SARA PUNTONI

D Sara Puntoni…immagino che tu abbia preso un microfono in mano per cantare da sempre…

R Non esattamente , in realtà utilizzavo spazzole e tubi delle creme mentre cantavo chiusa in camera mia con le serrande abbassate di fronte al mio specchio , il microfono è stato scoperto più in là ah ah . Comunque si ero molto piccola e già manifestavo il bisogno di esprimermi con la danza la musica la recitazione e non perdevo occasione per esibirmi di fronte a genitori e parenti .

D Al momento cantante del gruppo Kimnara Soul Band. Se non sbaglio il nome Kimnara è il nome di una divinità buddista (citata nel Sutra del Loto) legata al mondo celestiale e musicale avente corpo di uccello con la testa umana. Come mai questo nome e come si inserisce nel vostro sound ?

R Io sono buddista ( anche se non mi piacciono le distinzioni e gli incasellamenti di genere ma per capirci meglio diciamo così) ed ho avuto la possibilità di leggere un meraviglioso testo IL SUTRA DEL LOTO ; testo, a mio modesto parere, eccentrico, sensazionale e colorato ( pilastro del buddismo di Nichiren Daischonin ) ed ho scoperto l’esistenza nella tradizione buddista di questa divinità legata al mondo della musica . “Nomen omen” come dicevano i romani . La a scelta del nome è un vero e proprio augurio come ad assorbire dal nome tutta l’essenza del suo significato più profondo.

D Ti ho sentita cantare da pochissimo: hai una voce bellissima, potente ma dolce con Aretha Franklin nel cuore…ma dietro c’è anche Amy Whinehouse .

R Grazie, addirittura!! …nel cuore sicuramente il Soul , il Neo soul il funk e tutta la black music mi fanno vibrare ed Aretha Franklin è indubbiamente la più grande ..ed ogni volta è bellissimo ascoltarla ma anche Amy Whinehouse, Jill Scott Donny Hataway Otis Redding e molti altri.

D Che mi dici del gruppo Tuttascena e dell’esperienza Four for Africa ?

R I Tuttascena sono stati la mia prima occasione di crescita e non smetterò mai di essere grata a tutte quelle persone e circostanze che hanno fatto in modo di farci incontrare , ma aimè ero molto inesperta e inconsapevole di un sacco di cose . I Four for Africa altra esperienza , nobilissima soprattutto per la mission dell’associazione Onlus , dove mi sono divertita e dove ho avuto la possibilità di instaurare nuovi legami amicali e musicali.

D E’ noto il tuo amore e rispetto per Fabrizio De Andrè…infatti eri la frontwoman della tribute band Hotel Supramonte. Bellissima esperienza…

R Nell’Hotel Supramonte ero corista insieme altre cantanti , ed è stato un percorso emozionante appunto per l’enorme stima che ho di Fabrizio De Andrè ; ogni concerto aveva come una sorta di magia . Dentro me insieme alle meravigliose parole dei suoi testi scorrevano le immagini di tutti quei personaggi che animavano quelle storie (il più delle volte vere) e il trasporto era inevitabile . Poi alla voce avevamo un eccellente interprete e cantante, Francesco Tedesco che facilitava il tutto.

D Ho molto rispetto e stima per le donne in rock…pensi che la donna ormai si è costruita un proprio spazio nel mondo musicale in generale o ci sia sempre “da lavorare” in tal senso?

R Credo , ma è davvero un mio modestissimo parere , che la donna sia riuscita si a crearsi uno spazio che , diciamolo pure , il più delle volte domina la scena musicale ,ma avrei voglia però di sentire anche un cantautorato al femminile che si curi meno dell’ancheggiare ma che dica un po’ più del punto di vista di noi donne. Fortunatamente esiste anche in italia :Cristina Donà, Amalia Grè, La Metralli Gina trio ma è periferico , mi piacerebbe sentirlo anche in radio per esempio…ma qua andiamo a toccare altri argomenti.

D Sei giovanissima ma abbastanza esperta da poter fare un bilancio della scena musicale livornese attuale. La trovi all’altezza della sua fama passata o si è un po’ appassita?

R Non so se riuscirei a fare un bilancio tra passato e presente , ma sicuramente mi sento di dire che abbiamo dei grandi talenti ,musicisti , cantanti ma anche giovani cantautori ; quindi non credo sia “appassita” forse manca un po’ di determinazione e di speranza in un momento storico dove sembra non ci sia più posto per essa . Credo anche che per rinvigorire le energie musicali non basta solo il talento , ma ci sia bisogno anche di partecipazione di un pubblico che è sempre meno interessato , di agevolare i gestori dei locali ( Siae-Permessi comunali) ecc… è tutto collegato in fondo.

D Se ti volti indietro, quale treno non lasceresti partire senza di te ?

R Almeno due o tre …..ma poi mi guardo indietro … e rifarei come allora , perché in quel momento pensavo, vedevo, sentivo in quel modo …quindi cerco di concentrarmi sul presente e ogni tanto lancio uno sguardo al futuro mettendomi obbiettivi stazioni da raggiungere …e poi il bello del viaggio è il viaggiare stesso, avere altre mete e non aver scoperto già tutto ..altrimenti che noi

D Quali i programmi futuri del tuo gruppo? Dove sarà possibile ascoltarti?

R Con il progetto Kimnara Soul Band abbiamo la voglia di continuare a divertirci ed a misurarci con i grandi miti del passato e del presente . A luglio avremo l’onore di suonare alla 30à edizione del Porretta SOUL Festival ( fondato da Graziano Uliani nato come tributo ad Otis Redding) e questo è davvero emozionante ; e ringrazio Graziano per la sua disponibilità e la sua umiltà, molti dovrebbero prenderne esempio . Seguendo la nostra pagina Facebook e mettendo Mi Piace è possibile ricevere tutti gli aggiornamenti inerenti ai nostri concerti.

D Chi è oggi “Sarabanda” Sara Puntoni?

R Una persona più serena , più forte, determinata , più consapevole alla ricerca della leggerezza… rimangono gli innumerevoli difetti di fabbrica e me li tengo cari così da equilibrare il tutto e per avere un motivo in più per migliorarmi e non abbassare la guardia .

 

GUGLIELMO FERRARI

D Nel 1966 nascono le Sfingi con Guglielmo Ferrari alla chitarra…

R In una cantina della mia cara Venezia ne 1966 muovono i primi passi quattro ragazzi :

Guglielmo Ferrari chitarra voce ,Salvi Gaetano chitarra voce,Taccola Massimo batteria e Gino Di Bello

chitarra basso.

Dopo varie discussioni esce fuori il nome “LE SFINGI “.

D Raccontaci un po’ la storia di questo “complesso”

R 1966 :Ci stiamo preparando con 4 pezzi per il concorso ” Eurodavoli “che si svolgerà al teatro 4 Mori .

Purtroppo con nostro grande rammarico il Batterista Massimo ha un incidente molto grave perciò

dobbiamo chiedere aiuto e si fa avanti il batterista dei ” GIAGUARI ” Claudio che ci da una mano a quel

concorso .

Arriviamo 2° dietro ai ” TITANI ” che già a quel tempo facevano tante serate per le balere.

Naturalmente dopo quel concorso si fanno avanti un paio di impresari che ci propongono

serate nel livornese.

Il furgone non c’è ancora perciò c’è lo presta di volta in volta l’impresario ” CORSI ” .

Nel frattempo sono cambiati il batterista e il bassista rispettivamente GABRIELE NASSI batteria, PASQUINI

FRANCO Chitarra Basso e MARIO PINI Tastiera.

Ci compriamo la strumentazione e il furgone Volkswagen con tante cambiali, naturalmente con l’avvallo

dei genitori perchè eravamo tutti minorenni. Ci dedichiamo a tutte le canzoni del momento e all’amato

ROCK.

D Quali i luoghi dove avete suonato che ricordi?

R Le sale da ballo che mi ricordo sono : Albergo Atleti , le Cannucce ,Taco Paco dove facciamo la spalla Al

BANCO DEL MUTUO SOCCORSO ,Il Pirata anche chiamato La Goldonetta, Il Giardino in Via Paoli, Il Piper all’Astra con MAL E I PRIMITIVES, la Pergola in Cenaia, ed altri….. .

D Dopo essersi fatti conoscere a Livorno e provincia l’impresario Santini vi procura un contratto in Liguria come gruppo di supporto a Lucio Dalla…una bella soddisfazione…

R La svolta avviene quando si presenta L’impresario ” SANTINI “di Viareggio in quel momento uno dei più

quotati dato che serviva La Bussola alle Focette e altri locali in tutta L’italia centrale.

Cominciamo la nuova avventura con sale da ballo importanti e abbiamo subito il contratto al Maxim di

Sampierdarena a Genova.Ci Lasciamo di comune accordo con MARIO PINI e subentra ANTONIO FAVILLA

da quel momento in poi una sala dopo l’altra : Il pirata Marina di Massa,La Caravella Forte dei Marmi dove facciamo da spalla e suoniamo insieme a LUCIO DALLA che l’anno dopo andrà a Sanremo , Alambra di Sarzana Spalla Dei CALIFFI , la Capannina del Cinquale dove ci suoniamo tutto il mese d’agosto. Il Piper 2000 con L’equipe 84 alle sale verdi di Chiesina Uzzanese dopo denominato Concorde con i CAMALEONTI e cosi via…

D Nel 1971 il gruppo si scioglie. Che successe?

R Il nostro gruppo nel 1971 si scioglie per varie ragioni di ognuno ma senza rancore.

D E dopo le Sfingi in quale gruppo hai suonato?

R Con noi venivano diversi amici come usava a quel tempo tra cui MARCO CALURI Batteria che mi propose

di far parte insieme a BIONDI SERGIO, BARONTINI CLAUDIO e Lo stesso CALURI ad un gruppo chiamato

” LA MENTE CORTA” .Un Ricordo particolare allo stadio di Livorno con RENZO ARBORE e spalla dei

NEW TROLLS.

Il Barontini decise di fare professione e di comune accordo al suo posto entrò IVO GIANNETTI

Li ci dedicammo dato che suonavo il flauto ai JETRHO TULL .

