TOMMASO BANDECCHI

1 Nel 2009 nascono a Livorno i Biffers con Tommaso Bandecchi alla batteria…

In realtà nella primissima formazione il mio ruolo era quello di chitarrista (ruolo a cui sono tornato da qualche tempo), oltre che di produttore.

Abbiamo avuto anche altri cambi di formazione, prima di tutto con l’ingresso di Pasquale al basso, poco prima che uscisse il nostro primo album Whoa!, dopodiché un paio di batteristi si sono avvicendati nelle nostre fila, permettendomi di tornare alla chitarra.

2 Il vostro sound potrebbe definirsi una sorta di punk rock classico che strizza l’occhio alla scena californiana degli anni 80…

Nelle nostre vene scorre quel suono, anche se siamo cultori di svariati altri suoni, da Zappa ai Black Sabbath, da James Brown all’hardcore e via dicendo. Ci piace sperimentare pur rimanendo fedeli alle nostre radici, e speriamo che nei prossimi lavori si possa dare sfogo alle nostre anime più disparate.

3 Nel 2013 avete dato alle stampe il vostro primo CD (a dire la verità prima c’era stato un 7 pollici autoprodotto…) dal titolo “Whoa!”…soddisfatti?

Assolutamente! Whoa! è stato l’inizio di un percorso che ci ha poi portato a produrre altri EP ed un altro album uscito ad aprile 2016, intitolato Vice. Grazie a Whoa! Abbiamo firmato per l’americana Kung Fu Records, che annovera tra le proprie fila band importanti come The Vandals, Blink 182 e The Ataris.

4 Avete fatto anche una tournee in Spagna per presentarlo…una bella soddisfazione…

Ad oggi siamo stati in giro per l’europa in ben 9 occasioni, per altrettanti entusiasmanti tour. Ci dispiace che il decimo sia stato il tentativo fallito di conquistare gli Stati Uniti.. Sarà per la prossima volta.

5 Tommaso, quali sono le tue fonti di ispirazione, i tuoi modelli di riferimento ?

Ho un sacco di modelli a cui mi rifaccio, ognuno per quanto riguarda un piccolo aspetto: il carisma e la tenacia di Joe Strummer, l’autorevolezza e la solidità gestionale di James Brown, la visione fuori dagli schemi di Rick Rubin, l’eclettismo di Zappa e l’entusiasmo di Dave Grohl.

6 La scena musicale livornese è sempre stata, dagli anni 50 in poi, una “fabbrica” di gruppi musicali…c’è qualche gruppo o artista livornese che stimi particolarmente con il quale ti piacerebbe duettare ?

Nutriamo da sempre il desiderio di fare qualcosa insieme a Bobo Rondelli, uno dei nostri miti sin da ragazzini. Chissà che prima o poi non si avveri…

7 Una domanda che faccio a tutti i batteristi: Charlie Watts dei Rolling Stones ha detto che il “suo culo” è quello di Mick Jagger perchè da più di 50 anni se lo vede davanti sul palco…quale è il “tuo culo” ?

Beh, per anni è stato quello di Dario (nostro cantante), anche se in una occasione è stato quello di Mickey Leigh, fratello di Joey Ramone e produttore ed autore dei Ramones!

8 Oltre a te nei Biffers Dario Iacoponi voce e chitarra, Pasquale Fiorillo al basso…ottimi musicisti e un trio di amici..è questa la formula giusta ?

Assolutamente, almeno lo è per noi. Siamo prima famiglia e poi band, non potremmo esistere in nessun’altra soluzione.

9 Progetti futuri ? Quando possiamo vedervi dal vivo a Livorno?

Per il momento siamo impegnati nella stesura del seguito di Vice, per cui non prevediamo live, almeno per il momento. Più avanti ne sapremo di più, abbiamo preferito non darci scadenze e lasciare che le cose vadano al proprio posto automaticamente e con i propri tempi.

10 Chi è oggi Tommaso Bandecchi?

Direi lo stesso ragazzino che anni fa passava le nottate in uno scantinato a suonare e registrare, che per anni si è sbattuto ad organizzare tournée underground ed ha investito tutto quello che aveva nei propri progetti musicali; oggi ha qualche anno in più, un po’ di esperienze accumulate e un sacco di cose ancora da dire!

Grazie a tutti e a presto!

ANTONIO MORELLI

D. Antonio Morelli, chitarrista dei Baryonyx, una band di giovani musicisti livornesi…

R Ciao e grazie per l’intervista. Il nostro progetto nasce a Livorno tra il 2007 e il 2008 da un’idea mia e del cantante Matteo Ceccarini. A quel tempo eravamo ancora ragazzini e decidemmo di partire con il classico Pop-Punk adolescenziale. Crescendo abbiamo deciso di ampliare i nostri orizzonti musicali maturando verso un Alternative Rock che ha portato nel 2012 alla pubblicazione dell’EP “Trias” (canzoni di punta “NoSen” e “Nuvole di Vetro”). Concentrandoci sulla diffusione di queste ultime produzioni, inaspettatamente abbiamo riscosso molto consenso da parte del pubblico a livello radiofonico, live e televisivo. Nel 2014 è iniziata la nostra sperimentazione di musica elettronica che si è poi delineata in uno stile Electro Rock. Abbiamo iniziato così le registrazioni del primo LP che è uscito il 16 giugno scorso chiamato “Fuori il Blizzard”. Nel 2015 è stato inoltre aperto il nostro canale ufficiale su Vevo, “BaryonyxVEVO”, con il video della canzone “Nuvole di Vetro” (Trias) e del singolo “Voce84” anteprima del nuovo album.

D. Da dove nasce il nome Baryonyx ?

R È una domanda curiosa che spesso ci è stata posta. Devi sapere che il “Baryonyx” era un dinosauro vissuto milioni di anni fa. Quando abbiamo fondato la band inizialmente avevamo scelto il nome “Overdrive” ma poi rendendoci conto di quanto fosse comune tra le band nel mondo, abbiamo scelto di cercare qualcosa che fosse intraducibile in tutte le lingue e che ci rappresentasse per quello che siamo davvero. Siamo nati nell’era di Jurassic Park e da piccoli eravamo molto appassionati di quella storia. Unendo quindi le due cose abbiamo optato per Baryonyx: è riconoscibile in tutto il mondo e si collega al nostro passato.

D. “Fuori il Blizzard” è il nome del vostro primo LP con 8 tracce di ottima musica. A quando il prossimo CD?

R Grazie per le belle parole. “Fuori il Blizzard” è stato un tentativo di concept album dove abbiamo inserito volutamente quattro brani commerciali e quattro brani underground. L’obiettivo era cercare di far arrivare la nostra musica a più persone possibile ed aumentare gli ascolti in generale. Le sonorità di questo album sono molto variegate e colorate infatti attraverso le basi minimali di batteria e l’utilizzo di synth eterei abbiamo voluto dare un tono di apertura e di luce con sfaccettature dance qua e la. Non mancano però allo stesso tempo riferimenti Dream Pop e Drum ‘n Bass più scuri e taglienti. In definitiva è stato un buon prodotto che ha ottenuto delle ottime recensioni e siamo riusciti a vendere più di 300 copie. Un traguardo che fa ben sperare per il futuro visto che siamo un gruppo della scena underground. Stiamo già lavorando al prossimo progetto che avrà una prospettiva diversa rispetto a “Fuori il Blizzard”. Stiamo cercando di elaborare un qualcosa di più maturo ma che al contempo stia al passo con la musica di oggi.

