ALESSANDRO CORVAGLIA

A. corvaglia

1 Quasar, Tugs, Aurora Lunare…tutto ebbe inizio qua, a Livorno, la tua città, negli anni ’70…

1 E prima ancora “Bikeriders” e “Suonosfera”, ai cui “concerti” – occasioni live ritagliate in posti i più disparati – abbiamo contato per anni una amica e seguace di eccezione, tale Concita De Gregorio! Io ho cominciato a suonare in gruppo già a 13 anni e non ho più smesso. Ma alla “fatalità” della cosa personalmente unisco un grande orgoglio, piccole realtà urbane danno un maggiore senso al riuscire a farsi conoscere in giro. E io sono nato livornese e uscirò di scena livornese, in qualunque angolo di mondo mi trovi a vivere

2 Poi il trasferimento a Genova, immagino per lavoro, dove fosti chiamato nel gruppo La Maschera di Cera con il quale hai avuto un ottimo successo: vari dischi tutti ben accolti da critica e pubblico e l’ultimo (un cd ideato per un dare seguito a Felona e Sorona delle Orme) dal titolo “Le Porte del Domani”, uscito anche in Giappone nella versione inglese “The Gates of Tomorrow”.

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2 Si. A Genova sono arrivato nel 1989 e per un bel po’ di tempo ho continuato a mantenere attività musicale a Livorno (nei weekend) e parallelamente cominciato a “farmi conoscere” suonando in diversi locali, alternando comunque attività anche in altri ambiti (Milano, Montefeltro, Isola d’Elba, etc). Fino a quando ho conosciuto Fabio Zuffanti che mi ha proposto dapprima la stupenda esperienza del “Merlin” (dove ho parzialmente riacquisito la mia ex dimensione di “attore” – virgolette d’obbligo – che avevo approcciato a Livorno) e poi il viaggio durato 14 anni con La Maschera di Cera. Questa esperienza ha fatto sì che io potessi farmi conoscere in un ambito geografico ben più ampio di prima, raccogliendo soddisfazioni impensabili ….e di stringere conoscenze (quando non amicizie) con diversi fra i miei idoli del passato!!

3 E poi la grande avventura con i Delirium…

3 Esatto! Nel 2014 vengo contattato da Martin Grice, che conoscevo da anni… il quale mi fa la magica proposta! Affrontata con un pizzico di scetticismo da parte mia per via del fatto che i Delirium avevano un’immagine vocale ben diversa dalla mia. Ma che poi, complice una sorta di “ristrutturazione artistica” che passa attraverso la presenza di Fabio, Alfredo e soprattutto il giovanissimo prodìge Michele Cusato, ha permesso che il mio modo di esprimermi andasse a collimare con il nuovo suono del gruppo. Da lì il disco “L’Era della Menzogna” sotto l’egida della Black Widow Records di Genova e la serie di concerti successivi culminata con la fantastica esperienza assieme alle quattro splendide (anche esteticamente!) ragazze dell’Alter Echo String Quartet. Una perfetta fusione fra rock e strumenti classici, formula se vogliamo già collaudata ma non per questo meno emozionante quando la si vive in prima persona.

4 Tastierista, chitarrista e cantante, da sempre innamorato del prog…

4 Cresciuto a pane e musica e debitore a mio fratello maggiore di una educazione musicale che mi ha fatto vedere “le strade giuste”, non solo limitatamente al prog. Ho studiato pianoforte da bambino, interrompendo scioccamente gli studi al secondo anno. Da autodidatta mi sono cimentato con le chitarre, con il basso e con la batteria. Avrei un flauto, qui, che aspetta da anni che io lo usi con criterio, costanza e impegno – considerando che posso avere un Maestro di eccezione quale Martin! – ma deve vedersela con la mia testa iperattiva e con il non moltissimo tempo a disposizione. Le tastiere rimangono comunque il mio strumento principale… a parte la voce, ovviamente. Quanto a questa sono un puro istintivo. Mai presa una lezione di canto, autodidatta per le tecniche di respirazione e qualche altra nozione del settore… ma da sempre, qualunque strumento avessi sotto, la parte vocale era mia, che fosse secondaria o principale. E da lì è nato l’Alessandro cantante…

5 L’amore per il prog ti ha portato a fare parte dei “Real Dream”, band tributo ai Genesis e Mr Punch, tribute band dei Marillon con la quale stai facendo un tour europeo in vari stati…una bella soddisfazione.

5 Più che l’amore per il Prog ha compiuto l’inestinguibile amore che ho per questi due gruppi. Il primo mi ha accompagnato dall’infanzia alla maturità (e oltre), il secondo si è innestato in un periodo in cui per un verso si riascoltavano certe sonorità finalmente non da “tv/radio fashion” e un modo di cantare finalmente potente ed espressivo, mentre dall’altro verso io mi muovevo in un settore compositivo che doveva per forza lasciarsi alle spalle un certo stile ritenuto assolutamente “non commerciale” ma che con questo affermarsi della band di Aylesbury sembrava lasciare un piccolo spazio di legittimazione. Per cui lo stile dei primi Marillion mi ha sicuramente lasciato segni profondi, anche nel modo di scrivere e arrangiare. Purtroppo recentemente ho dovuto lasciare i Real Dream, dopo 17 anni di vita, soddisfazioni ed emozioni insieme…devo ricreare lo spazio per ciò che dirò come risposta alla tua ultima domanda…

6 E se ti ricordo Zuffanti degli Hostonaten che mi dici?

6 Beh, di Fabio ti ho già parlato….lo considero un po’ il mio “pigmalione”, senza piaggeria e con vero spirito di amicizia ma soprattutto obiettività. Fossi stato una voce con un altro stile e background probabilmente non lo avrei “affascinato” in modo decisivo, ma diciamo che ci siamo piaciuti a vicenda. Con gli Hostsonaten, in una comprensibile logica di diversificazione dei suoi numerosi progetti, io sono comparso marginalmente nel capitolo “Winterthrough” e in modo più presente – in condivisione con altri grandi cantanti – nel “Rime of the Ancient Mariner”, portato anche in teatro a Genova. Ritengo Hostsonaten senz’altro il progetto più interessante fra quelli portati avanti da Fabio e probabilmente la copiosa produzione edita sotto questo nome lo dimostra.

7 Oggi abiti a Genova, città dalla grande tradizione musicale da sempre, soprattutto dal punto di vista cantautorale, ma anche Livorno non è stata e non è l’ultima arrivata con decine e decine di gruppi che dagli anni’60 ad oggi che fanno parlare di sé. Te, che sei stato e sei un protagonista in entrambe le realtà, che differenze di fondo trovi tra i due ambienti musicali?

7 Risposta difficile, perchè Livorno l’ho vissuta e Genova l’ho conosciuta, salvo il viverne da circa dieci anni il suo nuovo fermento in ambito progressive tramite fantastici gruppi come Tempio delle Clessidre o Coscienza di Zeno. Io credo che Livorno abbia sempre dimostrato una certa scanzonatura che si è poi tradotta in uno spirito avventuriero, sperimentale, originale. Penso a Luca Faggella o allo stesso Bobo Rondelli – naturalmente parlo da persona non più molto a contatto con quel mondo. Ma furono in un certo senso pionieri gli stessi Aurora Lunare, la Strana Officina, gli Hammer. Ai livornesi rischiare “gli giova”! Genova sembra più conservatrice, anche se nomi come Max Manfredi o Meganoidi hanno senz’altro esplorato terreni inconsueti plasmandoli con la loro originalità.

8 Come ti spieghi questo grande amore che dura nel tempo, dei fan italiani per la musica prog , amore che molti gruppi non hanno trovato neanche nei loro paesi d’origine?