Nel frattempo abbandonata la chitarra mi sono dedicato da autodidatta al sax.

Bellissima esperienza con Grandi amici ma nel 1978 fini senza traumi anche questa.

In quel momento andava di moda il Liscio romagnolo e L’orchestra “MANUEL A E I GIAGUARI ” i cui

componenti erano CELANTI ENRICO ,TODISCO BRUNO, COSCIVENIO , CECCARINI NEDO ,MANUELA MARIANI

RUSSO FILIPPO ,il gruppo voleva fare la grande orchestra perciò fui contattato da RUSSO FILIPPO che

lavorava insieme a me al Cantiere Navale .

Decisi che mi piaceva tanto la musica e di cambiare totalmente genere per continuare la mia avventura

musicale mentre i mie compagni smesso di suonare per non fare il liscio.

Questa avventura e arrivata fino al 2011 dove i GIAGUARI hanno festeggiato i 50 Anni di attività sono stati

anni di divertimento puro anche li con grandi amici per le tante soddisfazioni avute .

D A Livorno gli anni 60 sono stati splendidi soprattutto dal punto di vista musicale; che ricordi hai di quel tempo indimenticabile?

R Gli anni sessanta sono stati meravigliosi perchè in quei momenti c’era la speranza di cambiamento

e il futuro si prospettava con tante incognite ma a portata di mano ,poi noi facevamo musica che era il

sogno di tutti i ragazzi e ragazze di quel’epoca.

D Guglielmo, qual’è il tuo più grosso rimpianto, musicalmente parlando?

R Nessun rimpianto perche quello che ho voluto fare nel mio piccolo l’ho fatto e lo rifarei uguale ,la scelta di

non fare professione e stata presa al momento come la migliore perciò nessun rammarico .

D Ho assistito ultimamente ad un vostro concerto come Sfingi e devo dire che il tempo non ha intaccato la vostra bravura e il vostro modo di stare sul palco…qual’è il segreto di tanta longevità?

R Finita L’esperienza con “I GIAGUARI “Mi sono messo da solo a fare serate a ballo da solo ho in due.

Nel 2015 ho fatto una riflessione e mi sono detto :perche non riunisco i ragazzi e ripartiamo con Le Sfingi?

E come per incanto il mio sogno si è avverato. Hanno risposto subito al mio appello che sembrava fossero li

ad aspettarmi. Così gli amici di sempre che non si vedevano da quant’anni si sono riuniti in un abbraccio e

con tanta emozione hanno rimesso su ” LE SFINGI “.

Mario Pini non ha potuto continuare per motivi di famiglia ed è subentrato FABIO SELMI anche lui nostro coetaneo .

D Chi è oggi Guglielmo Ferrari ?

R Chi è Guglielmo oggi ? è il ragazzo che fin dall’età di quattro anni cantava già e non ha mai smesso e che

spero non smetterà se la salute e l’amicizia si continuerà nel tempo.

ROBERTO GALAZZO

D Roberto, andiamo indietro con la memoria…dai tuoi esordi…i Silver Clouds

R Ho iniziato a suonare musica leggera nel 1963,ero giovanissimo,avevo quindici anni appena compiuti ma frequentavo già il quinto anno di pianoforte al Mascagni,cosa che mi ha facilitato moltissimo nell’inserirmi nel mondo della musica leggera.

La prima orchestra (o complesso) come si diceva all’epoca sono stati i Silver Clouds,l’esordio fu (come scrivi anche tu nel libro)al night dell’hotel Cristallo

D Che effetto vi fece accompagnare Caterine Spaak, attrice che stava imponendosi anche come cantante e…bellissima

R Si, all’Abetone,dove suonammo per tutto il periodo natalizio accompagnammo Caterin Spaak che era ospite dell’albergo. Si, era bellissima !

Avevo quindici anni,davanti mi si apri un mondo di favola.

D Che ricordi hai dell’atmosfera musicale del tempo? Come riuscivi te, tastierista con formazione classica, a far parte di quel mondo musicale che stava cambiando?

R I gruppi nascevano e morivano in pochissimo tempo,duravano giusto il tempo di un contratto in qualche locale,finito il periodo non si suona va più.

Per me,causa anche l’influenza di mio padre che era stato un violinista abituato a suonare con chiunque in ogni dove,(nella sua epoca non esisteva il concetto di complesso dove i componenti suonavano esclusivamente tra di loro),provare senza esibirsi davanti ad un pubblico,non aveva molto senso e siccome di pianisti (io suonavo il pianoforte,i primi organi sarebbero apparsi un po di tempo dopo)su piazza eravamo veramente pochi,ricevevo continue richieste per andare a suonare In locali con contratti stagionali.

In quegli anni si suonava in un locale per tutta la stagione invernale o estiva che fosse,quindi rimanere fuori voleva dire stare fermi per tanti mesi;il piu delle volte finito un contratto l’orchestra rimaneva senza lavoro e finiva con lo sciogliersi,ecco spiegato il motivo per cui ho suonato con tantissimi musicisti,sia della vecchia

guardia che giovani coetanei.

D Dopo i Silver Clouds ?

R Tutto quello che dicevo prima ha fatto si che oltre ai gruppi dove tu mi hai menzionato nel tuo libro,io abbia anche suonato con I consoli(gira su facebook una foto dove accompagniamo Claudio Villa), I Fantasmi(c’era Robertino Vannini,era l’attrazione,aveva 12/13 anni) I Doberman(due inverni alla Perla di Altopascio,all’epoca era il miglior locale di zona, c’era anche Renzo,oltre a Rossiello,Albo Bianchi,Gigi Bargelli,Augusto Cortopassi alla tromba,……altri vecchi musicisti di cui non ricordo piu i nomi), I Lords…..probabilmente altri che si perdono nell’oblio………

Molte volte mi è capitato di suonare in gruppo con musicisti messi insieme all’occorrenza,per accompagnare concorsi di cantanti(all’epoca erano tantissimi,famoso il Canta Referendum del Tirreno che ho fatto molte volte)o accompagnare il varietà,o sostituire qualcuno al night ( vedi il libro di Renzo).

D Quindi “professionista “ nei night…

R Si, fu proprio in questo modo che terminate le scuole superiori e libero da frequenze all’università,iniziai a suonare nei night dove si lavorava tutte le sere dell’anno(anche li mescolando vecchi e giovani musicisti.

D Ricordi qualche tuo “collega” del tempo?

R Tra i giovani all’epoca ricordo appunto Renzo Pacini,Antonio Scanu,Adriano……..tra quelli più avanti in età Albo Bianchi,Edy Rubini,Bartoli,Cortopassi,Massimo Gragnani,Rodolfo Caroti che aveva suonato tanti anni con le sorelle del Trio Lescano…….e chissà quanti altri.

D All’improvviso “molli tutto”. Che successe?

R Siamo cosi arrivati alla fine del 1971 quando dopo un contratto di sei mesi al Sinatra club (night della costa etrusca)e dopo un paio di anni che ormai vivevo di notte e dormivo di giorno,ed anche per le insistenze

della famiglia,che non approvava quello stile di vita,con sommo rammarico proprio del Pacini e di Caroti,comunicai che non sarei andato a suonare,mi sembra alla Tavernetta di San Vincenzo dove avremmo dovuto iniziare subito dopo.

Francamente mi dispiacque un po, soprattutto per il Caroti che ci doveva vivere,(Renzo era studente come me e non doveva mantenere nessuno),senza un pianista che fosse in grado di accompagnare il varietà il contratto saltò ,ma io mi ero proprio stufato di quella vita.

Qua finisce il primo tempo della mia vita musicale,appesi il piano al chiodo e iniziai a lavorare nella azienda di famiglia.

D Ma come per tutti i musicisti…stare lontano dalla musica è dure…

R Impossibile direi. La musica è una droga dura da estirpare e la tentazione e sempre dietro l’angolo. Fu cosi che dopo qualche mese che il piano(ormai erano tastiere) se ne stava buono buono appeso al muro,un giorno mi telefona il compianto Pippo Savatteri, il quale mi dice che dagli Americani ( Camp Darby)cercano una orchestra per l’inverno;tentai delle sterili difese sino a che domandai……”Ma chi dovremmo essere????Pippo mi sciorino una serie di nomi da cui si capiva che si trattava della solita infornata per fare,un gergo,una rapina….alla fine smisi di far finta di resistere e dissi “Va bene andiamo” .Alla fine la formazione fu:Franco Rossiello,Barozzi,Gragnani,Savatteri,(gli ultimi tre erano tornati da poco da suonare in Libano)Paolo Endellini ,Alberto Piro(era anche lui tornato dall’Olanda)ed io.

Iniziammo a suonare dagli americani per sfizio e ci divertivamo un mondo,poi una sera a qualcuno,finito di suonare venne in mente di andare a trovare Roberto Trebbi al caminetto il quale ci accolse caldamente ma con stupore(sostanzialmente tutti avevamo, se pur in formazioni diverse,suonato da lui), ci domandò cosa stavamo facendo,come mai eravamo tutti insieme e cosi gli spiegammo che suonavamo ,per passatempo dagli americani al che ci disse che dovevamo andare a suonare da lui.

D Un bel colpo quindi..

R Veramente all’inizio rifiutammo, con una certa fermezza,in quanto in quel periodo(siamo nel 1972)era tornato di moda il liscio,e noi dagli americani potevamo suonare anche senza aver provato ,ma di liscio proprio non ne sapevamo niente.

Tanta fu l’insistenza del Trebbi che alla fine ci convinse(dopo ripetute sedute)e cosi cominciammo a suonare(mercoledi,venerdi,sabato e in inverno domenica pomeriggio e sera): era di nuovo un lavoro.

Ovviamente nel locale giravano impresari e fu cosi che cominciarono a offrirci(ovviamente a fine stagione al Caminetto)serate nei più disparati locali;nell’estate andammo e soltanto tra Il Pirata di Marina di Massa,Il Carillon di Marina di Pietrasanta ed il Pianeta Rosso di Antraccoli sottoscrivemmo contratti per circa un anno e mezzo.

D Quanto è durato il tutto ?