D. Nonostante la vostra giovane età alcune vostre canzoni sono state inserite in compilation internazionali ( Vs. the World Vol .9 , prodotto dalla Quickstar di Baltimora e Italy loves rock, prodotto dalla Noloser Record)…una bella soddisfazione…

R Quando abbiamo avviato il nostro progetto musicale non avremmo mai pensato di poter raggiungere certi traguardi in così poco tempo. Entrambe le compilation che hai citato hanno dato in un certo senso la svolta alle nostre prospettive in quanto abbiamo capito che potevamo e dovevamo fare sul serio. Al di la della soddisfazione ci piace sempre guardare all’obiettivo successivo quindi speriamo tanto di poter ottenere altri risultati soddisfacenti. Per la prima compilation l’invito venne tra il 2009 e il 2010 tramite l’allora pagina di Myspace dove era caricato il nostro unico brano in inglese “Everything You Can See From The Space”: piacque fin da subito sia ai nostri fan sia evidentemente a questa etichetta di Baltimora che volle inserirla nella compilation. Il nostro primo brano di punta vero e proprio però è stato “NoSen”, pubblicato nell’autunno del 2010, che ha segnato il passaggio definitivo all’Alalternative Rock. Oltre ad Italy Loves Rock ha avuto la fortuna di rientrare anche in altre compilation tra cui segnalo Mp3 Goes Metal Vol. 2 sempre di Noloser Record. La scena underground sicuramente non è come quella commerciale, è più difficile e spesso dura da affrontare, ma riserva davvero molte soddisfazioni.

D. Siete stai invitati anche per una apparizione televisiva nel programma U Zone di Italia 2 …raccontaci

R È stata una bella esperienza, di quelle da poter raccontare nel tempo. Nel 2012 eravamo in una fase particolare, stava per uscire il primo EP “Trias” dopo tante fatiche per poterlo produrre, ma in cantiere avevamo già tanti brani che negli anni successivi sarebbero rientrati in “Fuori il Blizzard”. Decidemmo così di pubblicare una demo su YouTube di un nostro nuovo brano chiamato “P.P.F.” in versione strumentale. Come video girai personalmente delle clip con la tecnica dello “stop motion” dove tante foto messe in sequenza generano dei movimenti. Mediaset per lanciare il nuovo canale di Italia2 decise di creare un format di rotazione di video indipendenti caricati sul sito internet 16mm.it dove i migliori scelti dalla redazione sarebbero passati in TV. Così provammo a caricare sul sito “P.P.F. (strumentale)” ed incredibilmente la redazione rimase così entusiasta che nel giro di poche settimane non solo andò in rotazione in TV ma entrò anche nella top 100 dei video trasmessi. Successivamente venne inserito nel format “UZONE Lab” dove un presentatore in studio introduceva gli artisti. Una vera soddisfazione, e siamo riusciti a restare in Top 100 fino alla chiusura del programma. Un’altra bella esperienza è stata sicuramente la partecipazione nel 2015 ad una intervista con live unplugged via Skype per la webtv messicana “SayYeahTV”. È un canale seguitissimo con collegamenti contemporanei da cinque Paesi dell’America latina con ospiti di grandi etichette discografiche da tutto il mondo. Siamo veramente soddisfatti di queste esperienze, ci hanno fatto crescere e ci hanno dato fiducia per il futuro.

D. Oltre a te Matteo Ceccarini alla voce un duo di ottimi musicisti e amici…è la formula giusta?

R Quando si è prima di tutto amici le cose vengono sicuramente meglio, ci si capisce a volte anche solo con uno sguardo. Non c’è una formula più giusta di un’altra ma sicuramente se si lascia spazio alla creatività di tutti vengono fuori delle belle cose.

D. Progetti futuri? Quando e dove possiamo ascoltarvi dal vivo a Livorno ?

R Stiamo già lavorando al prossimo disco anche se ancora è in una fase iniziale. È molto tempo che non suoniamo a Livorno, generalmente ci muoviamo nel nord Italia dove il nostro genere viene compreso meglio. Un po’ ci dispiace non poterci esibire nella nostra città speriamo davvero di tornare il prima possibile.

D. Antonio quali sono i tuoi punti di riferimento, musicalmente parlando?

R La musica penso sia la mia vera passione, mi piace studiare e approfondire sia la chitarra che tanti altri strumenti. Penso che la musica sia un mezzo eccezionale per trasmettere emozioni e pensieri dove spesso le parole non riescono ad arrivare. Non ho un artista piuttosto che un altro a cui ambisco di competere. Come tutti ovviamente ho degli artisti preferiti che seguo, soprattutto nell’ambito rock e metal, ma mi piace pensare che un giorno potrei essere io stesso a prendere parte del mondo della discografia. Ho ancora molto da imparare e spero per i prossimi anni di crescere sia come persona che come musicista.

D. La città di Livorno ha sempre “sfornato” da più di 50 anni un gran numero di band…che ne pensi della scena musicale livornese attuale ? Avete luoghi che vi danno la possibilità di esibirvi o tutto è tremendamente difficile ?

R Livorno racchiude dentro di se l’essenza dell’artista vero. Ho sempre pensato che non esiste un’altra città come la nostra. Siamo fatti così, è la nostra natura. Siamo estroversi ma allo stesso tempo geniali. Come dicevo prima musicalmente parlando non frequento da un po’ di tempo la scena musicale livornese quindi non penso di poter giudicare chi ne prende parte. Sono sicuro che ci sono degli artisti validi. L’unica pecca se posso permettermi è quel senso di competitività che ha sempre circondato la scena musicale livornese: credo che di questi tempi la collaborazione e la cooperazione siano più costruttive della competizione. È difficile farsi un nome, è difficile far sentire la propria voce, perché ostacolarsi a vicenda? Per la seconda domanda credo che non sia semplice esibirsi in tutta Italia e Livorno ovviamente non fa eccezione. Dipende molto anche dal genere che un artista suona. Speriamo che in futuro si possa creare un polo artistico nella nostra città dove poter canalizzare tutta questa vastità di artisti (non solo della musica) senza vincoli di vario genere, non so se mi spiego..

D. Chi è in definitiva Antonio Morelli?

R Questa domanda mi fa sorridere. Non saprei davvero rispondere. Sicuramente mi definirei un artista. Oltre alla musica ho anche altre passioni tra cui quella della satira. Gestisco una pagina Facebook in vernacolo livornese con più di 80mila follower, chiamata “Ir bu…llo di tu ma” di cui ho registrato il marchio “IBDTM” e aperto il canale YouTube “Fosso Mediceo”. Soprattutto in questo ambito ho avuto un bel riscontro tramite due serie video cliccatissime sul web: il “Navigatore in livornese” e la “Guida in livornese sulla segnaletica”. Ultimamente con tutti i miei impegni non ho potuto seguire molto la parte della satira ma spero al più presto di trovare nuove idee per poterla rilanciare.

