CLAUDIO DE GIULLI

D Claudio De Giulli , batterista da sempre immagino, per la gioia sfrenata dei tuoi vicini di casa…

R Si molto contenti, perché suonavo proprio nella cantina di mia proprietà ma ero nel condomino,e sopra abitava una signora…. Ogni domenica provavamo, ed era il lontano 1986/87…trovammo un accordo ma poi ci mandava sempre la polizia,..quella band era composta da me, mio fratello alla chitarra, Silvano Storpi seconda chitarra e Roberto Rudniki al basso

D Sei conosciuto, oltre che come Claudio Drums anche come Satomy…svelaci il perchè…

R Drums ovviamente perchè suono la bettria, Satomy..perché quando ero un po’ più giovane, somigliano a Satomy dei Bee Hive, il tastierista del cartoni animati Kiss me Licia..per via dei capelli e dei lineamenti..

D Te e la Thunder Band…raccontaci

R La Thunder Band vide la luce nel 2017 a Volterra, poiché in quel periodo stavo lavorando da quelle parti. Il gruppo venne a suonare nel ristorante dove prestavo servizio e dove si faceva musica dal vivo…quel giorno mancava loro il batterista…mi fecero un breve provino e subito arruolato. Fu una bella esperienza di oltre un anno…poi dovetti tornare a Livorno…

D In quale band hai militato nella tua carriera ?

R Dopo la band nella cantina di Via Donnini fu la volta dei Danger Out nel 1986, una metal band, gli Ard As Wood con Riccardo Carboncini alla chitarra dove iniziammo a prendere impronte blues, i Dieci Diaz, poi con i Litfiba di Piero Pelù nel 1989 durante una jam al Tenax di Firenze. Con loro ho conosciuto Renzo Arbore, Gianni Morandi, Renato Zero. Poi infine i Patrick di Pistoia.

D Qual’è il tuo genere preferito e i tuoi mostri sacri, quei batteristi che imitavi magari davanti allo specchio da bambino ?

R Su tutti John Bonham dei Led Zeppelin che ho sempre cercato di imitare; poi Billy Cobham e il grande Tullio De Piscopo che adoro.

D Progetti futuri ? Concerti in vista ?

R Il progetto presente più importante è che finalmente ho superato i miei problemi di salute e sono tornato a suonare dopo due anni e mezzo dopo aver sconfitto ben due tumori. Al momento faccio parte di due band…i New Band e i Ever Haven con Claudio Di Paco che debutteremo proprio a Livorno il 20 dicembre.

D Sei un insegnante di Batteria speciale solo per disabili … una grande cosa, che denota un grande cuore e una sensibilità straordinaria…come nasce e si sviluppa questa idea ?

R Nasce a Volterra dove conobbi un ragazzo disabile che non muoveva le mani ma aveva bel mobili i polsi: mi venne d’istinto di metterle le bacchette davanti e con i polsi iniziò a bacchettare come se lo avesse già fatto altre volte e così tutto ebbe inizio. Devo soltanto ringraziarlo perchè mi ha fatto conoscere un mondo a me sconosciuto, mondo che ho approfondito a Livorno alla Scuola Sacro Cuore dove faccio volontariato per ragazzi disabili appunto. Devo dire che il tutto è un dare e ricevere perchè io do loro in fatto di insegnamento musicale, loro danno a me in fatto di umanità.

D Che rapporto hai con la città di Livorno, città che ha dato i natali a migliaia di musicisti, pensi che “potrebbe dare di più” o sia prigioniera del suo provincialismo ?

R Io amo Livorno, stravedo per Livorno ma purtroppo le iniziative sono pochissime, spazi quasi inesistenti. Livorno è una città di artisti straordinari ma purtroppo non riesce ad aprirsi, non riesce a scrollarsi di dosso un provincialismo antico che la soffoca.

D La batteria e i giovani…uno strumento che ha sempre affascinato, ti sembra che qualcuno “venga su bene “?

R La batteria è uno strumento bellissimo…il primo rullìo non si scorda mai. In città ci sono moltissimi giovani che si sono avvicinati allo strumento e se devo fare un nome, anche se giovanissimo poi non è più dico Leandro Bartorelli, tra i giovanissimi Alessandro Formichi e Claudio Ghiavetti.

D Una domanda che faccio a tutti i batteristi: Charlie Watts dei Rolling Stones ha detto che il suo culo di riferimento è quello di Mick Jagger perchè sono più di 50 anni che se lo vede dimenare davanti sul palco…quale è il tuo culo?

R Capisco la domanda “dal lato musicale” ma devo dire che il “mio culo” è quello Di Jennifer Lopez…lo so, non ha mai suonato nella mia band ma scelgo lei comunque !

D Chi è oggi Claudio Drums “Satomy” ?

R Un uomo che si è fatto da solo, che ha lottato tantissimo e sta lottando tutt’ora, un musicista che si è anche improvvisato attore recitando nella fiction “I Medici” ma anche “pesciaiolo” in quanto provengo da una famiglia di pesciaioli e cameriere. Una persona che non ha mai ricevuto un aiuto dall’esterno ma invece sempre pronto a dare aiuto a chi ne ha bisogno.

FABRIZIO MARCONI

D Fabrizio Marconi, cantante da sempre

R Eh si, da quando ho imparato ad apprezzare la musica ho iniziato a cantare

D Hai fatto parte di qualche gruppo ?