R Come ti ho detto l’orchestrasi è formata nel 1972 e con la sostituzione ,strada facendo,di alcuni elementi,è andata avanti,almeno con la mia presenza, sino al 31/12/1988.Pensa che in tutti quegli anni abbiamo suonato,senza soluzione di continuità,una media di 200/220 serate l’anno,(dati certificati da Abenaim),soltanto in estate per almeno dieci anni siamo stati l’orchestra residente(oggi si dice cosi????)del CARILLON,dove si suonava tutte le sere.

D Raccontaci la fine…

R Nel 1988 ho appeso veramente il piano al chiodo e soltanto,ultimamente,di rado ho fatto qualche serata con Alberto Piro ma soltanto piano e voce,senza tutti quegli schifosi marchingegni elettronici che oggi quasi tutti usano,dicendo che vanno a suonare mentre invece vanno a mettere i dischi !!!

MASSIMO SUARDI

D 1970 al Bubbino di Shangay debuttano gli MK5, con Massimo Suardi alla chitarra e voce…ne è passato di tempo…

R Ne e’ passato tanto di tempo ma e’ sempre vivo ogni volta che saliamo sul palco,ci guardiamo e il tempo sembra non sia trascorso,dentro c’e’ sempre quell’amore che ognuno prova per l’altro!

D MK5, nome strano…

R Il nome,bella domanda…fu mio padre a darci lo spunto….cercavamo qualcosa che ci potesse unire…un sigillo…eravamo in cinque a suonare (il sesto uomo fabrizio il fonico era compreso nel pacchetto) Mio padre disse:” siete cinque,quindi la sigla di un motorino elettrico per modelli radiocomandati fa il caso vostro,esiste mk3…mk4, beh c’e’ l’mk5 il top della gamma…fa per voi… accettammo.e da allora….e’ la nostra famiglia!

D Caminetto di Tirrenia, Altra faccia della Luna a Marina di Pisa, Pay Day di Punta Ala, Casina Rossa di Lucca, partecipazione al Cantareferendum dal 1973 al 1975…una attività di tutto rispetto…

R Si abbiamo suonato in tantissimi locali,piazze di tutta Italia, campi di calcio…ci siamo divertiti,per la nostra eta’ era un gioco e un sogno…sempre seguiti dai genitori(manco avevamo la patente) ma la soddisfazione piu’ grande era quella di averlo fatto con cantanti come Claudio Villa,Loretta e Daniela Goggi, Corrado, Ettore Andenna, Claudio Sottili di rmc, Edwige Fenech, Mita Medici, Mino Reitano, Daniele Piombi….e altri ancora che non ricordo .Abbiamo inciso una canzone “ Tu mi fai morire”…beh…tutto fantastico

D Il complesso è tutt’oggi in attività; quale è il segreto di tanta longevità ?

R Il segreto di tanta longevita’ si racchiude in un unica parola: amicizia…una parola grossa al giorno d’oggi. Noi ci riteniamo fratelli,un tacito giuramento d’amore dettato dal cuore! da 47 anni

D Il tuo strumento è la chitarra ma sei anche un ottimo cantante…

R Il mio ruolo primario e’ il canto.(Io,infatti, nasco come cantante prima ancora del gruppo)…la chitarra e’ un tappeto ritmico che si fonde con gli altri….e tutti insieme..facciamo squadra!

D Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

R I gruppi che hanno segnato la storia musicale italiana…New Trolls…PFM….Orme…Nomadi

D Molti non ti conoscono come musicista ma se dici loro il nome di Snoopy tutti si ricordano di questo dj delle radio cittadine; raccontaci un po’ come nacque questo personaggio.

R Si ricordano principalmente di Snoopy perche’ in quegli anni il boom delle radio private e delle discoteche dette agio ad una vetrina importante! Io nasco come dj light al Maroccone, per poi passare alla console una domenica pomeriggio che vennero a mancare i dj ufficiali e l’allora ,il titolare…Patron Beppe Pasquini disse “ E’ il tuo momento…..vai” (sali’ in consolle e disse…oggi abbiamo un nuovo dj….Snoopy,io dissi chi e’?….Ero io….Bellissimo Beppe!) e io andai! da li alla radio (radio Flash) il passo fu breve ! Tra i giovani c’era un cambio generazionale e le radio le discoteche la fecero da padrone! La gente ascoltava ,ma si sentiva per radio…comunicava con gli altri,la musica disco imperversava da oltre oceano,togliendo spazio a quella di oltre manica. Stavano mutando i gusti e noi eravamo personaggi!

D Quali sono le vostre attività future ? Dove possiamo sentirvi suonare ?

R Le serate principali sono nel periodo estivo…c’e’ spazio e possibilita’ maggiori..Suoniamo in tanti Bagni di Tirrenia,locali estivi,all’oasi di Tremoleto…al Doc Caffe,Al camping Mare e Sole….

D Massimo, se ti volti indietro, musicalmente parlando, quale opportunità coglieresti che al tempo hai lasciato perdere?

R Le scelte che ho fatto le rifarei tutte……..meno una che non riguarda la musica….ma una ragazza,che per mia stupidita’,ho perso!

D Chi è oggi Massimo Suardi ?

R Oggi Massimo Suardi e’ un “ragazzo di ieri” prossimo alla pensione,che ama la musica,l’amicizia dei suoi fratelli, e che non vive di ricordi…ma guarda al tempo che verra’ !!

SIMONE GALASSI

1 – Simone Galassi, compositore, polistrumentista ma soprattutto chitarrista da sempre…

 

La chitarra, il mio primo amore, lo strumento con il quale da bambino ho iniziato a sognare a trovare nella musica quella via di espressione che in seguito nella vita é diventato il mio appoggio, la mia curiosità, il mio sfogo, il mio romanticismo, la mia rabbia, la mia prigione, la mia gioia, la mia voglia di non fermarmi, e di ricercare sempre quel qualcosa in più per continuare a crescere; questa stessa voglia mi ha guidato in tarda adolescenza ad avvicinarmi ad altri strumenti, cosi da poter avere una visione espansa del senso di musica, in quanto chiaramente ogni strumento tocca delle corde differenti dell’anima. L’arte in se non é nient’altro che una traduzione e/o trasformazione dell’idea in linguaggio universale che é formato da tante lingue differenti : musica, letteratura, pittura, cinematografia, poesia etc.. e per ognuna di loro sottogruppi di tanti differenti accenti e sfumature .  Negli anni ho imparato a riconoscere quando il mio vocabolario debba essere il piano, quando la chitarra e gli strumenti a corda, quando la fisarmonica, o  quando necessito di una tela da sporcare o di un quaderno e una bella penna per dare il via all’immaginazione!

 

2 – Il tuo primo gruppo fu i Sixteen…strano nome…

 

I Sixteen! Un decennio oramai é passato dai tempi della nostra amata sala prove che fu l’origine del nostro nome’ in quanto la stanza che utilizzavamo fosse la numero sedici in questo complesso di sale prove (detti “fondi”) nella zona industriale di Livorno, (Ir Picchianti)!! Decidemmo di chiamarci cosi perché in quella stanza spendevamo giornate intere per diventare quello che siamo stati, li é dove abbiamo iniziato ad essere noi stessi, a creare una visione musicale. Inoltre suonava molto bene! Chiaramente la maggior parte delle persone credeva che il motivo fosse il fatto che tutti avessimo più o meno sedici anni! Ricordo con simpatia tutte le volte che piuttosto scocciati spiegavamo a intervistatori o persone in generale che quella non fosse l’origine del nome!

 

3 – Con i Sixteen suonavi principalmente punkrock…dopo i tuoi gusti musicali sono molto cambiati..

 

Eh già gli anni del punk rock..

Credo che per me il cambiamento sia stato un processo naturale, con questo intendo che il corso degli anni e la necessità di abbracciare la musica in ogni sua forma mi ha portato ad ascoltarne tanta e ad andare fino in fondo per apprendere l’essenza di ogni genere e stile a cui ho dedicato tempo. Questa espansione mi ha guidato verso la creazione di un nuovo sound. Ad oggi non ho un genere preciso con il quale descrivo la mia musica, penso sia solo l’insieme di tutto quello che mi ha trasmesso emozioni e delineato la mia ispirazione negli anni.

 

4 – Quali sono i tuoi punti di riferimento, musicalmente parlando?

 

I miei punti di riferimento sono tanti, ma se devo concentrarli in una lista direi… ll susseguirsi di eventi, le persone e le storie che mi raccontano, i suoni della natura, i suoni di ciò che ha creato l’essere umano, la comprensione della propria identità e il dare ascolto alle voci dentro la mia testa.. In quanto a nomi di altri artisti che credo fosse quello a cui ti riferissi… direi: Ennio Morricone, Can, Nick Cave and the Bad Seeds, Leonard Cohen, David Bowie, Alan Vega, Sly and The Family Stone, Iggy Pop and The Stooges, Tom Waits, Lou Reed, Sun Ra and His Arkestra, Chet Baker, Miles Davis, John Lee Hooker, Muddy Waters, Serge Gainsbourg, Fabrizio de André, Franco Battiato, Daniel Johnston… Potrei andare avanti ancora per un bel pò, ma credo che questi nomi siano sufficienti a dare un idea di quali tipi di sensazione vado a ricercare musicalmente parlando a seconda di umore e necessità!

 

 

 

5 – Dopo questa esperienza hai iniziato una importante carriera solista con lo pseudonimo Young Shoes, che ti ha portato …

 

Mi ha portato alla fantastica e sofferta scoperta di me stesso, passando da intemperie ad epifanie, dalla totale concentrazione alla più estrema confusione. Ho vissuto esperienze memorabili filtrando il tutto attraverso la mia musica che si é trasformata in un enorme mezzo di interazione per quando mi riguarda. Il mio primo album solista “The Tragedies and the Maniac Passions of White Fleet” 2011, prodotto da Niccolò Mazzantini, leader della grande band labronica “Appaloosa” é stato sicuramente un epifania dall’inizio alla fine, la scrittura, la registrazione su nastro, come si faceva una volta, poi il tour Inghilterra con gli Appaloosa.. In seguito ci sono stati anni in cui il palco é stato in secondo piano perché quello che più contava era il fare musica, vivere in spazi creativi con persone che parlavano la mia stessa lingua, la ricerca di un suono per il quale ho sudato tanto durante il corso degli eventi per catturarlo e in studio per ottenerlo. Questa fase che coincideva in parte con la residenza Londinese ha portato alla realizzazione della mia piccola opera moderna, “The Secret Town” disco che é rimasto un pò nella penombra fino ad oggi, per mia scelta, in quanto ho voluto riservare a questo disco molto concettuale (con una storia legata all’inconscio e al mondo nascosto dietro l’anima di un essere umano) un qualcosa di più di un semplice release party e un pò di concerti.

