RICCARDO CHIMENTI

D 1970…si affaccia alla ribalta livornese un gruppo di giovanissimi, età media 15 anni…The Ice Cold con Riccardo Chimenti organo e violino….bellissimi ricordi…

R Organista si e violinista pure,ma prima di tutto ” IL CANTANTE ” del gruppo con una voce da paura (in senso positivo)…..ti basti considerare, caro Massimo, che eseguivamo le canzoni dei New Trolls come Una miniera, Il sole nascerà, Davanti agli occhi miei, Quella carezza della sera o Signore io sono Irish nella tonalità originale ed io non utilizzavo il falsetto; riuscivo a cantare tranquillamente in voce dalla prima all’ultima nota.

D Il vostro debutto nel concorso “Una voce per l’estate”…raccontaci

R Il brano cantato, con cui partecipammo al concorso “Una voce per l’estate” fu ” Un pugno di sabbia” dei Nomadi, quello solo suonato fu “30 60 90“.

Ricordo che “The Ice Cold” erano il gruppo favorito ovvero dato per probabile vincitore, ma purtroppo un incidente in motorino mi costrinse in ospedale dal 29 luglio per oltre 40 giorni.The Ice Cold alla finale dovettero esibirsi senza l’elemento di traino e comunque senza poter eseguire ” Un pugno di sabbia” il brano cantato. Ho ancora il trafiletto del quotidiano “Il Telegrafo” che riporta le notizie della serata finale, sottolineando che The Ice Cold, costretti ad esibirsi senza il cantante, non ce l’avevano fatta pur avendo suonato bene.

A proposito di ” bellissimi ricordi” : permettimi di rammentare e riportare alla memoria dei tanti livornesi che l’hanno conosciuta, la cantante Cinzia Paolotti. “Un pugno di sabbia” é stata, proprio quell’ estate la colonna sonora del nostro amore nato proprio a “Una voce per l’estate ” 1970.

  Sento il dovere di ricordare Cinzia, che oggi purtroppo non è più con noi, che nel ’70 vinse, al teatro Goldoni, il trofeo Città di Livorno e Il Cantareferendum nella categoria ragazzi. Cinzia Paolotti: un vero talento Musicale oltre che una persona bellissima. Sapeva usare la voce come sanno fare in pochi anche fra i professionisti, senza che nessuno glielo avesse insegnato; un esempio di maturità artistica e con una capacità d’interpretare che a 13/14 anni è raro riiscontrare.

D Dopo l’esperienza con The Ice Cold che hai fatto?

R “The Ice Cold”, il gruppo fondato dal sottoscritto, Claudio Barontini, Marco Caluri ed Ernesto Rum (Kikì), ebbe vita breve : 1969 – 1970. Motivo? La mia uscita dal gruppo per volontà impositiva di mia madre e del mio patrigno che temevano da parte mia un calo di rendimento scolastico dovuto alle prove che facevamo quotidianamente. Liceo e Istituto Musicale Mascagni richiedevano un impegno di studio quotidiano che, effettivamente, non mi lasciava tempo per le prove con il complessino.

Continuai a cantare come solista fino al 1977, partecipando a concorsi,serate ed eventi musicali sul territorio labronico. Dal ’76 iniziai a cimentarmi come autore e ad esibirmi accompagnato da un gruppo di compagni di conservatorio:

Pianista, chitarrista, bassista, percussionista, tastierista e sax in quel di Firenze e dintorni. Dal 1978 ,proprio a Firenze iniziai la professione di Professore di Orchestra parallelamente a quella d’insegnante di violino. Dal 1982, trasferitomi a Milano, portai avanti contemporaneamente l’attività di cantautore e quella di violinista. Come violinista iniziai nel 1983 una proficua collaborazione con l’orchestra di Canale 5 ricoprendo il ruolo di spalla (primo violino) fino al 1985, ruolo che lasciai per iniziare una collaborazione con Il Piccolo Teatro di Milano. Ebbi l’onore di lavorare come violinista/attore con il grande Giorgio Strehler. Poi la RAI, I Pomeriggi Musicali, l’Orchestra dell’Angelicum ed altre formazioni cameristiche e sinfoniche.

D Organo e violino “fanno la spia” di studi classici…come è nato il connubio con la musica rock e dintorni?

R Il processo di passaggio semmai è stato contrario: infatti ho iniziato a cantare ( mia madre era una cantante lirica) all’età di 8 anni, per poi entrare All’Istituto Mascagni a 10 anni. Da allora ho portato avanti i 2 percorsi musicali contemporaneamente e parallelamente.

D Quali sono i tuoi punti di riferimento, i tuoi “mostri sacri” ?

R Senza dubbio amavo i gruppi italiani come i New Trolls e la PFM ma il mio mito erano i Pink Floyd…….e lo sono ancora. In campo classico amo particolarmente Vivaldi, Mozart, Puccini e Beethoven.

D La scena livornese degli anni 70 era in continuo fermento, centinaia di gruppi, centinaia di musicisti…Livorno città della musica, sei d’accordo?

R La cultura, nel decennio 1970/1980, era in grande fermento in tutto il nostro bel paese; considerando che la musica oltre che espressione è in primis cultura, ci fu uno sviluppo a 360 gradi di tutte le espressioni musicali. In quel decennio nacquero Conservatori e Istituti Musicali ma soprattutto orchestre stabili e non, alcune delle quali ( e non poche ) non esistono più già dai primi anni ’90.

Questo nell’ambito classico. Nel campo rock e pop ci fu la nascita della figura del cantautore. L’invasione dei cantautori fu senz’altro ispirazione e stimolo anche per i giovani livornesi, ma da qui a dire che si possa pensare Livorno ” Città della musica” mi pare azzardato e inverosimile.

D Sei sempre in contatto con i tuoi compagni di “Ghiaccio Freddo” ? Mai pensato ad una reunion ?

R Ho ritrovato grazie a Facebook da poco Claudio Barontini. Di Marco Caluri ed Ernesto Rum so soltanto, per bocca di Claudio, che l’esperienza Musicale dopo The Ice Cold non ha avuto seguito per Enesto ed è andata avanti poco per Marco. Claudio ha portato avanti l’esperienza musicale per qualche anno, specie con Eugenio Vinciguerra e i “Milvi” ovvero il gruppo che accompagnava la cantante Milva per poi trovare la sua strada nel campo della fotografia. Pertanto soltanto il sottoscritto ha fatto della Musica la sua ragione di vita, almeno riguardo a lavoro, professione e tempo libero.

D C’è un musicista livornese con il quale avresti voluto o vorresti suonare insieme ?

R Non saprei, ma ti spediro’ una foto, che puoi trovare anche sul mio profilo Facebook, di un concerto scolastico in cui ho suonato con Ilio Barontini : eccelso pianista classico ma anche bravissimo organista rock. Nei primi anni settanta faceva parte del complesso ” I Simba”, Io e Cinzia frequentavano il Tennis Club dove I Simba si esibivano….con Ilio il suo Hammond fumava……

D Riccardo…una occasione non sfruttata…un treno che ti è sfrecciato davanti…un rimpianto ?

R La mancata partecipazione al FESTIVALBAR del 1988. Dopo anni di case discografiche visitate sembrava proprio che fosse arrivata la nostra occasione (mia e di Cinzia). Era tutto fatto e tutto predisposto: brani inediti miei, etichetta(La FIVE), immagine e nome del duo…….ebbene, anzi meglio dire emmale, proprio quell’anno all’ultimo momento tagliarono il disco verde.Sfiga??? Non so che dirti caro Massimo, ma la delusione fu talmente forte che né Io né Cinzia volemmo saperne più niente di sale di incisione e case discografiche….ma non smettemmo di cantare. Dal ’93 al 2010 siamo stati un Duo molto ricercato e anche ben pagato per serate musicali in contesti di feste ed eventi importanti nel triangolo Milano, Pavia, Lago di Como.

Ma il rimpianto più grande è non aver creduto nelle mie eccezionali doti vocali abbastanza da scappare da Livorno, fuggire dagli affetti e mollare il Conservatorio per fare il provino alla RCA dove ero riuscito, grazie a Nada, ad approdare.