R Korkovado, Rayo Hortina, No Radical Change, Cheeky Muff e Vietnow

D Cosa ti hanno lasciato queste esperienze ?

R Molta musica, molte amicizie e…molte bevute.

D Quali di queste ti fa provare un po’ di “nostalgia” ?

R Sono state tutte esperienze piacevoli ma quelle con i No Radical Change e i Vietnow, dove facevamo cover dei Rage Against Machine, hanno avuto qualcosa in più.

D Quale il genere con il quale vi presentavate al vostro pubblico ?

R A parte le covere dei Rage il nostro genere era molto Metal, Crossover, Metal core

D I tuoi punti di riferimento, i cantanti che “cercavi di imitare allo specchio ?

R Phil Anselmo dei Pantera, Jonathan Davis dei Korn e Max Cavalera dei Sepultura

D Purtroppo hai smesso di cantare…che è successo ?

R E’ successo che purtroppo il lavoro ha iniziato a portare via tutta la mia giornata e tempo per prove e concerti non ne rimane …anche se…no niente..

D Come non niente…cosa significa quel anche se…

R Significa che forse e ribadisco forse il 27 dicembre ci potrebbe essere una reunion dei Vietnow…forse…

D Come vedi il panorama musicale della nostra città ?

R Livorno è morta, dispiace dirlo ma è così. I ragazzi di oggi a 17 anni hanno in testa solo il telefonino..noi ci rinchiudavamo nei fondi a suonare…

D Tutti noi abbiamo un rimpianto , un rimorso…raccontaci il tuo

R Mi limito a dire che purtroppo non ho pigiato sul gas quando dovevo e non dovevo fare una certa scelta…non chiedermi altro.

D Una curiosità : perchè il soprannome “orso” ?

R Perchè pesavo qualche chilo in più e il mio carattere non era proprio docile…

D Chi è oggi Fabrizio Marconi ?

R Sempre un orso ma con 30 chili in meno, che ancora ascolta, guarda e…s’incazza !

MATTEO NICCOLINI

D Matteo Niccolini, bassista…chitarrista pentito o bassista convinto ?

R Assolutamente bassista convinto al 100%! Suono con piacere anche la chitarra, ma il primo amore sono assolutamente le 4 corde…non riesco neanche ad immaginarmi a suonare su un palco senza il mio fidato basso.

D Fai parte del gruppo Manifesto..ottima band, ottimi musicisti…come nasce questo progetto ?

R Il progetto nasce ormai nel lontano 2007 da me e dal chitarrista/cantante (e soprattutto amico) Alberto Romito. Avevamo 14 anni e decidemmo di mettere su una band quando eravamo compagni di banco alle scuole medie. Da lì in poi non ci siamo più fermati, cambiando musicisti, generi e modo di suonare anche grazie all’incontro del nostro attuale (e speriamo ultimo) batterista: il mitico Pietro Bertucci.

D Il vostro sound si può identificare come pop rock, con la peculiarità di essere cantato in italiano e soprattutto con un repertorio originale e, cosa rara, con tutti pezzi vostri…

R Sì Massimo, non nego che proponiamo molte cover quando suoniamo, ma il nostro obiettivo principale è quello di proporre pezzi propri rigorosamente in italiano. Il progetto ha preso questa direzione e ne siamo molto orgogliosi.

D Molti palcoscenici livornesi vi hanno visto protagonisti con la perla di aver vinto nel 2010 il concorso “ Navyas” in Fortezza Vecchia…soddisfatti ?

R Il primo premio al concorso “Navyas” in Fortezza Vecchia è rimasto assolutamente uno dei ricordi più belli della nostra carriera musicale. Avevamo 15 anni più o meno e fu proprio una gioia quando il grande Roberto Napoli ci chiamò a ritirare il premio.

D Prima del Manifesto hai suonato in altri gruppi ?

R Ho suonato in diversi gruppi nel corso di questi anni, ma sempre in parallelo con i Manifesto che è il mio gruppo principale…non potrei mai far passare questa band in secondo piano. Sono la mia famiglia.

D Progetti futuri ? Concerti a breve ?

R Al momento ci stiamo organizzando per registrare il nostro primo album dopo tanto tempo, per proporre al meglio i nostri pezzi originali…speriamo in bene!

D Paul McCartney, John Entwistle o chi altro? Quali i tuoi punti di riferimento ?

R Due grandi nomi e due grandi punti di riferimento, ma mi sento di rispondere che, come modo di suonare, preferisco Paul McCartney. Forse è il cuore che parla, ma secondo me ha veramente rivoluzionato il modo di suonare questo strumento. So di non dire niente di nuovo, ma pagherei oro per aver scritto almeno una linea di basso di Paul. Un esempio per tutti i musicisti.

D Pensi che a Livorno, città dalle mille band, ci siano spazi sufficienti per i gruppi ?

R Questo, a parer mio, è un tasto un po’ dolente per noi musicisti labronici, in quanto non ci sono molti spazi per suonare. Molti locali non prendono seriamente il lavoro che c’è dietro un progetto musicale, altri chiamano sempre i soliti nomi (seppur ottimi musicisti, sia chiaro) ed altri ancora ti chiamano solo “se porti gente”.