Ho aspettato di avere le carte in regola per trasformale in un progetto di grande portata…

 

6 – Hai suonato in Italia e anche all’estero. A Londra hai avuto una bella esperienza di busking…una occasione formativa, che ti ha messo a contatto con molte persone. Raccontaci…

 

Esattamente.. Decisi di iniziare la mia esperienza di busking a Londra, una delle più grandi città cosmopolite al mondo e chiaramente uno dei più prolifici posti al mondo in quanto

a produzione d’arte.

I marciapiedi di Londra richiedono sudore, dedizione, pazienza e tanta passione..

Catturare l’attenzione di quella moltitudine di persone che sono esposte ad una marea di artisti che performano per strada non è semplice; Ho imparato che sta tutto nella comprensione del flusso e nell’individuazione di che tipo di momento bisogna coronare per quelle persone, questo chiaramente implica cambi di scaletta repentini, una buon senso intuitivo nel dire qualche semplice cosa che dia un assaggio di te artista e di quel brano che stai per suonare, ma non troppo, in quanto nel momento in cui si é riusciti a crearsi la folla intorno, bisogna mantenerla il più che si può e la musica, alla gente, interessa più dei discorsi.

Guardare con negli occhi le persone mentre suonavo mi aiutava in un certo senso a capirle e perdermi nelle loro sensazioni.. é un’emozione forte il momento in cui comprendi  quanto possa essere carico di energie l’attimo in cui si da qualcosa di personale a qualcuno faccia a faccia ricevendo cosi immediatamente qualcosa indietro, che sia negativo o positivo, tutto quello che torna indietro é arricchimento, sono affluenti che riempiono il fiume, per poi sfociare in un mare di comprensione, idee e condivisione..

 

7 – Attualmente vivi in Australia…che ci fai laggiù?

 

Sono venuto in Australia due anni e mezzo fa con la voglia di iniziare un nuovo capitolo di vita e di ricerca, in un mondo lontano e a me totalmente nuovo. Ho iniziato con il busking anche qui per conoscere il popolo incontrare persone e sentirne e vederne di cotte e di crude. Poi ho iniziato a vedere un pò più in grande in quanto ho capito che in questo paese sarei  potuto diventare produttore della mia stessa arte. Cosi ho iniziato a lavorare con una compagnia di abiti maschili come visual merchandiser e con saltuari servizi fotografici, cosi da poter crescere un gruzzolo che mi avrebbe permesso di produrre i miei lavori e iniziare a farmi un giro. Nella compagnia ho avuto la fortuna di conoscere molti altri artisti, persone spigliate e talentuose di varie entità: fashion designer, pittori, attori, musicisti e fra questi anche un giovane ragazzo che ha tirato su etichetta discografica tutta sua, di musica molto particolare specificamente “melbourniana” . Sono iniziate varie collaborazioni e l’ambiente stimolante di condivisione, ancora una volta ha giocato una parte fondamentale nella costruzione di un mio progetto. Ho deciso poi di prendermi un diploma in Management  and Leadership con un corso universitario di un anno cosi da poter avere una visione sviluppata in quanto a business e come gestire persone nell’ordine di un organizzazione. Nel mentre arrivano nuove conoscenze e nuove idee; e la conferma che la costruzione di un organo di produzione ha retto e ha dato esiti positivi..Adesso sono davvero in amore con questa con questo continente e la sua natura mozzafiato, ma soprattutto con questa città, Melbourne con il suo misto di culture e il suo spazio attraverso cui si respira libertà e speranza.

 

8 – So che stai lavorando ad un’altra pubblicazione…che puoi anticipare?

 

Si, hai sentito bene, questo continente e le avventure nelle quali mi ha trascinato ha fatto uscir dal calderone un nuovo disco fresco e pieno di sé.. posso anticipare che é un sound che ha sorpreso me stesso in primis. É come se fosse il riassunto di tutto ciò che son stato e che imparato fino ad oggi, un sommario del mio primo quarto di secolo, prendendosi spazi e tempo per far riflettere e a tratti prendendo le forme delle onde giganti della gold coast che si scrosciano contro metaforiche dighe di pesantezza che bloccano la nostra consapevolezza di quando sia bello sentire le cose fino in fondo alle budella, per aprirci cosi, attraverso il trasporto musicale e lirico, le porte di una percezione più realistica dove il bilancio fra negatività e positività porta alla semplice serenità, in quanto credo tutti concordiamo sul fatto che sia normale andare in contro a tempeste per un pirata, che sperso nell’oceano vuole trovare terra per rifocillarsi e ripartire in viaggio. Questo é l’unico modo in cui mi viene da descrivere questo disco…spero di aver trasmesso il concetto!!

 

9 – Sei un ottimo compositore e un ottimo paroliere e so che hai un sogno nel cassetto: un’opera teatrale…ci stai lavorando?

 

Si quel sogno é iniziato per l’appunto con la scrittura del mio secondo disco solista, “The Secret Town in quanto fosse molto di più di un semplice disco, per il fatto che avesse un concetto e una storia dietro di esso cosi e che fosse concepito con un orchestra risuonante nella testa, ha aperto un nuovo mondo sognante in cui i suoni descrivono scene dettagliate con persone e il loro mondo  che negli anni mi ha portato a sviluppare questo amore per la scrittura di storie. Scrivere tanto mi ha aiutato a raffinare la mia penna. Ho iniziato poi pensare a coreografie per ballerini, colori, costumi, luci e tutto il resto. Di recente mi sono sentito pronto per fare il passo verso questo mondo. Ho pensato che prima di renderlo uno spettacolo teatrale, avesse bisogno di una cortometraggio che lo riassumesse in immagini spettacolari ed astratte che possano far visualizzare al pubblico come il nostro mondo interno, il nostro inconscio é apparso nella mia mente attraverso intuizioni ed idee, cosicché lo spettacolo abbia una sorta di trailer. Tutto questo é diventato possibile grazie all’aiuto di Nick Mahady, co regista di questo cortometraggio, che ha presentato questo progetto all’ RMIT University of Melbourne, la quale interessata al concetto ci ha permesso di utilizzare della strumentazione di altissimo livello, ci ha dato stanze enormi in cui creare effetti speciali e studi  per lavorare all’editing; inoltre mi ha dato il via libera per utilizzare il loro nome come rappresentanza, il che mi ha reso la vita molto più facile nel processo di affitto di location in cui girare il film. Nick é un giovane artista minimalista, pieno di idee e di vita.. Mi sono innamorato dei suoi lavori quando circa un anno fa mi invitò alla sua mostra di sculture.. Ricordo ancora che appena entrai in quella stanza piena di installazioni di plexiglass che creavano un gioco di prospettive illusorio e fenomenale, pensai: io e questo ragazzo faremo grandi cose insieme! Ed eccoci qua..

A breve tutto sarà spiegato, per adesso voglio lasciare un velo di mistero su quello che accadrà!

 

10 – Sei sempre stato una fucina di idee…dove trovi tutta questa ispirazione?

 

Trovo l’ispirazione nei posti, nelle diverse culture, nel profondo assorbimento di gioia, dolore, malinconia, ansia, adrenalina, nelle gente, quindi nella profonda osservazione delle persone intorno, quelle a me vicine per le storie e gli episodi memorabili, quelle da un incontro singolo che lasciano il segno per il loro speciale background o per quella significativa chiacchierata, da quelle sconosciute con le quali non scambio una parola ma delle quali immagino che tipo di vita abbiano, che cosa pensino in quel momento quando stanno guardando qualcosa in maniera peculiare, parlando con qualcuno e guardandolo con uno sguardo singolare, quando sono cariche di rabbia per qualche motivo, quando sono assorte nelle loro faccende; che sorta di persone siano solo loro lo sanno ma per me diventano inconsciamente personaggi scolpiti dalla mia immaginazione a seconda di quello che hanno trasmesso al mio cuore e al mio cervello.. Trovo inoltre ispirazione nella mia vita, che da sempre cerco di vivere come un pezzo d’arte, per colorire le mie giornate e non permettere alla staticità di prendere il sopravvento. Ad esempio sto scrivendo le ultime risposte di quest’intervista in un club alle 11 di sera di sabato mentre le altre persone ballano e si dilettano nel loro sfogo fine-settimanale! Al momento sono in un totale momento di ispirazione per il lavoro al cortometraggio e le sue colonne sonore e di impegni per la sua realizzazione  , perciò a casa nel mio studio mi sono ritrovato diverse volte  a cercare di rispondere alle tue domande, Massimo, e poi una volta devo  suonare una canzone, un altra volta ho bisogno di meditazione poi di dover trascrivere qualche emozione e alla fine tutto è diventato distrazione!!! perciò ho pensato: “chissà che succede se invece creare la distrazione mi circondo di essa, creerà questo un livello di concentrazione più alto per questo specifico compito in questo particolare momento?” L’esito é positivo! Anche se non ti nego al di fuori dei bodyguard  del locale che si sono appena avvicinati per dirmi che sono entusiasti di vedere un uomo in club che non sia li pronto a cacciare la preda, mi sento un pò di occhi dubbiosi e curiosi puntati addosso!!!

 

 

11 – Chi è oggi Simone Galassi?

 

Mmm.. chi é oggi Simone Galassi? Domanda intensa!

