STEFANIA LUCCHESINI

D Stefania Lucchesini, batterista, abbastanza inusuale per una donna….

R Si specialmente quando iniziai MOOOOlti anni fà ..non eravamo molte..

D Autodidatta o hai fatto studi musicali specifici ?

R Totalmente Autodidatta

D Ti ricordo far parte del gruppo tutto al femminile Le Tardonaute, un nome che più livornese non si può : deciso, ironico…come nasce questa idea ?

R Nasce da un idea comune con alcune amiche con cui si suonicchiava quando eravamo ragazzine di riprendere a fare un pò di Rock’n’roll che abbiamo sempre amato e dopo quasi 30 anni ci siamo dette ok..non piu giovanissime quindi un nome opportuno e ci è sembrato che tardonaute fosse adattissimo al momento.

D Prima delle Tardonaute hai fatto parte di altri gruppi ?

R Si qui a Livorno il mio gruppo furono i MOSS GARDEN un gruppo Dark si parla fine anni 80 io ero l’unica donna del gruppo. Poi mi sono trasferita a Londra dove ho vissuto 15 anni e suonato in 3 gruppi piu o meno sempre di donne con cui ho avuto esperienze ganzissime, album, concerti, tour, radio…televisione..insomma una figata

D Il mondo del rock, inutile negarlo, ha una forte connotazione maschile ma molte donne, sgomitando e anche per la loro indubbia bravura, si sono fatte largo in questo mondo; mi vengono in mente Janis Joplin, Nico, Patti Smith, Grace Slick e molte altre ancora…nel tuo caso specifico la batterista Maureen Moe Tucker dei Velvet Undergronud…

R Si purtroppo le donne hanno dovuto faticare un po di piu in questo ambiente ma ci sono dei talenti che il machismo non ha e non puo oscurare, sheila E. PJ Hravey, Bikini Kill, etc etc sono solo alcune donne pazzesche e talentuose.

D Quali sono i tuoi punti di riferimento, i tuoi eroi o eroine, musicalmente parlando?

R Tanti !! ne ho citate già alcune sopra..di eroi invece non posso che non citare Stewart Copeland, Clem Burke il batterista dei blondie, Keith Moon, Ian Paice etc

D Livorno e la musica: ci sono in città tantissimi ottimi musicisti e molte superband: cosa manca a questa città per affermarsi definitivamente in questo campo artistico ?

R Cè molto piu di quello che c’era quando suonavamo noi negli anni 80/90..credimi..a modo suo Livorno è affermata.

D So che ultimamente hai attaccato le bacchette al fatidico chiodo…che è successo ? Possibilità di ripensamento, solo una pausa di riflessione ?

R Mi manca un sacco suonare,,è una cosa che mi ha accompagnato negli ultimi 30 anni ma figli, lavoro e il tempo che non è piu abbastanza ..sai quando hai 20 anni ti senti con le altre..si va a sona??.deh si via vai…fatto…ora quando si prova a trovarsi deh..no io lavoro, no io c’ho il figliolo , io quel giorno non posso…insomma è cosi raro che tutte siamo libere allo stesso tempo..inevitabilmente ti passa..

D La famosa macchina del tempo…hai la possibilità di tornare indietro…quale treno non lasceresti mai e poi mai partire senza di te ?

R Io il treno l’ho preso e ne sono super orgogliosa.

D Chi è oggi Stefania Lucchesini ?

R Una donna che lavora, una mamma impegnata, una che non si ferma mai. Ho comprato una batteria elettronica che mi suono con cuffie regolarmente anche in pigiama,..non è la stessa cosa come essere sul palco..ma intanto mi tengo allenata … non si sa mai!!!

FILIPPO DEL BIMBO

D Filippo Del Bimbo, chitarrista…immagino dalla tenera età…

R A dir la verità ho iniziato a suonare il basso verso i 14 anni ma sono sempre stato innamorato della chitarra, avevo iniziato da piccolo a suonarla in oratorio ma diciamo che i giri che mi insegnavano non erano il massimo e quindi ho smesso. Ho iniziato a studiarla seriamente verso i 19 anni, ho studiato la classica dal Maestro Roberto Sbolci. La chitarra elettrica però è tutta un’altra storia…

D Sei uno dei fondatori del gruppo Super Naughty, gruppo nato nel 2014…come nasce questo progetto ? ( Se non sbaglio prima il nome era Black Masses…)

R Ho avuto altri progetti tra gli anni ‘ 90 e 2000, poi ho abbandonato per diversi anni, ma per me suonare è sempre stato un bisogno e quindi ho deciso di cercare qualcuno per andar a fare un po’ di casino in giro. All’inizio avevo trovato un bassista e un batterista e facevamo roba nostra e qualche cover poi però per impegni vari abbiamo abbandonato. Così ho deciso di cercare qualcuno che avesse voglia di fare cover dei Sabbath, ma dopo qualche apparizione live il bisogno di scrivere roba propria è stato più forte e da lì nasce il progetto SuperNaughty.

D Dalle cover dei Black Sabbath al suono potente e sporco dell’heavy metal…

R Per l’esattezza il nostro non è proprio heavy metal, è un bella miscela di vari sottogeneri che derivano comunque dal rock pesante, siamo 4 individui con gusti abbastanza diversi e quindi mettiamo nel pentolone tutte le nostre influenze. A me piacciono molto le parti melodiche ma con suoni molto pesanti.

D Nel 2015 avete pubblicato il vostro primo EP “Welcome to my V”, poi avete firmato con Argonauta Records e il 16 febbraio 2018 è stato pubblicato il vostro album di debutto , Vol 1…soddisfatti ?

