COODER RY – Ry Cooder (1970)

COODER RY

RY COODER

**1/2

Label Reprise

Format Vinyl LP                                                              

Country USA

Released 1970

Genre/Style Rock

Side A

1 Alimony ***

2 France chance ***

3 One meat ball **

4 Do re mi **

5 My old Kentucky home **

6 How can a poor man stand such times and live ? ***

Side B

1 Available space **

2 Pigmeat **

3 Police dog blues **

4 Goin’ to Brownsville **

5 Dark is the night ***

Musicisti

Ry Cooder voce, chitarra, basso, mandolino

  • Van Dyke Parks pianoforte
  • Bobby Bruce violino
  • Chris Ethridge basso
  • Roy Estrada basso
  • Max Bennett basso
  • Richie Hayward batteria
  • Milt Holland batteria, percussioni
  • John Barbata batteria

Ry Cooder è il primo album di Ry.

Primo album solista acerbo ma che ha tutte le premesse per i futuri capolavori.

WILLY MANCINI

D Willy Mancini e la chitarra…un amore fortissimo

R La mia è una famiglia di musicisti, mio padre fisarmonicista e mia zia diplomata in

pianoforte.

Sono sempre stato affascinato dal loro modo di prendere la musica, finche non ho

deciso di iniziare a studiare pianoforte all’età di 5 anni. Il pianoforte mi ha cresciuto

molto sia teoricamente che al livello pratico nonostante mi sentissi molto bloccato

nello studio classico. All’età di 13 anni è nato il mio amore fortissimo per la chitarra

dopo aver sentito per la prima volta la distorsione e il suono rock che andava un po

contro i miei principi di studio fino ad allora affrontati. Cosa che ha rivoluzionato il

mio futuro musicale iniziando un percorso di studio metal che mi ha portato a

scoprire generi con sonorità molto pesanti e tecniche a livelli impressionanti. Per

questo salto devo ringraziare il mio insegnante Riccardo Vernaccini che mi ha

sempre saputo indirizzare nello studio di tutti i generi metal.

D Il tuo primo gruppo è stato i Nemesis, giovani ma tremendamente bravi…

R Ho fatto parte di molte band nella mia crescita musicale, vorrei rammentare i

“Twist-In” una cover band che spaziava dai Guano Apes agli Skunk An Ansie con i

quali ho suonati in tantissimi locali toscani. I “Bravure Addiction” con i quali facevamo

un genere progressive metal stile Dream Theater che mi hanno fatto crescere molto

tecnicamente, per arrivare a una delle due band più importanti che ho fondato. Parlo

dei “Nemesis”, una tribute band che si ispirava alla famosissima band svedese Arch

Enemy. Puro Melodic Death Metal molto tecnico, peraltro una band molto singolare

sia per la difficoltà del genere che per la formazione con cantante donna che

cantava in Growl…ma con la formazione che avevo ricercato veniva fuori veramente

un bel sound e un ottimo impatto scenico, infatti con questa band abbiamo solcato

molti bei palchi d’Italia ed eravamo conosciuti anche all’estero da dove ci scrivevano

spesso interessati a vederci Live. La soddisfazione più bella che ho avuto è quando

ho aperto la mail ed ho trovato un messaggio di uno dei due chitarristi degli Arch

Enemy (I fratelli Amott) e leggere che il chitarrista a cui mi ispiravo io “Christopher

Amott” mi faceva i complimenti per l’ottimo lavoro svolto con i Nemesis e mi faceva

l’in bocca al lupo per il futuro della band… Sensazioni indimenticabili!

D Nel 2010, insieme al batterista Simone Ribecai dai vita ai Death Race…raccontaci

R Si, nel 2010 io e Simone Ribecai diamo vita alla nostra attuale band i “Deathrace”.

Io chitarrista Ritmico/Solista e Simone batterista, grazie alla nostra intesa che devo

ammettere non di aver mai avuto con nessun altro musicista con cui ho condiviso

una sala prove o un palco, abbiamo iniziato a creare musica nostra cercando di

metterci tutto quello che di personale potevamo metterci…parlando di noi nel sound

e nelle strutture e metriche musicali!