Sono un anima aperta, una persona passionale e creativa come sono sempre stato.. la differenza é che nel crescere  ho imparato a comprendere quanto sia prezioso ogni momento su questa terra, l’interazione fra creature umane e quello che si riceve nel dare; come sia preziosa la possibilità di vivere quello che vivo quotidianamente, il che mi ha portato a capire che le cose non succedono A noi, ma PER noi. Gli anni durano di più se li si vive con intensità . Ed io non ho alcuna intenzione di mollare la presa in questo continuo tiro alla corda con la tempo.

 

MATTEO CALDARI

D – Matteo Caldari, figlio d’arte. Tuo padre Alessandro era il chitarrista dei mitici Doars…è venuto dal lì il tuo amore per la chitarra ?

R Sicuramente il fatto di esser cresciuto in mezzo a chitarre e vinili ha influito 🙂

Devo dire comunque che babbo non ha mai fatto pressioni, forse per non rischiare l’effetto contrario…

D – Puoi raccontarci la tua carriera musicale…i gruppi con i quali hai suonato ?

R Ho cominciato presto a strimpellare la chitarra, la prima band si chiamava Semenia ed era in pieno periodo grunge, quindi provavamo a suonare brani dei Nirvana e delle band di Seattle. Ho cantato negli Amok, cavalcando il periodo ‘nu metal’ di Rage against the machine, Korn e Deftones. In seguito ho militato nelle band hardcore anti-NRA e Radio Mosquito, sempre come chitarrista. Il primo approccio al mondo punk/hardcore è avvenuto con i Barney Gambles, che io reputo un po’ la fase embrionale di quelli che poi sono diventati gli attuali 7Years, nati nel 2001 e ancora oggi vivi e vegeti, e con i quali ho cominiciato a suonare il basso. Per qualche anno ho suonato in un terzetto rock’n’roll chiamato The Sweat, con mio fratello alla chitarra e Rolando Cappanera alla batteria. Dal 2003 per circa dieci anni ho militato nei Seed’n’feed, una delle mie band preferite in assoluto. Inoltre in questi anni ho avuto la fortuna e l’onore di aver collaborato con artisti come Joey Cape (Lagwagon), Jasper Vergeer (Undeclinable), Mickey Leigh (fratello di Joey Ramone), Jeff Caudill (Gameface), Chuck Ragan (Hot water music), Hans Roofthooft (F.O.D.), Michael Vogelsang (Farside), Jonah Matranga, Jamie Woolford (Let go, The Stereo), Yotam Ben Horin (Useless ID) ecc.

D – Quali sono i tuoi punti di riferimento, i tuoi chitarristi “del cuore” ?

R Dovrei fare una lunga lista di nomi citando tanti artisti e tante band che mi hanno influenzato in questi anni. Mi limito a fare alcuni nomi: Queen, Nirvana, The Beatles, Lagwagon, Bad Religion, Rage against the machine, Refused… alla domanda sui chitarristi invece rispondo Brian May e la sua Red Special 🙂

D – Ti ho visto suonare insieme a tuo padre…che effetto fa ?

R Lo scorso anno ci ha chiesto di prendere parte alla bella iniziativa “Tutto parte dal basso”, è stata una bellissima esperienza condividere il palco con babbo e Diego… stare su un palco insieme a mio fratello ormai è una consuetudine, ma suonare tutti e tre insieme è stato molto emozionante.

D – In casa avrai sentito parlare molte volte dell’atmosfera particolare che c’era in città negli anni 60; te che sei a contatto con quella di oggi, che mi sai dire a riguardo?

R A mio avviso il numero di band e il livello qualitativo sono alti per una città di provincia come Livorno. Onestamente però non sento un’atmosfera particolare, ci sono semplicemente delle buone band attive in Italia e all’estero.

D – So che, musicalmente parlando, oltre che valente chitarrista/bassista, ti occupi di altro…

R Dal 2001, sempre insieme a mio fratello, portiamo avanti una piccola etichetta discografica indipendente chiamata Inconsapevole Records con la quale cerchiamo, per quanto ci è possibile, di dare una mano a band emergenti che riteniamo valide. Se vi va di approfondire vi invito a visitare il nostro sito www.inconsapevolerecords.com

Inoltre da qualche anno collaboriamo e organizziamo concerti tutti i Venerdì con il Surfer Joe (www.surferjoe.it), il locale accanto all’Acquario sulla Terrazza Mascagni.

D – Quali sono i tuoi progetti futuri?

R Abbiamo da poco terminato il nuovo album dei 7Years (www.7years.eu) e siamo in contatto con diverse etichette per definirne i dettagli dell’uscita. Credo comunque che faremo un concerto di presentazione di Estate al Surfer Joe e il 14 Agosto avremo l’onore di condividere il palco del Bay Fest di Rimini con Bad Religion, Good Riddance, Pennywise ecc. Inoltre ho cominciato a registrare nuovo materiale per un disco acustico solista di cui presto avrete notizie seguendo la pagina www.facebook.com/thefartbreaker

D – Seppur ancora molto giovane, c’è una occasione che ti penti di non aver sfruttato a dovere?

R In un breve periodo della mia vita ho valutato l’idea di trasferirmi in California, dove la musica che suono va per la maggiore e le possibilità di lavorare in ambito musicale sono sicuramente più elevate. Ma si sa, per fare delle scelte ci vuole coraggio e bisogna essere disposti a lasciare qualcosa e soprattutto qualcuno, io non me la sono sentita.

D – Sei cresciuto a “pane e musica”; riesci ad immaginare un mondo senza la stessa?

R Assolutamente no. Fare musica mi fa stare bene e mi è terapeutico. La mia famiglia lo sa e quindi mi supporta e sopporta da sempre.

D – Chi è oggi Matteo Caldari?

R E’ un babbo, un marito, un figlio, un fratello che, quando riesce a ritagliarsi del tempo libero, suona ancora punk rock… e non solo.

LUCA “SPERGUENZIE” VINCIGUERRA

D Luca Vinciguerra: grafico, scultore, pittore, musicista, cantante rock…tu sei tutto questo. Soffermiamoci su Luca “Sperguenzie” musicista e cantante. Come iniziò tutto?

R Steve Sperguenzie è il mio pseudonimo nel rock psichedelico viaggio iniziato nel 1987 quando sotto la NAIA inventai un nome per la band, immaginario grafico per strutturare quello che poi sarebbe diventato il mio mondo… ma la mia passione per la musica viene da lontano… come imprinting da tradizione familiare di musicisti e cantanti. Da piccolo amavo suonare la batteria seguendo i vinili di mio padre e duettando con i maestri del jazz e blues mi sono fatto le ossa, e poi il pianoforte con lezioni che ricordo ancora come torture e noia mortale… ma che poi mi sono servite tantissimo in seguito…

Non potendo resistere all’idea di dover denunciare cose… e dover dire la mia… utilizzando mie vedute, mio gusto e mia grinta….decisi sin dal liceo Artistico di “graffiare” e “urlare” al mondo la mia Cultura ed Arte partendo dalla peggiore delle provincie…Livorno, che considero Madre della Grettezza e della Chiusura più forte, “nessuna via di scampo se non la morte cerebrale” o “la fuga”… queste le due chance che Ti offriva ed offre il regnante di Turno nel nostro interland. E non è un caso se sono riuscito a farmi conoscere e a trovare strade e conforto degli addetti ai lavori… Tv, Giornali e locali/realtà a molti km da Livorno… qui chi Ti amministra Ti vorrebbe imbavagliato, un “perfetto pagliaccio”… Le avanguardie e gli innovatori poi sono visti come pericolosi, qui non ci discosta dal tardo ’800 e per fare cose nuove al massimo ci si affida al Blues. badate bene… Un Blues facile, quello da Jam session, che non devi provarlo a casa o in sala prove… che conosci a memoria e che ad ascoltarlo Ti viene a noia perchè l’hai sentito e risentito milioni di volte… La vera musica è altro, sacrificio, prove e prove… dedizione e disciplina. L’estemporaneità tiene 15 minuti… dopo serve altro…

D Ti hanno definito un incrocio tra Mick Jagger e Roger Daltrey…ti riconosci in questo affascinante accostamento?

R Beh…. Azzardatissimo accostamento tirato fuori la prima volta da Loris Furlan su mucchio selvaggio per descrivere l’impatto dei Live (quello fu un dopo Mogliano Veneto . Teatro Busan) Devo dire che effettivamente io grinta ed energia nei Live non le risparmio, sono le principali doti innate che ho… ed io do veramente tutto… vomito senza paure ne timori reverenziali sul pubblico presente tutta la rabbia e il disgusto che accumulo con coscienza, cercando tutta la rabbia e la collera che una Working Class sa sfogare…

Se trovo reazionari e rivoluzionari, sognatori e “guastatori” (come sono chiamati in gergo militare i sabotatori) il gioco è fatto!!! La seconda volta che ho letto tale altissimo paragone è stato “nell’Enciclopedia del Rock” Arcana Editrice 2007 – non potevo chiedere di più perchè mi si descrive come: “figura di culto“ e leggerlo mi emoziona sempre molto.

D Sei un figlio d’arte; tuo padre è il famoso pittore livornese Antonio Vinciguerra. Un ambiente familiare “artistico” ti ha favorito nelle tue scelte ?

R Mio padre è magico e Unico. Non si è mai piegato al mercato, mai piegato a galleristi e mercanti…. sempre a Testa Alta contro la grettezza e l’arroganza di chi crede di poter gestire il mondo dell’Arte chissà poi con quali credenziali e quali Dogmi. Non mi ha mai spinto a seguirlo… Però neanche mai ostacolato… Mi ha favorito” vederlo vivere le sue battaglie… studiare il suo piglio anarchico e di inossidabile sognatore, e mi ha fatto capire che non esiste altra via se non combattere per la libertà d’espressione, la denuncia con l’Ego di primeggiare. Che serve lavorare tanto. e che per rimanere negli annali ed esser ricordati come i Grandi

Maestri…. devi sempre fare cose di massimo spessore. Sempre!!! Le sue doti sono una mano felicissima, gusto e occhio, poetica e profondità nei messaggi… dipingere con suprema tecnica non servirebbe a nulla se ciò che si rappresenta è un soggetto banalissimo ed inutile. Sarebbe soltanto un virtuosissimo esercizio.