Non si investe più nel lavoro originale e non si dà più fiducia alle band che lavorano sulla propria musica nonostante le difficoltà.

D Matteo, tutti noi abbiamo un rimpianto che a volte non ci fa dormire la notte…parlaci del tuo…

R Forse avrei voluto investire più tempo e più studio nel mio strumento per poter fare della mia passione un lavoro…ma non è proprio un rimpianto, mi ritengo soddisfatto del percorso fatto e poi … “chi vince muore giovane, mentre le sconfitte ti tengono in vita”.

D Chi è oggi Matteo Niccolini ?

Matteo Niccolini è oggi un ragazzo che vuole suonare per cercare di coprire con le note del proprio basso, i problemi che spesso ti fanno venir voglia di mollare tutti gli svaghi. W la musica, W i Manifesto

DANIELE PELISSERO

D Daniele Pellissero…cantante

R Cantante è un parolone…mi piace più essere definito intrattenitore, organizzatore di eventi, un musicista che fa cantare gli altri e gli accompagna con il suo pianobar

D La tua una passione che hai scoperto in tempi remoti…

R Certo, è dall’età di 18 anni che mi diverto e faccio divertire gli altri attraverso la musica e il canto

D Hai frequentato qualche scuola, qualche corso di approfondimento come si usa dire oggi ?

R No, sono un vero autodidatta, in pratica ho fatto tutto da solo. Sono anche un cosi detto cantautore che ha scritto parole e musica di alcuni brani.

D So che da un po’ di tempo ti esibisci in duo…

R Si, sono 5 anni che salgo sul palco e in ogni dove con Azzurra Lorenzini, mia compagnia di scena e di vita. Io sono più “cantautorale”, lei invece è un’ottima cantante pop e soul. Pensa che debuttammo insieme 5 anni fa al Teatro Goldoni…una soddisfazione !

D Quali sono i tuoi/vostri punti di riferimento ?

R Come ti ho detto io adoro i cantautori stile De Gregori e Vecchioni…Azzurra invece Tracy Chapman e Amy Winehouse.

D Progetti Futuri ?

R Girare ed esibirci come abbiamo sempre fatto in tutta Livorno e Provincia, Pisa e Provincia e Toscana tutta. E poi continuare nella nostra opera di beneficenza: infatti spesso e volentieri veniamo chiamati ad esibirci per questo scopo e noi accettiamo sempre di buon grado. Strappare un sorriso per una buona causa o per aiutare chi è in difficoltà ci gratifica in ogni momento.

D Visto che hai parlato di esibizioni a Livorno e oltre…è così facile trovare spazi che offrono un palco ?

R No, al contrario…è molto difficile trovare gestori di locali che rischiano e ti chiamano (noi come qualunque altro gruppo) per una serata. Il più delle volte ti fanno la fatidica domanda “Ma quanta gente mi portate?”..come se un musicista fosse un taxista ! Fortunatamente però ci sono anche locali dove farti suonare è un piacere e non un obbligo.

D Daniele un rimpianto forte forte ?

R Quello di non essere riuscito a imparare a suonare uno strumento “come si deve”!

D Chi è oggi Daniele Pellissero ?

R Una persona al servizio degli altri, che canta e fa musica per hobby, una sorta di secondo lavoro…

LEONARDO SERRINI

D Leonardo Serrini, bassista…in un mondo musicale dominato dalle chitarre…come ti sei innamorato di questo strumento ?

R E’ stato nel 1989 quando per semplice curiosita’ e/o forse per gioco mi sono avvicinato a questo strumento e da allora non l’ho più mollato

D Sei il bassista del gruppo The Beatersband Vintage PunkRock’n’Roll, band sformata nel settembre 2018,composta da 3 elementi, oltre a te Donatella Guida voce e chitarra, Francesco Dell’Antico alla batteria…come è nato questo progetto ?

R L’idea del progetto è stata di Donatella, la cantante e compagna di vita,è lei che avendo la passione per la musica americana anni 50/60 trasmessa da suo padre, un giorno mi chiese di riarrangiare quei brani dandogli nuova vita, pur mantenendo l’anima vintage

D Il vostro sound è molto particolare : avete realizzato il progetto di riarrangiare brani del Rock’n’Roll americano 50’s 60’s, dandogli nuova vita in una chiave PunkRock piu attuale e fresca,mantenendo l’anima originale…

R Si, e questo era proprio il nostro intento…riproporre quel sound mischiandolo con sonorità moderne in modo da renderlo fruibile anche ad un pubblico diverso da quello al quale era destinato.

D In pochi mesi avete avuto grandi riconoscimenti: mensionati su PNX News, Punknews.org, entrati nella classifica di Rodney on the Rock.
La vostra musica viene trasmessa giornalmente da molte Web Radio e in FM negli States e nel Regno Unito. Il vostro album (VOL UNO) viene distribuito oltre che in Italia anche all’estero,tra cui, Giappone, Olanda, Austria,Stati Uniti…una grandissima soddisfazione..ovviamente soddisfatti ?