In quegli anni si poteva sfondare facilmente ma prima di tutto dovevi essere lì, sul posto, a Roma e ovviamente darti da fare. Purtroppo non essendo ancora maggiorenne sono rimasto in famiglia e quando è arrivata la maggiore età, il tram era già passato.

D Chi è oggi Riccardo Chimenti ?

R Riccardo Chimenti oggi è un valido e stimato insegnante di violino e strumentista. Svolge particolarmente l’attività di Direttore d’ Orchestra e ha formato L’Orchestra di Archi della Monteverdi (18 elementi) che si esibisce a Milano e dintorni, Lugano e in alcune località del Lago di Garda.

Grazie Massimo. Questa intevista mi ha offerto l’ occasione che in questo momento non avrei mai pensato di avere…..ricordare il decennio più bello della mia vita : 1970/1980 e riuscire ad emozionarmi ancora.

FABIO MORETTI

D Fabio Moretti, cantante e bassista…

R Comincio intanto ringraziandoti per questa intervista che non potevo immaginare mi venisse fatta, cantante ni,corista bassista da sempre, o almeno è lo strumento che ho sempre voluto suonare. Da quando? Era il 99 2000 mio padre batterista da 40 anni oramai ,aveva un gruppo ,si chiamava La Ditta! Che non era altro che una cover band di Elio e le storie tese, al basso c’era Alessio Guerrieri bassista livornese che ancora oggi gli dico essere la mia musa ispiratrice, comunque sentendo lui suonare quei riff di Faso e il suono di quello strumento decisi che avrei voluto suonare quello, anche se credo di non essere ancora a quei livelli

D Sei il frontman del gruppo Audiogramma, bel gruppo, ottimi musicisti…

R Forse ho dato l’ impressione del frontman ma in realtà non lo sono,o meglio forse la forza di questo gruppo è propio il mettersi tutti sul solito piano,e crescere insieme a livello compositivo ed esecutivo,faccio un plauso a tutti quanti per l’ impegno che mettono nel portare idee sempre nuove musicali e testi su cui lavorare, grazie per i complimenti come ci hanno fatto anche altri musicisti dopo averci sentito,cosa che ci ha riempito di orgoglio e soddisfazione

D Prima di questo gruppo che esperienze hai avuto?

R Ho suonato in passato blues, soul, Stevie Wonder, Aretha Franklin, Mamas and Papas, Beatles i classici,principalmente cover band insomma ,anche se mi è sempre stato stretto il suonare se pur grandissimi pezzi che ascolto nello stereo pure io qualcosa che fosse già stato fatto da qualcun altro,in quel caso non puoi fare altro che rendergli omaggio al meglio che puoi,cercando di essere più preciso possibile nel eseguire quei brani,ecco non faceva per me,ambivo a qualcosa di diverso

D Quali sono i tuoi punti di riferimento, musicalmente parlando ?

R Beh, i punti di riferimento parlando di bassisti,a punto Faso di Elio che reputo un genio che ho avuto il piacere di conoscere, per quanto riguarda gruppi sono sempre stato un patito dei Beatles, un classico chi non lo è? Poi tantissimi gruppi italiani anche vecchi come gli Area ,o più recenti come Ministri teatro degli orrori e via dicendo.Ma il gruppo che seguo con più devozione dove cerco di prendere spunto sono i Verdena, itialianissimi, negli anni si sono evoluti come me del resto che gli ascolto ,per questo gli adoro ancora così tanto. Probabilmente se fossero rimasti al grunge dei primi anni non gli ascolterei ancora, hanno una capacità compositiva che rasenta la perfezione: per me, senza contare live che tiro che hanno! Fantastici!

D Avrai sentito certamente parlare della Livorno degli anni 60 e 70, con centinaia di gruppi cittadini. Ultimamente ero presente ad una mini Woodstock labronica dove vi siete esibiti insieme ad alcuni “vecchietti”…che idea ti sei fatto del tempo che fu?

D Non averne sentito parlare per me penso sia stato praticamente impossibile,come ripeto mio padre suona da 40 anni la batteria, per cui se non è uno di quei vecchietti come dici tu poco ci manca. Ci siamo esibiti in un contesto che ho trovato stupendo e sinceramente anche più grande di ciò che ci aspettavamo. Sinceramente l’idea che mi sono fatto a livello tecnico è che c’erano dei musicisti che ti sverniciavano letteralmente detto, volgarmente in labronico ,si avvertiva propio l’esperienza che avevano nel campo ,sempre sul pezzo con interpretazioni perfette dei pezzi suonati; e poi traspariva la grande passione per la musica, la mia impressione è propio che in quegli anni arrivarono talmente tanti generi nuovi di continuo, la musica era in continua evoluzione e queste persone lo hanno vissuto in presa diretta e si sente molto.Del resto non inventi più di tanto nel recente periodo, ogni brano che fai o farai ricorderà sempre qualcuno ,che deriva dai tuoi stessi ascolti. Ai tempi invece era il pieno periodo della sperimentazione musicale ,e quindi anche gli amatori chi più chi meno, l’hanno vissuta e tratto spunto per la propria musica,o riprodurla facendo cover di questi grandi che furono . La mia generazione quei mostri sacri gli ha sentiti come tutti quanti, ma non quando sono usciti come la maggior parte della Livorno musicale 60 70 (grande invidia per loro aver potuto sentire quei pezzi alla pubblicazione) ;credo ci fosse grande gioia e grande voglia di rivalsa a livello sociale,e sicuramente una parte veniva espressa propio nella musica ,grande rispetto per Livorno che comunque da sempre conta tanti musicisti, anche di ottimo livello seppur avvolte sconosciuti al grande pubblico. Siamo una città musicale c’è poco da fare, chi esce dal nostro conservatorio poi,preparatissimi! Dovremmo aprire una pagina infinita sul argomento credo.

D Il vostro genere è difficilmente etichettabile; in quale “casella” inserireste i vostri lavori?

R Esatto difficilmente etichettabile anche per noi. Ci siamo detti indie rock propio perché sta per indipendente,ogni nostro pezzo è abbastanza diverso l’ uno dall’ altro, ci piace molto sperimentare e trovare delle cose non banali e diverse dalle altre, quindi siamo anche un po’ alternativi nel nostro genere. Diversi musicisti che ci hanno ascoltato ci hanno etichettato come prog ,questo ci fa piacere perché al prog associamo solo grandi musicisti. Essendo tra i nostri ascolti personali ci sta che una punta ci sia,penso una delle cose che accomuna un po’ le nostre canzoni sono i testi , che comunque sono lo specchio dei nostri tempi ,della nostra generazione dove abbiamo poche, pochissime garanzie sul futuro. Abbiamo tante cose a cui poter arrivare facilmente ma allo stesso tempo mancano tanti punti fermi ,come il lavoro o gli stessi rapporti interpersonali,sono molto più facili ma allo stesso tempo risultano anche molto più difficili da rendere duraturi; tutto questo traspare ovviamente anche in musica nelle nostre canzoni ,quella sorta di rabbia giovanile e malinconia che appare nei pezzi sali scendi ,dove avvolte esplodono in suoni potenti di rabbia e altre in melodie malinconiche. La musica per ogni periodo storico non è altro che lo specchio dei tempi e questi sono i nostri

D Progetti futuri? Dove è possibile ascoltarvi a breve ?

R A breve il 29 luglio suoneremo al Vinile a Livorno insieme agli White Leaf ,anche loro gruppo che compone la propria musica rock fatta veramente bene. Sono molto bravi, ho avuto il piacere di provare con loro e sentire con orecchio e toccare con mano il loro livello di composizione. Progetti futuri… sicuramente continuare a suonare e comporre ,e cercare di fare qualche concorso, farsi conoscere come band,perché no sperare di farla diventare una sorta di lavoro quella che è la nostra passione sarebbe il massimo. Rimanendo sempre con i piedi per terra ma la speranza velata c’è e non abbiamo paura di esibirla

D Con chi nell’ambito livornese ti piacerebbe “duettare” ?

