliare i ragazzi come presentarsi sul palco, quali brani suonare e in che ordine, insomma tutte quelle piccole attività che cercavano di far crescere il gruppo.

D Come mai non hai mai pensato di diventare anche musicista a tempo pieno?

R Nonostante sapessi suonare la chitarra, e stavo iniziando ad imparare la tastiera, il mio blocco nei confronti di uno sbocco “esecutivo” della musica era dovuto al mio carattere introverso per cui come mi ponevo di fronte ad un pubblico mi si bloccavano tutte le rotelle in moto. Questo è quello che pensavo ed ho creduto per molti anni. La verità è che sono un tipo molto pignolo, perfezionista, per cui un brano se non veniva come l’originale, andavo nel pallone. Oggi no. E’ bastata qualche lezione di “improvvisazione” ed il blocco si è rimosso in parte.

D Hai vissuto la scena musicale del tempo a Livorno. Che ricordi hai?

R L’atmosfera musicale di quei tempi era formidabile: ovunque ti giravi c’era sempre qualcuno che suonava in un gruppo. Personalmente ho conosciuto gli F104 il cui bassista Amerigo Liotti mi introdusse al mondo dei New Trolls, ho conosciuto il povero Giorgio Rosini e gli MK5 e poi altri, tanti. Se devo fare una differenza i i tempi di oggi, posso dire che oggi un complesso è portato a suonare la la propria musica o un genere ben definito. Ai nostri tempi la maggior parte dei gruppi erano da “sala”, cioè ti facevano ballare con canzoni che andavano dal lento, al twist, ecc. Noi avevamo in repertorio pezzi dei Mungo Jerry, per dire, ma anche di Santana o Deep purple Uria Heep e così via.

D Oltre ai “tuoi” Doars quali gruppi ricordi che avevano un passo in più?

R Come non ricordare i Satelliti, o Le Sfingi, i Rangers, ma potrei elencarne molti altri. Consideriamo il fatto che noi abbiamo avuto esperienze con Milva del maestro Vinciguerra, La Santissima Trinità (gruppo che con il passare del tempo e degli elementi diventerà Litfiba). Se mi consenti un aneddoto…..eravamo sotto l’ala protettiva di Marko Shomberg, e chi non vi è stato, turnee al Teen Club di Camp Darby. Parlando con il responsabile degli spettacoli in terra americana Shomberg dice, in un inglese maccheronico, che avrebbe portato i DoArs e The Monkey. Facile capire lo stupore di quel personaggio (siamo negli anni settanta e i nomi di quei gruppi erano in testa alle classifiche mondiali). Naturalmente quando fece vedere i poster dei due gruppi l’equivoco si risolse in una grassa risata. (The Monkey, gruppo rock di quattro ragazze emiliane e la batterista di Piombino)

D Dopo i Doars hai avuto altre esperienze come tecnico del suono?

R Ufficialmente no, Lavoro, famiglia. Ma do volentieri una mano a mio figlio come light programmer.

D Oggi vedere all’opera dei tecnici del suono è impressionante: sembrano “ingegneri”. Tutto è cambiato.

R Si è vero. Ne ho un esempio in casa: mio figlio più piccolo, 23 anni, fa il tecnico del suono con una associazione di fonici locale. Anche lui sembra un ingegnere, ed in certi versi lo potrebbero essere. Libri, esperimenti, valutazioni….Rispetto a ieri, con l’avvento del digitale oggi si possono permettere canali di mixaggio quasi infiniti, qualità del suono senza dubbio più pulita, effetti in tempo reale ( vi ricordate l’eco per la voce che era generato da un nastrino magnetico che girava all’infinito?). La tecnologia ha senz’altro dato una grossa mano ma se manca la sensibilità dell’orecchio e la capacità di valutare situazioni diverse nelle stesso tempo….meglio cambiare mestiere. I sistemi di illuminazione dei palchi è molto ma molto diversa rispetto ai miei tempi

D Sei rimasto nell’ambito musicale?

R Teoricamente, ma anche praticamente, non ho mai abbandonato la musica. Mio figlio più grande, bassista, ha fatto parte di due gruppi Gli Ikona prima e gli Hot cherry poi. L’altro figlio prima di intraprendere la via del fonico aveva provato con gli HSO. Poi da anni ho in casa tastiere di vario genere, e qualche aiutino di esperienza ai complessi dei figli di miei amici.

D Quali i tuoi gusti personali? Insomma…che musica ascolti?

R Un Lp è stato fondamentale per la mia formazione musicale: Deep Purple in Rock. Quindi loro e tutto quello che è prog rock ma anche sempre rimanendo nel metal gruppi come Slip Knot, Murder Dolls ma anche Metallica ecc.