Dopo essermi laureato magistrale in Economia e Management, attualmente sto studiando chitarra elettrica a Firenze quindi un ulteriore obbiettivo sarà sicuramente quello di migliorare anche in questo campo. Ho molti progetti per il futuro, spero ne esca qualcosa di buono, staremo a vedere.

ALI ROOTS

D Ali Roots il reggae ce l’ha nel sangue…come nasce l’amore per questa splendida musica ?

R Il mio amore sfegatato per la buona musica in generale esiste grazie al fatto che fin da prima di nascere, i miei genitori mi hanno esposta ad una grandissima varietà’ di musica che ha influenzato tutta la mia esistenza e il mio crescere senza tv ha sicuramente aiutato la musica ad entrarmi nelle vene. Fin dai primi giorni della mia esistenza su questo pianeta ho ascoltato la migliore musica reggae grazie a mamma e babbo, amanti entrambi del vinile, amanti entrambi dei concerti live, sicuramente hanno gettato delle solide basi per il mio personale sviluppo artistico musicale.

Il mio particolare amore per il genere Reggae e più’ precisamente Roots, nasce verso i 12 anni, quando inizio’ la necessita’ da parte mia di capire i testi e le parole di Bob Marley; iniziai cosi’ un immenso lavoro di traduzione dei suoi testi e l’innamoramento fu totale e irreversibile fin dai primi versi…testi spirituali, sociali, pieni di energia positiva e di Amore Universale, pieni di messaggi importantissimi per tutta l’umnaita’, per il popolo, per gli oppressi dal sistema. Non potrei fare a meno di amare tutti quegli artisti che si sono impegnati per l’emancipazione individuale tramite il potente veicolo Musica.

D Ti sei esibita in molti palchi importanti, raccogliendo sempre consensi positivi…bellissimi ricordi…

R Grazie a Jah fin dai primissimi passi della mia carriera come Ali Roots, ho raccolto consensi positivi e sono stata coinvolta in molti progetti…mi sono sempre sentita guidata da una Buona Stella. Ho avuto l’onore di esibirmi su palchi importanti a fianco di artisti che stimo, ogni volta mi sono sentita esattamente nel posto giusto al momento giusto. Ogni volta ero sempre più’ consapevole del fatto che niente mi avrebbe mai più’ distolto

dalla mia missione musicale. Guadagno forza e determinazione da ogni concerto, ogni palco e’ stato un banco di scuola, ogni volta imparo qualcosa di più’ e conosco me stessa un po’ più’ a fondo. Tutto questo penso e credo sia stato propedeutico alla mia crescita come scrittrice dei miei testi e come individuo, e mi auguro che ogni palco futuro sarà’ un nuovo trampolino per scoprire nuovi orizzonti musicali e spirituali.

D Non è da tutti aprire un concerto per la regina del reggae mondiale Rita Marley…immagino la tua emozione e la tua soddisfazione…

R Si, quella fu un’esperienza incredibile, anche perche’ ero davvero agli esordi della mia carriera, non avevo esperienza, eppure ero stata scelta per aprire un concerto di quella portata davanti a quasi seimila persone…detti il meglio di me, non mi lasciai sopraffare dalle emozioni e mi concentrai sulla performance, almeno feci tutto il possibile perche’ il mio warm up funzionasse. Fu una notte magica, ventosa, mentre cantavo, la salsedine mi entrava in bocca ad ogni respiro e penso che fu proprio questo a renderla indimenticabile, insieme al fatto che appena scesa dal palco, Rita nel backstage mi fece cenno di raggiungerla, era seduta su una poltrona di velluto, la raggiunsi, mi chinai sulle ginocchia e lei prendendomi il volto tra le sue mani mi disse pochissime ma potentissime parole : “Ali, grazie per mantenere viva la memoria di Bob attraverso il tuo messaggio, che Jah ti benedica sempre in ogni cosa che fai”. La mia soddisfazione e il suo incoraggiamento furono incredibili e l’emozione che ne scaturi’fu cosi’ forte che piansi di gioia durante tutto il suo concerto… Questa serata segno’ il mio debutto ufficiale nel business della musica reggae.

D Nel 2012 hai dato alla luce il tuo primo EP dal titolo “Extra Ordinarily”, 5 tracce dove hai messo tutta te stessa, la tua anima…

R E’ vero, quello e’ stato il primissimo lavoro da solista, 5 brani, sicuramente acerbi ma pieni di voglia di esprimere quel fuoco che brucia dentro la mia anima e che mi permette di condividere le mie visioni con il resto del mondo fin dal giorno uno. Col senno di poi posso affermare che questo ep ha aperto la strada al mio album di debutto che sarebbe uscito esattamente un anno dopo, nell’Agosto del 2013, “Starting At The Roots” prodotto dal leggendario dj Top Cat e la NineLivesRecordings in UK. E’ infatti grazie al mio ep indipendente che ho attirato l’attenzione del mio “padrino musicale” Top Cat, che mi ha preso sotto la sua ala, trasmettendomi i suoi insegnamenti di scrittura musicale, e con il quale sto tuttora lavorando sul prossimo ep made in UK.

D Impossibile parlare della musica reggae senza citare Bob Marley, ;trasformò il reggae non solo sotto l’aspetto musicale e ritmico, ma lo diffuse come culto vero e proprio, cambiando notevolmente quelle che erano le radici. Il nome Reggae infatti è dispregiativo, coniato dagli inglesi, per deriderlo. Immagino che parlando di Bob Marley un briciolo di commozione rimane in te…

R Parlando di Bob Marley, posso semplicemente affermare con estrema sicurezza che ha fatto e fa talmente parte della mia vita quotidiana che lo percepisco fin dall’adolescenza come un membro della mia famiglia a tutti gli effetti, una spalla che mi supporta sempre, una persona onesta che mi mostra aspetti della vita nuovi, nuove visioni, spiritualmente connesso, concentrato sull’Amore Universale. Sempre. Al di la’ di tempo, spazio, provenienza geografica, credo, eta’, colore. al di la’ di tutto ciò’ che e’ materiale e insignificante, c’e’ One Love…Un unico Amore.

D Che progetti hai per il futuro, dove è possibile ascoltarti dal vivo, magari nella tua Livorno?

R Sto attualmente lavorando ad un bel po’ di nuovi progetti musicali, collaborazioni internazionali con altri cantanti, produzioni estere, e come ho già’ accennato sto tuttora lavorando sul nuovo ep prodotto ancora una volta dalla mia etichetta inglese NineLives Recordings London-Manchester. Allo stesso tempo grazie a tutte le energie spese in questi anni per tirare su la mia band, i “The Branches” stanno crescendo e adesso la formazione ufficiale fissa e’ composta da Gabriele Porciani aka Groovy alle chitarre da Livorno, Gianluca CasaLunatica Sanza al basso da Potenza e Antonello Ruggy Ruggiero alla batteria da Brindisi. L’uscita del nostro primo disco autoprodotto e’ prevista per l’inizio dell’estate 2018. Prima dell’uscita ufficiale del disco e’ inoltre prevista l’uscita di un paio di single con videoclip estratti dall’album. Ancora non posso svelare di più’ ma probabilmente ci esibiremo a Livorno a Marzo con la band al completo. E comunque dopo l’uscita del disco, porteremo le nostre vibes in giro per l’Italia e l’Europa con un tour pieno di sorprese e ospiti d’onore.