R Di gruppi a Livorno ce ne sono tantissimi e bravissimi,molti li conosco personalmente. Sarei onorato di farlo con davvero molti gruppi che ci sono in città .Penso a questo punto con grande ammirazione e rispetto magari suonare propio prima di Alessio Guerrieri,che come ho detto è un po’ colpa sua se suono il basso , anche Valerio Dentone mio vecchio insegnate e bassista straordinario, uno dei suoi gruppi sono i Gary Baldi Bros! Eccezionali davvero

D Sei giovane, beato te, ma c’è un rimpianto per una occasione non sfruttata a dovere ?

R Rimpianti insomma,avrei forse preferito studiare di più in musica, magari fare propio il Conservatorio, però tutto quello che ho lasciato andare mi ha portato a dove sono adesso ,bene o male in un progetto dove finalmente sento aver trovato la mia dimensione :mi piace e mi sento “realizzato”; nel mio piccolo faccio ciò che ho sempre voluto fare,sicche nessun rimpianto in genere anzi, magari tanta speranza, e ringrazio Luca il nostro cantante che ha creato la band,lo conosco personalmente da oramai 13 – 14 anni più o meno, Simone,Lorenzo e mio cugino Marco… tutta la band insomma,perché se mi sento realizzato nel mio piccolo è grazie a loro che sono il mio gruppo!

D Chi è oggi Fabio Moretti ?      

R Chi sono oggi non lo saprei dire in realtà, lascio farlo agli altri. Sono un ragazzo/uomo come tanti che ci prova nella vita in ogni settore di essa. A tale proposito vorrei anche ringraziare una persona di cui non farò il nome,ma che mi è stata vicino nel recente periodo, sia direttamente che indirettamente ,mi ha aiutato, spronato e supportato nel progetto Audiogramma, facendomi sentire bravo forse più di quello che sono in realtà, in fin dei conti faccio solo ciò che mi piace senza avere la presunzione di essere il migliore o insostituibile. Sono semplicemente Fabio,uno dei tanti che in cuore suo spera di poter continuare a suonare fino a che il tempo glielo permette. Grazie dell intervista, mi sono sentito lusingato e divertito da matti a farla . Ti ringrazio personalmente a nome mio e della band ,speriamo di risentirci presto magari con qualche “successo” in più da poter raccontare!

MARTINA SALSEDO

D Martina Salsedo, professione cantante: immagino tu sia nata con il microfono in mano…

R Non sono nata col microfono in mano ma con una maschera, in realta’ ho iniziato a recitare a 14 anni , ho studiato per fare l’attrice di teatro ed in seguito cinema con Bernard Hiller ‘Actor Studio Los Angeles’.

Ho cantato molto in strada e quelli erano gli anni della voce vera , chitarra e voce mescolata ai bus , ambulanze , sorrisi , di quando ancora in Italia ti dicevano ”poverina” se ti vedevano all’altezza delle loro ginocchia.

La prima volta con l’amplificazione fu un tormento , mi sentivo vocalmente cosi’ gigante da scegliere di stare per 30 date dietro un paravento e mi fu accordato , il regista era un folle e probabilmente la scelta stilistica fu’ presa al balzo.

D Attualmente sei la fronwoman del gruppo Black Tunes, un progetto che va avanti da circa due anni insieme a musicisti di alto livello, come Ricky Portera, fondatore degli Stadio, Leandro Bartorelli alla batteria e al tastierista Dario Cei…come è nata questa collaborazione che sta dando ottimi frutti?

R Black Tunes nasce nel 2010 , salii sul palco chiamandomi Black Tune e nel giro di pochi minuti si aggiunse una s e tutti i musicisti. Ando’ realmente cosi’ .

Ho dei punti fissi , Leandro Bartorelli alla batteria , Ricky Portera alla chitarra elettrica , Alessio Vitali al basso , Dario cei alla tastiera ed altri con i quali collaboro come Fabrizio Pieraccini ,Claudio Fabiani , Tommy Lo Russo.

Le collaborazioni nascono dalle vite precedenti e dalla voglia di viaggiare oltre noi stessi.

D Ti sei esibita nei migliori teatri italiani, ma hai avuto anche il previlegio di cantare con il tuo gruppo in Inghilterra…raccontaci.

R La prima volta in Inghilterra come cantante e’ stata al ” Cavern ” di Liverpool era il 2012 , fummo recensiti dalla BBC mentre suonavamo a Panny Lane sul terrazzino del barbiere .

Ale de Fusco fece il solo di Helter Skelter in mezzo alla strada , era il quinto concerto in due giorni , non posso dimenticare tutte quelle persone che sognavano diamanti nel cielo con Lucy insieme a noi.

Quest’anno siamo tornati in un occasione molto particolare , quella del ”Masquerade Festival ” ed e’ stato molto bello respirare l’odore di un teatro in pianta circolare del 1600.

D Il presente si chiama Black Tunes , ma nel passato come si è svolta la tua carriera musicale ?

R Prima dei Black ho lavorato in Germania , Danimarca , Francia , Africa, Ungheria , a Roma con la Rai , in est europa su Telemedia , recitavo e cantavo , in quel periodo ho avuto il piacere di collaborare con molti artisti pazzeschi ma quello piu’ grande di tutti e’ un pagliaccio francese ”jean jacques” , che dopo ho scoperto essere nel cast di uno dei Circhi piu’ importanti al mondo.

Ci sono persone che vanno oltre un nome , che proteggono la tua anima mentre sei sul palco con loro e lui e’ uno di questi .

D Hai una voce stupenda, calda e potente, ma che al bisogno sa essere dolce e struggente. Questo ti porta ad affrontare indifferentemente stili musicali diversi, ma quali sono i tuoi punti di riferimento?

R Grazie per il complimento , mi lusinga sentirmi dire queste cose da un intenditore di Musica come Massimo Volpi.

Non so’ se e’ un bene o un male ma di solito affronto vocalmente la musica che si crea senza pensarla piu’ di tanto . Ho i miei riferimenti e me li tengo stretti , Etta James , Tori Amos, James Brown ,Nina Simone,Led Zeppelin,Otis Redding ,Neil Young ,Chaka Khan ed altri con i quali ho avuto il piacere di suonare come Malcolm Holcombe , Tolo Marton , Rob Lopez , Femi Temowo …

D Oltre a cantante sei anche insegnante di canto con una tua scuola che ha sempre più iscritti. Un impegno duro ma anche gratificante…

R Sono gli ”allievi” ad avermi scelto. Officina di Arte e Musica e’ nata cosi’ , dalla loro invasione !

Forse era l’unico modo possibile per poter dare qualcosa in piu’ di me agli altri e di poter ricevere molto , non a caso ho un numero limitato di allievi , credo sia una grande responsabilita’ e ognuno ha i suoi tempi per comprendere delle cose di se’ .

Non mi interessa avere grandi numeri , mi interessa avere grandi persone , aiutarle nella crescita , farle riflettere e correggere da sole , sono figlia della disciplina e della meritocrazia teatrale , quella della gavetta e della scalata, sono l’anti ”X FACTOR” e ringrazio tutte quelle porte in faccia perche’ alla fine mi hanno resa molto forte e concesso la bellezza di non invidiare e non essere crudele con gli altri.

D Questo tuo ruolo ti porta ad essere sempre a contatto con giovani talenti…da questo punto di vista come giudichi il panorama musicale livornese attuale ?

R Livorno come altre citta’ ha molti giovani talenti e questa cosa mi fa’ stare bene , come diceva un grande filosofo ,senza musica la vita sarebbe un errore .

La cosa che mi lascia interdetta e’ che con poche ”vesciche alle dita” la strada e’ breve e se si raggiungono alti traguardi spesso non sono Arte ma virtuosismo.

Mi auguro di vedere grandi Artisti , la nostra citta’ ne ha bisogno.

D In pratica non c’è una manifestazione locale e non, dove non sia presente Martina Salsedo…Hai avuto l’onore di aprire concerti di gruppi famosi (ultimamente i Gang…), ma c’è qualcuno con il quale “non vedi l’ora di cantare” ?