D Steve Sperguenzie & The Incredible Lisergic Ants… il tuo primo gruppo . Le formiche lisergiche da te comandate ci proponevano una miscela di beat, surf, rock’n’roll…una tempesta di suoni e colori.

R Un genere che è l’unica vera via per proporre cose che abbiano gusto ed un bilanciamento ben dosato tra liriche e musica, riff taglienti, giri di basso mai scontati (fuggire semplici noiosi accompagnamenti…) e ritmiche sinuose, a volte incalzanti a volte lievi e dolci tappeti che ti trasportano altrove… Giudico la musica considerata nuova psichedelia un mix di massime espressioni e tradizioni. inventate e disegnate da Musicisti di altissima caratura e profonda valenza artistica, che si sono avvicendati di ere in ere… travasandosi in generi sempre nuovi e diversi…. quindi dal 50 ad oggi… Garage sound significa unire il rockabilly, al punk,

alla psichedelia, alla new wave… al Pop… senza mai però assoggettarsi al mercato, alle Radio Puttane ed Etichette fuorvianti e di bassa lega. io amo Arthur lee, Brian Jones, Jim Morrison, Rocky Ericsson, Miles Davis, Sky Saxon, Jhon Entwistle, Keith Moon, Roger MgGuinn, Rudy Martinez, Jim keays… etc e con i Lysergic Ants abbiamo la pretesa di primeggiare con loro… siamo sulla loro stassa lunghezza d’onda… stesso mood.

D Perchè quel nome d’arte?

R Perchè i miei idoli hanno tutti pseudonimi con consonanti a contrasto e spesso sono impronunciabili… Pfisterer per esempio (cercateli per capire chi sono) oppure Greg Prevost o Rudy Protrudi….

D Qual’è il tuo rapporto con la scena musicale livornese?

R Vorrei ci fosse più interazione, ci fosse possibilità di frequentarci gomito a gomito… è stato bello il festival Beneficienza al Cage che ci ha consentito di mescolarci e stare insieme un giorno intero, avvicendarsi sul palco… cenare insieme e poi giocare nei camerini raccontarsi storie e aneddoti, servono molte altre occasioni per vivere insieme la musica, le rivalità infatti non solo non esistono, ma vanno severamente smentite

D Tutto sommato possiamo dire che sei un artista con i piedi ben piantati negli anni 60; in particolare un portatore sano

di musica psichedelica.

R Gli anni sessanta sono il momento più Alto e Vivo di qualsiasi altra era musicale: amplificazioni ineguagliabili, strumentazioni ineguagliabili, band incredibili e massimo interesse di Etichette, Media e pubblico…. quello che in pratica non c’è più stato dopo…sempre meno fino ad oggi e che tutto sommato è scomparso…. Quindi sottolineo che non sono un nostalgico, ma è doveroso partire da li…. perchè poi tutto il resto che si è susseguito decennio per decennio pesca li… e ricade li….

D Ho sentito “per caso” una registrazione di una straordinaria versione di Suzie Q con te insieme a Roberto Luti, Simone Luti, Simone Padovani e Giacomo Parisi…una grandissima band…

R Beh devi farmela avere…. Quella è una registrazione del Larione 10 dei fratelli Salaorni – Vincemmo un contest a Firenze e registrammo li con sistemi analogici di altissimo livello, ma quella registrazione non mi è mai stata data… Vorrei tanto averla… anzi farò di tutto per averla, cavolo non mi è mai andata giù questa questione!!! Si è stata una formazione felice, che seppur nel breve periodo che è stata insieme ( i problemi che ne dettarono lo scioglimento sono dovute ahimè alla difficoltà di imporre un genere ed un gusto nel paese sbagliato) Con questa formazione siamo riusciti a lasciare un CD uscito per Toast ed Apparizioni Televisive di alto livello…. Live infuocati – ma devo esser sincero quando guardo a ritroso il passato e tutto quello che abbiamo fatto io e i musicisti che si sono susseguiti nell’organico… tutti sono stati fondamentali perchè hanno saputo darmi sostegno e forza nel cammino, nei concerti, nelle interviste… nelle dure battaglie! Fabio Tognetti co-fondatore e bassista ad esempio è stato mio saldo compagno con il quale si decise di seguire un sound Fuzztones, rimasti folgorati dal loro concerto al Back Doors di Poggio a Caiano. Ma poi non posso non sottolineare Vittorio Achille che a Casarsa della delizia per un anno di servizio militare mi ha sostenuto, istruito e cresciuto facendomi ascoltare band e canzoni che poi mi hanno aperto le porte della percezione… già ricettive ed avide di conoscenza.

Francesco Baronti, Filippo Lampredi, GianLuca Volpi, Stefano Scarpellini… con i quali abbiamo “sfondato” la barriera del provincialismo facendo una vera gavetta nei locali, Toscani… per arrivare al contratto discografico, alle riviste specializzate e alla TV…. Toto Barbato, Enrico Amendolia, Davide Vergili… che hanno goduto di meno luce riflessa e di veri riflettori… ma che sono stati musicisti validissimi; infatti li ritrovate oggi nel mondo artistico come fondamentali in bands o altre situazioni di livello altissimo in musica, arte, cinema e spettacolo…. Francesco Baronti è pittore scultore di fama mondiale… scriviamo e componiamo cose insieme, e ci divertiamo in installazioni pittoriche insieme… l’arte non si sceglie… è parte di Te…

D Si arriva quindi al gruppo Syinfonico Honolulu dove, a conferma della tua duttilità, suoni l’ukulele. Come prese vita questo bel progetto? Raccontaci…

R Semplicissimo… e divertente… Filippo Cevenini amico di vecchia data dopo la parentesi felice come bassista dei Just Married ebbe l’intuizione e il desiderio di formare un orchestra di soli ukulele prendendo in prestito l’idea della Great Britain Ukulele Orchestra….una formazione ad otto elementi tutti ukulele e voci che utilizzando sapientemente ironia e cabarèt d’impronta anglosassone presentano spettacoli tra musica , virtuosismi e simpatici siparietti comici. Ma noi siamo ben altro…

La matrice innovativa e vero senso artistico che Filippo ha saputo cogliere è stato chiamare Me nel progetto come voce, come temperamento aggressivo e ribelle che ben si contrappone alla melodiosa e dolce armonia che gli ukulele sanno infondere. Tutto questo ha saputo permettere un contrasto davvero forte “un operazione definita da molti concettuale – ”Un installazione POP”… (ndr Claudio Francesconi Gestalt Gallery di Pietrasanta e Milano) – ( Massimo Cotto giornalista e voce di virgin Radio, assessore alla cultura e DA di festival e premi internazionali) perchè è bene sottolineare che io ho molta verve e carica espressiva… ma non sono ne tecnicamente preparato… ne tanto meno dotato… Poi una Una volta assodato il peso dell’operazione artistica, ci sono state nuove mire e nuovi altri percorsi che ci hanno portato a fare altro… arricchendo l’aspetto che vi ho descritto sopra con dischi e collaborazioni con veri Tour realizzati con l’ausilio di altri grandi musicisti che si sono affiancati a noi, Mauro Ermanno Giovanardi ex La Crus, Teresa De Sio, Luca Barbarossa, Paola Turci, Raiz andando incontro ad un altro tipo di mercato e andando incontro a

nuovi generi e nuove esperienze. Questa “mutazione” e cioè provare a mettere in pratica repertorio proprio in italiano con il desiderio di proporre proprie canzoni non è cosa da poco… le nostre idee in balia di critica e pubblico. Questa nuova direzione è stata naturalmente portata (senza troppi traumi) dal buon Daniele Catalucci ottimo bassista ( già nei Virginiana Miller ed altri progetti artistici di valore) e produttore musicale, arrangiatore, autore… che ha saputo coordinare le sue conoscenze e mire invogliando Luca Carotenuto e Luca Guidi, altre due penne importanti e musicisti creativi… che insieme a Giovani Guarneri, Francesco Franzo Damiani, Gianluca Milanese, Giorgio Mannucci e Matteo Scarpettini a saper gestire creativamente materiale inedito autografo.

D Un Luca Vinciguerra artista oltre che musicista: hai frequentato corsi di designer, restauro, persino aerografia. Sei pittore e scultore. Un artista a 360 gradi !

R Sono contento che tu me lo chieda, ogni specializzazione, ogni qualifica professionale conseguita dopo il diploma di Maestro d’Arte a Lucca con corsi di formazione, studi… e concorsi… sono frutto del mio amore per l’arte a 360 gradi…. perchè non esistono barriere tra tecniche, muri tra diverse discipline, io ho sempre avuto il desiderio di approfondire e conoscere fino ad avere totale maestria ed autonomia tra le variegate possibilità di combinazioni… Saperle usare insieme è grandioso. La musica è anche immagini e colori,

quindi pensa quanto sia determinante poter mettere a fuoco in pittura, in grafica un messaggio. P.Townsend e D.Bowie, K. Richards e Ron Wood, B.Dylan o P.McCartney e mille altri sono anchessi studenti d’Arte e pittori e designer… sai che Massimo Cotto mio collezionista e Fan ha organizzato una mostra bellissima sulle stelle del rock?? mettendo insieme dipinti e acquarelli, grafiche di Hendrix, J.Cash, E.Costello, L.Cohen… ed i sopracitati… con i quali espongo e con i quali giganteggio grazie ad una mia scultura in vetroresina… mio fiore all’occhiello con la quale espongo in tutto il medio oriente, Dubai, India, UK e Danimarca…. la realizzai

proprio pensando di lasciare qualcosa di estremamente importante nel tempo. Un punto fermo che consacrasse nel POP un era…e potesse primeggiare con i maestri di sempre Warhol e Lichtestein, “io ho ben presente e studio i massimi livelli nelle espressioni artistiche e voglio gareggiarci sapendo di non avere nulla in meno… presunzione e follia, narcisismo e caparbietà… d’altra parte io lavoro e affino tecniche ogni giorno fino a superarmi costantemente… una gara senza fine e senza tempo… me lo ha insegnato mio Padre Antonio….

D Progetti futuri? Concerti dove possiamo venire ad ascoltarti?