D Chi è oggi Giulio Moretti?

R Oggi sono uno ancora in attesa di pensione ma che trova sempre il tempo di ascoltare musica, anche dal vivo e che gli piace stare sempre in contatto con il mondo dei giovani, ascoltando, guardando, partecipando.

Fine della conversazione in chat

 

Fine della conversazione in chat

 

GINO AMADDIO

Intervista al bassista Gino Amaddio

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D Te e il tuo basso…un amore da sempre

R Sono nato a centrocampo, portatore d’acqua. In un tempo di sfrenato esibizionismo il BASSO era lo strumento che più mi rappresentava. La base ritmica era fatta per me e mi serviva per spingere i vari “Solisti” a dare il meglio di se.

D Tutto ebbe inizio nel 1965 con il complesso I Falchi. Che ricordi hai?

R E’ stata la stagione più disinvolta della mia vita da musicista. Anche se dopo ho avuto molte altre soddisfazioni musicali, con i FALCHI mi sono sentito nel pieno della mia libertà espressiva. Con MARIO, MAURIZIO e GIORGIO, ho condiviso una stagione musicale che rasentava la raffinatezza, cosa che per i tempi non era poco.

D Nel 1968 apriste la serata ai famosi Corvi, una bella soddisfazione.

R I ” FALCHI” interpretavano “Un ragazzo di strada”, a detta di molti, meglio dei “CORVI”, ma c’era da considerare che la nostra era una COVER, l’originale era loro. Fra l’altro gli ricordo come quattro ragazzi umili e perbene, aldilà del titolo del loro pezzo più famoso. Furono molto espansivi di complimenti in special modo nei miei confronti per come l’avevo cantata, cosa che non volevo fare, ma che il compianto MARCO CIGNETTI, nel presentarci annunciò che l’avremmo fatta e fummo così obbligati a farla.

D Come prendeste voi tutti il rifiuto dei vostri genitori a mandarvi a Torino alla casa discografica Equipe per registrare il vostro 45 giri Black Stars?

R Io personalmente non ebbi questo problema. Vi fu una considerazione, saggia secondo me, da parte di genitori che non se la sentirono di esporre così i loro figli. Con il senno di poi, è andata bene anche così. L’episodio andrebbe raccontato diversamente. Fu comunque che dal quel fatto si paventò una crisi che, poco dopo, portò allo scioglimento del gruppo.

D I Falchi si sciolgono nel 1965 e subito Le Mummie ti fecero una offerta…bel gruppo anche quello.

R Mi è stato apertamente dichiarato, circa un mese fa,” Noi prendendo te facemmo un investimento” che dopo tanti anni è un apprezzamento che fa molto piacere. Con le MUMMIE sono stato bene, abbiamo lavorato molto e per l’epoca, anche guadagnato molto. Siamo in ottimi rapporti, tant’è che spesso ci troviamo o per una cena, o per qualche “Sala prove” per smaltire la ruggine.

D Che ricordi hai della scena musicale livornese del tempo?

R C’ erano delle cime, dei pezzi da novanta ed alcuni di loro hanno ottenuto dei buoni riscontri e successi. A tutt’oggi, ma lo pensavo anche allora, la media non era delle più alte. Regnava molta improvvisazione, vi erano anche alcuni cialtroni. Non sono molti quelli che si sono migliorati lavorando sodo ottenendo dei buoni risultati. Non mi chiedere di fare nomi perchè non te li farei mai. Sono rimasto in buoni rapporti con tutti, anche con i cialtroni.

D E Dopo le Mummie che successe?

R Ci sono state altre avventure musicali, anche di poco conto, ma era per fare qualcosa. Quella più importante, nella seconda metà degli anni ’80, è stata quella con i “VIS”. Tre soli strumenti, Batteria, Basso e Chitarra e una sola voce. Un “Hard Rock” molto tirato che ci ha dato diverse soddisfazioni: “Giro Rock” per conto di “Ciao 2001” due incisioni, diversi concerti (oggi si chiamano così) ma tanta tanta fatica.

D A proposito di Mummie…un uccellino mi ha detto che state pensando ad una reunion.

R Più che una “Reunion”, che non avrebbe senso, è un Amarcord. Stiamo, con poco tempo a disposizione, dato che la ruggine è tanta, imbastendo alcuni pezzi d’epoca, per riproporre le sonorità di quel tempo. Sembra che per Venerdi 9 Settembre, al bagno “SAMA” ad Antignano, ci sarà l’avvenimento.