8 Innanzitutto col grande fermento culturale che l’Italia ha vissuto negli anni ’70, dove ogni proposta sperimentale, innovativa, inusuale interessava e non impauriva. Stimolava e non dissuadeva. Era un realtà da assaporare e scoprire e non da rigettare ab origine. I media non tempestavano con i format e le produzioni-spazzatura e la gente affollava platee e gradinate. Oltre a ciò, quel periodo vedeva anche all’estero un naturale stimolo ad esplorare nuove forme e nuovi stili e potrei supporre che i paesi di origine dei grandi nomi (UK, USA, Olanda, Germania) fossero in qualche modo inflazionati dalle proposte, mentre in Italia c’era senz’altro più spazio per proporre in maniera adeguata la propria musica.

9 Hai avuto un’ottima carriera, ma c’è in fondo al cuore, una occasione non sfruttata, un treno passato troppo velocemente sul quale non sei riuscito a salire?

9 Uno non dovrebbe avere rimpianti, teoricamente…. luogo comune un po’ trito, a mio modo di vedere, dato che trovo insensato giudicare con la mente di oggi ciò che accadde ieri sotto altre prospettive e condizioni. Diciamo che oggi sarei curioso di vedere come sarebbe andata a finire se avessi accettato il contratto discografico che mi fu offerto alle soglie del ’90. Che rifiutai perchè comportava abbandonare i Quasar (le case discografiche non erano per niente inclini a mettere sotto contratto gruppi se non “bucavano lo schermo”), anche come band di appoggio live. E io non me la sentii anche perchè le prospettive di quel tempo favorivano – come lo stesso amato Lucio Dalla era uso dire – una formula “usa-e-getta”. Ed il tutto fu deciso in breve tempo. Per il resto, le offerte di collaborazione e le esperienze capitatemi fino ad adesso le ho tutte prese al volo… Delirium e Mr. Punch per ultime!

10 A Livorno hai un sacco di amici…alcune settimane fa intervistai Mauro Pini, con il quale hai suonato nel Aurora Lunare e Tino Tozzi, che mi parlavano di te insieme all’amico Alberto Voglini che come Sezione Musica organizzarono nella nostra città il tuo concerto con La Maschera di Cera…vuoi mandare loro e alla tua città un saluto attraverso 57100Livorno?

10 Se parliamo di amici, addirittura ne ho più a Livorno dopo 27 anni che l’ho lasciata, che a Genova!! Qui il rapporto umano è concepito in maniera molto diversa da quello a cui sono stato abituato, tanto a Livorno quanto a Roma (dove ho vissuto per un po’ e che considero la mia seconda città). Con Mauro, Marco, Corrado e Luciano dell’Aurora Lunare ho un contatto molto ricorrente, e altrettanto con Sezione Musica e il suo Stato Maggiore. Ultimamente ho ristabilito un contatto che mi era affettuosamente molto caro con i Tugs di Pietro Contorno (con cui sto esaminando prospettive di lavoro insieme), con i fratelli Brilli dei cari Tube Screamer…e altri che ritrovo sorprendentemente dopo anni di assenza e di distanza (solo geografica), anche nell’ambito teatrale non solo del “Teatro Sperimentale Zero” (oggi “Atelier del Teatro”) ma anche delle altre compagnie allora sulla piazza, da Emanuele Barresi a Francesco Bruni. Come ho detto all’inizio, nemmeno il Diavolo in persona mi staccherà Livorno dal cuore. Non solo la saluto, ma l’abbraccio tramite tutte le persone che sono legate ad essa ed hanno accompagnato i miei anni più divertenti e felici (e anche prolifici….!)

11 Un ultima domanda…chi è oggi Alessandro Corvaglia?

11 Una domanda che sarebbe meglio porre all’altro Me, che da un po’ di tempo (TROPPO tempo!) si diverte a mettermi i bastoni tra le ruote…. la frase è ovviamente ironica, ma la si può capire nel momento in cui ti dico che Alessandro oggi è un musicista che deve ritrovare il modo corrente di far sentire la sua “voce”. Non quella scaturente dalle corde vocali, ma dalle composizioni originali che anni e anni fa fioccavano in continuazione e che da diversi anni si sono arenate e che devo sbloccare. Ecco perchè mi serve tempo oltre a quello da dedicare ai Mr. Punch e ai Delirium. Devo completare il viaggio per ritrovare me stesso. Ho vestito panni altrui per troppo tempo.

Per il resto, oggi Alessandro Corvaglia è uno che canta e suona in qualsiasi momento della giornata possa farlo. Perchè se non vive “di musica”, sicuramente vive “per la musica”.

Grazie di cuore per questa occasione di raccontarmi ancora un po’…. se penso che a tutt’oggi, dopo 15 anni di attività nell’era del cyberspazio, NON ho ancora un mio sito Internet a volte mi chiedo se mi abbiano ibernato o cose del genere!!….

Ma scrivo ancora – e vorrei vedè!! – “cacciucco” con cinque C. E l’ho diffuso in questa landa, assieme arcinqueccinque!!….

Ale Corvaglia

VALENTINA PECCHIONI

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1) SEI GIOVANISSIMA…EPPURE E’ UNA VITA CHE CANTI…

SI E’ UNA VITA CHE CANTO, PRECISAMENTE DA QUANDO AVEVO 8 ANNI..
HO INIZIATO PRIMA A SUONARE IL PIANOFORTE E DOPO POCHI MESI LA VOGLIA DI CANTARE MI E’ ESPOLESA DENTRO… HO INIZIATO A FREQUENTARE LEZIONI PRIVATE DI CANTO E PIANO PARTECIPANDO A CONSORSI VARI..MA LA COSA CHE MI HA DATO PIU’ SODDISFAZIONE A LIVELLO ARTISTICO ED EMOTIVO E’ CANTARE ACCOMPAGNANDOMI AL PIANO…CHE SECONDO ME SOLO CHI HA PROVATO QUESTA COSA SA DI COSA STO PARLANDO.. E’ MERAVIGLIOSO PERCHE’ SEI TU E LEI…E LEI TI RISPETTA, TI ASCOLTA, TI ANALIZZA TIRANDOTI FUORI IL VERO.

2) HAI MAI FATTO PARTE DI UNA BAND? O SEI SEMPRE STATA UNA SOLISTA?

NON HO MAI FATTO PARTE DI UNA BAND E A DIRE IL VERO NON CI HO MAI PENSATO, MA IN QUESTO PERIODO DELLA MIA VITA STANNO SUCCEDENDO DELLE COSE MOLTO INTERESSANTE…TRA CUI UN PROGETTO CHE PARTIRA’ A BREVE PROPRIO CON UNA BAND SOLO DI DONNE… MA VI SVELERO’ QUALCOSA CONTINUANDO L’INTERVISTA.

3) HAI PARTECIPATO AD ALCUNI TALET SHOW… UNA BELLA SODDISFAZIONE E UNA BELLA ESPERIENZA. RACCONTACI..

HO PARTECIPATO AI “RACCOMANDATI RAI UNO” CONDOTTO DA CARLO CONTI NEL 2007 E 2008… VI ASSICURO CHE CANTARE DAL VIVO IN DIRETTA IN EUROVISIONE E’ UN EMOZIONE INDESCRIBILE… SEMBRAVA UN SOGNO…E QUANDO MI SONO RESA CONTO VERAMENTE DI DOVE ERO REALMENTE HO CERCATO DI TRASMETTERE TUTTO QUELLO CHE HO PROVATO IN TUTTI QUESTI ANNI ARTISTICI…E SPERO DI ESSERCI RIUSCITA.
4) LA TUA E’ UNA SPLENDIDA VOCE. TI HO SENTITA CANTARE MUSICA LEGGERA MA ANCHE BLUES E SOUL, QUAL’E’ IL TUO GENERE DI RIFERIMENTO?

HO INIZIATO DA PICCOLA A CANTARE CELIN DION, PAUSINI, GIORGIA, WHITNEY YOUSTON… E POI MI SONO DEDICATA AL BLUES, TUTTO GRAZIE ALLA PASSIONE DEL PIANO CHE MI HA TIRATO FUORI PIU’ FACILMENTE L’ANIMA SOUL CHE ERA NASCOSTA IN ME.
5) IL MONDO DEL POP E DEL ROCK E’ PIENO DI CANTANTI DI GENERE FEMMINILE. C’E’ QUALCUNA IN PARTICOLARE CHE TI HA “ISPIRATO” DI PIU’ DI ALTRE ?