R Ho avuto l’onore di aprire a molti grandi della musica da Betty Lavette al Banco del Mutuo Soccorso , a Popa Chubby , Joe Ely, e suonare con Jake Clemons (Sax tenore della Street Band di Bruce Springsteen), Femi Temowo (Chitarrista di Amy Winehouse) Malcolm Holcombe ,Ricky Portera ,Alberto Radius ed altri ancora.

In riguardo alla domanda nello specifico , non vedo l’ora di fare il primo Live col tastierista di Vasco Rossi & Steve Rogers Band , Mimmo Camporeale ,che sara’ sul palco con me il 13 Agosto al Fieschi Festival di Genova.

D Martina, c’è un treno che ti sei fatta sfrecciare sotto il naso, una occasione perduta ?

R Sono sempre stata sul mio treno , quello al quale ho rinunciato era un vagone ”sporco” che ho preferito perdere e lo rifarei col sorriso. Ho avuto dei grandi insegnanti in famiglia e nell’arte , sono fortunata.

D Chi è oggi Martina Salsedo?

R Non mi piace dire chi sono , decisamente non lo sopporto , preferisco abbiano un ‘idea superficiale di me anche sbagliata .

Sono una solitaria mi piace incontrare gli altri per scelta o per fortuna e scoprire insieme chi siamo . I difetti sono le cose che preferisco , li trovo decisamente interessanti e dedico a loro molti dei miei live.

Grazie per la tua intervista sei una grande persona.( mettilo please non lo togliere)

ANDREA NANNETTI

D 1974 nasce il Deux ex Machina…grande gruppo, ottimi musicisti…Andrea Nannetti alla chitarra.

R Ciao Massimo! Grazie per il tuo interessamento e per il “grande gruppo ed ottimi musicisti”!

Eravamo solo dei ragazzi molto entusiasti, con tanta energia e tante speranze, come i giovani hanno.

Forse, ma non ne sono sicuro, il gruppo nacque prima del 1974.

Deus ex machina era composto da:

chitarra: Andrea Nannetti

tastiere: Roberto Napoli

basso: Beppe Caturegli

batteria: Sergio Adami, Stefano Lucarelli, Fabio Guidi (in momenti diversi)

percussioni: Chico De Mayo

fonico e manager: Marco Rombolini

età dei componenti: tra i sedici e i diciassette anni (Marco era un po’ piu grande di noi)

 

D Tutto ebbe inizio nel magazzino di Pietro Napoli di Corso Amedeo…bei tempi…

R La cosiddetta “palazzina” di Pietro Napoli in Corso Amedeo era una parte di un più ampio luogo costituito da svariati edifici e spazi aperti, sede di magazzini e laboratori per stoccaggio riparazione ed accordatura di pianoforti. Un luogo magico, indimenticabile. Il dott. Gianfranco Napoli, padre di Roberto, acconsentì a mettere a disposizione di suo figlio e dei suoi amici del gruppo, un bello spazio al primo piano dove realizzammo la nostra sala prove e studio per registrare, lavorando con le nostre mani (grazie all’aiuto indispensabile di Marco Rombolini) ad un progetto irripetibile, Tutta insonorizzata con scatole di uova e lana di roccia (ci siamo grattati per giorni) e persino una finestra a tre vetri per la regia.

Al piano terra c’erano gli accordatori dei pianoforti, mi chiedo come ci sopportassero!

 

D Avevate il grosso pregio di suonare soltanto pezzi vostri…come nascevano queste canzoni?

R Erano brani solo musicali, nessuno cantava.

Noi ci incontravamo ed iniziavamo a suonare, liberi. Quando qualcosa di ciò che stavamo suonando ci convinceva particolarmente, si iniziava a lavorare su quel dettagio per farlo diventare un brano. Registravamo e riascoltavamo molto, discutendo su come strutturare e colorare i brani. Non c’era un autore, ma l’apporto di tutti noi.

Eravamo tutti affascinati dai King Crimson e Weather Report e quindi inevitabilmente anche un pochino influenzati, ma la nostra adolescenziale ambizione era di non somigliare a nessuno.

Tra il progressive, la psichedelia e il delirante, ci ostinavamo e suonare con fantasia e libertà su tappeti ritmici che erano spesso dispari, complessi e molto serrati. Non esistevano loop machines, tutto era in diretta.

 

D I vostri concerti erano molto lunghi per il tempo, circa 2 ore…che ricordi hai?

R I concerti erano molto lunghi perché ci divertivamo moltissimo a suonare e ci affascinava anche mettere i piedi nelle zone incognite ed oscure della improvvisazione. Direi che abbiamo fatto pochi concerti rispetto al lavoro di prove al quale ci sottoponevamo senza fatica. Beati i giovani!

All’epoca quando caricavi il furgone per andare ad un concerto era come fare un trasloco.

Gli amplificatori erano a valvole, potenti,enormi e pesantissimi. Forse anche per questo il concerto era così lungo!

 

D E’ rimasto nel ricordo di chi era presente il vostro concerto al Circolo La Rosa nel 1975…raccontaci

R Ennesimo trasloco, mi ricordo che ci divertimmo suonando. Il pubblico era soddisfatto, forse perché erano quasi tutti amici. Io suonavo con una Fender Stratocaster rossa del 1967 ed usavo due pedali vox: un distorsore tone bender ed un wah wah. I nostri volumi erano piuttosto elevati.

 

D E prima e dopo i Deux ex Machina che hai fatto?

R Io nel 1974 avevo diciassette anni.

Prima dei deus ex machina, avevo iniziato a studiare chitarra a dieci anni con Daniela Robillard, poi con Tony Mazzone e poi con Enrico Rosa. Avevo suonato per un breve periodo con un gruppo di bambini chiamato “Cuori di pietra”, poi con i “Compra baratta e vendi” con Riccardo Baronti, Fabio Selmi e Carlo Galletti.

Dopo i deus ex machina

Non ho mai smesso di suonare la chitarra, nel 1980 conobbi e divenni amico del maestro Paco De Lucia, imparando ad amare il flamenco, che ha molto influenzato la mia strada e la composizione dei miei brani. Ho sempre continuato nelle mie ricerche musicali, in zone etniche usando anche altri strumenti a corda, nell’elettrica e nell’elettronica. Sono autore di brani per le edizioni Rai Trade, per documentari televisivi.

 

D Quali sono i tuoi punti di riferimento, musicalmente parlando?

R Io come sempre vorrei progettare la mia musica,che è una mia forma di ricerca e comunicazione.

Musiche di molteplici provenienze possono diventare dei “riferimenti”, flamenco, barocco, heavy metal, intimisti, psichedelici o jazz, purchè mi tocchino l’anima.

 

D Sei sempre in contatto con gli altri componenti del gruppo ? Mai pensato ad una reunion ?

R Sono ancora in contatto con quasi tutti i componenti di Deus ex machina, ma non si è ancora mai parlato di una reunion. Mi ci stai facendo pensare tu………………..a volte però queste cose somigliano alla cena di scuola dopo quarant’anni.

 

D Che ne pensi dell’attuale situazione musicale a Livorno?

R Non sono molto informato perché sono quasi sempre fuori Livorno, ma quando mi è capitato ho avvertito una bella presenza di energie e competenze in vari settori musicali. Personalmente so che farò un concerto di chitarra solista a Villa Trossi il 31 agosto, organizzato tra l’altro proprio da Roberto Napoli, e suonerò la mia musica.

 

D Chi è oggi Andrea Nannetti ?

R Sono architetto e musicista, pendolare settimanale tra Roma e Livorno dove vivo con moglie e figlia di dodici anni, che ha da poco iniziato a studiare il violoncello.

Sono stato fortunato ad aver vissuto musicalmente quegli anni settanta, quel fermento, quella voglia di suonare davvero, quelle possibilità culturali economiche e sociali che ti permettevano e stimolavano ad ascoltare ed essere ascoltato, sviluppando nei giovani un desiderio di ricercare con fantasia, originalità, personalità, carattere. Il contrario dell’attuale omologazione.