R Diciamo che per me fare un disco, anche se è molto divertente, rimane comunque un biglietto da visita per poter suonare in giro. L’obbiettivo principale della band è potersi esprimere dal vivo, il contatto con chi viene a vederti e condivide la stessa passione, non ha prezzo. Comunque sì è andato bene, buone recensioni e ci ha permesso di girare un po’ anche fuori dal nostro Paese.

D Progetti futuri, un altro album, concerti in città (corona virus permettendo…) a breve dove è possibile ascoltarvi ?

R A fine aprile uscirà il nostro secondo album e stiamo già organizzando qualche minitour che ci porterà nel nord Europa. Per ora l’unico concerto che faremo nelle vicinanze sarà a maggio per la release del disco nuovo. Suoneremo per presentare il disco allo Slow Record Shop di Cecina, negozio superfigo di vinili. Poi la gente potrà comunque seguire le nostre scorribande su i classici social.

D Prima dei Super Naughty hai fatto parte di altri gruppi ?

R Negli anni ’90 sono stato membro fondatore dei Flora & Fauna nel nuovo millennio invece ho fatto parte di una band crossover dal nome Korkovado. Negli ultimi anni a parte i Supernaughty ho preso parte al progetto Bantoriak del mio caro amico Izio Orsini. Con i Bantoriak abbiamo aperto ai Karma to Burn ,band stoner Americana e agli storici Saint Vitus.

D Filippo quali sono i chitarristi che imitavi fin da bambino davanti allo specchio e hanno contribuito alla tua formazione musicale ?

R Essendo nato come bassista, passavo le ore nella mia cameretta ad imitare Cliff Burton dei Metallica. I chitarristi che hanno tuttora un influenza enorme su di me sono Tony Iommi dei Sabbath , James Hetfield dei Metallica il duo Pepper Keenan e Woody Weatherman dei Corrosion of Conformity, Dimebag Darrel dei Pantera, Bill Steer dei Carcass e ovviamente Randy Rhoads.

D Avete fatto numerosi concerti in città e altrove…realtà diverse, situazioni diverse…cosa manca secondo te a Livorno per sfruttare al meglio l’enorme potenzialità di band e ottimi musicisti che vivono in città

R Sarebbe un discorso infinito da fare… ci sono un sacco di band che secondo me non hanno niente da invidiare a nessuno ma purtroppo sono penalizzate dallo scarso interesse e la poca voglia che le persone hanno di ascoltare qualcosa di inedito. Ci sono un sacco di locali che sono costretti a far suonare tribute band per far quadrare i bilanci. Non dico assolutamente che sono contro le cover o le tribute band, ma in Italia e specialmente nella nostra zona siamo sempre un po’ indietro, o forse è proprio la nostra indole di andare sempre sul sicuro. Abbiamo avuto la fortuna di suonare nel nord Europa, e devo dirti che lì c’è completamente un’altra atmosfera, le persone sono molto più calorose ed entusiaste con le band originali.

D Tutti noi abbiamo un grosso rimpianto che ci tormenta…musicalmente parlando quale è stata la grossa occasione che ti sei lasciato scappare ?

R In verità ti dico che non ho grossi rimpianti, come ti ho detto prima per me suonare è una passione e più che altro un bisogno, passo tanto tempo a suonare anche da solo oltre che con i Supernaughty, è una cosa che mi rilassa e mi fa stare bene.

D Non posso chiederti che significato ha per te l’alias OldSkull che accompagna il tuo profilo Facebook…

R OldSkull deriva da Oldschool(vecchia scuola) perchè a me piace tutto quello che fa parte degli anni in cui ero ragazzo, musica e skateboard in primis.

D Chi è oggi Filippo Del Bimbo ?

R E’ il solito sognatore casinista con qualche anno in più.

MICHELA TORRI

D Michela Torri, chitarrista…innamorata da sempre dello strumento ?

R Nasco come cantante in corali liriche e polifoniche. Innamorata della chitarra e di qualsiasi strumento musicale. Ho voluto approcciarmi a vari strumenti, dalla tromba al flauto traverso, dal basso elettrico alle percussioni

D Autodidatta o hai fatto studi musicali specifici ?

R Autodidatta, anche se con la chitarra ho studiato per un paio di anni a Siena jazz

D Ti ricordo far parte del gruppo tutto al femminile Le Tardonaute, brave, simpatiche e a proprio agio sul palco…come nasce questo progetto?

R Con Le Tardonaute, io e le mie amiche/sorelle abbiamo cercato di far rivivere la vecchia band punkrock dei nostri 20 anni

D Il mondo del rock, inutile negarlo, ha una forte connotazione maschile ma molte donne, sgomitando con la loro indubbia bravura, si sono fatte largo in questo mondo; mi vengono in mente Janis Joplin, Nico, Patti Smith, Grace Slick e molte altre ancora…nel tuo caso specifico di chitarrista Samantha Fish, Grace Potter, Caroline Wonderland e molte altre…

R Credo che suonare in una band femminile sia una delle esperienze più belle e divertenti in assoluto

D Quali sono i tuoi punti di riferimento, i tuoi eroi o eroine, musicalmente parlando?

R Sarò vecchia e magari anche banale ma, se parlo di chitarra elettrica penso subito a Jimi Hendrix

D Livorno e la musica: ci sono in città tantissimi ottimi musicisti e molte superband: cosa manca a questa città per affermarsi definitivamente in questo campo artistico ?

R Punti di aggregazione, ritrovi che diano la possibilità di esprimersi a tutti quegli artisti che vivono in città.

D La famosa macchina del tempo…hai la possibilità di tornare indietro…quale treno non lasceresti mai e poi mai partire senza di te ?