SINCERAMENTE NON MI SONO ISPIRATA AD UNA CANTANTE IN PARTICOLARE… HO SEMPRE CERCATO DI ESSERE ME STESSA, DI TROVARE UNA MIA LINEA E UNA MIO STILE ANCHE SE NON E’ FACILE SCOPRIRLO…E DICIAMO CHE TE LO DEVI CONQUISTARE ASCOLTANDO TUTTI I GENERI DI MUSICA E VIVENDOLA.
6) IL TUO SOGNO NEL CASSETTO… PUOI SVELARCELO?

IL MIO SOGNO SAREBBE DI CANTARE UN GIORNO ALLO STADIO DI SAN SIRO A MILANO E QUINDI DIVENTARE FAMOSA GRAZIE ALLA MIA VOCE E ALLA MIA MUSICA. CHE NE PENSATE?
7) PROGETTI FUTURI? QUALCHE ESIBIZIONE LIVE? MAGARI UN CD?
STO LAVORANDO A UN PROGETTO MOLTO IMPEGNATIVO E BELLO ….NON SARO’ SOLA IN QUESTO CAMMINO …MA HO IL DIVIETO ASSOLUTO DI SVELARE DI PIU’….DICIAMO CHE CI SARA’ QUALCOSA DI VERAMENTE ORIGINALE….

8) MOLTE RAGAZZE IN GIOVANE ETA’ SI AVVICINANO SEMPRE DI PIU’ ALLA MUSICA E AL CANTO. TU PUR ESSENDO MOLTO GIOVANE, CHE CONSIGLI TI SENTI DI DARE LORO?

CONSIGLIO A CHI SI AVVICINA AL CANTO E ALLA MUSICA IN GENERALE DI CANTARE SOLO SE CI PIACE VERAMENTE FARLO… E’ IMPORTANTE PER ME SAPER SUONARE UNO STRUMENTO E SFORZARSI A SCRIVERE CANZONI, MELODIE E PAROLE..
ANDATE AI CONCERTI… OSSERVATE LO SGUARDO DI CHI SUONA PER STRADA E FATEVI UNA DOMANDA..E’ VERAMENTE QUELLO CHE VOGLIO?

9) TU POTESSI TORNARE INDIETRO, MUSICALMENTE PARLANDO, CHE CAMBIERESTI?

SE TORNASSI INDIETRO ASCOLTEREI PIU’MUSICA.

10) CHI E’ OGGI VALENTINA PECCHIONI?

VALENTINA E’ UNA RAGAZZA CHE AMA SORRIDERE ALLA VITA ,CREDE NEI SOGNI E DESIDERA RIMANERE CON L’ANIMO DI UNA BAMBINA SEMPLICE E ENTUSIASTA PER OGNI COSA NUOVA…..

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ROBERTO CAROTENUTO

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D: A 13 anni chitarrista dei Pianeti… uno dei gruppi più famosi a Livorno negli anni ’60…

R: Hai detto bene Massimo, figurati che una delle prime foto pubblicate sul Tirreno ci raffigurava abbracciati alle nostre chitarre e come titolo aveva “50 ANNI IN QUATTRO”. Abbiamo cominciato molto presto, tutti a lezione a casa dal maestro Renzo Pacini, che in poco tempo riuscì a darci le basi per iniziare la nostra avventura musicale.
D: Ancora si parla soprattutto a Coteto di quando vi vennero a prendere i New Trolls… una bella soddisfazione…
R: In realtà non vennero a prenderci i New Trolls, ma successe che una domenica stavamo provando i suoni per lo spettacolo della sera a Empoli ed a Nico saltò la testata dell’amplificatore, noi ce l’avevamo uguale e perciò Raul montò sul Lamborghini Miura e con Nico vennero alla nostra cantina a prendere quella in sostituzione, chiaramente nello stupore degli abitanti di Coteto.
D: Ricchi e Poveri, Marcella, Donatello, Domenico Modugno, PFM… avete suonato insieme ad artisti che diventeranno famosi…
R: Hai nominato cantanti e gruppi che in quegli anni andavano per la maggiore e non hai citato i Delirium, i Rokes al Piper di Viareggio, Gianni Nazzaro, Orietta Berti, Iva Zanicchi, Mino Reitano ed i suoi fratelli. Noi abbiamo avuto la fortuna di condividere momenti musicali fantastici, aprendo tutti i loro concerti,spesso andando a cena con loro e talvolta ci è capitato persino di andare a trovare i New Trolls a Genova al ristorante di Vittorio De Scalzi. Tutto ciò fu reso possibile perché avevamo in comune lo stesso impresario musicale livornese, Carlo Vernassa, da poco scomparso.
D: Ho una vostra foto con Claudio Villa. Come lo avete conosciuto?
R: Perdonami, ma di Claudio Villa non ho un ricordo ben preciso. Sono sicuro che abbiamo suonato con lui a una festa dell’Unità a Livorno, anche se la foto mostra un locale di Tirrenia o di Marina di Carrara.
D: Eravate giovani, famosi, con una carriera davanti… nel 1974 vi siete sciolti nello stupore generale. Cosa successe?
R: Con esattezza non ti saprei dire perché nel 74 ci siamo sciolti, non ho mai analizzato attentamente. Certamente ci furono una serie di concause: vuoi che iniziavamo ad avere cervelli diversi con visioni anche opposte sulla musica di quel momento che offriva uno scenario stravolgente, innovativo, ma evidentemente non per tutti noi così affascinante; vuoi che avevamo fatto marcia indietro tre, quattro volte alla RCA di Roma col maestro Pintucci, che ci teneva sotto controllo, ma che ci chiedeva qualcosa di nostro. Lì nasceva il nostro limite, non avevamo una preparazione musicale adeguata, avevamo bisogno di studiare seriamente, e fondamentalmente avevamo bisogno che qualcuno ci prendesse per mano e ci indicasse la strada da seguire, non eravamo più i bambini prodigio…penso che questo momento difficile noi l’abbiamo vissuto come un fallimento anziché come uno stimolo per proseguire ed arrivare all’obiettivo. Eravamo veramente ad un passo! Peccato…
D: Che ricordi hai della scena beat livornese di quegli anni?
R: In quegli anni Livorno era veramente piena di cantanti solisti e gruppi con molti dei quali ci confrontavamo spesso sui palcoscenici labronici. Ricordo in particolare il CANTAREFERENDUM (sul Tirreno c’erano i tagliandi da ritagliare e riempire con le preferenze) e poi le finali con i DOARS, I CERBIATTI, I FOLKS, GLI MK5, I FRATELLI PELAGATTI, I CUORI DI PIETRA, ANNA MAZZERANGHI, STEFANO CORSI ed altri. C’erano altri gruppi che erano un gradino più su, tipo i Modì, i Rangers col mitico Carlo Casadio e più in alto i Satelliti, veramente bravi, che però non si abbassavano a tali manifestazioni canore.
D: Un paio di anni fa avete fatto una splendida reunion… qualcosa bolle in pentola visto che alcuni gruppi degli anni ’60 come le Mummie, i Damurai, i Titani si sono ricostituiti e fanno delle serate?
R: Sì, un paio di anni fa, per ricordare due bassisti di Coteto che purtroppo ci hanno lasciato, Raul Laucci dei Pianeti e Fabio del Giudice dei Doars, abbiamo organizzato una giornata di musica intitolata “TUTTO INIZIA DAL BASSO” dove, per l’occasione, ci siamo riuniti con qualche variante; con noi avevamo il figlio di Raul, Dario Laucci al basso, mio figlio Luca Carotenuto, che ci aiutava con chitarra acustica e voce e col mitico Renzo Pacini, che si era unito col suo Sax in alcuni brani. La festa riuscì bene, tanto pubblico e tutti molto contenti. Credo che presto riproporremo qualcosa di simile, in virtù del fatto che Renzo Pacini ha scritto un libro, il cui titolo riprende quello della giornata di musica e vorrebbe presentarlo in occasione di una festa musicale, con la partecipazione di un sacco di gruppi amici di quegli anni.
D: Al di là dei Pianeti, so che suoni ancora… che progetti hai?
R: La musica, sai benissimo, che ti accompagna per tutta vita, ce l’ho nel sangue; con i Pianeti ci ritroviamo un paio di volte al mese da Percorsi Musicali, dove usufruendo di sale attrezzate continuiamo, senza pretese, il nostro percorso senza nessun obiettivo di apparire in pubblico, se non per qualche evento particolare. Personalmente, nel poco tempo libero delle mie giornate, sto studiando ed esercitandomi con un certo impegno aiutandomi con lezioni on line.
D: Roberto, qualche rimpianto? Qualche occasione perduta? Tu potessi tornare indietro…
R: Oggettivamente valutando bene il trascorso musicale giovanile, penso che abbiamo perso il treno in corsa: in quegli anni avevamo tutte le carte in regola per fare il passo che contava, ci sono mancati la costanza e lo spirito di unione, che nei momenti difficili è essenziale; certo è che a 15, 16 anni non eravamo ancora maturi per capire e decidere quale fosse la strada giusta da percorrere. Più che tornare indietro io guarderei al futuro, perché nella mia stessa situazione ora si trova mio figlio Luca con il suo SINFINICO HONOLULU, un gruppo fuori dalle righe, coinvolgente, e musicalmente molto preparato, quarant’anni fa sarebbe esploso sicuramente! Spero per loro in un pizzico in più di fortuna.
D: Chi è oggi Roberto Carotenuto?
R: Roberto Carotenuto, su continua insistenza di babbo Gigi che faticosamente negli anni è riuscito sempre a tenerlo con i piedi per terra, nel 1975 si è diplomato come Geometra e da lì, prima con la cooperativa del padre e via via con altre imprese, si è sempre occupato di cantieri edili fino ad oggi che, con il figlio Luca da sei anni gestiscono l’impresa edile familiare EDILC.