 

 

 

 

 

MARCO MAZZANTI

1 I Pianeti…1969…55 anni in quattro : come nacque l’idea di formare il gruppo?

  1. L’idea di formare un gruppo nacque come un gioco fra ragazzini undicenni che fra una partita a calcio in cortile e una sfida a tappini, suonavano in una cantina con chitarracce scordate e una batteria formata da fustini del detersivo, provando ad imitare i gruppi stranieri e italiani in voga all’epoca come i Beatles ed gli Equipe 84;

2 2017…molti anni di più…come è possibile che ancora siete insieme?

  1. Oggi 2017, ci troviamo raramente per suonare insieme, supportati per fortuna da due figli dei Pianeti Dario e Luca, magari per partecipare a qualche evento straordinario, come è stato quello del 22/05/2015 al circolo in Coteto in commemorazione di due amici carissimi prematuramente scomparsi (Raoul e Fabio) e come è stato per l’evento del 21 maggio 2017 ai Percorsi Musicali, nel corso del quale il nostro primo maestro e mentore Renzo Pacini ha presentato il suo libro “TUTTO INIZIA DAL BASSO»

3 Avete accompagnato artisti del calibro di Marcella, Ricchi e Poveri, Donatello, Formula 3, PFM, New Trolls…che ricordi hai?

  1. Il fatto di aver aperto i concerti di molti artisti di livello nazionale (oltre a quelli che hai citato tu potrei aggiungere Modugno, Mino Reitano, Four Kents, Iva Zanicchi, Claudio Villa, The Rokes, Mia Martini, Don Backy e tanti altri), ci ha consentito di apprezzare le doti umane di alcuni di loro che nonostante la fama e la notorietà ci facevano i complimenti, dandoci anche dei consigli preziosi;

4 La RCA attraverso il maestro Pintucci «vi teneva d’occhio» quando ad un passo dal successo aveste una brusca frenata. Che successe?

  1. Entrammo per un periodo nella scuderia del produttore Piero Pintucci (per capirci quello che ha prodotto molti lavori di Renato Zero) il quale ci invitò per diverse volte alla RCA a Roma per provare dei pezzi nostri, oppure proposti da loro. Ci presentò in un’occasione anche Franco Migliacci e una volta di sabato pomeriggio quando la RCA che era una vera e propria fabbrica di produzione di dischi in vinile, chiudeva i battenti, ci consentirono di continuare in una sala d’incisione privata, il FORUM MUSIC VILLAGE (esiste ancora oggi www.forummusicvillage.com ) situata in piazza Euclide a Roma nella cripta sotterranea di una chiesa, dove trovammo Ennio Morricone che nella sala più grande, dirigeva un’orchestra intera, davanti ad uno schermo cinematografico che in quel momento proiettava un film western. L’immaturità giovanile non ci aiutò però a capire l’importanza di quelle persone e in quale mondo eravamo capitati, tanto che, senza quasi rendersene conto, bruciammo quelle opportunità che si erano presentate davanti a noi su un piatto d’argento.

Per capire oggi come allora l’importanza del FORUM MUSIC VILLAGE, basta visitare il sito e vedere che in quella sala d’incisione di livello mondiale, recentemente hanno inciso dischi, alcune star come Zucchero, Jovanotti, Bon Jovi, Ligabue, Red Hot Chili Pepper e moltissimi altri;

5 Oltre la chitarra suoni anche il flauto; quali sono i tuoi punti di riferimento?

  1. Il flauto traverso, di moda in quel periodo grazie ai Jethro Tull, fu per me solo una breve parentesi di un anno di conservatorio al Mascagni che dovetti poi abbandonare con dispiacere, a causa dei mediocri risultati scolastici conseguiti nel biennio all’Istituto per Geometri.

6 Livorno è sempre stata prolifica in fatto di gruppi musicali. Come te lo spieghi?

  1. Livorno è una città particolare che definirei GODERECCIA ed eccelle in tutte quelle discipline artistiche e sportive che spesso mal si conciliano con le attività del lavoro. Non è un caso che Livorno pullula di pittori, cantanti, attori, musicisti e sportivi di altissimo livello, tanto da essere oggi una delle città più medagliate d’Italia per le olimpiadi. Il proverbio MEGLIO DISOCCUPATO AD ANTIGNANO CHE INGEGNERE A MILANO sintetizza benissimo questo modo di vivere;

7 Spesso oggi vi trovate a dividere il palco con gruppi composti da ragazzi che hanno l’età dei vostri figli. Che effetto fa?

  1. Il fatto di aver suonato in queste recenti occasioni insieme ad altri gruppi, formati anche da giovanissimi musicisti, mi ha fatto tornare con la mente a quando eravamo agli inizi noi. Resta comunque il fatto che ho comunque trasmesso un po’ di passione musicale a mio figlio Mirco che suona la batteria nel gruppo SMASH POT;

8 Impossibile non avere un ricordo di Raul…il vostro bassista prematuramente scomparso…

  1. L’amicizia con Raoul parte da molto lontano, da quando eravamo bambini in Coteto che giocavamo in cortile ed è continuata nel periodo dei Pianeti e per tutto il periodo delle scuole superiori, visto che io, Raoul e Robertino eravamo in classe insieme ai Geometri e uscivamo anche nel pomeriggio e di domenica con lo stesso gruppo di amici. Di Raoul mi ricordo ancora benissimo la risata contagiosa e la passione smisurata per la maglia Amaranto e per la livornesità nel suo insieme. Secondo Raoul non esisteva nel mondo una città bella come Livorno. Da sposati, ogni tanto in estate ai Bagni Fiume, ripercorrevamo i vecchi tempi ricordando aneddoti vari e i vecchi amici.

9 Marco, quando è passato quel treno sul quale non sei salito?

  1. Il treno che oggi potremmo definire tranquillamente FRECCIA ROSSA, è passato per noi agli inizi degli anni 70 ma anche se ci siamo saliti e subito discesi, continuo a vivere i ricordi di quegli anni con piacere e senza particolari rimpianti;

10 Chi è oggi Marco Mazzanti?

  1. Marco Mazzanti oggi è un sessantunenne, sposato con Patrizia, con due figli trentenni Martina e Mirco entrambi laureati che lavora come geometra all’Ufficio Tecnico della Provincia di Livorno, dove si occupa di Edilizia Scolastica e Manutenzioni e per diletto suona in casa la sua Fender Stratocaster per la gioia dei vicini di casa.

SARA PUNTONI

D Sara Puntoni…immagino che tu abbia preso un microfono in mano per cantare da sempre…

R Non esattamente , in realtà utilizzavo spazzole e tubi delle creme mentre cantavo chiusa in camera mia con le serrande abbassate di fronte al mio specchio , il microfono è stato scoperto più in là ah ah . Comunque si ero molto piccola e già manifestavo il bisogno di esprimermi con la danza la musica la recitazione e non perdevo occasione per esibirmi di fronte a genitori e parenti .

D Al momento cantante del gruppo Kimnara Soul Band. Se non sbaglio il nome Kimnara è il nome di una divinità buddista (citata nel Sutra del Loto) legata al mondo celestiale e musicale avente corpo di uccello con la testa umana. Come mai questo nome e come si inserisce nel vostro sound ?

R Io sono buddista ( anche se non mi piacciono le distinzioni e gli incasellamenti di genere ma per capirci meglio diciamo così) ed ho avuto la possibilità di leggere un meraviglioso testo IL SUTRA DEL LOTO ; testo, a mio modesto parere, eccentrico, sensazionale e colorato ( pilastro del buddismo di Nichiren Daischonin ) ed ho scoperto l’esistenza nella tradizione buddista di questa divinità legata al mondo della musica . “Nomen omen” come dicevano i romani . La a scelta del nome è un vero e proprio augurio come ad assorbire dal nome tutta l’essenza del suo significato più profondo.

D Ti ho sentita cantare da pochissimo: hai una voce bellissima, potente ma dolce con Aretha Franklin nel cuore…ma dietro c’è anche Amy Whinehouse .