R Nessun treno, avrei semplicemente dedicato più tempo alla musica, imparato a suonare meglio il pianoforte o la tromba. Non ho mai avuto progetti ambiziosi ma ho sempre amato stare in quel feeling, in quella dimensione speciale di “quando si suona”

D Chi è oggi Michela Torri ?

R Oggi sono una donna di 50 anni, che impazzisce dietro a due figli adolescenti e lavora ma ho ancora un’indole inquieta, sempre punk. Sono assetata di sapere e ho sempre l’esigenza di esprimere me stessa. Quindi suono la chitarra in una band di musica africana, le percussioni nella banda della SVS, leggo molto, studio lo spagnolo, quando mi prende l’ispirazione dipingo

SABRINA GHIRINGHELLI

D Sabrina Ghiringhelli..voce particolarissima, accattivante…chi assiste ad un tuo concerto si catapulta indietro nel tempo…

R Grazie per considerare la mia voce particolarissima ed accattivante, se devo essere sincera mi piace molto l’idea che chi ascolti abbia la sensazione di viaggiare indietro nel tempo negli anni Venti, perché è lo spirito con cui si è lavorato in questi anni sugli standard, quindi mantenendoli più fedeli alle sonorità di allora.

D Ti ho ascoltata molte volte, anche “on the road” e spesso ti ho vista accompagnata a musicisti diversi…è una tua scelta o a seconda delle esigenze musicali ?

R Lavorare con musicisti diversi è sempre uno stimolo per crescere, uno scambio necessario che prevede un confronto artistico, un costante misurarsi con i propri limiti e con le proprie potenzialità. Poi se hai la fortuna di collaborare o suonare con musicisti di comprovata esperienza e bravura, una vera fortuna e io l’ho avuta: negli ultimi anni qui in Toscana con Luca Tozzi,(chitarrista eccezionale con lunga esperienza in Inghilterra e Stati Uniti) Vladimiro Carboni, Andrea Garibaldi, Andrea Pellegrini fino ai più recenti Giorgio Taurasi, Carlo Cavallini, Diego Persi Paoli , Sergio Consani e un grazie speciale a Enrico Lucarelli e Marco del Giudice che sono stati il mio primo approccio all’ambiente musicale livornese. La lista delle collaborazioni è lunga, da mio percorso in Lombardia, all’Elba fino a oggi, quindi mi scuso se non ho citato tutti.

D Mi piace molto quella atmosfera stile anni 20 che si respira ai tuoi show…da dove viene questa scelta ?

R Ho sempre amato ascoltare quei”dischi” polverosi, con quelle voci graffianti o incredibilmente acute, quelle sonorità delle origini. Anni fa, è stato doveroso far e un viaggio nel sud degli Stati Uniti per capire lo spirito , per respirare l’aria da cui ha avuto inizio tutto e ho amato New Orleans.

D A rimarcare la tua poliedricità ultimamente sei impegnata con un trio che allieta le serate dei presenti con la musica portoghese “Fado”…come sei arrivata alla fine di questo percorso ?

R Ripetermi mi annoia, quindi cerco sempre nuovo stimoli. Il Fado come la musica Jazz/Blues degli inizi è qualcosa che mantiene intatta l’anima con cui è nata. Con Giorgio Taurasi ci siamo trovati sin da subito in sintonia e il riarrangiare di pezzi “classici” di Fado con progressioni jazz più moderne è stata una scelta condivisa. Inoltre si è lavorato su pezzi originali nostri.

D Sabrina quali sono i tuoi punti di riferimento, le “tue” cantanti ?

R Tante, troppe direi, difficile a dirsi, di ognuna ho fatto lezione: a 15 anni ascoltavo ore e ore Janis Joplin, poi crescendo mi hanno affascinato tante altre cantanti e mi sono appassionata dapprima al blues e poi alle grandi voci Jazz: da Ella, a Betty Carter a Carmen McRae…la lista è lunga.

D Progetti futuri ? Altri concerti magari in città ? Un cd ?

R Il 7 Marzo sarò in quartetto, al Ex Cinema Aurora a Livorno, con il Fado portoghese in una serata che unirà musica e poesia, in collaborazione con l’Associazione Antonio Tabucchi e il cui presidente è il Prof.re Riccardo Greco che farà dei parallelismi tra le sonorità e le tematiche del Fado. Garantisco una serata bella e stimolante, non noiosa!!! Un Cd? certo ci si sta lavorando.

D A Livorno, al di là delle buone intenzioni di qualche iniziativa privata è sempre difficile trovare spazi per esibirsi…cosa per far emergere tutto il buono che cova sotto la cenere ?

R Livorno è una città con una sua grande peculiarità, c’è un’artisticità diffusa, ed è quello che amo di questa città. Tutto sommato, rispetto ad altri luoghi, a Livorno i posti per suonare non mancano, ma anche i bravi musicisti, quindi ognuno deve ritagliarsi i suoi spazi.

D Tutti noi abbiamo un rimpianto, tutti noi non siamo saliti su quel maledetto treno che si era fermato proprio lì, davanti a noi…dove andava quel tuo treno ?

R Il mio rimpianto più grosso è stato avere interrotto di cantare per due anni a 22 anni, quando accompagnata da un fantomatico compositore manager, ci siamo presentati con un suo pezzo originale a proporlo per Castrocaro e il discografico della EMI che conosceva il manager disse” La voce è molto interessante ma il pezzo non va”.Ora a distanza di anni, ci rido sopra, il pezzo era davvero scemo e forse anche non bello, ma in quel momento ci avevo creduto.

D Chi è oggi Sabrina Ghiringhelli ?