D Nell’ottobre del 2014 hai avuto l’onoredi esibirti all’ Hootananny Brixton, a Londra, la sede più popolare di Reggae e Roots and Culture Music nel Regno Unito…una esperienza unica e di gran prestigio professionale…

R E’ vero, un’esperienza prestigiosa e indimenticabile. Aver avuto l’onore di essere chiamata da uno dei top promoters di musica e cultura Roots Reggae in Europa, Mr Cecil Reuben, ha significato molto per me come artista indipendente, mi ha dato fiducia in me stessa e nella mia identità’ musicale, mi ha insegnato che rimanere se stessi paga. Quella sera il locale era pieno, tutti ascoltavano con grande attenzione le mie parole mentre cantavo, era la mia primissima esibizione all’estero, era la mia primissima esperienza con una band live, ero emotivamente sotto pressione e credo che tutti i presenti abbiano percepito l’importanza che aveva per me quella serata, quello che rappresentava nel mio cuore, le porte che mi avrebbe aperto e gli insegnamenti che ne avrei tratto. Un particolare che non dimenticherò’ mai e’ che, Groovy, il mio fedele e talentuoso chitarrista che era su quel palco con me, insieme ad una band composta da persone che avevamo conosciuto solo la sera prima, e con cui avevamo suonato mezz’ora in sala prove prima dello show…ad un certo punto durante lo show incrocio’ il mio sguardo e una volta nel backstage affermo’ di avermi vista come in uno stato di trance…e in effetti credo che questo descriva accuratamente il mio stato interiore del momento, ero una trance emotiva, musicale e per me stessa sconcertante. In poche parole, indimenticabile, da quel concerto in poi, non avrei mai più’ lottato per camuffare le mie emozioni, ma le avrei lasciate fluire liberamente nella mia voce e con il mio corpo, e non avrei mai più’ permesso alle emozioni di intralciarmi nell’espressione di me stessa sui palchi.

D Ali, nonostante la tua giovane età, hai un rimpianto, un treno sul quale potevi tranquillamente salire e che invece è partito senza di te ?

R Sinceramente il mio assetto mentale spirituale non mi permette di avere rimpianti, davvero, non so come spiegarlo, ma sento che ogni avvenimento e’ stato propedeutico a farmi diventare l’individuo che sono oggi e di cui vado fiera per la determinazione e la costanza e la positività’ che mi contraddistinguono. Riesco a trarre ottimi insegnamenti anche dalle situazioni più’ spiacevoli o negative, e questo mi permette di rimanere sempre in movimento, in un moto interiore costante verso la mia evoluzione come individuo. Senza nessun rimpianto, con una grande voglia di condividere la mia visione della vita con il resto degli Universi. Altrimenti perche’ sarei qui e cosi’?

D La filosofia della musica reggae quanto ha influenzato anche la tua vita di tutti i giorni?

R Sono nata ribelle, anticonformista e individualista, amo la vita in ogni sua forma ed espressione e sono vegana per gli animali. Non mangio carne, ne’ pesce, ne’ uova ne’ latticini. Boicotto chi usa e abusa degli animali non umani che non hanno una voce. Cerco di avere un impatto positivo sul pianeta e sugli animali umani e non umani che incontro sul cammino. La musica reggae contiene un battito e un ritmo che mi ricorda il battito del cuore , battito del cuore che quando mi fermo ad ascoltarlo, mi ricorda la musica reggae, mi ricorda che sono viva per un motivo, che sono viva e che tutti gli esseri tengono alla loro vita. Faccio uso quotidiano di cannabis, e questa potentissima pianta e risorsa della natura, coadiuva la mia meditazione costante, mi aiuta a stare focalizzata , ad essere proiettata verso visioni più’ ampie e meno stereotipate, mi aiuta a liberarmi dai condizionamenti, mi ispira nuove melodie e rappresenta insieme all’argomento alimentazione cruelty free, uno dei topic più’ salienti del mio repertorio musicale. Amo infatti parlare nei testi che scrivo, di esperienze personali che credo possano essere di aiuto ad aprire la coscienza e il pensiero critico dell’ascoltatore.

D Chi è oggi Ali Roots ?

R Ali Roots oggi e’ un idividuo molto connesso alla natura, sempre artistico, creativo e ribelle agli stereotipi, determinato e consapevole della magia e della potente fragilità’ della nostra esistenza umana su questo pianeta. Sempre schierata apertamente dalla parte degli oppressi. Sicura e piena di fiducia nell’Universo e nella sua perfetta perfezione. Certa che ognuno di noi sia qui per svolgere la Sua propria missione a servizio del Tutto. Si Musica Si Vita.

SIMONE LALLI

1 Simone Lalli…one man band. Autobam è cosa tua…

Si dai primi del 2000 ho iniziato a fare cose molto rudimentali con sintetizzatore, batteria elettronica e campionatore, da questi primi esperimenti è nato Autobam.

2 Ti dedichi alla produzione di musica elettronica e sound design…raccontaci

Il fatto di sperimentare con strumenti elettronici e sopratutto con il computer mi ha permesso gradualmente di acquisire una certa dimestichezza con quel tipo di mondo, io lo percepisco come una sorta di artigianato digitale, un’attività che ti permette di essere un pò artista e un pò artigiano, quindi puoi produrre musica, fare remix oppure effetti sonori per sonorizzare video e cose di questo tipo.

3 Prima di dare vita a Autobam eri il chitarrista e cantante del gruppo Flora & Fauna…una esperienza formativa importante…

Assolutamente, per me tutto è iniziato dai flora & fauna. Sono ancora molto legato a quella dimensione.

4 Oltre a musicista realizzi progetti audiovisivi…questo ti ha portato a partecipare a importanti festival italiani e internazionali…cito Elektra Festival, Optofonica e molti altri…una bella soddisfazione

Si infatti, c’è da dire che la prima decade degli anni 2000 sono stati una sorta di rinascimento delle arti digitali legati alla musica e al video, c’erano molte possibilità di suonare e andare in giro per festival sia in italia che in europa.

5 Quali sono i tuoi punti di riferimento musicalmente parlando ?

La lista è molto lunga dovrei citarne davvero molti, ma forse quelli che mi hanno influenzato ad un livello più profondo sono stati quei gruppi/artisti con un approccio più radicale di altri, te ne dico 2 che rappresentano mondi molto diversi tra loro ma che hanno in comune una certa fisicità del suono come Shellac e Pan sonic.

6 Sei sempre a giro per il mondo, ma sei al corrente della scena musicale livornese attuale, che ne pensi ?

Per quanto riguarda le persone e i gruppi in città che conosco da tempo vedo che è aumentata molto la professionalità e il modo di approcciarsi alla musica, molto più concreto e smaliziato. Non so bene sinceramente cosa stia accadendo con i più giovani.

7 C’è qualche musicista livornese con il quale vorresti avere una collaborazione o al limite suonare con lui magari una volta ?