R Grazie, addirittura!! …nel cuore sicuramente il Soul , il Neo soul il funk e tutta la black music mi fanno vibrare ed Aretha Franklin è indubbiamente la più grande ..ed ogni volta è bellissimo ascoltarla ma anche Amy Whinehouse, Jill Scott Donny Hataway Otis Redding e molti altri.

D Che mi dici del gruppo Tuttascena e dell’esperienza Four for Africa ?

R I Tuttascena sono stati la mia prima occasione di crescita e non smetterò mai di essere grata a tutte quelle persone e circostanze che hanno fatto in modo di farci incontrare , ma aimè ero molto inesperta e inconsapevole di un sacco di cose . I Four for Africa altra esperienza , nobilissima soprattutto per la mission dell’associazione Onlus , dove mi sono divertita e dove ho avuto la possibilità di instaurare nuovi legami amicali e musicali.

D E’ noto il tuo amore e rispetto per Fabrizio De Andrè…infatti eri la frontwoman della tribute band Hotel Supramonte. Bellissima esperienza…

R Nell’Hotel Supramonte ero corista insieme altre cantanti , ed è stato un percorso emozionante appunto per l’enorme stima che ho di Fabrizio De Andrè ; ogni concerto aveva come una sorta di magia . Dentro me insieme alle meravigliose parole dei suoi testi scorrevano le immagini di tutti quei personaggi che animavano quelle storie (il più delle volte vere) e il trasporto era inevitabile . Poi alla voce avevamo un eccellente interprete e cantante, Francesco Tedesco che facilitava il tutto.

D Ho molto rispetto e stima per le donne in rock…pensi che la donna ormai si è costruita un proprio spazio nel mondo musicale in generale o ci sia sempre “da lavorare” in tal senso?

R Credo , ma è davvero un mio modestissimo parere , che la donna sia riuscita si a crearsi uno spazio che , diciamolo pure , il più delle volte domina la scena musicale ,ma avrei voglia però di sentire anche un cantautorato al femminile che si curi meno dell’ancheggiare ma che dica un po’ più del punto di vista di noi donne. Fortunatamente esiste anche in italia :Cristina Donà, Amalia Grè, La Metralli Gina trio ma è periferico , mi piacerebbe sentirlo anche in radio per esempio…ma qua andiamo a toccare altri argomenti.

D Sei giovanissima ma abbastanza esperta da poter fare un bilancio della scena musicale livornese attuale. La trovi all’altezza della sua fama passata o si è un po’ appassita?

R Non so se riuscirei a fare un bilancio tra passato e presente , ma sicuramente mi sento di dire che abbiamo dei grandi talenti ,musicisti , cantanti ma anche giovani cantautori ; quindi non credo sia “appassita” forse manca un po’ di determinazione e di speranza in un momento storico dove sembra non ci sia più posto per essa . Credo anche che per rinvigorire le energie musicali non basta solo il talento , ma ci sia bisogno anche di partecipazione di un pubblico che è sempre meno interessato , di agevolare i gestori dei locali ( Siae-Permessi comunali) ecc… è tutto collegato in fondo.

D Se ti volti indietro, quale treno non lasceresti partire senza di te ?

R Almeno due o tre …..ma poi mi guardo indietro … e rifarei come allora , perché in quel momento pensavo, vedevo, sentivo in quel modo …quindi cerco di concentrarmi sul presente e ogni tanto lancio uno sguardo al futuro mettendomi obbiettivi stazioni da raggiungere …e poi il bello del viaggio è il viaggiare stesso, avere altre mete e non aver scoperto già tutto ..altrimenti che noi

D Quali i programmi futuri del tuo gruppo? Dove sarà possibile ascoltarti?

R Con il progetto Kimnara Soul Band abbiamo la voglia di continuare a divertirci ed a misurarci con i grandi miti del passato e del presente . A luglio avremo l’onore di suonare alla 30à edizione del Porretta SOUL Festival ( fondato da Graziano Uliani nato come tributo ad Otis Redding) e questo è davvero emozionante ; e ringrazio Graziano per la sua disponibilità e la sua umiltà, molti dovrebbero prenderne esempio . Seguendo la nostra pagina Facebook e mettendo Mi Piace è possibile ricevere tutti gli aggiornamenti inerenti ai nostri concerti.

D Chi è oggi “Sarabanda” Sara Puntoni?

R Una persona più serena , più forte, determinata , più consapevole alla ricerca della leggerezza… rimangono gli innumerevoli difetti di fabbrica e me li tengo cari così da equilibrare il tutto e per avere un motivo in più per migliorarmi e non abbassare la guardia .

 

GUGLIELMO FERRARI

D Nel 1966 nascono le Sfingi con Guglielmo Ferrari alla chitarra…

R In una cantina della mia cara Venezia ne 1966 muovono i primi passi quattro ragazzi :

Guglielmo Ferrari chitarra voce ,Salvi Gaetano chitarra voce,Taccola Massimo batteria e Gino Di Bello

chitarra basso.

Dopo varie discussioni esce fuori il nome “LE SFINGI “.

D Raccontaci un po’ la storia di questo “complesso”

R 1966 :Ci stiamo preparando con 4 pezzi per il concorso ” Eurodavoli “che si svolgerà al teatro 4 Mori .

Purtroppo con nostro grande rammarico il Batterista Massimo ha un incidente molto grave perciò

dobbiamo chiedere aiuto e si fa avanti il batterista dei ” GIAGUARI ” Claudio che ci da una mano a quel

concorso .

Arriviamo 2° dietro ai ” TITANI ” che già a quel tempo facevano tante serate per le balere.

Naturalmente dopo quel concorso si fanno avanti un paio di impresari che ci propongono

serate nel livornese.

Il furgone non c’è ancora perciò c’è lo presta di volta in volta l’impresario ” CORSI ” .

Nel frattempo sono cambiati il batterista e il bassista rispettivamente GABRIELE NASSI batteria, PASQUINI

FRANCO Chitarra Basso e MARIO PINI Tastiera.

Ci compriamo la strumentazione e il furgone Volkswagen con tante cambiali, naturalmente con l’avvallo

dei genitori perchè eravamo tutti minorenni. Ci dedichiamo a tutte le canzoni del momento e all’amato

ROCK.

D Quali i luoghi dove avete suonato che ricordi?

R Le sale da ballo che mi ricordo sono : Albergo Atleti , le Cannucce ,Taco Paco dove facciamo la spalla Al

BANCO DEL MUTUO SOCCORSO ,Il Pirata anche chiamato La Goldonetta, Il Giardino in Via Paoli, Il Piper all’Astra con MAL E I PRIMITIVES, la Pergola in Cenaia, ed altri….. .

D Dopo essersi fatti conoscere a Livorno e provincia l’impresario Santini vi procura un contratto in Liguria come gruppo di supporto a Lucio Dalla…una bella soddisfazione…

R La svolta avviene quando si presenta L’impresario ” SANTINI “di Viareggio in quel momento uno dei più

quotati dato che serviva La Bussola alle Focette e altri locali in tutta L’italia centrale.

Cominciamo la nuova avventura con sale da ballo importanti e abbiamo subito il contratto al Maxim di

Sampierdarena a Genova.Ci Lasciamo di comune accordo con MARIO PINI e subentra ANTONIO FAVILLA

da quel momento in poi una sala dopo l’altra : Il pirata Marina di Massa,La Caravella Forte dei Marmi dove facciamo da spalla e suoniamo insieme a LUCIO DALLA che l’anno dopo andrà a Sanremo , Alambra di Sarzana Spalla Dei CALIFFI , la Capannina del Cinquale dove ci suoniamo tutto il mese d’agosto. Il Piper 2000 con L’equipe 84 alle sale verdi di Chiesina Uzzanese dopo denominato Concorde con i CAMALEONTI e cosi via…

D Nel 1971 il gruppo si scioglie. Che successe?

R Il nostro gruppo nel 1971 si scioglie per varie ragioni di ognuno ma senza rancore.

D E dopo le Sfingi in quale gruppo hai suonato?