R Una donna che ama fare quello in cui crede, che cerca di farlo al meglio, che ama la musica e l’arte, ho anche un percorso alle spalle come artista visiva, scultrice, ho esposto in numerose mostre italiane ed europee tra cui anche a New York. Probabilmente senza questi due percorso paralleli, non sarei io, con le mie peculiarità, sensibilità e fragilità.

LUCA RAFFONI

D Luca Raffoni, bassista…in un mondo dominato dalle chitarre, chitarrista pentito o scelta ponderata ?

R Pentito no….inizialmente decisi addirittura di suonare la batteria…..ma purtroppo non ero in grado ; presi il posto di colui che doveva essere il bassista del gruppo perché non veniva quasi mai……ecco com’è andata la scelta…

D Hai fatto studi classici o la più onesta “università della strada” ?

R Nessun studio….cassette o cd …e via di orecchio e prove.

D Fai parte dei Super Naughty, gruppo nato nel 2014, una avventura che continua tutt’oggi con ottimo profitto…

R Non sono un membro fondatore…sono subentrato dopo….e sono contento di essere stato chiamato.

D All’inizio erano cover dei Black Sabbath, poi avete iniziato a proporre pezzi vostri…un bel salto di qualità ?

R A quel tempo si chiamavano Black Masses e facevano le cover dei Black Sabbath

D Prima dei Supernaughty hai fatto parte di altri gruppi ?

R Prima dei Supernaughty ho suonato con gli Hosmone: agli inizi cover band di Nirvana e Melvins…..e dopo con il cambio del batterista cover band degli ZZ Top………passato un po di tempo e dopo aver cambiato batterista ….abbiamo cambiato nome in Billy Muffler….gruppo dalle sonorità rock blues….abbiamo partecipato anche alle finali rock contest al Flog di Firenze…e quella all’Alcatraz di Milano per l’Emergenza Rock

D Inutile chiederti quale è il tuo genere preferito, visto il genere di musica che proponete, ma al di là dell’heavy metal e rock duro, quali sono i tuoi bassisti di riferimento, i tuoi mostri sacri ?

R I miei bassisti :Steve Harris (Iron Maide), Les Claypool (Primus), Dusty Hill (ZZ Top) e Mark Deutrom (Melvins).

D Nel 2015 avete pubblicato il vostro primo EP “Welcome to my V”, poi avete firmato con Argonauta Records e il 16 febbraio 2018 è stato pubblicato il vostro album di debutto , Vol 1…soddisfatti ?

R Molto soddisfatti dell’uscita di Vol 1. Ha avuto un buon riscontro….ne sono uscite diverse date importanti come apertura a gruppi di un certo livello (High on Fire, Fatso Jetson, Zeke, Strana Officina) e un paio di date in Norvegia.

D Cosa “bolle in pentola” adesso: un tour, magari iniziate a lavorare a un nuovo cd, concerti a breve…?

R A maggio uscirà il secondo album sempre per Argonauta Records…e stiamo appunto programmando qualche data europea per la release dell’album.

D Luca tutti noi abbiamo un rimpianto, “rimuginiamo” ancora oggi per quella occasione perduta : quale è , musicalmente parlando il tuo rimpianto più grosso ?

R il rimpianto musicale….ma, direi quello di non aver iniziato prima a fare musica propria.

D Chi è oggi Luca Raffoni ?

R Oggi Luca Raffoni è il titolare di un laboratorio di pasticceria….fa il pasticciere….e ovviamente continua a suonare il basso

FEDERICO SOCCI

D Federico Socci cantante…narrano che già alle elementari cantavi in classe per la gioia dei tuoi compagni…a parte gli scherzi, quando hai scoperto la voglia di prendere un microfono e salire su un palco ?

R. In realtà io musicalmente parlando nasco bassista…..ho sempre avuto però la voglia di cantare… poi tutto è nato quando una quindicina di anni fa ho iniziato a collaborare con una compagnia teatrale…. Li ho approfondito la cosa….

D Sei il frontline del gruppo Aridopachi…voce potente la tua che ben si sposa con il suono della band…vi ho sentito suonare (vi ho anche presentato un paio di volte a Percorsi Musicali)…come nasce questo gruppo ?

R. Questo gruppo nasce da un progetto del nostro batterista Federico Lombardi con il quale io suonavo già in una cover band…. è lui che ci ha messi insieme uno ad uno facendoci incontrare musicalmente…..

E per me è stato un vero onore… Cimentarsi con brani inediti è davvero eccitante…..

D Prima degli Aridopachi hai fatto parte di altri gruppi ?

R. Certo ho cantato con alcune cover band e da giovane ho suonato il basso per molti anni con un gruppo i Missing Child….. anche con loro facevamo pezzi inediti, con loro provammo anche a trasferirci negli Stati Uniti e vivemmo diversi mesi a New York…. Esperienza fantastica.

D So che ultimamente siete in tourneè, siete stati anche a Roma…raccontaci

R. Si siamo spesso in giro a Roma andremo martedì 28 gennaio e ci torneremo a marzo……. Ultimamente siamo stati in giro per la Toscana è stato un anno molto prolifico……. Stiamo anche concordando una data a Milano……

D Non posso non chiederti di “tradurre” Aridopachi…

R Aridopachi non ha una traduzione: è semplicemente il risultato dell’ anagramma fra arido che è un nostro pezzo e le iniziali dei nomi di Federico e il ragazzo con cui collaboro’ per scrivere alcuni brani…. Noi lo abbiamo mantenuto perché ci piaceva….

D Il vostro è un sound “duro”, “sporco”, ti rispecchi in questo hard rock o il tuo genere

preferito è altro ?