R Si siamo soddisfatti se si pensa che siamo una band indipendente, nata nel settembre del 2018…abbiamo avuto passaggi in oltre 80 Radio, Web e FM in tutto il Mondo e siamo visibile attraverso Facebook https://www.facebook.com/thebeatersvintagepunkrocknroll/

Bandcamp https://thebeatersbandvintagepunkrocknroll.bandcamp.com e

Youtube https://www.youtube.com/channel/UC6xWKEJVrYZZI3zzlOvDHlg?view_as=subscribe.

D Progetti futuri ? Concerti in vista ? Magari un nuovo cd ?

R Suoneremo a Novembre in Germania, uscira’ il 16 Ottobre il nostro EP con le canzoni di Natale dal titolo “BLACK CHRISTMAS”, a Dicembre torneremo in Studio per registrare il singolo che preannuncera’ l’uscita di un nuovo Album nel Marzo/Aprile 2020…come vedi non stiamo mai fermi !

D Ho visto che oltre ai vostri due cd avete anche stampato stickers e t-shirt uomo e donna del gruppo…come è possibile acquistarli ?

R Abbiamo stampato T-shirt uomo/donna e Stickers che è possibile acquistare (oltre che i CD) ai nostri concerti oppure sul BANDCAMP all’indirizzo :

https://thebeatersbandvintagepunkrocknroll.bandcamp.com/

D Leonardo quali sono i tuoi bassisti di riferimento, i tuoi mostri sacri ?

R Non ho dubbi : Dee Dee Ramone e CJ Ramone

D Te vieni dalla provincia, Rosignano Solvay, come vedi la situazione attuale del panorama musicale livornese in generale…c’è spazio per tutti ? Cosa manca per fare il salto di qualità visto il numero impressionante di band che circolano in zona ?

R Come la vedo? Che c’è spazio soltanto per chi ha conoscenze nei locali o dei gestori…purtroppo

D Leonardo, tutti noi abbiamo un rimpianto che non ci fa dormire la notte…qual’è, musicalmente parlando il tuo ?

R Non essere riuscito a far diventare un lavoro la cosa che più amo : suonare.

GABRIELE LUNARDI

D Di solito da ragazzi si imbraccia una chitarra…tu hai imbracciato un basso…

R Non è andata proprio così: anch’io ho imbracciato una chitarra e poi…non metterti a ridere…ho pensato che suonare un basso fosse più facile…quattro corde invece di sei…una sensazione totalmente falsa in quanto per suonare un basso ci vuole la stessa intensità e passione come per qualsiasi altro strumento. Comunque ormai basso era e…basso fu.

D In quali gruppi hai suonato ?

R Il gruppo era un quartetto: Negative Pole. Io al basso, Cristiano Cerretini alla batteria , Simone Soldaini e Michael Rotondi alla chitarra. Si formò nel 1994 fino al 2000.

D Che genere di musica facevano i Negative Pole ?

R Punk, punk e ancora punk. La cosa positiva era che suonavamo tutti pezzi da noi composti. Simone Soldaini era una penna instancabile…sue le parole e la musica che noi condividevamo a pieno.

D Il punk è stato un genere che a Livorno ha generato ottimi gruppi…

R Beh si, certamente. Noi suonavamo per divertimento, per il desiderio di esprimerci attraverso la musica consapevoli di non essere fenomeni; perchè parliamoci chiaro : il punk ha permesso a molti di esibirsi e suonare divertendosi anche senza essere grandi musicisti.

D Perchè i Negative Pole si sono sciolti ?

R Eravamo ragazzi…a quella età una divergenza diventa una montagna. Fatto sta che siamo rimasti ottimi amici e pensa, Simone è stato un testimone alle mie nozze.

D Quali i tuoi punti di riferimento ?

R Dee Dee Ramone, pseudonimo di Douglas Glenn Colvin, bassista nonché principale compositore dello storico gruppo punk Ramones: non potevo che farti il suo nome.

D Anche se attualmente hai attaccato il basso al chiodo segui comunque la scena musicale livornese ?

R Come non potrei…chi ama la musica non smette mai di interessarsi a essa. Voglio aggiungere che ultimamente ho visto anche molta qualità tra i giovani “indigeni”.

D Gabriele, una domanda che faccio a tutti : nella vita di ognuno di noi passa un treno sul quale non saliamo, per pigrizia, per errore di valutazione, per mille motivi…un treno che avrebbe cambiato la vita di ognuno di noi…che mi dici del tuo ?

R Musicalmente parlando il grosso rimpianto è quello di aver cessato l’avventura Negative Pole, non averci creduto come invece doveva essere. Eppure avevamo un buon seguito…chissà sforse in un’altra città …

D Chi è oggi Gabriele Lunardi ?

R Un padre felice e orgoglioso dei suoi due splendidi bambini ai quali spera di riuscire a trasmettere l’amore per la musica.

FRANCO INCANI

D Franco Incani…bassista…come hai scoperto l’amore per questo strumento ?

R Sono sempre stato affascinato dalle tonalità basse fin da bimbetto quando ascoltavo i cori polifonici di canti della montagna e canto popolare, poi i primi accordi sulla chitarra, il primo complessino dove finalmente potei imparare da me a suonare un basso Eko acquistato per la modica cifra di lire 20.000 guadagnate scaricando alle 4 del mattino i camion al mercato della frutta.

D Sei il bassista del gruppo Tutta Colpa Della Musica, buon gruppo, affiatato…come nasce questo ensemble se non sbaglio nel 2018 ?