R Con noi venivano diversi amici come usava a quel tempo tra cui MARCO CALURI Batteria che mi propose

di far parte insieme a BIONDI SERGIO, BARONTINI CLAUDIO e Lo stesso CALURI ad un gruppo chiamato

” LA MENTE CORTA” .Un Ricordo particolare allo stadio di Livorno con RENZO ARBORE e spalla dei

NEW TROLLS.

Il Barontini decise di fare professione e di comune accordo al suo posto entrò IVO GIANNETTI

Li ci dedicammo dato che suonavo il flauto ai JETRHO TULL .

Nel frattempo abbandonata la chitarra mi sono dedicato da autodidatta al sax.

Bellissima esperienza con Grandi amici ma nel 1978 fini senza traumi anche questa.

In quel momento andava di moda il Liscio romagnolo e L’orchestra “MANUEL A E I GIAGUARI ” i cui

componenti erano CELANTI ENRICO ,TODISCO BRUNO, COSCIVENIO , CECCARINI NEDO ,MANUELA MARIANI

RUSSO FILIPPO ,il gruppo voleva fare la grande orchestra perciò fui contattato da RUSSO FILIPPO che

lavorava insieme a me al Cantiere Navale .

Decisi che mi piaceva tanto la musica e di cambiare totalmente genere per continuare la mia avventura

musicale mentre i mie compagni smesso di suonare per non fare il liscio.

Questa avventura e arrivata fino al 2011 dove i GIAGUARI hanno festeggiato i 50 Anni di attività sono stati

anni di divertimento puro anche li con grandi amici per le tante soddisfazioni avute .

D A Livorno gli anni 60 sono stati splendidi soprattutto dal punto di vista musicale; che ricordi hai di quel tempo indimenticabile?

R Gli anni sessanta sono stati meravigliosi perchè in quei momenti c’era la speranza di cambiamento

e il futuro si prospettava con tante incognite ma a portata di mano ,poi noi facevamo musica che era il

sogno di tutti i ragazzi e ragazze di quel’epoca.

D Guglielmo, qual’è il tuo più grosso rimpianto, musicalmente parlando?

R Nessun rimpianto perche quello che ho voluto fare nel mio piccolo l’ho fatto e lo rifarei uguale ,la scelta di

non fare professione e stata presa al momento come la migliore perciò nessun rammarico .

D Ho assistito ultimamente ad un vostro concerto come Sfingi e devo dire che il tempo non ha intaccato la vostra bravura e il vostro modo di stare sul palco…qual’è il segreto di tanta longevità?

R Finita L’esperienza con “I GIAGUARI “Mi sono messo da solo a fare serate a ballo da solo ho in due.

Nel 2015 ho fatto una riflessione e mi sono detto :perche non riunisco i ragazzi e ripartiamo con Le Sfingi?

E come per incanto il mio sogno si è avverato. Hanno risposto subito al mio appello che sembrava fossero li

ad aspettarmi. Così gli amici di sempre che non si vedevano da quant’anni si sono riuniti in un abbraccio e

con tanta emozione hanno rimesso su ” LE SFINGI “.

Mario Pini non ha potuto continuare per motivi di famiglia ed è subentrato FABIO SELMI anche lui nostro coetaneo .

D Chi è oggi Guglielmo Ferrari ?

R Chi è Guglielmo oggi ? è il ragazzo che fin dall’età di quattro anni cantava già e non ha mai smesso e che

spero non smetterà se la salute e l’amicizia si continuerà nel tempo.

ROBERTO GALAZZO

D Roberto, andiamo indietro con la memoria…dai tuoi esordi…i Silver Clouds

R Ho iniziato a suonare musica leggera nel 1963,ero giovanissimo,avevo quindici anni appena compiuti ma frequentavo già il quinto anno di pianoforte al Mascagni,cosa che mi ha facilitato moltissimo nell’inserirmi nel mondo della musica leggera.

La prima orchestra (o complesso) come si diceva all’epoca sono stati i Silver Clouds,l’esordio fu (come scrivi anche tu nel libro)al night dell’hotel Cristallo

D Che effetto vi fece accompagnare Caterine Spaak, attrice che stava imponendosi anche come cantante e…bellissima

R Si, all’Abetone,dove suonammo per tutto il periodo natalizio accompagnammo Caterin Spaak che era ospite dell’albergo. Si, era bellissima !

Avevo quindici anni,davanti mi si apri un mondo di favola.

D Che ricordi hai dell’atmosfera musicale del tempo? Come riuscivi te, tastierista con formazione classica, a far parte di quel mondo musicale che stava cambiando?

R I gruppi nascevano e morivano in pochissimo tempo,duravano giusto il tempo di un contratto in qualche locale,finito il periodo non si suona va più.

Per me,causa anche l’influenza di mio padre che era stato un violinista abituato a suonare con chiunque in ogni dove,(nella sua epoca non esisteva il concetto di complesso dove i componenti suonavano esclusivamente tra di loro),provare senza esibirsi davanti ad un pubblico,non aveva molto senso e siccome di pianisti (io suonavo il pianoforte,i primi organi sarebbero apparsi un po di tempo dopo)su piazza eravamo veramente pochi,ricevevo continue richieste per andare a suonare In locali con contratti stagionali.

In quegli anni si suonava in un locale per tutta la stagione invernale o estiva che fosse,quindi rimanere fuori voleva dire stare fermi per tanti mesi;il piu delle volte finito un contratto l’orchestra rimaneva senza lavoro e finiva con lo sciogliersi,ecco spiegato il motivo per cui ho suonato con tantissimi musicisti,sia della vecchia

guardia che giovani coetanei.

D Dopo i Silver Clouds ?

R Tutto quello che dicevo prima ha fatto si che oltre ai gruppi dove tu mi hai menzionato nel tuo libro,io abbia anche suonato con I consoli(gira su facebook una foto dove accompagniamo Claudio Villa), I Fantasmi(c’era Robertino Vannini,era l’attrazione,aveva 12/13 anni) I Doberman(due inverni alla Perla di Altopascio,all’epoca era il miglior locale di zona, c’era anche Renzo,oltre a Rossiello,Albo Bianchi,Gigi Bargelli,Augusto Cortopassi alla tromba,……altri vecchi musicisti di cui non ricordo piu i nomi), I Lords…..probabilmente altri che si perdono nell’oblio………

Molte volte mi è capitato di suonare in gruppo con musicisti messi insieme all’occorrenza,per accompagnare concorsi di cantanti(all’epoca erano tantissimi,famoso il Canta Referendum del Tirreno che ho fatto molte volte)o accompagnare il varietà,o sostituire qualcuno al night ( vedi il libro di Renzo).

D Quindi “professionista “ nei night…

R Si, fu proprio in questo modo che terminate le scuole superiori e libero da frequenze all’università,iniziai a suonare nei night dove si lavorava tutte le sere dell’anno(anche li mescolando vecchi e giovani musicisti.

D Ricordi qualche tuo “collega” del tempo?

R Tra i giovani all’epoca ricordo appunto Renzo Pacini,Antonio Scanu,Adriano……..tra quelli più avanti in età Albo Bianchi,Edy Rubini,Bartoli,Cortopassi,Massimo Gragnani,Rodolfo Caroti che aveva suonato tanti anni con le sorelle del Trio Lescano…….e chissà quanti altri.

D All’improvviso “molli tutto”. Che successe?

R Siamo cosi arrivati alla fine del 1971 quando dopo un contratto di sei mesi al Sinatra club (night della costa etrusca)e dopo un paio di anni che ormai vivevo di notte e dormivo di giorno,ed anche per le insistenze

della famiglia,che non approvava quello stile di vita,con sommo rammarico proprio del Pacini e di Caroti,comunicai che non sarei andato a suonare,mi sembra alla Tavernetta di San Vincenzo dove avremmo dovuto iniziare subito dopo.

Francamente mi dispiacque un po, soprattutto per il Caroti che ci doveva vivere,(Renzo era studente come me e non doveva mantenere nessuno),senza un pianista che fosse in grado di accompagnare il varietà il contratto saltò ,ma io mi ero proprio stufato di quella vita.