R. Mi rispecchio in pieno nel hard rock, è il genere con cui sono cresciuto e per me un vero stile di vita.

D Progetti futuri tuoi e della band ? Magari un cd in uscita, concerti a breve dove possiamo ascoltarvi ?

R. Stiamo ultimando il mixaggio del nostro primo CD, uscirà nei primi giorni di febbraio…… Il lavoro a questo CD ci ha portato via molto tempo .Subito dopo l’uscita ci metteremo in moto per organizzare date di promozione…… saremo sicuramente in molti locali toscani e come ti ho detto prima torneremo a Roma e Milano.

D Quali sono i tuoi punti di riferimento, i cantanti che imitavi fin da bambino davanti allo specchio ?

R. Sono cresciuto e ho approfondito la mia cultura musicale fra gli anni 80 e 90……ho visto centinaia di gruppi e tutti in qualche maniera mi hanno influenzato…..a casa ho una bacheca con tutti i biglietti e sono veramente tanti…… il cantante però che mi ha sempre influenzato è l’unico che non son riuscito a vedere…. Bon Scott degli ACDC….. Un vero animale da palco e puro r’n’r….. Anche come stile di vita

D Fortunatamente per voi salite spesso e volentieri su un palco…Livorno è la città dei musicisti per eccellenza, eppure è sempre difficile trovare spazi per esibirsi…che idea ti sei fatto in proposito ?

R.Vero, Livorno è la città dei musicisti ma purtroppo quando vai nei locali livornesi dove si fa musica dal vivo trovi sempre le solite persone.

Noi personalmente preferiamo girare molto fuori dalla nostra città…la mentalità è molto più aperta. E sinceramente da molta più soddisfazione quando suoni davanti a sconosciuti rispetto ai soliti amici…….. Ciononostante quando ci capita di suonare nella nostra città ci fa molto piacere ovviamente.

D Federico, tutti noi abbiamo un rimpianto, non siamo saliti su un treno che ci ha anche aspettato…dove andava il tuo ?

R. Credo che i treni non aspettino mai…… all’inizio degli anni 90 come ti ho detto prima, con la mia band ci trasferimmo a New York…. Forse lì magari dovevamo perseverare di più su quella strada ma la vita è così, fatta di scelte che solo con il tempo capisci se sono giuste o sbagliate.

D Chi è oggi Federico Socci ?

R Sicuramente lo stesso che è sempre stato: un uomo con un amore grande verso la musica che non ha mai smesso di sognare.

ROLANDO SOMIGLI

D Rolando è vero che ti sei scoperto cantante non in giovanissima età ?

R Giovanissima ? Direi in tarda età : tutto iniziò nel 1989 al Palazzetto dello Sport di Livorno. Si svolgeva uno spettacolo in onore ai diversamente abili e il gruppo che era stato invitato aveva un cantante bravo ma che non “reggeva” lo stare sul palco per molto tempo. Fui invitato a provare per loro, per dare un po’ di riposo tra una canzone e l’altra al loro cantante…risultato : inizia a far parte stabile del gruppo.

D Come si chiamava quel gruppo e cosa altro…

R Il gruppo si chiamava Glass Tongues, Lingue di Vetro e non eravamo niente male tanto che ci chiamarono al famoso Festival di Castellina.

D E dopo ?

R Dopo c’è stata L’Estrema Unzione ! No, tranquillo, non morì nessuno: era il gruppo, meglio il trio che si formò con il sottoscritto, Rolando e Fabio. Eravamo “oscuri”, facevamo pezzi dei Pixies e dei Joy Division. Era il 1992/1993.

D E poi, finalmente i Furminanti.

R Si, il gruppo “definitivo”. Correva l’anno 1994 e Angelo Amendolia dette vita a questo gruppo che tutt’oggi fa parlare di sé. Ricordo con nostalgia il nostro debutto al Parco del Calambrone con l’amico Sergio Manolesta Lenzi che aveva confezionato un lenzuolo con il nome del gruppo…bellissimi tempi. Tengo a ricordare anche l’enorme lavoro di Pilato Stefano, un po’ il coreografo del gruppo, il suo apporto fu determinante.

D Quale è il segreto ti tanta longevità…molti gruppi si sciolgono come neve al sole, invece i Furminanti…

R Prima di tutto l’amicizia e poi il divertimento che proviamo ogni volta che saliamo sul palco insieme. Non posso però non menzionare, a monte di tutta questa durata nel tempo, l’enorme lavoro che Claudio Bartoli o “Bartali” come lo chiamo io fa: è lui il motore vero di questo gruppo. Claudio assembla il tutto: cerca date, luoghi, organizza concerti e tutto il resto.

D Inutile nascondere che siete ormai una istituzione in città.

R Vero…siamo diventati l’Orchestra Casadei di noiartri.

D Non hai mai suonato uno strumento ?

R Non ci sono mai riuscito. Anni fa dissi a Bobo Rondelli : “Mi insegni a suonare la chitarra ?”

Andai un paio di volte in Via Roma poi basta. Mi è mancata la costanza.

D Nei vostri spettacoli suonate un po’ di tutto…te ti ritrovi a cantare tutti i generi…da Lou Reed a Battisti…ma quale è il tuo genere preferito?

R Canto di tutto per esigenze di spettacolo…fosse per me faremmo pezzi di Lou Reed, David Bowie, Fabrizio De Andrè e Giorgio Gaber.

D Livorno e la musica: qualche capello argentato ce l’hai, di musicisti ne hai conosciuti a centinaia, alcuni improponibili, ma altri bravi e alcuni bravissimi…come mai non siamo mai riusciti a proporsi come città leader ?