Solo due strumenti a strutturare tutte le canzoni di un intero EP… solo in seguito

abbiamo trovato gli altri componenti della band Andrea Schiavetti al basso, Stefano

Comandè alla chitarra ritmica e Francesco Macchi alla voce con cui abbiamo

suonato in tutta Italia.

D Musica potente, stile Groove Metal, con sonorità death e core…un gruppo che ha un suo marchio ben definito…

R Il sound che ci rappresenta è quello del Groove Metal con sonorità Deathcore…

con ritmiche molto veloci, bassi molto rimarcati, ma sempre alternati da parti

melodiche….cosa che con un cantato totalmente growl ha un effetto molto singolare.

I nostri pezzi che variano un po nella velocità, nel sound con la presenza di molti

breakdown hanno creato un marchio tutto nostro che è stato molto apprezzato sia in Italia che all’estero.

D Nel 2013 (ormai siete un quintetto) partecipate con successo all’ Emergenza Rock Festival tanto da arrivare secondi alla finale regionale, ad un soffio dalla finale nazionale di Milano…peccato ma comunque una bella soddisfazione

R Si è stata una bella soddisfazione confrontarsi con altre band e vedere il lavoro

svolto in sala prove e sul palco giudicato da una giuria. Emergenza rock festival è

cresciuta molto negli ultimi anni mettendo in vetrina le band che a differenza degli

anni precedenti grazie a dei demo messi online si poteva dare un anteprima dei

gruppi che si sarebbero poi incontrati sul palco nella serata di gara. La sensazione

che non dimenticherò mai e stata quando alla semifinale il nostro cantante ha

annunciato il nostro pezzo “Liars”, il primo pezzo scritto con Simone nel quale sono

presenti parti molto decise e un assolo molto molto tecnico, e dal pubblico c’è stata

un ovazione… Sentire che un tuo pezzo, che parla di te, arrivare alla gente ed

essere riconosciuto al punto di far avere una reazione positiva al momento della

presentazione del pezzo per me è stata una sensazione fantastica di realizzazione e

soddisfazione.

D Nel 2014 il vostro primo Ep, “Long Way To Death”, impreziosito dalla presenza di una voce femminile, Chiara De Lia…

R Dopo L’aggiunta di qualche pezzo con l’uscita ufficiale del nostro nuovo Ep” Long

Way To Death” entra a far parte della band una mia vecchia conoscenza che faceva

parte dei Nemesis, Chiara del Lia alla voce.

Avendo gia lavorato con lei in passato ed avendo solcato anche lei palchi importanti

e soprattutto attratta dal fatto di fare musica nostra ha dato una spinta importante all

band,abbiamo infatti condiviso palchi con gruppi come Upon A Burning Body, Pino

Scotto, Eldritch ecc… e dopo solo un anno abbiamo pubblicato il nostro primo album

“Human Rise” appoggiati dell’etichetta discografica “Kreative Klan” di Verona che ci

ha invitato presso i propri studi a registrare. Adesso siamo presenti su tute le

piattaforme digitali musicali come I-Tunes, Spotify, ecc…

D Willy, quali i tuoi punti di riferimento, le tue icone rock?

R Nel mio percorso di studi sicuramente un mio punto di riferimento per quanto

riguarda la tecnica è stato John Petrucci, chitarrista dei Dream Theater che oltre alla

sua mostruosa tecnica è molto interpretativo e Christopher Amott, chitarrista degli

Arch Enemy che mi mi ha aperto molto la mente riguardo al sound solistico

facendomi innamorare degli armonici artificiali che sarebbero i fischi creati dallo

stoppare di una corda muovendo la leva del ponte della chitarra tipico del suono

metal ma molto personalizzato nel suo stile. Per il resto non posso non nominare le

band che sono state colonne portanti di ispirazione per me…grazie alle quali sono

riuscito a creare la mia band : Lamb Of God, Pantera, Devildriver, Slipknot,

Architects, Whitechapel.