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D A 13 anni chitarrista dei Pianeti…uno dei gruppi più famosi a Livorno negli anni ’60…

D A 13 anni chitarrista dei Pianeti…uno dei gruppi più famosi a Livorno negli anni ’60…

PATRIZIO CIRICA

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D 1969…Patrizio Cirica entra a far parte del gruppo livornese Soul Men…penso la tua carriera iniziò in quel momento…

R Avevo già cantato nella corale del Duomo e S.Andrea dato che ero un chierichetto…

D E dopo che successe…altri gruppi?

R Sono rimasto nei” The Soul Men” che nel frattempo avevano cambiato nome in “Rambo e The Soul Fire”.Lasciai il complesso dopo circa 2 anni per dedicarmi esclusivamente a cantante solista,nel frattempo avevo avuto lezioni di canto prima con il maestro Compare e poi con Palmerini Morelli. Iniziai a partecipare a vari concorsi canori,prima nella mia città,poi d’accordo con il maestro in tutta la Toscana,(spese sostenute dai miei genitori…)con grandi successi e soddisfazioni . In seguito, per 15 anni con Gino Lena, Tina Andrey e dopo con la Compagnia teatrale di Livorno ho recitato e cantato…commedie come “Drogato sarà lei”, “Dove si mette la vecchia”, “La mutua”…ecc.ecc

D Che ricordi hai di quel tempo…tempo irripetibile?

R Ricordare quei tempi vuol dire gioventù, spensieratezza,vitalità, gioia e soprattutto divertimento

D Ricordi qualche gruppo che ti affascinava e con il quale avresti voluto cantare?

R C’erano diversi gruppi italiani e stranieri che mi affascinavano,ma nel mio piccolo mi accontentavo di quello che stavo vivendo, per me era già un bellissimo e insperato successo…non disdegnando ascoltare BEATLES,ROLLING STONES,ELVIS PRESLEY,FRANK SINATRA o POOH,CAMALEONTI,MORANDI,RANIERI ecc

D Il cantante, il frontman in un gruppo è quello che attira l’attenzione, soprattutto delle ragazzine…

R Nelle sale dove ci esibivamo c’erano tantissime ragazzine e onestamente il front man (cantante solista)era quello più ambito e certe volte c’era l’imbarazzo della…scelta…

D Ti ho sentito cantare e devo ammettere che sei molto bravo…qualche rimpianto? Qualche occasione non sfruttata?

R Ringraziandoti per i complimenti,devo ammettere che un treno molto importante passò nel 1971, alla Riva degli Etruschi, dove partecipavo come ospite. Ebbi l’onore di conoscere Nada Ovcina,che era una manager della EMI (La voce del padrone) che iniziò a seguirmi in vari concorsi, con l’incisione della facciata b di un disco. Volle conoscere i miei genitori e propose di trasferirmi a Roma per incidere la facciata A , ma non avendo la maggiore età (21 anni), mia madre decise di non farmi partire e così… Partecipai a Castrocaro arrivando 14° su circa 10.000 iscritti e 12 andarono in tv per la finale…che sfortuna!!!A Montecarlo al VI Festival Europeo al casinò “Blue de Soleil”arrivai terzo,primo tra gli uomini e italiano. Fui patrocinato dalla L’Oreal e sia con Corrado e Mike Bongiorno continuai ad esibirmi in vari locali…ma il treno era passato…Nel 1984 mi invitò la società Livorno Calcio ad incidere la “Canzone amaranto” e “Livorno mia” con una vendita di oltre 5000 cassette….orgoglio e soddisfazione…

D Quali sono i tuoi cantanti di riferimento?

R Non avevo nessun cantante di riferimento,avevo una voce maschia ma con estensione vocale (così dicevano)e quindi le mie canzoni spaziavano da “My way” a “Signore io sono Irish” a “Io vagabondo” a “Tanta voglia di lei” ecc ecc

D Non dirmi che non canti più…

R Oggi il canto è diventato un ricordo che…però. ..2/3 volte l’anno qualcuno mi invita per farmi esibire e l’ultima mia presenza è stata ai Bagni Lido .

D Chi è oggi Patrizio Cirica

R Oggi sono padre di 3 figli :2 maschi e 1 femmina e nonno di 2 nipoti:Brian di 3 anni e Vittoria di 1. Faccio il nonno sitter e aspetto con ansia la fatidica…pensione (spero presto)!!!Per concludere nessun rammarico nelle mie scelte ma felice di aver trascorso anni bellissimi colmi di soddisfazioni e successi e di aver conosciuto, in un ambiente pulito,persone che con i loro consigli mi hanno fatto crescere nel mondo…lavorativo

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FABIO MANDATORI

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D Fabio Mandatori, chitarrista da sempre…

R Sinceramente non mi son mai sentito musicista o chitarrista ma la musica è sempre stata presente nella mia vita. Tutti i miei amici di gioventù strimpellavano qualcosa, quindi comprare la prima chitarra a 16 anni era quasi d’obbligo…anche la seconda, ma erano cose “da spiaggia”

D Quali sono stati i gruppi con i quali hai suonato. Raccontaci.