R E’ un affare tecnico, mancano infrastrutture adeguate, mancano luoghi di aggregazione e gestori di locali illuminati…difficile farsi largo a Livorno.

D Rolando un rimpianto, musicalmente parlando ?

R Quello di non aver mai studiato musica in modo da riuscire a comporre .

D Chi è oggi Rolando Somigli ?

R E’ un “uomo grande” che vive divertendosi quando canta…con pensieri profondi.

D Ultimissima domanda: sei conosciuto da tutti come “Conte”…da dove nasce questo soprannome ?

R Viene da molto lontano, da ragazzino. Martorizzavo mia mamma perchè mi stirasse le camicie alla perfezione e lei mi diceva sempre : “Alla grazia del Conte…”

Poi ci mise del suo anche Bobo che mi diceva sempre che il soprannome Conte mi calzava a pennello in quanto somigliavo al Conte di Alan Ford, il famoso fumetto di Magnus & Bunker…

BARBARA PITTI

D Barbara Pitti cantante fin da bambina immagino…

R Si immagini giusto. In effetti già fin da bambina il mio sogno era quello di cantare. Mentre le altre bambine giocavano con le Barbie io mi esibivo con il mio pianoforte e microfono giocattolo in casa per tutta la famiglia e per le bambole. Forse perché a casa mia si respirava aria di musica, mia madre era una cantate e cercavo forse di imitarla in quale modo.

D Attualmente sei la frontline della band Da Vinci Street…come nasce questo gruppo ?

R Il gruppo nasce circa 3 anni fa. Ma la formazione corrente nasce in effetti nell’ottobre 2018. Abbiamo riproposto dal vivo, cercando di rispettare i suoni originali, alcuni dei più grandi brani dance/pop degli anni 80/90/2000. La particolarità del progetto è sicuramente l’inserimento, negli arrangiamenti, della chitarra che ha regalato a tutto il sound un sapore decisamente più rock.

D Prima di far parte dei Da Vinci Street in quali gruppi hai militato?

R Come ti dicevo mi sono trasferita a Livorno da 7 anni circa. Prima dei Da Vinci Street ho collaborato con la fantastica Crazy Band. Un gruppo veramente forte che ripropone tutt’oggi, da ormai 20 anni, dance/funky 70/80. E’ stato veramente molto divertente collaborare con loro, mi hanno dato tanto e sono delle persone fantastiche.

Prima del mio trasferimento lavoravo con diverse tribute/cover band a Milano ma tanto del mio tempo l’ho passato in studio di registrazione, per l’etichetta SAAR, come turnista.

Ho prestato la voce per numerose compilation pop-dance con diversi pseudonimi.

D Ti ho visto duettare anche con Daniele Ristori e con Riccardo Vernaccini….

R Certo, due grandissimi artisti.

Con Daniele, ci siamo conosciuti meglio anche tramite la Crazy Band e abbiamo continuato a collaborare. All’attuale siamo un duo nello stile Montecarlo Night dove tutti i brani vengono riarrangiati in una chiave completamente diversa. Lavoriamo insieme anche all’interno del team “Il caffè degli Artisti” di Pontedera.

Per quanto riguarda il duo acustico con il maestro Riccardo Vernaccini (grandissimo chitarrista), abbiamo riproposto brani di diverso genere, creando un vero e proprio viaggio musicale che va dal rock alla dance al pop in chiave acustica. I brani sono tutti uniti tra loro in piacevoli e originalissimi mah-up e arrangiati in modo unico.

D Hai una bellissima voce, potente, grintosa che affronta svariati generi, ma quale è il tuo genere preferito ?

R Ti ringrazio Massimo, in realtà non ho un genere preferito, la bella musica è bella a qualsiasi genere essa appartenga. Da anni ormai canto prevalentemente dance per cui ormai mi definisco una cantante Pop/Dance (con qualche leggera influenza Soul che, a mio gusto, non guasta mai).

D Barbara quali sono le tue cantanti di riferimento, quelle che imitavi fin da bambina davanti allo specchio ‘

R Da bambina cercavo in tutti i modi di imitare Whitney Houston (o almeno ci provavo).

Quando la sentivo cantare rimanevo sempre estasiata dalla sua bravura e dalla naturalezza con cui eseguiva certi brani impegnativi.

Altro personaggio, completamente diverso per genere e musicalità, che attirava molto la mia attenzione era Madonna. Carismatica e sfrontata… anch’essa unica nel suo genere. Di lei, come per tutte le ragazze della mia età, mi aveva colpito molto il personaggio sopra le righe.

Da grande sognavo di essere un mix di entrambe

D Il mondo del rock è un mondo prevalentemente maschile, inutile negarlo, eppure ci sono state e ci sono dee del rock che hanno lasciato un segno indelebile nel panorama musicale mondiale, ad esempio Janis Joplin, Grace Slick, Joni Mitchel, Patti Smith e molte altre…che ne pensi a riguardo ?

R Sicuramente un mondo prevalentemente maschile ma forse inizialmente. Grazie alle Dee che hai citato, che io definirei “pioniere” del rock al femminile, oggi ci sono diverse artiste che primeggiano in tale genere. Non è più un territorio prettamente maschile e ne abbiamo la conferma ogni giorno.

D Livorno città della musica: centinaia e centinaia di musicisti, centinaia e centinaia di gruppi, pensi che si faccia abbastanza o manca ancora qualcosa…

R Se proprio devo essere sincera, ma questo è un mio parere, servirebbero più manifestazioni, aperte all’idea di far esibire nuovi gruppi/artisti a rotazione. Forse siamo un po’ chiusi nel solito circolo dei personaggi/volti già conosciuti. Diversi locali preferiscono, anche se posso capire, i gruppi che garantisco un numero di seguito e non danno magari la possibilità ad altri artisti di poter proporre progetti nuovi. Non parlo di tutti i locali (per fortuna)… ma diversi si, siamo arrivati al punto che la domanda non è che musica fate ma quante persone portate?