R Prossime Mostre e prossimi concerti… ci concentriamo per il 13 maggio concerto-festival per il quarantennale del punk con gruppi stupendi, e serata di alto livello qualitativo e di spessore culturale…. dove vogliamo lasciare il segno, ci tengo a fare bella figura, non solo per il pubblico presente… ma per gli artisti che si avvicenderanno on stage… che stimo e amo…Mostre con Massimo Cotto al Museo Piaggio di Pontedera – con Stelle del rock, Poi a Dubai presso la Gallerie Nationale….in Luglio ci sarà un live a Prato con il Sinfonico Honolulu e poi tanti altri appuntamenti che stanno scaturendo proprio grazie alla forza e la brillantezza che The incredible Lysergic ants hanno da gennaio a questa parte… prossima uscita un Vinile e Prestiussimo un singolo “Kick in the Teeth”

D Luca, hai un rimpianto, una occasione non sfruttata a dovere che avrebbe potuto “proiettarti ancora più al di là”?

R Si rimanere negli States forse mi avrebbe garantito molte più date e molti concerti, avremmo fatto bene a rimanere in USA nel periodo in cui si aprirono le porte per contratti con una Mega Etichetta, e suonare nei locali che ci prospettava il nostro Manager di Orlando Kenny Ketcham… cosa che qua (nella terra dei cantautori tristi e pallosi) stanno diminuendo a vista d’occhio…ma non è tempo di bilanci ne di “Amarcord”… chi sa stare a galla lo fa sempre senza paure…

D Un’ultima domanda : chi è oggi Luca Vinciguerra?

R Un buon padre di famiglia ed un sano portavoce di controcultura… quella cioè non omologata dalle amministrazioni ne calcolate a tavolino dai galleristi… che poi sarebbero quei progetti che non scalfiscono minimamente le ere ed implodono con insuccesso….

Luca Vinciguerra collabora, interagisce e crea un nuovo filone musicale e artistico con Valerio Fantozzi, Fabio Giusti e non per ultimo Marco Menicucci. Bombe di Artisti che mi riempiono di gioia infinita suonando, è un esperienza di totale trasporto. Ascoltarli ( ero loro fan da tempo) mi riempie il cuore di speranza e mi fa scattare lampi di genio ed idee che poi utilizziamo per creare nuovi brani…l’ultimissimo che sta andando in onda su Sky Arte 868 come sigla di “Hastag” è una bomba….

MAURO ROMANI

 

D E’ il 1966 quando subentri a Carlo Casadio nel gruppo i Rangers con il tuo basso…tutto ebbe inizio in quel momento..

R Si, proprio così: era il 1966 ed era da poco che avevo incominciato a suonare il basso. Quello fu il mio primo gruppo in assoluto.

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D Nel 1969, da una costola dei Rangers e degli Eremiti di Viareggio nasce Il Capitolo 6, naturalmente con Mauro Romani al basso e voce.

R Si, dalla fusione dei due gruppi nasce il Capitolo 6. A quei tempi era normale che gruppi si sciogliessero e si cercasse di formarne altri. La scelta si rivelò azzeccata.

D “M’innamoro di te” nel 1971 è il vostro primo 45 giri pubblicato dalla IT di Vincenzo Micocci.

R Guarda…quelli erano tempi che se non avevi i numeri era impossibile veder pubblicato un disco. Bisogna ricordare che registravi su nastro a 8 piste e la bn e la base la suonavi tutti insieme contemporaneamente, quello che stanno ora riproponendo i Deep Purple per rendere la registrazione più vera, come fosse dal vivo senza gli artifici di oggi, dove chiunque con un computer può fare della “buona” musica.

D Spiegaci come uscì incredibilmente in Angola il vostro 45 giri con le cover “Jesahel” e “Ti voglio”.

R Siccome a quei tempi noi eravamo stati scoperti dalla RCA, ci proposero di riproporre diversi brani, arrangiati da noi, del Festival di Sanremo, per poter essere poi distribuiti in paesi che altrimenti non sarebbero stati raggiunti dagli originali. Così come in Argentina e altri paesi del Sud America. Fu così che il nostro 45 giri arrivò in Angola, in Africa.

D “Frutti di Kagua”, omaggio ai nativi americani è il fiore all’occhiello del Capitolo 6. E’ vero che partecipò come collaboratore l’allora sconosciuto Francesco De Gregori?

capitolo 6

R Si fu un omaggio proprio a loro per far conoscere il perchè prendevano certe sostanze: non per sballarsi, come era di moda a quel tempo, ma bensì per avvicinarsi e avere contatti con il mondo spirituale e soprannaturale che contemplava sia la natura dove loro vivevano in simbiosi che con tutta l’umanità. Francesco a quel tempo era nella nostra stessa scuderia “It record” e così collaborò, molto marginalmente, tanto per “fargli fare qualcosa”, tanto che cambio alcune parole e basta e poi tutto il resto era farina del nostro sacco……

D Avete partecipato al famoso festival di Villa Pamphili a Roma…1972…una soddisfazione esserci…

R Eravamo a Roma in sala di registrazione per il LP Frutti per Kagua quando ci chiamarono per partecipare. Mi ricordo che ci vennero a prendere in pompa magna con una grande auto e ci portarono al concerto, e appena finito di suonare davanti ad una fiumana di gente il lato A dell’LP che dura circa 25 minuti, ci riaccompagnarono in sala di registrazione. Fu un’esperienza indimenticabile e suonammo da dio.

D Nel 1973 il gruppo si sciolse. Che successe?

R Decidemmo di smettere, forse fui io il primo a proporlo, perchè come ho detto ad una intervista nel 2009 sia su “Musica leggera” che su “Raro”, non volevo prostituirmi a della musica che non sentivo e che non condividevo, “liscio e stronzate del genere” pur di continuare a suonare, e poi con i dj ci fu la mazzata finale delle stronzate. Da quel momento per me la “musica vera” dei talenti musicali finì.

D Dopo Il Capitolo 6 mica avrai venduto il basso. Che hai fatto?

R Quando smisi ero talmente incazzato che vendetti tutto e per 25 anni non ho più ascoltato musica. Ma questo non è stata una fine di un qualcosa e basta, ma mi ha permesso di scoprire e approfondire in me quello che era emerso nel 33 giri Frutti per Kagua e cioè la spiritualità che coltivo tutt’oggi.

Però devo dirti, che il mio basso qualche anno fa ho saputo chi lo aveva e l’ho ricomprato…………..

D Quali sono stati i tuoi punti di riferimento, i tuoi maestri, musicalmente parlando.

R I punti di riferimento sono stati molti, poichè come sai il genere, così chiamato, ed io odio qualsiasi etichetta si voglia dare alla musica, ma purtroppo i media così vogliono, è chiamato “progressive” e perciò abbraccia tutto ciò che ti ispira, dalla musica classica al jazz alla musica tribale al pop e così via.

D Chi è oggi Mauro Romani ?

R Chi sono io oggi è impossibile che sia proprio io a dirtelo. Sono in pensione, ma non sono un pensionato pantofole, divano e televisione con il cervello che va in pappa : coltivo ancor più quello che di “vero” c’è in tutti noi per poter fare la mia parte all’evoluzione di questo mondo che a volte ci sembra senza riferimenti, al facciamoci del male il più possibile, e dove la parola Amore ha perso molto della sua originaria valenza nella nostra vita.

 romani oggi

ALDO CORSI

 

Intervista al cantante/bassista ALDO CORSI

D 1961…un certo Aldo Corsi vince una selezione canora ai Bagni Nettuno, il “Disco d’Oro”…

corsi 1 classificato

R Nel 1961 a soli sedici anni … mio padre, grande amatore della Musica … riuscì a convincermi che avevo una voce discreta, un orecchio decente e un aspetto simpatico. Non avrei MAI creduto … di poter salire su un palco, ne tanto meno, cantare davanti ad un pubblico. In breve, al contrario, mi trovai inaspettatamente, ( dopo un provino ) ad essere il cantante di un complesso del tempo “ IL GATTO NERO “. A breve mio padre, senza dirmi niente, mi iscrisse ad un Concorso Canoro “ DISCO D’ORO 1961 “ che si svolse ai Bagni Nettuno. Lo vinsi! Da quel momento, iniziò la mia carriera canora, ( per quanto sarebbe durata).

D Nel 1962 nasce il gruppo “The Leghorn Boys che presto cambierà nome in “I 5 penny” e Aldo Corsi suona il basso e canta

R Nel 1962 cinque ragazzi scalmanati con tantissimi sogni … formano un gruppo “ The Leghorn Boys “ nome, che in seguito, verrà cambiato con “ I 5 Penny “. Nel frattempo, anche perché ce ne era l’esigenza, con un po’ di frequentazione del Conservatorio Mascagni, oltre che cantante, divengo Bassista del Gruppo.

D In quegli anni siete molto apprezzati e oltre a suonare nei locali nostrani fate anche apparizioni in provincia: Il Cardellino, Villa Celestina, La Barcaccina, La Chimera. Che ricordi hai?

5 penny

R Con questo Complesso ( I 5 PENNY ) … ci facciamo conoscere anche fuori degli ambiti cittadini. Mio Padre, ci fa da manager, unitamente ad altri gruppi. Assieme a noi, molto apprezzati erano “ I Giaguari “, con i quali ci siamo scambiati spesso le prestazioni negli stessi teatri, sale da ballo, ritrovi, eventi e così via. In quel periodo, ci fu un evoluzione musicale. I tempi stavano cambiando, così pure le strumentazioni il cui costo era, piuttosto elevato. Per cui, o lavoravi e ti potevi pagare le novità, o non eri al passo coi tempi. Per questa ed altre ragioni il gruppo si sciolse, nel 1963.

D Nel 1963 il gruppo si sciolse e nel 1964 entri a far parte del gruppo I Titani, naturalmente con il tuo basso e la tua voce. Era un bel gruppo, molto conosciuto…raccontaci

R Nel 1964 nasce il gruppo ” I Titani “ . Questo complesso musicale si fa apprezzare per il genere che imperversava in quel tempo. I pezzi a quattro voci, per il montaggio dei quali, dedicavamo del tempo … piacevano molto. E ovunque andavamo, raccoglievamo consensi. Suonando in locali tipo … “ Il Cardellino “, all’interno della Pineta di Castiglioncello, avemmo occasione di conoscere molte star del momento: Peppino di Capri … Carosone … Bruno Martino … Dino … Bobby Solo … Mal … Gli Equipe 84 … su tutti, ( Bella, Brava, Professionale, Educatissima ) la GRANDISSIMA Mina.