R Arrivato a Livorno nel 91 frequentando locali dove si suonava, Gigios, Cave e Zeba Ugo. Conobbi persone con la stessa mia “malattia”: la musica. Tra di esse c’era la categoria “io 20 anni fa suonavo” e con questi iniziammo a vederci in sala prove anziché in birreria, fino ad arrivare ad una formazione con Stefano Reali, Michele Nocera, M.G Sirenio, Sebastiano Buccheri e con l’arrivo di Gianni Ponzetta, che ci diede una quadratura, diventammo la Steave Astinence prima e le Anime Inquiete poi. Cover ’70, band scalcagnata ed approssimativa ma divertentissima. Avevamo un palco impressionante, ci presentavamo come una vera Band, tutti in costume, tre o quattro chitarre a testa sul palco, sembravamo veri. Anni divertenti ed irripetibili :giocavamo a far le rockstar a 40 anni. The Gulliver, Sabina dal Canto, Giancarlo Aiello, Alessio Mazzei, Francesco del quale non ricordo il cognome. Tutti ragazzi con esperienza alle spalle più di me. Con loro si coverizzavamo i ’60, beat… e si dava corpo a pezzi nostri. Con questi ragazzi ci trovammo a Ciampino inseriti in un contest dedicato a Faber, visto che era un anno che era morto. Ci fecero arrangiare Bocca di Rosa, la facemmo acida sembrava un pezzo dei CCR. Tornammo a casa con tre premi: critica, pubblico e miglior arrangiamento e fummo premiati da Tiberio Murgia il mitico “Ferribotte”. Terzo ed ultimo gruppo sono stati i “Liberi d’evadere” gruppo formato con i detenuti di Gorgona. Bellissima esperienza umana e con loro ci levammo una bella esperienza: salimmo sul palco del Love Festival nel 2009. Per i ragazzi della band fu bellissimo.

D So che sei un gran fan dei Rolling Stones? Sono loro il tuo gruppo di riferimento?

R I Rolling Stones per me son tutto, sono la summa di tutta la musica che a me piace…sono uno stile di vita.

D Sei un livornese di importazione…che ne pensi della scena musicale attuale in città?

R Conoscevo Livorno musicale ancor prima di venire ad abitarci. Frequentavo abitualmente il festival di Pistoia e li ebbi modo di aver qualche assaggino di Livorno con Ottavo Padiglione, Mimmo Wild Mollica, First Experience. La città è una potenza: 160.000 mila abitanti con 350/400 band in attività, tra professionisti ed appassionati, categoria a cui appartengo. La città ha eccellenze che vanno oltre i confini nazionali ed il bello è che queste eccellenze non son concentrate in un unico genere Si può sentire del blues o del jazz ma anche indie o underground, il tutto fatto molto bene

D Rock e blues…non si sbaglia mai…

R Ma si…rock e blues e si cade sempre in piedi, anche se mi sento molto rock

D C’è la possibilità che tu riprenda in mano la tua chitarra per suonare davanti ad un pubblico?

R Sul fatto che io possa montare ancora sul palco… Intanto ci vuole una band, io non sono “il chitarrista”, io sono una seconda chitarra,lavoro dentro il gruppo. Mi definirei più da fondino che da palco… Ma il palco ha l’adrenalina e quindi non escludo nulla

R Ovunque ci sia musica dal vivo si trova Fabio Mandatori…qualche musicista livornese che ti “fa impazzire”?

R Musicisti a Livorno che mi piacciono ce ne son molti. Cito quelli più vicini a me: Bobo Rondelli lo conosco da sempre ,Mimmo Wild ed il compianto Manlio Pepe son state le prime due persone incontrate, Leandro Bartorelli ha un buon presente ed un ancor ottimo futuro Ma tu mi hai chiesto chi mi fa impazzire: sono Roberto Luti, Simone Luti e Rolando Cappanera, i TRES, il miglior trio in circolazione non solo in Italia. Stravedo per la Luti’s Family.

D Chi è oggi Fabio Mandatori?

R Fabio oggi è una persona contenta, il 2 esce l’ultimo dei Rolling, oggi mi diverto con un gruppo d’amici, entriamo in un fondino chiudiamo la porta, il mondo resta fuori e noi torniamo bambini con i nostri costosi giocattoli al collo, che in fondo è un po il desiderio di tutti.

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ROBERTO TURCHI

Intervista al bassista Roberto Turchi

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D – 1979…il concerto alla Casa della Cultura di Livorno a cui presero parte gli Young Visionaries, finì con la distruzione di gran parte dell’arredo, idem per il concerto alla chiesa di San Zeno di Pisa. In breve tempo i gruppi punk vennero banditi da molti concerti a causa delle intemperanze dei punk che seguivano i loro concerti e tra questi gli Young Visionaries…un bel “biglietto da visita”…che successe?

R Si, successe un casino! Suonammo insieme a due band di Pisa, i “Violent Cocks” (ti risparmio la traduzione…)di Marco Serani e i famosi “Cheetah Chrome & The Motherfuckers” di Dome La Muerte. La serata fu tristemente ricordata come una autentica esplosione di disordine da parte del pubblico presente che praticamente distrusse il teatro

D – I Traumatic nacquero dalla fusione di due gruppi…Young Visionaries e Mal di Testa…raccontaci

R Fu a causa di dissapori interni per i fatti accaduti durante quel concerto che gli Young Visionaries si sciolsero e Anthony Mancini (ex Mal di Testa) e il sottoscritto (ex Young Visionaries), insieme a Luca Del Bimbo e Marco Benucci formammo i Traumatic

D Ritorniamo un attimo agli Young Visionaries e ai Mal di Testa…

R Gli Young Visionaries sono stati, insieme ai Mal di Testa il primo gruppo punk della storia musicale di Livorno e provincia. Formatisi ad inizio del 1979 gli Young Visionaries hanno avuto vita breve, circa 7 mesi e purtroppo sono state smarrite le registrazione fatte durante i nostri concerti. I componenti del gruppo erano: Fabrizio Lelli cantante, Fabrizio Vastola chitarra, Roberto Turchi, basso e Daniele Caputo batteria.

I Mal di Testa erano capitanati dal cantante Anthony Mancini. Poi Fabrizio Vastola al basso, Andrea Fontani alla batteria, Franco Calosso chitarra. Un aneddoto curioso: concerto a San Frediano (PI) con la partecipazione di una giovane Joe Squillo, allora cantante nelle Kandeggina Gang di Milano che terminò la sua esibizione sotto una raffica di sputi del pubblico.

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D – Il gruppo ha avuto tre anni intensi di attività con concerti in locali prestigiosi come il Tilt di Bologna, Odissea 2001 di Milano e il Teatro Teanda di Firenze…l’onda punk che travolse tutto…e voi eravate nel mezzo.

R Al tempo i concerti erano organizzati in locali pubblici come case della cultura, circoli comunali, chiese sconsacrate, discoteche. Grazie alla nostra amicizia con il gruppo pisano CCM abbiamo avuto una intensa attività live. Tra tutti i concerti i migliori che ricordo sono stati quello al Teatro Tenda di Firenze come supporto al gruppo inglese Discharge e quello alla Casa della Cultura sempre di Firenze insieme a gruppi punk inglesi e tedeschi dove ottenemmo una grande consenso di pubblico e un grande articolo del giornale L’Unità del giorno dopo.

D – Alla fine degli anni ’90 vi siete fatti un regalo: l’incisione di un 33 giri in vinile con tutti i vostri pezzi…

R Durante gli anni ’80, specialmente per dei 18enni, incidere un disco era una spesa proibitiva. Sono pochi i gruppi che in quegli anni incisero anche un semplice 45 giri. Nonostante tutto nel 1982 entrammo in sala di registrazione, al Real Sound di Riccione: registrammo 6 pezzi i quali finirono nella compilation “Granducato hardcore” uscita nei primi anni ’80 in cassetta.

L’idea di registrare un disco “vero”, un vinile, un 33 giri, è venuta con la nostra seconda reunion alla fine degli anni ’90. Abbiamo registrato su disco 12 tracce, pezzi composti all’inizio della nostra carriera, alcuni dei quali non avevamo mai registrato in precedenza.

D – I tuo strumento è il basso, quali i tuoi musicisti di riferimento?

R Acquistai il primo basso nel 1979 da Musical City in piazza della Repubblica e nell’ottica punk del “fai da te”, senza aver mai toccato uno strumento prima, iniziai a suonare. A quei tempi il metodo per imparare da soli era mettere indietro la puntina del giradischi fino a quando non avevi trovato le note del pezzo che volevi imparare. In seguito presi qualche lezione da Tony ma il mio maestro fu Claudio Barontini che adesso è un famoso fotografo.

Il mio bassista preferito è Lemmy dei Motorhead (purtroppo scomparso lo scorso anno). Un altro bassista che ho preso come modello è stato John Entwistle degli Who.