Ho tanti amici musicisti molto bravi, quindi con tanti di loro mi piacerebbe sicuramente, però se devo stare al gioco e dirtene uno mi viene in mente Nello degli Appaloosa, grande batterista.

8 Slave Labor è il tuo ultimo lavoro…qualcos’altro bolle in pentola ?

Ho accumulato un sacco di materiale, di nuove tracce, spero di riuscire a concretizzare qualcosa entro il 2018. E poi forse potrebbe esserci anche in cantiere una ristampa dei Flora & fauna ma ancora niente di ufficiale.

9 Simone hai un rimpianto, una occasione non sfruttata a dovere ?

Bah si sicuramente, ero molto intransigente da ragazzo alcune proposte le ho proprio ignorate senza pensarci neanche due volte, forse un pochino di morbidezza in più mi avrebbe giovato…

10 In definitiva..chi è oggi Simone Lalli ?

Bella domanda… credo semplicemente uno che in qualche modo cerca ancora di fare della propria passione/ossessione un mestiere.

PAOLO MENICAGLI

D Inverno 1970, Stagno, frazione di Collesalvetti, nascono La 5° Dimensione con Paolo Menicagli alla chitarra…

R Tutto vero, credo che il “la” alla nascita della 5 Dimensione lo abbia dato Fabrizio Lodovichi, a me , Massimo e Franco (a Fabio Pardi piacque l’idea, ma poi si è ritirato per impossibilita di essere presente alle prove motivo lavoro). Si devono ringraziare alcuni componenti l’orchestra i Sovrani complesso che già faceva professione, in particolare da parte mia Toscano Demi. Io a quei tempi dopo aver comprato un chitarra acustica, chiesi a Toscano se poteva insegnarmi come suonarla. Ricordo che avevo lezioni di chitarra tre volte a settimana, ero contentissimo, sognavo in grande (ingenuità da 17enne). Lo devo ringraziare moltissimo anche perchè oltre che bravo maestro, capì perfettamente le mie tasche.

Incominciammo a provare nella cantina di Fabrizio e da li nacque la conoscenza con vari ragazzi livornesi che condividevano la nostra passione musicale . Nella cantina delle prove ,abbiamo conosciuto vari personaggi del mondo musicale, Mauro Senesi che si esibi’ con noi durante la festa paesana. Ma fu l’incontro con Massimo Vangi (che aveva gia avuto esperienze musicali con gruppi) e Matteo Battelli che diede vita, conFabrizio ,Massimo ed il sottoscritto alla nascitade la 5 Dimensione. Riuscimmo in poco tempo a mettere su un repertorio di tutto rispetto .

D Prima della festa di Capodanno 1971 lasci il gruppo…che successe?

R Nell’ ottobre 1971 con l’arrivo della cartolina per il servizio militare arrivarono i pensieri, e la rinuncia al gruppo . Non abbiamo mai bisticciato, ma anche adesso non saprei dirti il vero motivo, forse perchè uno di noi lasciò per fidansarsi in casa e vedevo sgretolarsi la nostra amicizia, o forse non ero piu convinto che la passione fosse quella dei giorni dei sogni.

D Quali sono i tuoi punti di riferimento, musicalmente parlando, i tuoi “mostri sacri”?

R I miei punti di riferimento musicali… metteri al primo posto tutti quei gruppi nati i quegli anni : mi piacevano tutti .una preferenza su tutte i Nomadi. Come mostri sacri su tutti Beatles e Rolling Stones. I miei figli per un periodo di tempo ascoltavano Lez Zeppelin.

D Dopo la 5° Dimensione che hai fatto…mica avrai lasciato la chitarra in soffitta ?

R E invece si…negli anni 70, dopo il servizio militare , mi sono fidanzato e ho seppelito l’esperienza e la voglia di suonare.

D Sei sempre in contatto con i vecchi compagni della 5 Dimensione ? Mai pensato ad una reunion in un momento che molti gruppi anni 60 e 70 “ci provano” ?

R Per quanto riguarda l’amicizia con il gruppo è rimasta , ho perso di vista solo Masssimo Vangi ma che attualmente ho ritrovato dopo 45 anni. Come forse saprai ci siamo rimessi insieme per divertirci e tirare su di morale il nostro batterista che purtroppo è stato colpito da una brutta malattia . Una volta alla settimana ci troviamo in un garage e suoniamo per divertimento , abbiamo fatto una specie di reunion, ci siamo anche esibiti con nostra soddisfazione. Abbiamo rimpiazzato chi suonava le tastiere con il cugino di Massimo Vangi, Arturo Morlacchi.

D Chi è oggi Paolo Menicagli ?

R Oggi sono un nonno contento, i rimpianti non sono nel mio carattere.

PAOLO BALDESCHI (PAUL MOSS)

D E’ il 1976 quando nascono “The Evacuees” con Paolo Baldeschi al basso e alla voce…inizia la tua bella avventura musicale.

R Mamma che ricordi…eravamo giovani, pieni di entusiamo e di idee

D Ben presto il gruppo cambia nome…i Ramblers: per voi la musica non ha segreti, preparati, ottimi musicisti, che scrivevano anche “pezzi” propri, con concerti seguiti da un folto pubblico…che ricordi hai?

R In realtà segreti ne aveva e ne ha ancora… c’è sempre qualcosa da scoprire.

Eravamo giovanissimi e tutti molto presi dalla musica… mentre i nostri coetanei andavano a giocare a pallone e la domenica a ballare noi passavamo le giornate al fondo a suonare … senza sentirne la fatica… anzi sembrava che più suonassimo e più accumulassimo energia… beh si parla veramente di molti anni fa… i Ramblers si sono sciolti nel 1981…

D Una volta terminata l’esperienza Ramblers la gente inizia a conoscerti come Paul Moss…come e perchè avvenne questa trasformazione ?

R In realtà dopo i Ramblers ho avuto un’altra band… forse la più importante … quella che mi ha fatto capire che da grande avrei voluto fare il musicista, Immigration Office Band (I.O.B.).

La band nasce per caso nel 1982.

Roberto Barsi, livornese anche lui ma già da più di quindici anni trasferitosi negli States, in una sua parentesi livornese decide di formare una band… in quegli anni era tutto diverso da oggi… io bazzicavo il negozio storico di Tony “Music City” dove molti come me lasciavano il propio numero di telefono nella speranza di essere contattati per progetti musicali.

Fu cosi che io e Roberto ci conoscemmo e da li fondammo gli I.O.B.

La band ha avuto diverse formazioni dal 1982 al 1987 … cinque anni intensi dove ho scoperto il mio amore per quella terra così lontana … gli States dove nel 1983 a diciotto anni e un mese sono andato per la prima volta.

Dopo lo scioglimento della band ho intrapreso la carriera da solista pur continuando a collaborare con altri musicisti.

Il fatto di essere da solo mi ha dato la possibilità di fare esperienze in giro per Italia e Stati Uniti… se capitava un ingaggio potevo decidere senza dovermi preoccupare di lasciare una band… questo ha fatto si che abbia potuto suonare in situazioni diverse che mi hanno fatto crescere.