D Progetti futuri? Esibizioni dal vivo magari a Livorno?

R Date precise momentaneamente non ce ne sono, adesso stiamo lavorando al

nuovo album.

Personalmente ho due progetti in mente. Uno su cui vorrei lavorare con una band,

data la mia apertura a 360 gradi sui generi musicali, è quella di un gruppo funk.

Genere che mi ha sempre attratto molto con i suoni suoni mediosi e con ritmiche a

corde stoppate.

L’altro è un progetto solista tutto fatto in studio, orientato sul Djent…genere molto

vasto sia di sonorità che come completezza di generi, può richiuderli tutti. Per essere

aggiornati sui live seguite la mia pagina Facebook “Willy Mancini” .

D A proposito di Livorno, qual’è il rapporto con la città, musicalmente parlando, una città che da sempre “sforna” gruppi nostrani in grande quantità?

R Grazie a Livorno ho conosciuto tantissime persone in ambito musicale negli innumerevoli eventi a quali ho partecipato e grazie ai quali ho imparato tantissimo.

Livorno ha sempre sfornato tantissimi gruppi di tutti i generi e molto validi direi. La

pecca che ha secondo me Livorno è la poca presenza di locations dove si può

sentire musica dal vivo, infatti al momento ricordo solo il The Cage Theater, che

continua a creare eventi live e programmazioni interessanti con band anche di

grosso calibro. Ma se torno indietro di 10 anni ricordo tanti altri locali che purtroppo

nel corso degli anni hanno chiuso…diminuendo cosi i posti di ritrovo di chi ama la

musica suonata dal vivo…

D Ognuno di noi ha visto sfrecciare davanti un treno importante sul quale non siamo saliti…dove andava il tuo ?

R L’unico treno che posso dire di aver visto passare con i Deathrace è stato

quando ci sarebbe stata la possibilità di andare in tour in Europa per quasi due mesi,

insieme alla famosissima band Annihilator…esperienza che sicuramente ci avrebbe

cresciuto e fatto conoscere in tutta Europa, ma he per problemi lavorativi non

abbiamo potuto affrontare. Rimarra comunque un bel ricordo l’aver avuto questa

possibilità.

D Chi è oggi Willy Mancini ?

R Oggi sono un musicista che continua a lavorare con i Deathrace, cercando

sempre nuovi stimoli musicali e creando!

Sono soddisfatto di tutte le mie esperienze vissute sino ad oggi, della gente che ho

conosciuto, dei palchi su cui ho suonato e dei traguardi che ho raggiunto da solo e

con la mia band. Con questa pienezza interiore e con la mia carica Metal continuerò

a scrivere pezzi e suonare ovunque finche queste mani me lo permetteranno!! Stay

COMMADER CODY and HIS LOST PLANET HAIRMEN – Live from deep in the heart of Texas (1974)

COMMADER CODY

and HIS LOST PLANET AIRMEN

LIVE FROM DEEP IN THE HEART OF TEXAS

***

Label MCA

Format Vinyl LP                                                             

Country USA

Released March 1974

Genre/Style Country rock-Americana

Side A

1 Armadillo stomp ****

2 Good rockin’ tonight ***

3 I’m coming home ****

4 Seed and stems again blues ***

5 Sunset on the sage ***

6 Little Sally Walker **

7 Git it ***

Side B

1 Oh mama mama **

2 Cryin’ time ***

3 Diggy Liggy Lo ***

4 Riot in cell block #9 **

5 Too much fun **

6 Mean woman blues ***

Musicisti

George Frayne (Commander Cody) piano, keyboards, vocals

  • Billy C. Farlow harmonica, vocals
  • Bill Kirchen guitar, vocals
  • John Tichy guitar, vocals
  • Lance Dickerson drums, vocals
  • Bruce Barlow bass, vocals
  • Andy Stein violin, saxophone
  • Bobby Black steel guitar, vocals

Dal vivo dal profondo cuore del Texas è il quarto album di Country Commander Cody e His Lost Planet Airmen. È stato registrato in diretta presso il quartier generale mondiale di Armadillo a Austin, Texas. A differenza di molti album dal vivo, è per lo più materiale nuovo. Sono presenti solo due canzoni degli album precedenti.