D – Il movimento punk stravolse il modo di fare musica in tutto il mondo, ma soprattutto in Inghilterra. Voi a Livorno siete stati il gruppo-guida. Altre realtà di cui sei a conoscenza?

R Nella seconda metà degli anni ’80 in Italia sono nati, nell’area dei Centri Sociali nuovi gruppi punk di ispirazione punk californiana, pezzi veloci e testi improntati all’anarchia e al pacifismo.

D – Che hai fatto dopo i Traumatic, musicalmente parlando?

R Dopo il 1983 io e Anthony abbaimo formato un nuovo gruppo, la Invisible Band. Facevamo cover di gruppi garage quali The Chocolate Watch Band, i Sonics, Hendrix, Roky Ericson ecc. Con questo gruppo abbiamo anche composto qualche pezzo. Su youtube esiste un video di un nostro concerto a Marina di Pisa.

D – Che ricordi hai della scena musicale livornese del tempo?

R Durante i primi anni ’80 a Livorno si formarono nuovi gruppi ispirati dalla new wave inglese e dalla musica elettronica. Queste nuove band si rifacevano alle sonorità di gruppi quali i Bauhaus, Joy Division e i Cure. Ricordo gli Out Out che con noi parteciparono ad un concerto al Virus di Milano.

D – Mica avrai attaccato il basso al chiodo?

R Scherzi vero? Anche se da un certo punto di vista il basso l’ho messo in disparte. Infatti dalla seconda reunion dei Traumatic alla fine degli anni ’90 io sono diventato il nuovo chitarrista de gruppo. Non riuscivamo a trovarne uno adatto e il nostro amico Fabrizio Vastola, anch’egli storico bassista era disponibile…così sono diventato chitarrista. Ma non ho appeso il basso al chiodo !

D – So che i Traumatic si sono riuniti per la terza volta…

R Si, siamo alla terza reunion! Nel 2010 tre elenti storici del gruppo, io, Anthony e Luca abbiamo inserito nel gruppo un nuovo bassista e un altro chitarrista per una serie di concerti tra cui il Reject of Society Festival di Genova insieme ad un gruppo inglese, i Last Resort. Abbiamo registrato anche un vinile 7”, un 45 giri dal titolo “Social Pact” contenente due nuovi pezzi e un vecchio titolo che non avevamo mai registrato.

Quest’anno abbiamo partecipato ad un festival punk al Newroz di Pisa insieme ad un altro storico gruppo italiano, i romani Bloody Riot. Abbiamo anche partecipato ad un concerto alla Caserma Occupata e recentemente è uscito il nostro ultimo 45 giri dal titolo I’m a Punk.

D Chi è oggi Roberto Turchi?

R Oggi, all’età di 53 anni la musica è ancora il mio interesse principale nella vita, compatibilmente con i miei impegni di lavoro. Se potessi tornare indietro farei di tutto perchè le due cose combaciassero, ma non è ancora detta l’ultima parola…

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SERGIO PAOLETTI

 

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  1. Sergio Paoletti chitarrista… quando è nato questo amore?

Avevo 7 anni, eravamo sotto le feste di Natale e oramai sapevo che Babbo Natale in realtà erano babbo e mamma. Alla fatidica domanda; cosa vorresti come regalo? Nonostante le insistenze di mio fratello maggiore che tifava per il pallone di cuoio, facendo opera di convincimento, tipo lavaggio del cervello, risposi: una chitarra. In realtà il responsabile inconsapevole di questa mia scelta, era proprio lui che, essendo più grande di me di 9 anni, ascoltava tanta musica e spesso faceva feste in casa con gli amici, a cui io partecipavo di nascosto. E’ così che ho cominciato ad innamorarmi della musica, ascoltando i 45 giri dei Beatles, i Rokes, i Primitives, dei gruppi italiani tipo i Corvi, i Ribelli, i Califfi, i Profeti, i Camaleonti, Equipe 84, i .Dik Dik, ed i cantanti Peppino Di Capri, Dino, Celentano con tutto il suo Clan, Morandi, Adamo, Paul Anka, Sandie Shaw, Caterina Caselli, Patty Pravo, Rita Pavone, ecc.

  1. Raccontaci la tua “carriera” musicale, soprattutto i gruppi con i quali hai suonato.

Ho cominciato la mia carriera prendendo qualche lezione di chitarra, in cambio di un po’ di sigarette, da un mio vicino di casa un certo Paolo Cearini, in arte Mago Anubi, che all’epoca suonava con il complesso, Inferno Canto XIX°.

Il primo Gruppo formato verso la metà degli anni 60, si chiamava Teen Agers. Era formato da me alla chitarra, Andrea Cerrai al basso, Roberto Beppi all’ organo, Federico Volpi alla batteria. All’inizio i nostri strumenti musicali erano la mia chitarra acustica, un organetto Bontempi , una batteria fatta con i fustini del Dixan e i piatti con i tappi delle pentole, e un finto basso. Solo parecchio tempo dopo siamo riusciti a farci comprare dai nostri genitori, strumenti veri, pagati con montagne di cambiali. Suonavamo in una stanza di fianco alla chiesa di San Jacopo, dove con altri gruppi musicali “antagonisti” abbiamo fatto le nostre prime esibizioni . La musica che tentavamo di suonare, erano le hits del momento, correva l’anno 1969, una fra tutte Venus, brano musicale del gruppo olandese Shocking Blue.

Il gruppo è durato poco tempo, dopodiché c’è stato un lungo periodo in cui mi sono divertito a suonare ed ascoltare tanta musica, da solo o con qualche amico che condivideva la mia stessa passione, fino a quando , alle superiori , ho conosciuto un compagno di classe che suonava con il gruppo “Le Onde Magnetiche”.

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Cominciai a provare con loro, finchè un giorno uno dei due chitarristi, Andrea Poggioli, lasciò per andare a suonare con Tina Andrei ….ed io presi il suo posto. Cambiammo nome e , visto che frequentavamo l’istituto professionale L. Orlando , decidemmo di chiamarci GMA Gruppo Meccanico Autonomo. Oltre alle cover dei gruppi che ci piacevano, Deep Purple, Grand Funk Railroad, King Crimson, Uriah Heep, Bowie, Elton John, BMS, PFM, Pooh, Orme, New Trolls, Battisti, ecc., cominciammo a fare anche musica nostra , con un paio di pezzi con chiari riferimenti alla musica prog del Banco. I componenti della band erano ,oltre il sottoscritto chitarra e voce, Roberto Murra chitarra e voce , Massimo Spiga al basso, Carlo Migliorini alla batteria, Francesco Pistone organo e fisarmonica, Davide Contini al piano e tastiere.

Siamo andati avanti per circa 2-3 anni, suonando principalmente per gli amici e per il gusto di fare musica , con una sola uscita ufficiale in pubblico ad una Festa dell’ Avanti a Castellina Marittima (Pi) dove riscuotemmo un notevole successo (non ci facevano più andar via) tanto che un organizzatore ci propose la partecipazione a tutte le feste della provincia di Pisa. Per cause di forza maggiore non potemmo accettare. Carlo, che giocava a calcio, fu ingaggiato per la stagione in una squadra siciliana di serie C e Massimo che aveva il padre nella Finanza si trasferì in un’altra città, ed il gruppo si sciolse.

Molti anni dopo, con Moreno Lenzi voce e Sergio Donati alla batteria abbiamo pensato di formare una Band per un concerto a scopo benefico al teatro Salesiani, i Senza Biglietto, di cui fecero parte anche Mauro Pietrini al basso, Marco Lascialfari alla chitarra ed il Maestro Sergio Brunetti alle tastiere . Fù un’ esperienza molto bella, con bravi musicisti. Successivamente abbiamo cambiato nome con Another Ticket e , al posto di Marco, entrò nella band Gianni Ponzetta, bravissimo chitarrista. Poi sono subentrati il funambolico Alessandro Fusco al posto di Gianni e Piero Ciantelli al posto di Sergio Donati. Con questa formazione abbiamo suonato in locali e piazze di Livorno, purtroppo per poco tempo.