D Vogliamo parlare anche della tua altra grande passione , la pittura. Devo dire che ho avuto modo di ammirare i tuoi dipinti e devo farti i mie complimenti.

D Negli anni ’60, a Livorno, i musicisti o facenti parte di complessi musicali, si ritrovavano a “L’ATTIAS”. Per arrivare lì era gioco forza per me, passare da via Ricasoli. Al tempo c’erano due, forse di più non ricordo bene, “GALLERIE D’ARTE”, all’interno delle quali io mi pascevo dei dipinti messi in mostra e ne assorbivo le sensibilità. Fu un innamoramento a prima vista. E’ in quel periodo che cominciai a lavorare con i pennelli, anche se molto alternativamente perchè la vita correva come un treno.

D Rimpianti? Qualcosa che avresti potuto fare e non hai fatto?

R Ho avuto due occasioni importanti, forse tre, che non ho sfruttato, ma sono così soddisfatto della mia vita che non ho niente da rimpiangere. Ho una bellissima famiglia, vari interessi che mi assorbono, molti piacevoli ricordi e tante belle persone che mi stimano e mi vogliono bene. Non credo si possa pretendere di più.

D Chi è oggi Gino Amaddio?

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R Una bella persona, generosa, serena follemente innamorata della vita. Una persona con la quale si passa bene una serata.

GIANCARLO CAGNO

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Intervista a Giancarlo Cagno

D 1972…i Cerbiatti…eravate tutti giovanissimi…”bimbi” direi

R Si tutti giovanissimi …e tutti carichi di entusiasmo…e forte passione per la musica….neanche 50 anni in 5……

D Te cantavi ma sei anche un ottimo chitarrista

R Si io cantavo già da qualche anno da solista …poi è arrivato lo strumento…che ancora oggi mi accompagna ….nel gruppo però allora il ruolo era più del …singer…

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D Sempre nel 1972 vi chiamarono a Pescia, in agosto, per l’inaugurazione del Parco Collodi…che ricordi hai?

R Ricordo molto bene l’espressione di mio padre quando mi diede la notizia…era un grosso privilegio l’essere stati scelti…per l’inaugurazione. ..complice la serie televisiva pinocchio di Comencini…con Andrea Balestri. Noi giravano in lungo e in largo la Toscana e avevamo un discreto successo…ma questo fece un po la differenza…perché storicamente fu un avvenimento importante con tanto di tv . Balestri arrivo addirittura a Coteto. ..e si stabili qualche giorno da noi…un bellissimo ricordo.. che mi emoziona ancora adesso….

D Era un bel momento per i gruppi livornesi…tempi irripetibili forse…che atmosfera c’era in città?

R Livorno …in quel periodo pullulava di gruppi e la musica era presente ovunque . In molti garage nascevano band più o meno talentuose..ma la qualità di certe era davvero alta: ricordo i PIANETI. ..spettacolo davvero….c era una voglia di suonare esagerata…e ogni occasione era buona per farlo..concorsi un po dappertutto….potevi farti un giro in auto… che sicuramente rischiava di passare di piazza in piazza con più avvenimenti musicali…complice il pubblico sempre molti attento….

D E dopo i Cerbiatti che successe?

R Aime. ..papà fu trasferito in Piemonte. …ad Alessandria…per me una piccola tragedia…poiché dovetti lasciare un po tutto: amici,la città .Non potetti più frequentare la Mascagni…dovetti salutare il mio Maestro …Riccardo Palmerini Morelli. …e tutta la band. ..dei Cerbiatti. Diciamo che a quell’ età da un periodo a colori…passai ad un periodo in bianco e nero…che però non duro poi molto…perché la musica mi ha sempre accompagnato …fedele amica!

D Non vivi più a Livorno…inutile chiederti se ti manca

R Livorno ..mi manca certo..come fa a non mancarti la città natia?Poi Livorno…non e una città qualsiasi. Pensa dopo anni che vivevo qui al nord…ho preso coscienza della mia diversità nel relazionarmi con gli altri …nel mio modo di essere ..proprio perché l essere nato a Livorno ti rende diverso…c’e una schiettezza. .una trasparenza ..e un modo di vivere unico…ma poi vuoi mettere la “polenta”..con il cacciucco?…hahaha…no davvero fortunati i livornesi!..a 360…

D Hai una splendida bimba, Sofia, che ho sentito cantare dal vivo…buon sangue non mente.