D La tua carriera musicale , che dura tutt’oggi con ottimi risultati, è stata ricca di soddisfazione per te…sei molto conosciuto in città e non solo…raccontaci qualcosa in breve di questo tuo percorso…

R Molto probabilmente sono più conosciuto fuori che a Livorno… sono 34 anni che faccio il musicista di professione e questo mi ha portato a vivere in diverse città e nazioni.

Se vuoi fare il musicista full time devi essere disposto a girare… non mi è mai pesato essere sempre con la valigia in mano… anzi mi ha sempre dato una forte carica e anche una forte dose di curiosità nel conoscere musicisti di altre zone.

Suonare negli States per me è stato, e lo è ancora, molto stimolante … ho conosciuto molti musicisti con cui ho suonato che mi hanno fatto scoprire come essere me stesso su un palco… alcuni con cui tutt’oggi sono in contatto… ho fatto parte di band importanti … di spettacoli musical che mi hanno fatto crescere anche in ruoli musicali che non avrei mai pensato di ricoprire.

Dal 2002 al 2004 sono stato il chitarrista di Alexia,

Ho contribuito alla realizzazione dell’album che ha fatto vincere Alexia a San Remo del 2003, portato poi in Tour in tutta Europa.

In questi anni tra collaborazioni varie ho portato avanti anche un mio progetto di musica originale… questo mi permette di portare avanti ancora il lato più artistico… c’è sempre una parte di me, anche se non sono più un ragazzino, che sogna di poter vivere con la propria musica… cosa molto difficile oggi.

D Quali sono i tuoi punti di riferimento, i tuoi generi musicali preferiti ?

R Il Pop, Rock, Country e Blues sono i generi che prediligo… ma non disdegno altri generi… se una canzone mi trasmette delle buone vibrazioni non guardo da che genere proviene.. la musica è bella tutta!!!

Sono cresciuto con i Beatles… loro sono il mio riferimento più grande… John Denver altro artista che mi accompagna fin da piccolo… sono tanti gli artisti che amo… Clapton, Queen, Journey, Pink Floyd, Knopfler e molti altri ancora.

D E’ dagli anni 70 che sei sulla scena musicale…per molti sei un punto di riferimento tu stesso…è molto cambiata Livorno musicalmente parlando ?

R Non so se sono un punto di riferimento… se lo sono, non posso che esserne lusingato e non nascondo che può farmi un gran piacere.

Non conosco molto la realtà livornese attuale… visto che non la vivo moltissimo… sicuramente è cambiata… ma non so dirti se in meglio o peggio… la tecnologia oggi sicuramente fa si che le nuove leve abbiano tutto a portata di mano… cosa che 40 anni fa te lo sognavi… dovevi fare tutto da solo … e tra pochi amici musicisti ti scambiavi quel poco che ognuno di noi sapeva… Mi sembra che negli ultimi anni, ma questo non solo a Livorno, il suonare o fare qualcosa di artistico sia diventato più una moda… mentre prima si suonava perché ci piaceva e basta… magari mi sbaglio…

D Che stai facendo al momento? Cosa “bolle in pentola” , dove possiamo ascoltarti a breve?

R Al momento continuo le mie serate in giro per L’Italia e Svizzera, mi esibisco molto spesso da solo, ma ho anche una band…una band di amici “Paul Moss & Friends” ci conosciamo da molto tempo… con Luca Boldrini, il batterista, abbiamo iniziato insieme a suonare esattamente 40 anni fa.

Con Gianluca Fastame, il tastierista, ci conosciamo da metà anni 80.

Fabrizio Favini, il bassista, è l’ultimo arrivato… suoniamo insieme dal 2007.

A breve dovrei iniziare a registrare nuovi brani…

D I tempi sono cambiati, inutile negarlo…è possibile al giorno d’oggi vivere di musica ?

R Vivere di musica oggi come oggi non è facile… ma non impossibile… i tempi sono duri e devi combattere con tante problematiche… in Italia è forse più dura che da altre parti… ma con dedizione, impegno e sacrificio si può raggiungere la meta!

D Paolo, hai un rimpianto, una occasione che se possibile, sfrutteresti meglio ?

R Ci sono state delle situazioni che oggi affronterei in maniera diversa… ma con il senno del poi tutto sarebbe facile… Quindi come dico in un brano scritto un po’ di tempo fa “ I Have No Regrets… I’d do it all again!!!”

D Chi è oggi Paolo Baldeschi alias Paul Moss ?

R Chi sono io oggi?

Lo stesso ragazzo che sognava di fare il musicista… siamo gli artefici del nostro destino… vivo e cerco di vivere facendo quello che amo e spero che questo arrivi alle persone che mi sono vicine.

La musica mi permette di esprimere il meglio di me… quando a fine serata vedo persone che hanno passato una bella serata ascoltandomi, mi fa sentire bene sapere che ho contribuito a tutto questo.

MARIO FIORI

 

D 1967..Mario Fiori, chitarrista, membro del gruppo Le Talpe…ne è passato di tempo

R 1965 5 Dicembre , debutto alla ”Cometa d’oro” Cinema di Antignano con i ” THE NUTCRACKERS”…poi San Silvestro dello stesso anno Bagni Fiume con detto gruppo.

Successivamente il passaggio a ” LE TALPE” nell’estate 67 con serate allo ” Scoglietto” di Rosignano Solvay.

D Poi nel 1969 ti troviamo nel gruppo I Teschi…sempre alla chitarra…

R Ancora 67 passo ai ”THE POCKERS” gruppo Rithm and Blues,,con il quale rimango sino al 1968 dicembre ( circa) e si, in quello stesso anno passo a ” I TESCHI” dove riamango sino al 70 quando ci sciogliemmo e io feci qualche serata con il mitico Maestro ”SILVESTRINI’ .

D Alla Canniccia del Pasquini eravate di casa…bei tempi

R Più che belli: splendidi, unici, irripetibili. La gioventù era la nostra forza…ci sentivamo invincibili…il futuro era nostro.

D E dopo i Teschi con chi hai suonato?

R Nel 71 mi cercarono I LORDS dove con varie modifiche sono rimasto sino aL 1986 ( LORDS/ANONIMA SPA/NEW LORDS.)

1986/1990 FELIX TRIO. (Trio di Musica Internazionale.)

1990/1994 .”TRIO NONSOLOLISCIO”.

1995 I POPCORN ORCHESTRA SPETTACOLO.

1996 ALMAR DUO .(DUO SALA LISCIO PIANO/BAR)

1996 AD OGGI ” THE FLOWERS HARMONY INTERNATIONAL MUSIC, ovvero io e mia moglie Susy Cerreto.

Ho dato nel tempo collaborazioni a varie entita’, stile il TROLLSLAB” di Pino Scarpettini dove insegnavo a titolo volontario (tanta soddisfazione devo dire) storia della musica contemporanea.

Ho avuto la fortuna di recarmi al Festival della Canzone Italiana di SanRemo proprio con il suddetto TROLLSLAB.