Finita anche questa esperienza, abbiamo creato la band Return Flame della quale facevano parte Moreno Lenzi voce, Sergio Donati batteria, Silvano Storpi ed io alle chitarre, Claudio Bonaccorsi alle tastiere e Mauro Pietrini al basso , che poi ha lasciato il posto a Marco Dentone.

Con questo gruppo abbiamo fatto cose egregie e suonato in varie piazze e locali. Nel 2013 il gruppo si è definitivamente sciolto.

  1. Quali sono i tuoi chitarristi di riferimento nel panorama musicale?

Beh, essendo un autodidatta, al primo posto metto il mitico Jimy Hendrix, un talento unico, inimitabile. A seguire, Eric Clapton (detto mano lenta o mano di Dio), Rory Gallagher, Carlos Santana, David Gilmour, Jimmy Page, Steve Hackett, senza tralasciare quelli che sono i miei miti italiani Nico Di Palo e Franco Mussida.

  1. C’è qualche musicista Livornese che ti fa ” impazzire” e con il quale vorresti suonare?

Come si fa a non ricordare i fratelli Cappa, uno su tutti il chitarrista Fabio Cappanera della Strana Officina. O l’ amico Enrico Rosa, ex chitarrista dei Senso Unico, fondatore della band Campo di Marte.

Nel panorama attuale Roberto Luti, penso sia in assoluto il chitarrista più dotato e con il quale mi piacerebbe suonare.

  1. Come giudichi la scena musicale attuale a Livorno, città che da sempre ha sfornato centinaia di gruppi.

Difficile a dirsi , in quanto il panorama musicale livornese è colmo di bravi musicisti che però, nella maggior parte dei casi non riescono ad imporsi più di tanto sulle scene nazionali. In questi ultimi anni abbiamo avuto ottime realtà come L’Ottavo Padiglione con un front-man eccezionale come Bobo Rondelli, gli Appaloosa ed altri. Comunque a Livorno la passione per la musica è tradizionalmente forte e radicata e aldilà del successo discografico è una valvola di sfogo per tanti ragazzi che altrimenti cazzeggerebbero senza far niente di costruttivo.

6) Mica avrai attaccato la chitarra al chiodo.

Assolutamente no. La chitarra, come penso qualsiasi altro strumento musicale, è una fedele e sincera compagna per la vita. Una compagna che ti aiuta a passare i momenti difficili della vita e che ti dona felicità e allegria quando sei in compagnia. La puoi lasciare per un po’, ma prima o poi tornerà la voglia di suonare.

7) Sergio, qualche rimpianto musicalmente parlando? Qualche treno sul quale non sei salito?

L’ unico rimpianto è quello di non aver frequentato una scuola di musica che mi avrebbe dato forse, la possibilità di vivere di musica. A dir la verità, vista la passione, andai ad informarmi al conservatorio, ma all’epoca non c’erano corsi di chitarra, ed allora mi proposero clarinetto, ma a me non piaceva e non se ne fece di niente.

Certe volte i treni passano e siamo costretti, nostro malgrado, a non salire. Questo è molto frequente quando fai parte di un gruppo. Penso che i maggiori “insuccessi” siano dovuti al fatto che , nella maggior parte dei casi, i gruppi si sciolgono, per un motivo o per un altro, ancor prima di provarci seriamente.

8) Quale il momento più appagante della tua carriera?

Appagante per me è quando suoni con bravi musicisti e senti che la musica esce e ti da i brividi. Oppure quando provi una canzone particolarmente tosta e dopo mille volte che cerchi il suono giusto, l’accordo giusto, la nota giusta, all’improvviso magicamente esce fuori.

9) Progetti futuri.

Arrivati alla nostra età, progetti, musicalmente parlando, non se ne fanno, lascio fare al destino il suo corso. Certo che non me ne sto con le mani in mano. Per esempio, dopo aver cantato per anni in varie corali polifoniche, adesso mi sto divertendo a fare karaoke, ed insieme alla mia compagna e ad un gruppo di amici, andiamo a cantare per locali.

10) Chi è oggi Sergio Paoletti.

Anagraficamente il primo Dicembre compirò sessantanni, ma la voglia di fare musica è la stessa di quando, da ragazzetto ho iniziato e spero mi accompagni per sempre.

Voglio ringraziarti, Massimo, per questa intervista e farti i complimenti per quello che fai con i tuoi libri per la musica made in Livorno, per tutti gli appassionati e per la bella rubrica “Livorno in musica ieri ed oggi.

Un abbraccio

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Moreno Lenzi

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1 La tua prima esperienza come cantante se non sbaglio fu con il gruppo “Senza biglietto”…debutto al cinema Salesiani con un tutto esaurito…

Si. Una cosa partita quasi per scherzo. Avevamo questa “sezione musica” all interno del Cral aziendale. Mi dissero: ” mettiamo su un gruppo per fare una esibizione durante una delle manifestazioni che organizziamo”. Un po tutti suonavano un qualche strumento. Mancava il cantante. “Tu sarai il cantante” mi dissero. Voi siete matti! Mai cantato in vita mia, nemmeno sotto la doccia…non se ne parla proprio. Beh, mi lasciai convincere….e fu un successo. Ma che paura davanti a tutta quella gente…200/300 persone! …era l’anno 2000, l’anno zero per il Moreno cantante a ben 43 anni suonati!

2 Poi ci furono gli anni con i Biokill…raccontaci

In effetti dopo quella prima esperienza ci fu il vuoto se non qualche sporadico ed estemporaneo tentativo di far rivivere i Senza Biglietto. La band cambio’ nome in Another Tickett anche se eravamo gli stessi componenti ovvero il sottoscritto, Sergio Paoletti e Gianni Ponzetta alle chitarre, Sergio Brunetti alle tastiere, Mauro Pietrini al basso e Sergio Donati alla batteria. Il chitarrista originale Marco Lascialfari molto giovane ovviamente fu presente solo per la circoscritta esperienza del Teatro Salesiani. In sostanza dal 2000 al 2004 ci si trovava molto di rado nelle sale prova così per divertirci un po senza alcun progetto. È dalla fusione degli Another Tickett e dei No Tatoo che prese forma il primo nucleo dei Bio Kill. Essi comprendevano il sottoscritto voce, Mauro Pietrini. Al basso, Silvano Storpi alla chitarra, Piero Ciantelli alla batteria. Inoltre un nuovo arrivo; un certo Alessandro De Fusco alla chitarra. Il gruppo inizio ad esibirsi nei locali e nelle piazze cittadine e sui bagni a Tirrenia. La fama fu immediata. Alessandro era fenomenale…bravissimo alla sei corde ed un vero rocker. Le nostre esibizioni erano galvanizzato…io e Alessandro eravamo due frontman nati. Silvano e Mauro ben presto lasciarono il gruppo. Da quartetto con Andrea al basso (poi sostituito da Fabrizio Vastola e successivamente da Manuel Martini), tra cover dei Black Sabbath, Ac/Dc, Deep Purple ecc. conquistammo davvero la Livorno rock. I ricordi più belli dei 5 anni di Bio Kill: il concerto del 2006 ad Effetto Venezia…450 persone impazzite per noi, l apertura al Rock Village ai New Trolls nel 2007 davanti a oltre 2000 persone, la registrazione in studio del disco RESET con brani di nostra composizione e messo in vendita nei negozi, le interviste alla radio, le altre aperture ai Gong, Formula 3, P.F.M. Grandi soddisfazioni. Poi nel 2009 ho lasciato il gruppo per divergenze di vario tipo e dei Bio Kill non è rimasto che un ricordo perché dopo un brevissimo periodo con un nuovo vocalist la band si è sciolta definitivamente. Vorrei anche ricordare che nel 2009 abbiamo vinto il primo premio con il video Jack The Ripper incentrato sulla omonima song di nostra composizione.