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R Sofianon ha fatto fatica ad accostarsi alla musica…e al canto in particolare. Un giorno mentre la mamma lavava i piatti e io suonavo “Blow in in the Wind.”, lei piano piano entrò e cominciò a farci capire che il canto per lei e una cosa naturale. ..e direi che gli riesce bene. Tanto che la sua insegnante la Jazz singer Danila Satragno…storica Vocalist di De Andrè, e coach di molti cantanti da San Giorgi ..alla Ferreri…ne è entusiasta. Nelle sue performance a volte la fa esibire…con lei.Ha fatto alcuni concorsi internazionali rappresentando. l ‘Italia con ottimi piazzamenti Ma non è il concorso che le e ci interessa , mi piace che mia figlia rimanga avvolta nella musica. …perché per la famiglia Cagno è necessaria come l ‘aria. Mi auguro sia davvero un ingrediente importante nella sua vita….come lo e stato per me. Facchinetti dei Pooh. che ha presenziato una giuria in un concorso, ha detto che Sofy ha tutti i numeri per fare la professione della cantante. Non so se sarà veramente così. ..ma noi la seguiamo e le diamo tutto l ‘appoggio necessario per favorire che questo avvenga.

D Hai attaccato voce e chiatta al chiodo o ti esibisci ancora?

R Dopo Livorno ho suonato poi con molte bandsoprattutto nell ‘alessandrino. Però ora in questo momento…suono quando accompagno la mia piccola. Ormai siamo proiettati in un progetto con la VOCAL CARE…di Danila Satragno..con l’intento di far arrivare Sofy nel campo musicale il più lontano possibile . Ci vogliono ancora alcuni anni…comunque non disdegno le Jam quando mi invitano…non si rifiuta mai un bel blues con il mio “Dobro”…e se capita mi tuffo!

D Chi è oggi Giancarlo Cagno?

R Spero un buon papa! Sono un uomo fortunato…ho una bella famiglia..un ottima compagna ..”Vania”.Ho dovuto superare bene un brutto periodo nel 2007 perché il mio cuore ha fatto un po i capricci ma ora sto bene Ho aperto alcuni locali nella provincia di Savona destinati al divertimento ma sopratutto alla Musica e al Cabaret Poi dopo l imprevisto della salute, ho dovuto scegliere mestieri meno importanti, piu consoni a ciò che mi e successo: vita regolare ecc….Tutto sommato sono felice …ho una vita decisamente “Interessante”, carica di sentimento emozioni e affetti. Unico neo: la riduzione dell’attività sportiva…che ha viaggiato pari passo della musica: il “SURF”…ma questa è un altra storia che mi ha accompagnato per circa 35 anni. ..e dovremmo iniziare da capo l intervista!..Hahaha

D Vuoi approfittare di questa piccola chiacchierata per salutare qualcuno a Livorno attraverso il nostro giornale?

R Certo..voglio salutare..tutti i componenti della band. ..Davide Codevico. …i fratelli Luca e Leonardo De Rosa….Claudio Profumo. ..Alessandro Caldari. ..il nostro coach. …ma sopratutto tutta Livorno, con uno speciale abbraccio a Coteto. Mi auguro che, come è successo l anno scorso, sia possibile una replica della grande Reunion…noi saremo presenti.

Grazie per avermi dedicato uno spazio così importante. …grazie

cagno-oggi

FRANCO CALOSSO

poliespanso-band

D A metà anni 70 fondasti il gruppo Poliespansoband…nome curioso

R In realtà il gruppo si chiamava Polistirolo Espanso Band per il semplice motivo che il primo luogo dove si effettuava le prove era un abitazione sfitta del batterista, Bruno ”pestone”Costanzo e la rivestimmo completamente di pannelli di polistirolo e contenitori di uova. Il nostro bassista era il compianto Alessandro Minuti.

D Il gruppo apparteneva al Collettivo Musicale Livorno, legato a Controradio, Radio Rosa e Radio popolare di Piazza Cavour dove la sera trasmettevi un programma musicale chiamato Hot Music…che ricordi hai di quei tempi?

R Siamo stati , insieme ad altri gruppi i fondatori del Collettivo Musicale Livorno che come ideali aveva la promozione dei piccoli gruppi musicali livornesi nel contesto cittadino. A quei tempi trasmettevo a Radio Rosa Livorno, che aveva sede in via Marradi con appunto un programma notturno che si chiamava Hot Music: Poi passai a Radio Rosignano ed infine a Radio Popolare Livorno. Fui uno dei fondatori di Controradio Livorno, che trasmetteva da una soffitta di piazza della Repubblica e arrivava a mala pena al Calambrone. Ho dei bei ricordi di quel periodo pionieristico, poco sesso , molta droga e tantissimo rock n’roll..