Qua finisce il primo tempo della mia vita musicale,appesi il piano al chiodo e iniziai a lavorare nella azienda di famiglia.

D Ma come per tutti i musicisti…stare lontano dalla musica è dure…

R Impossibile direi. La musica è una droga dura da estirpare e la tentazione e sempre dietro l’angolo. Fu cosi che dopo qualche mese che il piano(ormai erano tastiere) se ne stava buono buono appeso al muro,un giorno mi telefona il compianto Pippo Savatteri, il quale mi dice che dagli Americani ( Camp Darby)cercano una orchestra per l’inverno;tentai delle sterili difese sino a che domandai……”Ma chi dovremmo essere????Pippo mi sciorino una serie di nomi da cui si capiva che si trattava della solita infornata per fare,un gergo,una rapina….alla fine smisi di far finta di resistere e dissi “Va bene andiamo” .Alla fine la formazione fu:Franco Rossiello,Barozzi,Gragnani,Savatteri,(gli ultimi tre erano tornati da poco da suonare in Libano)Paolo Endellini ,Alberto Piro(era anche lui tornato dall’Olanda)ed io.

Iniziammo a suonare dagli americani per sfizio e ci divertivamo un mondo,poi una sera a qualcuno,finito di suonare venne in mente di andare a trovare Roberto Trebbi al caminetto il quale ci accolse caldamente ma con stupore(sostanzialmente tutti avevamo, se pur in formazioni diverse,suonato da lui), ci domandò cosa stavamo facendo,come mai eravamo tutti insieme e cosi gli spiegammo che suonavamo ,per passatempo dagli americani al che ci disse che dovevamo andare a suonare da lui.

D Un bel colpo quindi..

R Veramente all’inizio rifiutammo, con una certa fermezza,in quanto in quel periodo(siamo nel 1972)era tornato di moda il liscio,e noi dagli americani potevamo suonare anche senza aver provato ,ma di liscio proprio non ne sapevamo niente.

Tanta fu l’insistenza del Trebbi che alla fine ci convinse(dopo ripetute sedute)e cosi cominciammo a suonare(mercoledi,venerdi,sabato e in inverno domenica pomeriggio e sera): era di nuovo un lavoro.

Ovviamente nel locale giravano impresari e fu cosi che cominciarono a offrirci(ovviamente a fine stagione al Caminetto)serate nei più disparati locali;nell’estate andammo e soltanto tra Il Pirata di Marina di Massa,Il Carillon di Marina di Pietrasanta ed il Pianeta Rosso di Antraccoli sottoscrivemmo contratti per circa un anno e mezzo.

D Quanto è durato il tutto ?

R Come ti ho detto l’orchestrasi è formata nel 1972 e con la sostituzione ,strada facendo,di alcuni elementi,è andata avanti,almeno con la mia presenza, sino al 31/12/1988.Pensa che in tutti quegli anni abbiamo suonato,senza soluzione di continuità,una media di 200/220 serate l’anno,(dati certificati da Abenaim),soltanto in estate per almeno dieci anni siamo stati l’orchestra residente(oggi si dice cosi????)del CARILLON,dove si suonava tutte le sere.

D Raccontaci la fine…

R Nel 1988 ho appeso veramente il piano al chiodo e soltanto,ultimamente,di rado ho fatto qualche serata con Alberto Piro ma soltanto piano e voce,senza tutti quegli schifosi marchingegni elettronici che oggi quasi tutti usano,dicendo che vanno a suonare mentre invece vanno a mettere i dischi !!!

MASSIMO SUARDI

D 1970 al Bubbino di Shangay debuttano gli MK5, con Massimo Suardi alla chitarra e voce…ne è passato di tempo…

R Ne e’ passato tanto di tempo ma e’ sempre vivo ogni volta che saliamo sul palco,ci guardiamo e il tempo sembra non sia trascorso,dentro c’e’ sempre quell’amore che ognuno prova per l’altro!

D MK5, nome strano…

R Il nome,bella domanda…fu mio padre a darci lo spunto….cercavamo qualcosa che ci potesse unire…un sigillo…eravamo in cinque a suonare (il sesto uomo fabrizio il fonico era compreso nel pacchetto) Mio padre disse:” siete cinque,quindi la sigla di un motorino elettrico per modelli radiocomandati fa il caso vostro,esiste mk3…mk4, beh c’e’ l’mk5 il top della gamma…fa per voi… accettammo.e da allora….e’ la nostra famiglia!

D Caminetto di Tirrenia, Altra faccia della Luna a Marina di Pisa, Pay Day di Punta Ala, Casina Rossa di Lucca, partecipazione al Cantareferendum dal 1973 al 1975…una attività di tutto rispetto…

R Si abbiamo suonato in tantissimi locali,piazze di tutta Italia, campi di calcio…ci siamo divertiti,per la nostra eta’ era un gioco e un sogno…sempre seguiti dai genitori(manco avevamo la patente) ma la soddisfazione piu’ grande era quella di averlo fatto con cantanti come Claudio Villa,Loretta e Daniela Goggi, Corrado, Ettore Andenna, Claudio Sottili di rmc, Edwige Fenech, Mita Medici, Mino Reitano, Daniele Piombi….e altri ancora che non ricordo .Abbiamo inciso una canzone “ Tu mi fai morire”…beh…tutto fantastico

D Il complesso è tutt’oggi in attività; quale è il segreto di tanta longevità ?

R Il segreto di tanta longevita’ si racchiude in un unica parola: amicizia…una parola grossa al giorno d’oggi. Noi ci riteniamo fratelli,un tacito giuramento d’amore dettato dal cuore! da 47 anni

D Il tuo strumento è la chitarra ma sei anche un ottimo cantante…

R Il mio ruolo primario e’ il canto.(Io,infatti, nasco come cantante prima ancora del gruppo)…la chitarra e’ un tappeto ritmico che si fonde con gli altri….e tutti insieme..facciamo squadra!

D Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

R I gruppi che hanno segnato la storia musicale italiana…New Trolls…PFM….Orme…Nomadi

D Molti non ti conoscono come musicista ma se dici loro il nome di Snoopy tutti si ricordano di questo dj delle radio cittadine; raccontaci un po’ come nacque questo personaggio.

R Si ricordano principalmente di Snoopy perche’ in quegli anni il boom delle radio private e delle discoteche dette agio ad una vetrina importante! Io nasco come dj light al Maroccone, per poi passare alla console una domenica pomeriggio che vennero a mancare i dj ufficiali e l’allora ,il titolare…Patron Beppe Pasquini disse “ E’ il tuo momento…..vai” (sali’ in consolle e disse…oggi abbiamo un nuovo dj….Snoopy,io dissi chi e’?….Ero io….Bellissimo Beppe!) e io andai! da li alla radio (radio Flash) il passo fu breve ! Tra i giovani c’era un cambio generazionale e le radio le discoteche la fecero da padrone! La gente ascoltava ,ma si sentiva per radio…comunicava con gli altri,la musica disco imperversava da oltre oceano,togliendo spazio a quella di oltre manica. Stavano mutando i gusti e noi eravamo personaggi!

D Quali sono le vostre attività future ? Dove possiamo sentirvi suonare ?

R Le serate principali sono nel periodo estivo…c’e’ spazio e possibilita’ maggiori..Suoniamo in tanti Bagni di Tirrenia,locali estivi,all’oasi di Tremoleto…al Doc Caffe,Al camping Mare e Sole….

D Massimo, se ti volti indietro, musicalmente parlando, quale opportunità coglieresti che al tempo hai lasciato perdere?

R Le scelte che ho fatto le rifarei tutte……..meno una che non riguarda la musica….ma una ragazza,che per mia stupidita’,ho perso!

D Chi è oggi Massimo Suardi ?

R Oggi Massimo Suardi e’ un “ragazzo di ieri” prossimo alla pensione,che ama la musica,l’amicizia dei suoi fratelli, e che non vive di ricordi…ma guarda al tempo che verra’ !!