R Nasce dall’incontro casuale con la ex cantante …all’epoca il gruppo aveva un altro nome cercavo giusto una voce maschile per rimpiazzare il cantante che aveva lasciato per motivi di lavoro. Lei si propose come voce femminile e la cosa funzionò subito.

D Il vostro sound varia a 360 gradi, con cover di grandi artisti e meno conosciuti, ma quale è il tuo genere preferito ?

R Amo qualsiasi genere purchè di buona musica. Con questo trio mi sono affacciato per la prima volta al genere di cantautorato italiano e l’ho trovato molto divertente da ascoltare e da suonare. Per divertirci e divertire il pubblico abbiamo deciso di variegare il repertorio inserendo stacchi di brani internazionali, anche strumentali, e la cosa ha funzionato.

D Ho visto che la c’è stato un avvicendamento della voce femminile del gruppo…

R Non siamo professionisti legati da contratto anche se condividiamo la stessa passione. Nel percorso musicale di ognuno di noi può succedere per i più svariati motivi che uno faccia una scelta diversa contravvenendo a quanto, almeno apparentemente, sembrava essere l’attaccamento al gruppo.

D Prima di Tutta Colpa Della Musica di quali gruppi hai fatto parte ?

R Nonostante il mio ramo di lavoro (logistica integrata) mi permettesse di suonare solo in determinati periodi e non in modo continuativo, ho avuto l’opportunità di suonare in diverse formazioni e diversi generi …dalla cover dei Beatles dei Semolina Pilchard al soul dei Black Tunes, dai musical dei Trolls al rock progressive dei J.True Tale (cover dei Jethro Tull), all’orchestra sinfonica Ensemble Bacchelli, e poi tanti altri gruppi che nascevano e per un motivo o l’altro morivano così come spesso accade nel nostro ambiente. Però non ho mai considerato quest’ultimo tipo di esperienza una perdita di tempo bensì un’opportunità di crescita del mio bagaglio di esperienza musicale.

D Ogni chitarrista ha un mostro sacro della chitarra che imitava fin da bambino davanti allo specchio…parlaci del tuo…

R Non saprei, i miei idoli sono molti …se di chitarristi parliamo forse ‘Martin Barre’ dei Jethro Tull e come bassista il virtuosissimo Billy Sheehan dei Mister Big.

D Progetti futuri ? Nuovi concerti ? Forse un album tutto vostro ?

D Il Trio TUTTA COLPA DELLA MUSICA è ancora piuttosto giovane e poco conosciuto. Stiamo lavorando per assicurarci dei gig e abbiamo qualche data già fissata in agenda e alcune ancora in attesa di conferma ma è ancora presto al momento per ambire a progetti importanti o addirittura ad un album tutto nostro …vedremo.

D Un argomento che mi sta a cuore…la possibilità per un gruppo labronico di trovare spazi per esibirsi : pensi che ci siano a sufficienza o scarseggiano…cosa fare per migliorare la situazione ?

R Sicuramente scarseggiano …non è nemmeno tutta colpa dei locali, penalizzati da problemi di costi di gestione, tasse, siae, vicinato che brontola e via dicendo …per migliorare la situazione penso che di base bisognerebbe cambiare la nostra cultura …un musicista che suona per la strada o nelle subway di Londra piuttosto che Francoforte o altre città europee è considerato un ‘artista’ …qui (e non solo a Livorno) un barbone.

D Franco un rimorso, una occasione perduta che ancora oggi ti “fa star male” ?

R Come già detto non ho mai considerato una perdita di tempo anche quelle esperienze in gruppi che non hanno avuto seguito …ho sempre comunque imparato qualcosa di nuovo. Forse un’occasione perduta è quella dei J.True Tale che ho abbandonato per mia scelta per motivi di forte incompatibilità con uno degli elementi del gruppo. Il prog è sempre stato uno dei miei generi preferiti e mi sarebbe piaciuto poter continuarlo a suonare.

D Chi è oggi Franco Incani ?

R Un nonno di due deliziosi nipotini di 6 e 8 anni e un bassista che, sulla soglia dei ’70, può ora dedicare più tempo alla sua passione di musicista.

La vecchiaia non è poi così brutta …entrambi le attività sono notevolmente appaganti.

GIANLUCA SIMI

  1. D Gianluca Simi, chitarrista…un amore infinito, totale con lo strumento…da sempre..

R Beh in realtà non è stato un vero colpo di fulmine, ci siamo innamorati maturando assieme. Sapevo di voler fare musica fin da bambino, ma ero indeciso su come entrare a far parte di questo grande mondo che, fino ai diciassett’anni, ho vissuto solamente da spettatore. Ho due fratelli più grandi che mi hanno insegnato la passione per la musica “suonata”, suonandola loro stessi, una tastiera e una chitarra, appunto. Ho provato la prima, ho provato un basso, ho cantato e infine ho provato la seconda….trovando in lei ciò che più mi rispecchia.

  1. Fai parte del gruppo Eclettica, ottima band…come è nato il tutto ?

R Eclettica, band fondata dai miei fratelli nel lontano 2004. Dopo aver trovato una certa confidenza con lo strumento la proposta fu un fulmine a ciel sereno: la necessità di snellire il lavoro di Massimiliano, cantante-chitarrista allora e nostro attuale frontman, un pranzo in famiglia ed ecco concluso l’affare nel giro di qualche minuto. Catapultato nella sala prove mi son sentito subito a casa….chissà perché hehe.