3 Te sei un grandissimo esperto di musica prog e le tue prime cover erano in questa direzione…

i primi brani in cui mi sono cimentato includono un paio di pezzi prog: Sguardo verso il Cielo de Le Orme e Lucky Man di Emerson Lake & Palmer. Comunque un conto è amare il prog tutt altra cosa cimentarsi nel suonare questo genere. Da improvvisati come me e come la stragrande maggioranza di amici coi quali ho suonato è una pretesa assurda. Se non si è musicisti veri meglio lasciar perdere

4 Oggi nel tuo repertorio ci sono anche cover che niente hanno a che fare con il prog…il potere della musica…

Infatti. I motivi sono molteplici. Innanzi tutto se un gruppo si vuole esibire deve proporre un repertorio di più facile presa piuttosto che il prolissismo tipico del prog. Inoltre devo dire che in tutti questi anni di esperienze “on stage” ho scoperto quanto sia divertente fare un pezzo dei Rolling stones o degli Ac/Dc…oppure anche pezzi più leggeri ma che riescono a coinvolgere la gente di conseguenza si avverte un ritorno di energia sul palco

5 C’è qualche cantante al quale fai riferimento

I miei cantanti di riferimento hanno una levatura artistica così elevata che….non li reputo miei riferimenti. Sarebbe come offenderli. In ogni caso in primis l inarrivabile Peter Hammill poi a seguire David Coverdale e Ian Gillan

6 Di questi tempi il tuo essere frontman del gruppo La Nuova Espressione…

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Dovrei dire innanzitutto del vuoto temporale che c è stato dalla mia fuoriuscita dai Bio Kill a quando ho ripreso a cantare. Un anno intero di inattività avendo deciso di chiudere definitivamente. Nel 2010 Mauro Pietrini mi chiama per formare un altro gruppo. Dopo vari tira e molla accetto. Oltre a me e Mauro i soliti Sergio Paoletti, Sergio Donati, Silvano Storpi, Sergio Donati ed un tastierista, Claudio Bonaccorsi. Vita breve con questo gruppo…l ho lasciato nel 2012. A Mauro è presto subentrato al basso Marco Dentone. Per poco meno di un anno abbiamo fatto buone cose e avuto degli ottimi riscontri. Il repertorio era per me veramente intrigante ed impegbativo: Child in Time e Highway Star dei Deep Purple su tutto. Poi le tensioni, i malumori ed i litigi mi hanno indotto a mollare…e anche questo gruppo si è sciolto. Il ricordo più importante dei Return Flame è che mia moglie ha iniziato a cantare proprio qui prima come corista poi anche come solista a fianco a me. Dopo c è stato il breve episodio dei Libera Espressione formati da me, mia moglie Monica, Claudio Bonaccorsi, Fabio Fazzini alla chitarra, Sergio Donati e Tino Tozzi al basso. Poco dopo subentrò Giovanni di Rocca al posto di Fabio. In realtà, nonostante i buoni propositi questo gruppo non mi ha dato grande soddisfazione. Troppa seriosita’, troppe pretese per gente come noi che professionista non lo è neanche alla lontana. Ho lasciato anche questo gruppo; con mia moglie e Tino. Abbiamo subito formato La Nuova Espressione con il redivivo Fabio Fazzini. Le cose fin da subito hanno iniziato a girare bene, la sintonia era totale. Successivamente è entrato nella band il giovanissimo (e geande) Alberto Romito. Da qui in poi grandi soddisfazioni, bella scaletta, pubblico che ci segue e si diverte. Ci dividiamo i pezzi con mia moglie, che ora canta benissimo, ci divertiamo un casino e ciò che si avverte. Questo è il motivo principale per cui siamo srguiti: ci divertiamo e di conseguenza si diverte chi assiste alle nostre esibizioni. Moreno frontman de La Nuova Espressione? Senza gli eccessi dei tempi dei Bio Kill credo di dimostrare si saperci stare nel mio ruolo e devo ringraziare per questo i magnifici musicisti della band nonché mia moglie Monica che mi sostiene e asseconda. Fabio il 20 dicembre scorso ha lasciato ed è subentrato Silvano Storpi. Un gran gruppo davvero questo; ne sono orgoglioso.

7 Come ci si trova a salire su un palco per esibirsi e trovarsi accanto la propria moglie, in questo caso Monica (anche lei ottima cantante)? Penso una bella soddisfazione

ho in parte già risposto. E una cosa bellissima condividere una passione cosi importante come quella per la musica con la propria compagna, con la propria moglie. Se poi è anche brava la soddisfazione è totale

8 Moreno, qualche rimpianto, musicalmente parlando? Qualche treno sul quale non sei salito?

Rimpianti? Beh, potrei dire che avrei dovuto ascoltare mio padre Fisarmonicista. Voleva che andassi a scuola ad imparare uno strumento…ma io, duro!! Mi sino al sempre piaciuti chitarra e batteria…ma da piccolo ero troppo vivace per essere disciplinato ad imparare uno strumento, da adolescente c erano le “bimbe” le moto ed il motocross a catturare i miei pensieri. Ma non ho Rimpianti…sono stato e sto così bene che non cambierei il mio percorso di vita con nessuno al mondo

9 Progetti futuri con La Nuova Espressione? Quando e dove possiamo sentirvi dal vivo ?

Intanto, è notizia fresca, è entrato a far parte della band mio cugino Marco, tastierista e chitarrista. Gli orizzonti si ampliano decisamente e faremo una scaletta da far invidia. Il prossimo appuntamento è per sabato 17 dicembre atl Old West Country Club a salviano. Vi aspettiamo numerosi…ci sarà da divertirsi. Colgo l’occasione per ringraziare Sergio “Sughino” Donati che ci ha lasciato e dare il benvenuto al nuovo “padrone” della batteria, Roberto Guerrini

10 Chi è oggi Moreno Lenzi?

Bella domanda. Sono un quasi sessantenne innamorato di una donna stupenda (mia moglie Monica) appassionato e affamato di buona musica, felice, e tanto giovane quanto vecchi sono i ventenni trentenni di oggi…non tutti per fortuna. Un grazie a te Massimo e a tutti quelli che hanno avuto la pazienza e la costanza di leggere fino a qui.

Addio Leonard

E allora, Marianne, è arrivato questo tempo in cui siamo entrambi molto vecchi e i nostri corpi cadono a pezzi. Penso che ti seguirò molto presto. Sai che ti sono così vicino che se allungassi la mano, potresti toccare la mia. E sai che ti ho sempre amata per la tua bellezza e la tua saggezza. Ma non c’è bisogno che ti dica nulla, perchè sai già tutto“. Questo scriveva Leonard Cohen nel mese di luglio alla sua amata Marianne Ihlen quando venne a sapere che una malattia se la stava portando via. Morirà il 28 luglio.

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E in queste parole d’amore struggente c’è tutto Leonard Cohen. Tutta la sua dolcezza, la sua disperazione, il suo camminare felpato nella vita. E in silenzio ci ha lasciato, per raggiungere la sua Marianne.

E’ scomparso un gigante, un titano. Ha lasciato un testamento di poesia musicate sterminato che è doveroso, ascoltare, riascoltare, scoprire, riscoprire.

La sensazione di cupo disagio che ci prende dinanzi alla sua morte, che si aggiunge a quella di altri musicisti, è che siamo di fronte alla caduta degli dei. Dei che ci hanno accompagnato durante tutta la vita, noi, malati di musica. Dei che hanno e stanno lasciando una immensa eredità che difficilmente potrà essere raccolta. A conti fatti erano tutti degli splendidi “beautiful loser”, degli splendidi perdenti, ma come diceva Leonard “è nella sconfitta che si manifesta la gloria dell’uomo“. Molti per anni hanno considerato la musica rock un’arte di serie B; ma sono personaggi come Leonard che hanno fatto ricredere buffi censori e saltimbanchi della penna. Leonard che avrebbe sicuramente meritato anche lui il Premio Nobel per la Letteratura come il dio Bob. Addio Leonard, mi piace ricordarti con una tua frase che sempre mi ha fatto battere il cuore : ” c’è una crepa in ogni cosa, ed è da lì che entra la luce“.

E grazie…