D Velvet Underground, Iggy pop, Hot Tuna…avevate un repertorio di cover niente male…

R Avevamo una canzone tutta nostra si intitolava The Eagle con il testo di una poesia di Ferlinghetti e poi si, si suonava cover di Reed, Iggy Pop e The Stooges, Hot Tuna, Stones ed altri.

D Poi nel 1977 fu la volta del gruppo Aut Aut…

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R Gli Aut Aut furono fondati da Gigi Corsi al canto e Fabrizio Vastola al basso nel 1979 . Si suonava musica nostra a parte qualche cover di Iggy. Ebbi anche una breve esperienza con il gruppo di Riccardo Gioli ma non ricordo il nome.

D Matrice punk e new wave…

R Piu che punk fortemente influenzata dalla New Wave ma i ricordi sono ormai persi nel tempo.

D Ricordo una serata con un tutto esaurito al glorioso Topsy Pub.

R Ero fatto come una campana, ricordo solo che suonai senza pensare a nulla!!!

D Eri la chitarra solista e voce…quali i tuoi chitarristi preferiti.

R Non sono mai stato chitarra solista, nella Poli Espanso c era Enrico Zecchini. Sono sempre stato un chitarrista ritmico autodidatta e non ho mai avuto un chitarrista preferito. Mi piaceva tanto il chitarrista dei Sex Pistols e, venendo da l ‘hard rock Tommy Jommy dei Black Sabbath. Un piccolo aneddoto: ho sempre cantato in inglese maccheronico…eh…eh…eh…

D C’è qualche musicista livornese con il quale avresti voluto suonare?

R Nessuno in particolare.

D Rimpianti? Qualche occasione perduta dal punto di vista musicale ovviamente?

R Non ho rimpianti. Non mi vergogno di dirlo, ho dovuto smettere di suonare per motivi di droga.

D Suoni ancora o hai attaccato il plettro al chiodo? Chi è oggi Franco Calosso ?

R Strimpello ogni tanto. Oggi sono un padre di famiglia felice e senza rimpianti.

CLAUDIO STORNIOLO

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INTERVISTA AL CANTANTE CLAUDIO STORNIOLO

D “Aveva una stupenda e potente voce”, così mi hanno detto tutti a proposito delle tue doti canore…

R Gli amici sono gentili ma devo dire che era vero…avevo una bella voce, un dono di natura.

D Nel 1966 entraste a far parte dei Moves come voce solista. Raccontaci

R Come tutti i ragazzi di quegli anni ci trovavamo ogni pomeriggio in Via Ricasoli e Piazza Attias. Naturalmente si parlava di musica e così con gli amici Fulvio, Cesare e Massimo iniziammo a suonare nelle cantine del rione Venezia, dando inizio a quella meravigliosa avventura che era i Moves che durò tre anni.

D Avete fatto da supporto a famosi complessi del tempo: New Trolls, Mal e i Primitives ecc. A Livorno l’apice del gruppo fu toccato quando nel 1968 vi esibiste al Goldoni insieme a PFM e Ricchi e Poveri. Che effetto ti fece cantare insieme a quei “mostri sacri” del tempo?

R Mi ricordo che fu una bellissima serata. Erano mostri sacri ma anche persone ricche di umiltà e professionalità. Ricordo che ci davano consigli di come presentarci al pubblico.

D E poi piccole tournee all’Argentario ( King Cala Galena), a Punta Ala ( Gigliola), a Viareggio ( Piper e Capannina), Massa (Cinquale), Castiglioncello (Cardellino)…

R Si, ci divertivamo da matti. Sai, le tournee erano tutte programmate dal nostro impresario Carlo Vernassa.

D Ma anche Roma (Teatro Titano) e Milano (Palalido), una bella soddisfazione.

R Erano locali bellissimi. Fu una soddisfazione immensa perchè le due città erano il top della musica beat.

D Per non parlare dell’Atleti, Pirata, Astoria, Papiro, Piper, Tiffany…locali di casa nostra.

R Sono rimasto molto affezionato a tutti questi locali ma sinceramente quello che più mi emozionava era il Piper dove ho passato la mia gioventù.

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D Nel 1969 il gruppo si scioglie. Mai cantato con altri complessi?

R No, perchè nel frattempo avevo intrapreso una nuova professione.

D La tua voce era il tuo strumento. Non hai mai suonato altro?

R No. Il mio strumento era solo la voce.

D Bellissimi tempi gli anni ’60. Nostalgia?

R Bellissimi è dire poco. Sono stati molto di più. Oggi nel 2016 se ne parla ancora con ammirazione e si, nostalgia.

D Chi è oggi Claudio Storniolo?

R Oggi sono un commerciante conosciuto e apprezzato.