Abbiamo inventato di ”Sanapianta” dal 1999: io, mia moglie e Alberto Funaro noto showman livornese con il quale collaboro appunto dal 1995,

Inoltre collaboro con il ”MUSIC BUS PER LA SOLIDARIETA’ che 3 o 4 volte l’anno si ferma in vari luoghi della citta’ per enti benefici..(TELETHON ed altro…)

Con mia moglie abbiamo suonato in vari luoghi abbastanza importanti, abbiamo fatto crociere seppur ”piccole” e ci siamo fatti anche delle esperienze all’estero. Abbiamo collaborato anche con personaggi del calibro del compianto Niki Giustini e Leonardo Fiaschi.

D Mario Fiori, chitarrista ma anche tastierista nonchè cantante…un artista a tutto tondo..

R Gli strumenti che suono sono: chitarra ( primo amore) keyborads , armonica a bocca, fisarmonica, basso e quando mi rimettero a studiarlo il flauto traverso che veramente e’ difficile. Non ho una voce eccezionale ma canto, sopratutto in inglese perche quella nusica di oltreoceano ed oltremanica l’ho nel cuore. In questi ultimi tre anni mi sono dato anche alla presentazione di alcuni spettacoli gia’ confezionati.

Per finire, io e mia moglie curiamo la sezione musica del Circolo Ricreativo della Provincia di Livorno.

D Spesso e volentieri ti vediamo esibirti in concerti “on the road”…segno che non hai mai smesso di fare musica…il segreto per non invecchiare…

R In effetti non ho nessuna voglia ( finchè “arreggo” hahahaha) di attaccare la chitarra al chiodo.

D Che effetto ti fa sentirti chiamare “maestro” ? (non dire di no, sono testimone…)

R Mi fa molto piacere che mi chiamino maestro, ma purtroppo non avendo un diploma ( sono stato testone) purtroppo non lo sono, e onestamente io lo dico sempre!!

D Mario, qualche rimpianto, qualche occasione perduta scioccamente?

R Rimpianti? SI uno: quando avevo 11 anni, e gia suonavo la fisarmonica, la mia famiglia mi iscrisse al ”CONSERVATORIO BOCCHERINI ” di Lucca ed io dissi no, oggi non lo avrei fatto. .

 

D Progetti futuri, magari per Natale, dove possiamo sentirti ?

R Per il 17 di dicembre potrete ascoltarci nell’aerea Ghiomelli in via Firenze con un’altra manifestazione da noi creata ” Quelli del Music Bus, ” dalle ore 14,30 ALLE ORE 19,30

10 Chi è oggi Mario Fiori ?

Oggi Mario Fiori nonostante i suoi 67 anni è una persona ottimista, con il sorriso sulle labbra sempre pronto a far sorridere la gente e allietarla con la sua musica. Da notare che i nostri due figli Simone e Stefano, pur facendo altri lavori, sono nel mondo della musica e poi in quest’ultimo anno mi sono rimesso anche a comporre…….

 

MASSIMILIANO ESPOSITO

D Chitarrista da sempre immagino…come è nato questo amore ?

R Da piccolo avevo una chitarra a 12 corde di mio fratello . Pian piano ho cominciato a strimpellare pezzi di Neil Young, Pink Floyd ecc fino a prendere passione per la chitarra elettrica .

D Mancino…un marchio di fabbrica…

R Si … Ma il paragone con i mancini famosi non regge ahahah …

D Il tuo gruppo sono i Vintage Again..bel gruppo, potente…come vi siete “messi insieme”?

R Sono arrivato per ultimo in sostituzione di un amico comune . Il resto del gruppo è nato dalla passione per la musica di vecchi amici

D Oltre ai Vintage hai fatto parte di qualche altro gruppo?

R In passato ho fatto parte di altre band . Le più importanti sono state ovviamente la prima, messa su con un amico che purtroppo non è più tra noi ; poi ricordo con piacere i Dilemma che mi hanno permesso di girare per la Toscana vincendo qualche rock contest e la cover band dei pink Floyd i Rumore Rosa nel recente passato, e con i quali ho veramente visto un sacco di gente alle serate . Adesso per ultimi in arco temporale i Vintage Again . Mi dispiace non aver citato altre esperienze per ovvio spazio …

D Nel vostro repertorio molto hard rock ma non solo, quali sono i tuoi generi di riferimento e le tue fonti di ispirazione?

R Cito su tutti Led Zeppelin e Pink Floyd .

D Progetti futuri tuoi e del gruppo…che bolle in pentola?

R Nuova chitarra e nuove cover … Ci prepariamo per la prossima stagione estiva muovedosi anche in questo periodo Abbiamo gusti diversi e il repertorio spazia proprio per questo e per chi ci ha visto e sentito questa caratteristica affiora ,stiamo carburando …..

D In pratica non c’è un evento musicale dove non siete tra gli invitati…segno che siete un gruppo con un seguito e molto rispettato…una bella soddisfazione…

R Certo ! Bellissima soddisfazione , ripaga di tutto quello che facciamo

D Massimiliano, hai un rimpianto, una occasione non sfruttata che avrebbe potuto cambiare la tua vita, musicalmente parlando ?

R Si ho avuto buone occasioni ma più che rimpiangere il passato preferisco ricordarle come esperienze piacevoli e suonare con tutta la passione che ci ho sempre messo adesso.

D Livorno e la musica, molti gruppi, buona musica…un connubio indissolubile…

R Vero. Da anni Livorno offre buone band . E ultimamente ci sono più locali dove è possibile suonare e sentire gruppi dal vivo . Prima non era così facile e se volevi sentire gruppi suonare andavi nelle cantine ….

D Chi è oggi Massimiliano Esposito?

R Un musicista dilettante che mette tutta la passione possibile nella musica . Quando prendo la chitarra in mano divento un bimbo piccolo con un nuovo gioco e quando suono l’ assolo di Confortably Numb mi sento quasi serio e lo sento mio ( scusa David non lo dico più ).

FABRIZIO LODOVICHI

1 1971, dalle ceneri della 5° Dimensione nascono i Medyum…

R Esatto, terminata l’esperienza con la 5° Dimensione nacque questo gruppo…bel gruppo, ottimi musicisti.

2 Il vostro debutto per la festa di fine anno al Ristorante Lido di Vada…bei ricordi

R Molto emozionati ma decisi a far bella figura, il ristorante ci sembrava il Lido di Parigi.

3 Una altra esibizione, questa volta al ristorante La Chimera di San Vincenzo , sempre un ultimo dell’anno, stavolta 1973, vide il vostro ultimo concerto..che successe?

R Successe che metà complesso partì militare: in pratica l’Esercito e la Marina sciolsero il gruppo.

4 E dopo i Medyum che hai fatto, mica hai smesso di suonare ?

R Non ho mai smesso completamente ma mi sono ritrovato a fare le prime messe beat!

5 Quali i tuoi batteristi preferiti, i tuoi “mostri sacri” ?

R Senza dubbio Tullio De Piscopo e il mio maestro Enrico Demi del complesso I Sovrani.

6 Che ricordi hai della scena musicale livornese di quegli anni…immagino belli, struggenti e pieni di nostalgia…

R Nostalgia è dir poco. Erano momenti durante i quali ti sentivi padrone del mondo, eravamo tutti giovani e pieni di speranza.

7 Un “uccellino” mi ha detto che in programma c’è una reunion della 5° Dimensione…solo voci ?

R L’uccellino ha detto la verità: abbiano ripreso a strimpellare e dopo 30 anni ci ritroviamo a suonare in un garage.