  1. Vi ho visti suonare dal vivo in Fortezza…difficile etichettare il vostro sound…cantautorato italiano, rock, progressive, ma anche pezzi propri…con quale genere ti senti più a tuo agio?

R Ho imparato lo strumento sulla base di ciò che ascoltavo ovvero hard-rock e metal, i quali sono stati un’ottima scuola data la loro complessità compositiva. Ricordo ancora le parole del mio bassista Andrea che un giorno mi disse “il metal è come un tunnel, lo incanali, ti fossilizzi e infine troverai una via di uscita”: Eclettica ne è il risultato, l’eclettismo musicale che comunque riusciamo sempre a far ruotare attorno ad un sano buon rock….anche se in fase compositiva spesso mi sfuggono le manopole del gain e del volume….

  1. Nel 2013 è uscito il vostro ultimo lavoro Sociopazzia…soddisfatti?

R Decisamente sì. Un gran bel lavoro su cui abbiamo speso molte nottate e di cui siamo rimasti soddisfatti a pieno, sia per i brani collezionati che per il sound che siamo riusciti ad ottenere con l’autoproduzione. Un disco carico di emozioni e di un significato profondo di cui l’esplicativo titolo mette una pulce all’orecchio. Siamo un gruppo formato da quattro ingegneri ed un informatico, accontentare tutti è sempre molto complicato….ma in questo caso ci siamo riusciti!

  1. Progetti futuri, altri concerti, magari un altro disco in prospettiva?

R Il progetto futuro è molto semplicemente quello di proseguire sulla lunghezza d’onda degli scorsi anni, cosa che purtroppo diventa sempre più complicata con l’ingrandirsi delle famiglie. In maniera invece più concreta ma altrettanto semplice posso dirti quello di incidere i nuovi pezzi che abbiamo pronti e perché no, magari inserirli in un LP con qualche vecchio brano riarrangiato.

  1. Gianluca quali sono i tuoi chitarristi di riferimento?

R Son cresciuto a pane e Dream Theater, quindi non posso non citare John Petrucci per la sua tecnica formidabile. Indubbiamente anche Dimebag Darrell dei Pantera per le sue doti su riff e ritmiche e per la sua energia sul palco. Infine il ben più noto Brian May, che con il suo tocco e la musicalità delle sue note ha lasciato e continua a lasciare d’incanto chiunque.

  1. Prima degli Eclettica hai avuto altre esperienze o è la tua prima band?

R Ho provato, terminato lo studio dello strumento, a tirar su un gruppo progressive cercando tra gli amici chi coltivasse la passione per lo stesso stile: un contrabbassista e un pianista, entrambi studenti di conservatorio con una creatività incredibile, erano il vero valore aggiunto. Un paio di pezzi musicali in attesa di trovare una voce che chiudesse il cerchio, ma il cerchio rimase sempre aperto, non trovammo nessuno e il progetto si sfaldò dopo un annetto circa.

  1. Livorno…molti gruppi, molti musicisti, c’è proprio posto per tutti?

R Purtroppo la musica dal vivo sta vivendo un periodo storico complicato, un cane che si morde la coda, dove il cane sono i gusti musicali che cambiano, la clientela che preferisce qualcosa di meno impegnativo, il mondo che cambia….e la coda sono i locali in difficoltà che smettono di proporla o che chiudono addirittura. Il numero dei gruppi si adegua molto alla possibilità di esibirsi, tendenzialmente a Livorno l’offerta è sempre stata superiore alla domanda, ma alla fine in un modo o nell’altro, magari con una frequenza inferiore, qualche palco o prato su cui intonare qualche canzone si riesce a trovare tutti

  1. Anche se sei giovane avrai, come tutti, un rimpianto, musicalmente parlando, raccontaci a cosa ti fa ancora pensare a quella volta che …

R Quando raramente alzo il volume dello stereo, facendo girare i CD che ascoltavo un tempo…..rimpiango l’aver abbandonato l’idea di creare un gruppo progressive, quel gruppo che stava prendendo forma e che mai ha avuto un nome….

  1. Chi è oggi Gianluca Simi?

R Come usa dire, “….ma questa è un’altra storia….”.


DARIO ORLANDINI

D Dario Orlandini, bassista in un mondo dominato dalle chitarre: perchè questa scelta?

R Ho iniziato a strimpellare la chitarra e il basso a 17 anni , iniziando a suonare con dei carissimi amici che ovviamente suonavano la chitarra , io avendo il babbo bassista e quindi già un basso a disposizione, mi sono avvicinato a questo ruolo e missione da bassista  E ne sono rimasto innamorato .

D Fai parte del gruppo Blood Brothers, cobver band di Bruce Springsteen..come nasce l’amore pe il boss ?

R Prima dei Blood non ero appassionato di Bruce , conoscevo qualcosa ma non avevo mai approfondito , iniziando a suonare con i Blood grazie ai meravigliosi musicisti e l’energia che si crea con il sound di Bruce diventa un potenziale magico , e resta solo l’occasione di lasciarsi coinvolgere e dare il meglio di se. Conoscere la storia di Bruce i vari dischi che anno permesso sempre un evoluzione , conoscere i testi per poter interpretare al meglio l’esecuzione, per me è fantastico , emozionante, rivitalizzante.