Appunto perchè i musicisti e i gruppi a Livorno sono tanti sarebbe bello poter dare la possibilità di esibirsi a tutti coloro che lo meritano.

D Tutti noi abbiamo un rimpianto che non ci fa dormire la notte, tutti noi non siamo saliti su un treno che avrebbe potuto cambiare la nostra vita…musicalmente parlando, dove andava quel tuo treno ?

R Personalmente non mi sento di avere grandi rimpianti da non farmi dormire la notte. Forse avrei solo dovuto azzardare di più nella mia vita di musicista o semplicemente essere un po’ più furba e/o scendere a qualche compromesso. Ma è il mio carattere e quindi probabilmente anche se tornassi indietro farei la stessa cosa.

D Chi è oggi Barbara Pitti ?

R Bellissima domanda.

Tutto sommato credo che Barbara Pitti oggi sia proprio quella che voleva essere.

Certo non sono diventata la grande PopStar che sognavo da ragazzina… però sono diventata la donna che volevo e forse questo è più importante. Vorrei solo avere più tempo per seguire la mia strada di cantante/musicista, ma sto lavorando duro per quello… e sto lavorando a nuovi progetti.

Chissà dove mi porteranno.

ALESSANDRO CHELI

D Alessandro Cheli, chitarrista cantautore, hai fatto studi classici o sei autodidatta ?

R Ho studiato musica e fisarmonica da adolescente , poi un giorno andai in un negozio di musica a Firenze e scambiai la fisarmonica con la chitarra , non feci un grande affare e mio padre si arrabbiò molto , ma il mio fu un atto di ribellione che , si sa , non comportano mai grandi “guadagni”. Autodidatta totale sulla chitarra.

D Sei conosciuto nell’ambito musicale come Cittàsenzamacchine e questa filosofia devo dire che mi calza a pennello: io infatti odio le macchine, e addirittura penso che la scoperta del motore a scoppio abbia coinciso con la degenerazione dell’umanità…te trasporti questo pensiero nei tuoi testi e nella tua musica rendendo il tutto unico…

R In realtà ho soltanto due canzoni che affrontano direttamente il tema di cittàsenzamacchine . Ma prima e durante ogni mia esibizione parlo al pubblico spiegandone l’intento . In realtà nelle canzoni esprimo ciò che sento dentro di me ,senza concentrare l’attenzione sui temi sociali.

D Hai fatto parte anche di qualche gruppo o sei sempre salito sul palco da solo ?

R Sempre sul palco da solo, ma non rifiuto l’idea di suonare insieme ad altri.

D Come dicevo prima i tuoi testi sono il tuo marchio di fabbrica..testi impegnati, mai banali, che affrontano tematiche sociali e ambientali…riesci molto bene a trasmettere sensazioni positive attraverso la canzone…come nasce tutto questo ?

R La mia musica e le canzoni nascono senza l’intento di creare qualcosa , mi “vengono fuori” cosi’ come un’esigenza , sono sensazioni interiori che si trasformano , e altre volte sono le sensazioni che agiscono su di me come ispirazioni aprendo una porta interiore attraverso la quale mi è possibile entrare in un luogo dove trovo concetti e significati entusiasmanti e speciali che rispondono alle mie sensazioni del momento, mi riempio le tasche e poi (la porta resta aperta sempre per poco) una volta uscito svuoto le tasche e dispongo questi “tesori” trovati in questi mondi paralleli su un foglio di carta .

D Il tuo genere, anche se è sempre brutto etichettare la musica, possiamo definirlo cantautorato impegnato…quali sono i tuoi punti di riferimento ?

R Questa è una domanda a cui mi è difficile rispondere , oserei rispondere nessuno , ma , sicuramente la musica che mi accendeva negli anni dai 15 ai 25 anni di eta’ è quella che mi ha lasciato il segno , e , parlo quindi della musica che ha fatto da colonna sonora alle nostre vite dal ’70 all’85 , li c’era tutto . Non ascoltavo musica italiana e non mi piaceva molto a parte pochi brani dei più noti cantautori , nell’82 è nata mia figlia abitavo in campagna senza luce in casa e dovevo lavorare da mattina a sera , li , iniziai a scrivere le mie prime canzoni.

D “Before Words” è il tuo unico lavoro o hai prodotto anche prima o dopo ?

R C’è il secondo disco sempre con la Roots Label R. di S. Dentone e Antonio Ghezzani che si intitola Starship Prisoners disponibile in Soundcloud e Spotify e un terzo in parte gia’ registrato con Gulag Studio che sara’ pronto in primavera.

D Progetti futuri, qualche concerto magari in città dove possiamo sentirti, un nuovo lavoro ?

R Alla Bodeguita Scali Finocchietti la Domenica c’è un’Open Mic dove vado spesso per il resto ci sto un “prendendo le misure” con ‘sta cosa dell’esibizione , sono uno che si fa un sacco di domande , e finchè non trovo tutte le risposte non mi muovo , a volte può volerci una vita , ma sono soddisfatto di ciò che ho fatto e di ciò che sto facendo , mostrarlo infine è , per me di secondaria importanza, se non per un motivo.

D Il panorama musicale livornese è sempre stato prodigo di musicisti…te pensi che oggi tra i giovani certe tematiche da riproporre in musica siano non capite o assimilate e condivise…insomma, c’è ancora vita là fuori ?