8 Una domanda obbligatoria per un batterista: Charlie Watts dei Rolling Stones ha sempre detto che il “Culo” che conosce meglio è quello di Mick Jagger perchè da più di 50 ani se lo ritrova davanti sul palco…quale è il “tuo culo” ?

R Senza dubbio il mio culo è quello del mio chitarrista Massimo Vangi.

9 Fabrizio…un rimpianto, una occasione non sfruttata che musicalmente parlando avrebbe potuto cambiare il tutto ?

R No, nessuna occasione importante è andata persa. E’ andato tutto come doveva andare.

10 Chi è oggi Fabrizio Lodovichi?

R Oggi Fabrizio è una pensionato che da oltre 30 anni si occupa di volontariato; sono presidente dell’ AVIS intercomunale di Collesalvetti e segretario del gruppo AVIS di Stagno

MARCO CALURI

D E’ il 1970 quando un gruppo di giovanissimi (età media 15 anni ) formano The Ice Cold, tu eri alla batteria…

R Giovani, giovanissimi, pieni di entusiasmo e voglia di suonare.

D Cantareferendum del Tirreno, Imperiale, Tiffany, Altro Mondo vi vedevano ospiti fissi…

R Si, avevamo la fortuna di suonare regolarmente e credi, non era facile.

D Terminata l’esperienza Ice Cold nel 1972 nasce “la Mente Corta” con Marco Caluri alla batteria…bei tempi

R Bel gruppo, ottimi musicisti. Facevamo ottima musica e ci siamo tolti molte soddisfazioni.

D Il debutto avviene nel giugno 1972 in grande stile allo Stadio Comunake di Livorno per l’evento Estate Insieme presentato da Loretta Goggi e Renzo Arbore. Voi interpretaste il pezzo dei Jetro Tull “Bouree” e riscuoteste un grande successo, tanto da essere premiati con il Telegatto in medaglia d’argento…una bella soddisfazione

R E chi se lo scorda…Un sacco di gente sugli spalti, nella tua città…da brividi

D Riferendosi ad un raduno del 22 luglio 1972, il Festival Pop di Bottagna (La Spezia), dove insieme a gruppi come Banco Mutuo Soccorso, Semiramis, Claudio Rocchi c’era anche La Mente Corta, la mitica rivista musicale Ciao2001 scrisse: Non era Woodstock ma la buona musica c’era…che ricordi hai?

R Bellissimi. Sono quelle esperienze che ti porti dietro tutta la vita…si, fu una piccola Woodstock, la nostra piccola Woodstock.

D Nel 1973 entra a far parte del gruppo Antonio Favilla, grande tastierista, che ormai non è più tra noi…

R Poco dopo che Antonio Favilla si unì a noi entrarono nel gruppo anche Icilio lanini al sax e Riccardo Ciangherotti al trombone, poi per un breve periodo anche Beppe Angiolini alle percussioni e Frank Raya al sax.

Per comprare nuovi strumenti e un mega impianto voci, decidemmo di fare sala e preparammo un megarepertotio rock blues, dai Deep Purple a James Brown. Con i fiati facevamo pezzi bellissimi (3 sax e un trombone). Nel periodo che facevamo sala venne l’obbligo di avere un repertotio di liscio e per una stagione abbiamo avuto anche un trombettista, fisarmonicista, del quale purtroppo non ricordi il nome. Continuammo però a provare nostri pezzi nella mitica cantina sotto Le Sughere.

Abbiamo fatto due concerti che ricordo bene: in piazza della Repubblica facemmo da spalla a De Gregori e un concerto tutto nostro al cinema alla La Rosa.

D Alla metà degli anni 70, con il successo alle porte, il gruppo si sciolse…che successe?

R Il gruppo non si è sciolto subito ma dopo la mia uscita e quella di Antonio hanno continuato a fare sala per un bel po’.

D Dopo l’esperienza Mente Corta insieme ad Antonio iniziaste una collaborazione con Checco dei Giganti, con il quale diventaste il gruppo di Gianni Bella…in poche parole divenne la tua professione…raccontaci

R Non tutti potevano fare la professione, Guglielmo lavorava al Cantiere ed era sposato con figli, Ivo Giannetti lavorava a Camp Darby e si doveva sposare, Icilio Lanini studiava,…Checco cercava musicisti e Antonio lasciò il gruppo

Dopo parecchi mesi mi chiamò per anadare a Milano in sala di incisione con Checco…andai, gli piacqui e rimasi con loro fino alla tournee con Gianni Bella.

Con Checco era un bel gruppo da sala: 2 batterie, io e uno di Spezia (bravo), suonavamo davanti a 5/10 mila persone e guadagnavamo bene. Checco era cocainomane (non l’ho mai visto mangiare…solo bere) e anche Antonio Favilla cominciava a fare uso di droghe pesanti ed io ho passato molte notti insonne con lui a parlare inutilmente.

Nel nostro gruppo c’era anche il mitico Enrico Rosa alla chitarra, un mostro di bravura.

D E dopo questa esperienza mica avrai attaccato le bacchette al chiodo ?

R Finita la tournee con Gianni Bella, bravissima persona, grande compositore, ma pessimo cantante, il quale aveva la lunga permanenzas in classifica al primo posto con la canzone “Non si può morire dentro”, mi presi un periodo di riflessione.

Trovai la donna e mi feci convincere dai miei a lavorare con loro : mamma aveva il negozio “Uomo” e mio padre due bancarelle al mercato (lavoravo molto ma il guadagno era ottimo). Per 10 anni non ho più suonato.

Nel 1989 mi sono separato e nel 1990 Antonio Favilla mi propose di “rimettere su” un gruppo.

Grandi musicisti, tra i quali Vittorio Alinari, polistrumentista, grande pianista, saxman e vibrafonista eccezionale . Abbiamo fatto un mese in Svizzera, sale molto rock, ma dopo meno di un anno è finito tutto. Altri 10 anni senza suonare.

Ho ricominciato poi con alcuni amici tra i quali Ivo Giannetti al contrabbasso e Icilio Lanini al sax: per hobby ci troviamo ogni tanto nelle sale prova e facciano jazz. Mi diverto molto.

Ora sono fermo a causa di una fratura omero e polso sx (caduto da una scala in casa), ma sto ricominciando con un trio.

D Una domanda che faccio a tutti i batteristi: Charlie Watts dei Rolling Stones ha sempre detto che il “suo culo” è quello di Mick Jagger perchè da più di 50 anni se lo vede davanti ad ogni concerto…quale è il “tuo culo” ?

R Il mio “culo” è stato Antonio Favilla, il feeling musicale e umano che avevo con lui è stato unico. Ho sofferto molto per lui e probabilmente la sua morte è stata la causa del mio stop alla professione.

D Marco, un rimpianto, una occasione non sfruttata a dovere, un treno sul quale non sei salito ?

R A 23 anni avevo il progetto di andare a studiare in America…chissà!!!

D Chi è oggi Marco Caluri ?

R Adesso faccio il fotografo, anzi il paparazzo, .

La creatività che non posso avere nella musica la sfrutto nella fotografia che è la mia vita sia lavorativa che artistica.