D Nel 1969 vincete la finalissima EuroDavoli di Marina di Pisa. Una bella soddisfazione

R Per qualche anno, facciamo la professione esibendoci come attrazione in diverse parti d’Italia, con tante bellissime parentesi, che il tempo ha ormai oscurato. Arriviamo al 1969. Ecco la nostra grande occasione!!! “ CONCORSO EURODAVOLI “. Si vince la FINALE a Marina di Pisa !!! E’ FATTAAAAA !!! Incisione di un disco tutto nostro … Strumentazione BINSON … un Furgone nuovo, per gli spostamenti nelle tournee … cosa chiedere di più?

titani

D Purtroppo ci fu nei vostri confronti un boicottaggio di prim’ordine. Per i vincitori era prevista l’incisione di un 45 giri ma fu scelto un altro gruppo nonostante i vincitori eravate voi. Immagino tanta amarezza…

R Come tutti i Bei Sogni … anche quello svanì’. Il concorso era stato semplicemente un trampolino di lancio per un altro complesso, che di fatto aveva già preso possesso dei premi in palio, perché avrebbe dovuto vincere, con il patrocinio della stessa casa musicale, che aveva indetto il concorso. Ci fu un bel pandemonio sul giornale … ma finì, come era già stato stabilito. La faccenda ci turbò. Ci fece riflettere. Non eravamo più ragazzini. Avevamo preso impegni con ragazze, con le quali avremmo messo su famiglia, perché da tempo aspettavano pazientemente, che mantenessimo ciò che noi … avevamo promesso a loro

D A seguito di questa ingiustizia il gruppo si sciolse. Aldo, mica hai attaccato il basso al chiodo?

R La disillusione fu tremenda !!! Il gruppo si sciolse. Rispondendo alla tua domanda … SI !!! Chiesi a mio padre, di prendere il mio Jazz Bass Fender, e da quel momento non lo vidi ne toccai più.

D Il palcoscenico è sempre stato comunque il tuo mondo. Molti ti conoscono come valente attore teatrale. Che differenza c’è tra lo stare sul palco come musicista e come attore ?

R Il Palcoscenico si è rivelato nel tempo, un qualcosa sul quale, senza volerlo, mi trovo a mio agio. Mi chiedi la differenza fra l’espressione musicale e quella teatrale … forse la diversità sta nel fatto che … mentre la musica ( se pur eseguita con passione … ) può essere trasmessa con l’aiuto di artifizi, che ne possono esaltare l’espressione, Il teatro al contrario … è reale, diretto, vero. Puoi arrivare a toccare il pubblico solo se il sentimento che vuoi esprimere, è sentito, sincero. Se così non è … nessun artifizio, può far sembrare vera una finzione!!!

D E’ sempre difficile voltarsi indietro, ma hai un rimpianto, una occasione non sfruttata che grida vendetta, musicalmente parlando ?

R No! Ho sempre fatto quello che ho fatto, nel migliore dei modi, con tutto l’impegno di cui, naturalmente, ero capace. Quindi, non ho recriminazioni. Doveva andare così.

D Chi è oggi Aldo Corsi?

D Chi sono oggi? Mahhh … un tranquillo signore della terza eta’, che è contento di quello che ha avuto, e di quello che ha. Felice di essere quello che sono stato e soprattutto di quello che sono. Mi fa piacere che: quando incontro qualcuno che non vedo da anni … mi sorrida, mi abbracci, chiamandomi Aldinoooo … è bello sentire e vedere che abbiamo lasciato un buon ricordo. E’ solo quello che io … provo, ma a me … queste sensazioni … piacciono !!!

aldo oggi

ALBERTO ESPOSITO

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1 – 1967…si formano i Pionieri…sono passati 50 anni, eppure a Livorno molti si ricordano ancora di questo gruppo…

R E’ vero che si ricordano di noi nonostante gli anni passati ma io in quel periodo suonavo ancora con Aldo (Pavoletti) ed i Consoli, con il quale venne inciso un 45 giri che però non ebbe successo dato che Aldo, grande musicista, veniva snobbato in quanto i discografici non accettavano i suoi pezzi che seguivano il filone Tenco e scuola genovese dei quali, gli stessi discografici dichiararono di essersi rotte le …..

2 – Accompagnare Alfonso Belfiore, che nel 1966 si era qualificato per la finale di Castrocaro Terme con la canzone “Il sole non tramonterà” fu un bel colpo….raccontaci questa esperienza…

R Con Belfiore ho suonato per un breve periodo stante che il gruppo dei Pionieri decise di lasciarlo per avere vita propria.

pionieri1968 locale Brazil, Marina di Massa

3 – Il gruppo aveva i piedi ben piantati nel beat ma dopo che cessò la collaborazione con Belfiore, non rimaneste insensibili alle nuove sonorità che arrivavano dall’America. Otis Redding, James Brown furono assorbiti totalmente. Fu un cambio di rotta condiviso da tutti i componenti?

R A seguito di quanto sopra, decidemmo di “buttarci” nelle nuove tendenze americane affrontando pezzi di O.Redding, J. Brown, W,Pickett, A.Frannklin e molti altri, oltre a mettere in repertorio pezzi degli Aphrodites Child e altri che andavano in voga al momento, compresi ovviamente Beatles e Rolling Stones. Ovviamente, per fare questo, su cui tutti concordammo, dovemmo integrare due sassofonisti, Piero e Corrado ottimi entrambi che grazie al suono dei loro sax trasformarono integralmente il sound del gruppo. Grazie a questo cambiamento ed all’acquisto di una strumentazione spettacolare per l’epoca, secondo gruppo italiano che utilizzava l’organo Hammond con due Leslie (il primo erano i Ribelli) ed ai successi che ottenevamo ovunque, fummo prima chiamati da un ballerino della TV che ci proponeva un contratto con la Rai che ?????? Rifiutammo (eravamo troppo giovani) come pure rifiutammo di fare l’inaugurazione dell’ ALTRO MONDO di Rimini.
Il più grosso rifiuto lo demmo all’impresario Moschini di Firenze uno dei più grossi impresari del momento che, convocatici nel suo studio ci pose davanti ad una scelta ovvero se eravamo disponibili ad essere lanciati in campo nazionale ed oltre preferendoci, se avessimo accettato, ad un complesso genovese che aveva una locandina raffigurante una banconota da £ 50.000 dove erano riportate le foto di due uomini e due donne, quel gruppo erano nientemeno che I RICCHI E POVERI.
Questa mancanza di autonomia decisionale, data la nostra età, ci portò a continuare a suonare nelle sale al fianco dei complessi più conosciuti in Italia.

4 – Nel 1970 il gruppo si scioglie…che successe?

R La causa, almeno per me, derivò dal fatto che partii per il servizio militare e fui sostituito da Enrico Rosa a cui seguirono poi altre sostituzioni, ma ormai il percorso era tracciato e non so dirti il reale motivo dello scioglimento di cui non conosco la data.

5 – Alberto, che ricordi hai della scena musicale livornese di quegli anni?

R I miei ricordi riguardo alla scena musicale livornese non possono essere che magnifici avendo suonato in diversi gruppi, oltre ad Aldo su menzionato, i THUGS i Lord, gli Eden, i NEW Pionieri (dopo che gli altri si erano sciolti) oltre ad avere moltissimi amici nel settore, le Sfingi, i Titani, i Frammenti, le Mummie, i Satelliti, i Quattro il cui bassista è divenuto poi il DJ Riccardo Cioni e molti altri.

6 – La chitarra è sempre stato il tuo strumento…quali i tuoi punti di riferimento?

R I miei punti di riferimento iniziali e fondamentali sono stati: Wess Montgomery, Django Reinhart, Eric Clapton ed a seguire Carlos Santana di cui, (dicono gli amici) riuscissi ad eseguire egregiamente alcuni pezzi più conosciuti del suo repertorio.

7 – Dopo i Pionieri non hai mica messo la chitarra in soffitta?

R La chitarra o meglio le chitarre; Gibson Les Paul Custom, Fender stratocaster e Ovation, sono in casa mia, custodite gelosamente e perfettamente dato che rappresentano uno dei momenti più belli della mia vita, dalle quali non mi separerei nemmeno per fame.

8 – C’è un rimpianto, musicalmente parlando, un treno che è passato e sul quale non sei salito?

Il mio rimpianto più grande, a parte di quello di cui sopra e’ quello di non aver accettato l’invito di Dody Battaglia, di seguire i POOH quando stava per lasciare il gruppo, Riccardo Fogli. Con Dody siamo rimasti in contatto per diversi anni poi, dato che era diventato un gruppo a livello mondiale, non l’ho più cercato per non disturbarlo

9 – E’ tempo di reunion…molti gruppi livornesi del tempo beat si stanno ritrovando…quando riascolteremo i Pionieri ?

R Questa domanda mi fa molto male dato che, dopo una serata organizzata a sorpresa all’Arena Astra dall’organista, dove io, Sergio, Andrea ed Auro ci siamo ritrovati dopo 48 anni, decidemmo di mettere in piedi una decina di pezzi per una ultima uscita allo scopo di poterci registrare e farci ascoltare dai nostri amici e parenti.
Iniziammo alcune prove solo vocali (era la parte forte del gruppo) ma, per intervenute difficoltà di alcuni, il sogno che da parte mia era nel cassetto da anni, è definitivamente sfumato.

10 – Chi è oggi Alberto Esposito ?

R Oggi sono un camperista super convinto, presidente di un club di camperisti, organizzo uscite a breve o lungo raggio, mi interesso di turismo, ho collaborato con l’Amministrazione a 5 Stelle per il piano del turismo (ancora dormiente) e, cosa più importante, nonno strafelice ed appagato di un maschietto ed una femminuccia che impegnano larga parte del mio tempo libero.