D Vi ho visto alcune volte dal vivo e devo dire che riuscite a creare l’atmosfera giusta che tutti i fan di Bruce si aspettano…segno di uno studio profondo ma frutto anche soprattutto dell’amore verso di lui…

R Credo di averti già risposto in parte nella precedente domanda, sono certo quando fai qualsiasi tipo di musica con il rispetto , bravi musicisti, passione, la cura dei dettagli, stare bene nel gruppo , e molte prove per migliorare il tiro della band , il risultato è garantito.

D Bllod Brothers…fratelli di sangue: questo significa che il gruppo va in un’unica direzione…sta qui il vostro successo ?

R L’obbiettivo è sempre quello di riuscire a fare emozionare e fare ballare , ogni volta la scaletta è diversa e diventa stimolante sia per noi che suoniamo sia per chi ci segue spesso (che cominciano a essere in tanti)

D Prima dei Blood hai fatto parte di altre band ?

R La mia prima band avevo 17anni ……ora ne ho 45 , ne ho avute tante e non ho mai smesso di suonare .

D Prova per un istante (so che è impossibile…) a dimenticare Bruce…altri artisti che hanno contribuito alla tua formazione professionale ?

R È difficile rispondere con poche righe, o scrivendo tutti gli artisti che mi hanno ispirato , mi limito a dirti che l’amore per la musica per me non è ristretto a un solo genere ho iniziato negli anni 90 con il grange, poi psichedelica, rock n roll, blues, jazz , funk, soul

La bellezza della musica mi fa capire che non ci basta una vita per approfondire tutto quello che è stato creato, e anche due vite sono poche .

D Progetti futuri ? Altri concerti magari in città ? Un album ?

R Con i Blood ci stiamo affacciando nel mercato europeo , abbiamo suonato in Germania è stato un grande successo, a settembre andiamo in Olanda, l’obbiettivo essere una band internazionale. Un altro progetto che ho a cuore sono The Steady Grooves , il gruppo al momento esce suonando funk , soul, jazz , collaborando anche con musicisti diversi nella zona di Livorno , in più abbiamo del materiale inedito con testi in italiano e al più presto spero ci sia l’occasione di eseguirli dal vivo.

D Western Stars è il nuovo lavoro del boss, accolto come ultimamente capita da giudizi discordanti. Quegli archi a molti “non sono andati giù”: che ne pensi ? E avete in mente di inserire alcuni brani nella vostra scaletta ?

R Abbiamo già eseguito ben 5 pezzi di W.S. e lo trovo un album bellissimo, e gli archi li trovo fantastici , forse a qualcuno sarebbe piaciuto qualcosa di diverso, ma credo che si possa trovare semplicemente ampliando le nostre vedute e non dare la responsabilità a Bruce .

D Dario tutti noi abbiamo visto partire un treno sul quale non siamo saliti e ancora oggi “ci mangiamo le mani”…dove andava il tuo treno ?

R A livello musicale non mi sento di avere perso nessun treno , ho sempre cercato di non perdere l’occasione di suonare con musicisti che mi coinvolgevano , tutto serve per crescere , migliorare , e indirizzare con precisione il proprio obbiettivo.

L’unico può essere che nel periodo intorno al 2002 studiavo molto jazz e feci un corso estivo a Siena Jazz… ero intenzionato a proseguire , ma valutando le spese economiche e la poca disponibilità che avevo decisi di andare avanti diversamente .

D Chi è oggi Dario Orlandini ?

R Sono malato di musica , ma non basta ascoltarla la devo soprattutto suonare altrimenti vado in astinenza e mi innervosisco, e non basta !! Fare emozionare e divertire chi ascolta mi gratifica molto , e non basta!! Devo anche fare un lavoro oltre il musicista altrimenti non si arriva alla fine del mese.


FILIPPO SASSANO

D Filippo Sassano, cantante…come hai scoperto questa tua “vocazione” ?

R Ho sempre cantato sin da bambino, non perché volessi cantare, ma semplicemente perché per me era naturale farlo. Addirittura cantavo anche durante i pasti, con la bocca piena! Non vengo da una famiglia di artisti, cantanti o musicisti, quindi nessuno mi ha mai influenzato. Si può veramente dire che ci sono nato. Ho scoperto che il canto potesse diventare una vocazione solo dopo il mio primo provino per entrare nel coro delle Voci Bianche del Goldoni. Fino a quel momento non avevo mai cantato per qualcuno. Quando ho realizzato questa cosa non piaceva solo ame, ma anche agli altri, allora mi sono detto “bellissimo, voglio rifarlo!

D Fai parte del gruppo Five Live…5 vocalist dalle voci particolari, che si integrano a vicenda in modo sorprendente…come nasce questo “ensemble” ?

R Nasce dalla passione di 5 ragazzi per il Musical. Infatti i nostri percorsi si sono incrociati all’interno del Teatro Goldoni dove abbiamo seguito per diversi anni un corso di formazione finalizzato a questo genere teatrale. Da lì abbiamo sviluppato un affiatamento non solo musicale ma anche personale che ci ha portato alla nascita di questo quintetto.