R I giovani sono forti , ma non sanno in che direzione incanalare la loro forza. Certo c’è vita , e tanta , tanta musica e musicisti , ma una delle tante domande che mi pongo è: Perchè lo fai?

D Tutti noi conviviamo con rimorsi ci procurano rabbia, quale è, musicalmente parlando il tuo più grosso rimpianto ?

R Tutto quello che avrei potuto fare e che non ho fatto , ma che per mia fortuna è molto poco , perchè nella mia vita ho magari realizzato qualcosa in un momento diverso da quello “storicamente” giusto , ma , che ci posso fare …..ho i miei tempi e son fatto cosi’ , e se perdo qualche treno , pazienza , quelli buoni comunque non passano mai troppo veloci.

D Chi è oggi Alessandro Cheli alias Cittàsenzamacchine ?

R Uno per il quale la musica non è esibizione , se voglio esibizione vado al circo . La musica è condivisione , Cittàsenzamacchine è la spinta a condividere , appunto queste mie canzoni , ma è la spinta per un motivo ben preciso. Cittàsenzamacchine è un passante che in mezzo ad un parco assiste ad uno stupro e punta il dito , mentre gli altri passano indifferenti .

Ritaglio gli articoli di giornale di persone a piedi morte sull’asfalto e ne ho già molti ,…. , un giorno finirà ne sono certo , ma il mio intento è accellerare questo processo. 6000 persone ogni anno soltanto in Italia , persone a piedi indifese che non tornano a casa , muoiono sull’asfalto , se riesco anche di poco a rendere evidente tutto questo , magari ne salvo una due dieci cento. Questo sono io , uno che punta il dito su una cosa cosi’ evidente , ma che sembra non accadere. Tolgono i cadaveri dalla strada , un pò di cordoglio e poi via si riparte. Vorrei suonare davanti a migliaia di persone , soltanto per dire loro che non è giusto!

ENRICO LUCARELLI

D Enrico Lucarelli, pianista fin dalla tenera età…

R Si proprio così…pensa la mia prima esibizione risale al Capodanno 1973 in quel di Nibbiaia..avevo 14 anni

D Hai fatto studi classici ?

R Per 2 anni ho frequentato l’Istituto Mascagni ma non ero tipo da Mascagni…il solfeggio…roba noiosa; allora iniziai a prendere lezioni private prima da Pietro Napoli e poi da Neno Vinciguerra.

D Hai militato in qualche gruppo ?

R Dopo la grande esibizione a Nibbiaia nel 1982 entrai nei Tube Screamer dei fratelli Brilli dove facevamo cover dei Police. Ci esibimmo tra l’altro anche al Palazzetto dello Sport.

Nel periodo 1985/1986 feci musica stile piano bar…mi piaceva far ballare la gente.

Poi la vita mi ha portato fuori Italia per un bel po’ e solo nel 1995, una volta rientrato, ho partecipato alla nascita di un progetto jazz, Blue Cheaper che dura fino ad oggi. Devo dire che è un gruppo molto “aperto” con musicisti che entrano e escono in più occasioni.

Nel frattempo, parallelamente, dal 2012 al 2016 suono il piano nel Trio Arraballero, gruppo formato dal sottoscritto e da due argentini veri che suonano contrabbasso e bandoneon fisarmonica.

D Poi per non farsi mancare niente so anche che altra musica ti ha visto protagonista.

R Con il maestro Carlo Cavallini alla batteria e altri musicisti sono tornato al jazz delle origini con la Lazy Blue Band mentre spesso accompagno nei Loudmouths la splendida voce di Massimo Balducci , in un duo piano/voce, che si cimenta nelle canzoni di Frank Sinatra.

D Manca qualcosa…

R Hai ragione…dal 2014 al 2018 ho accompagnato il comico Giovanni Bondi nei suoi spettacoli spesso con il piano ma anche con la chitarra e nel 2017 ho fatto parte del gruppo rock’n’roll APA .

D Quali sono in tuoi pianisti preferiti ?

R Non posso che nominare Bill Evans e Oscar Peterson.

D Hai suonato jazz, rock’n’roll, Sinatra, musiche argentine…ma quale è il genere che senti più tuo ?

R Sinceramente ascolto tutta la musica…è molto più facile per me rovesciare la domanda e dirti quale genere musicale non amo: la musica italiana. Se mi chiedi quale genere prediligo nel suonare ti rispondo jazz.

D So che non ti limiti a suonare ma insegni anche…

R Vero…ho cominciato da 4/5 anni e insegnare da molte soddisfazioni anche se è sempre difficile trovare studenti veramente motivati: pensa, la maggioranza dei miei studenti sono over 60. I giovani non hanno pazienza, oggi fanno musica con il computer, vogliono subito fare un disco… comunque visto che anche te sei over 60, se hai bisogno di lezioni di pianoforte mi trovi da Music City.

D Come giudichi la scena musicale livornese ?

R Non sono mai stato “dentro”…ho un carattere musicale difficile…posso solo dire che c’è un appiattimento culturale spaventoso anche se è una città nella quale si vive bene…fatto sta che nessuno vuole andare via da Livorno.

D Enrico, tutti noi abbiamo un rimorso che ci fa star male…

R Io avrei voluto studiare di più. Da adolescente, perchè è in quel periodo che ti formi e apprendi come una spugna, avrei dovuto focalizzare di più lo strumento. In quel periodo della vita se ti “spendi” bene aumenti il tuo potenziale, altrimenti…

D Chi è oggi Enrico Lucarelli ?

R Un sessantenne sempre innamorato della musica che ringrazierò sempre per avermi mantenuto in vita attraverso le difficoltà della vita.

Non c’entra nulla con la musica ma ho un gatto che adoro e si chiama Nestore.