D La vostra particolarità è quella di proporre musica a 360 gradi, generi di ogni tipo ma…quale è il tuo genere preferito ?

R Tutte le volte che mi viene posta questa domanda trovo sempre una certa difficoltà a rispondere. Non riesco proprio ad avere un genere preferito. Ci sono dei generi che ascolto più volentieri, come il soul, il funky, il rock, il jazz, ma se date un’occhiata alle mie playlist c’è un mescolio di generi da far girare la testa.

D Nel 2011 partecipate con lo spettacolo “Niente da dire. A parte la guerra”, al Festival Melodrama presso Jelcz-Laskowice in Polonia e ricevono molti riconoscimenti e vari ingaggi.
Dal 2011 al 2015 portate in scena diversi spettacoli presso il Teatro Goldoni, sotto la direzione artistica di Paola Martelli e Niki Mazziotta.
Nell’estate del 2015 intraprendete una nuova esperienza con “Music-All”, uno spettacolo musicale che ha intrattenuto molti locali del litorale toscano.
A novembre del 2015 collaborate con i “Roots United”, gruppo musicale vincitore della “Miglior Cover Premio Ciampi 2015”, con la canzone “Hai lasciato a casa il tuo sorriso”.
A febbraio 2016 è la volta di Love Therapy, incontro di auto aiuto per innamorati anonimi, spettacolo ideato, diretto e interpretato interamente dai Five Live.
Nel 2016 partecipate al concorso internazionale Tour Music Fest classificandovi secondi nella categoria gruppi vocali.
Nel 2017 collaborate con il Teatro Goldoni di Livorno curando gli arrangiamenti musicali e vocali di due produzioni R-Existence e Iliade Opera rock, spettacoli che vi hanno visti impegnati anche come cantanti ed attori. Il musical R-Existence è stato replicato più volte: all’interno della manifestazione Effetto Venezia (Livorno) e per il teatro ragazzi presso la Goldonetta (Teatro Goldoni Livorno). Mica male come percorso..soddisfatto ?

R Soddisfatto certo, anche perché ognuna di queste esperienze è un tassello che va a comporre la persona che sono adesso. D’altronde un artista è fatto di questo, di emozioni, di percorsi, di bagagli, di esperienze e di vissuto. Se non hai nulla da raccontare, nulla da esprimere, nulla da far vedere come puoi far nascere qualcosa. I fiori non crescono in vasi senza terra.

D Vi siete cimentati anche in varie forme teatrali, dei veri e propri attori possiamo dire…musica e teatro…binomio vincente…

R Il teatro e la musica, così come la danza, sono discipline che vanno sempre a braccetto. Il musical infatti è una delle forme d’arte che più mi soddisfa e che per la quale ho una vera e propria passione. C’è un vecchio detto nel mondo del Musical che riassume perfettamente questo concetto: “If you can’t say it, you sing it, and if you can’t sing it, you dance it”

D Progetti futuri ?

R Sicuramente portare avanti il progetto Five Live con nuovi brani e concerti, ma mi piacerebbe dedicarmi anche ad una produzione teatrale. Vediamo un po’ cosa ci riserva il futuro, qualcosa da far bollire in pentola sicuramente ci sarà. Anche perché l’arte è una droga, è difficile smettere!

D Filippo quali sono le tue fonti di ispirazione, i tuoi cantanti di riferimento ?

R Questa è come la domanda del genere preferito. Chi più ne ha più ne metta, potrei fare un elenco di pagine e pagine. Se vuoi fare il cantate devi avere più riferimenti possibili. Ascolti Ray Charles e trovi inspirazione per una cosa, poi senti Freddie Mercury e dici bella questa cosa che fa con la voce, ci voglio provare anch’io. Qui potrei fare un falsetto come faceva Prince o essere dolce come Elton Jhon quando canta Your Song. Insomma tutti posso inspiratati sta a te capire in che modo.

D Livorno e gli spazi per la musica e le possibilità di esibizione: sono sufficienti o trovate difficoltà a proporre il vostro progetto ? Cosa si potrebbe e dovrebbe fare di più ?..

R Se questa domanda mi fosse stata fatta qualche anno fa sarei stato molto duro nei confronti della mia città, ma negli ultimi anni vedo un trend diverso, gli spazi stanno piano piano venendo fuori e Livorno sta rispondendo alla crescente voglia di cultura. Il percorso è ancora lungo e c’è tanto lavoro da fare soprattutto nell’istruire le persone. Livorno ha tutte le carte in regola per essere un punto di riferimento per l’arte e la cultura, ce lo ha dimostrato spesso, ma dobbiamo riboccarci le maniche e ricordaci che l’arte non dura solo 5 giorni l’anno.

D Tutti noi abbiamo un rimorso, un grosso rimpianto…musicalmente parlando…raccontaci il tuo…

R Come si è capito non faccio solo musica, ma anche teatro e il mio rimpianto riguarda più che altro questo ambito. Per tanti anni ho lavorato insieme a Lindsay Kemp come attore ballerino. Sono stati degli anni bellissimi, soprattutto di grande formazione. Nella vita tante cose cambiano e purtroppo negli ultimi anni della sua vita ci siamo persi di vista. Mi sarebbe davvero piaciuto fare un ultimo spettacolo insieme.

D Chi è oggi Filippo Sassano ?

R Richiedimelo tra 10 anni…