			

FEDERICO MORELLA

D Federico Morella…innamorato della chitarra…da sempre immagino…

R Da sempre, si.

Ho cominciato a circa 10 anni a suonare la chitarra e da allora non me ne sono mai più allontanato.

D Nel 2005 sei tra i fondatori del gruppo Absolute Priority, un sestetto di ottimi musicisti…come nasce il tutto ?

R Il gruppo nacque in realtà come project -studio composto da me e Valerio Voliani.

I brani di Hunter sono stati interamente scritti da noi due.

In seguito reclutammo il resto della band coinvolgendo in primis Massimo Grasso, già con me nei Celephais, e man mano tutti gli altri: Simone Colombo, Francesco Caprina e Andrea Bardi (in ordine di arrivo)

D E’ del 2012 l’uscita di “Hunter”, il vostro primo lavoro…soddisfatti ?

R Si, siamo rimasti molto colpiti dalla risposta entusiasmante che ha ricevuto l’album.

Purtroppo, nel periodo in cui stavamo organizzando un minitour europeo, la band ha subìto un brusco stop: le strade degli Absolute e di Valerio si separano, rimettendo tutto in discussione, anche il songwriting.

D Il vostro suono è potente, deciso, per niente commerciale…quali sono i vostri punti di riferimento?

R Sono molteplici.

Valerio è sempre stato molto ispirato da Geoff Tate (Queensryche), mentre io ho riferimenti molto più progressivi – quindi Dream Theater per il metal-prog, Vanden Plas, ma anche indietro fino ad arrivare agli IQ, ai Marillion e Genesis.

D Ultimamente il vostro sound si è un po’ orientato verso sonorità prog…sensazione o realtà?

R Inizialmente si, ci siamo spinti verso sonorità progressive anche moderne, ispirati da band per noi nuove, quali Tesseract o Haken. In seguito però abbiamo trascorso molto tempo in “meditazione”, alla ricerca di un qualcosa che davvero ci appagasse nel profondo.

Siamo tuttora in questa fase sperimentale, che presto porterà ad una rinascita del gruppo, probabilmente mettendo in discussione moltissimo di quanto erano gli Absolute all’epoca di Hunter.

D A proposito di Livorno…è sempre stata una “città della musica” con decine e decine di gruppi “indigeni”. Qual’è il rapporto, musicalmente parlando, con la città?

R Ottimo, indubbiamente.

Livorno, nonostante alcuni generi siano più apprezzati (un po’ tutto l’indie-rock), è una città che, anche per la sua storia antica, è sempre stata aperta ad accogliere tutto e tutti con entusiasmo, e così è stato anche per noi.

Il nostro concerto di presentazione dell’album che facemmo al The Cage fu davvero memorabile.

D Federico, i tuoi fraseggi sono il punto di forza del gruppo…hai fatto studi particolari o autodidatta?

R Sono completamente autodidatta, escluso un paio di anni da piccolo da un maestro.

Mi ritengo però musicalmente molto sensibile, quindi per fortuna sono riuscito a cogliere certi aspetti della musica anche senza l’aiuto di un insegnante.

La mia visione della musica è ad ampio spettro, non solo focalizzata sullo strumento – chitarra.

Non sono quindi il classico chitarrista, almeno così non mi sento. Mi ritengo invece un musicista con la chitarra in mano…si, questa è la mia visione di me stesso.

D Hai un grosso rimpianto, un’occasione non sfruttata che “non ti fa dormire la notte” ?

R Molti anni fa avrei voluto fare un provino per entrare nei Politburo, che conoscevo personalmente, ed il cui cantante nonché amico Emiliano Cecere adesso è un autore ormai affermato.

Questo desiderio però non si conciliava con l’ Università, che allora frequentavo…

D Chi è oggi Federico Morella ?

R Oggi Federico Morella è prima di tutto un padre di due bambini meravigliosi, Ania e Daniele.

Ma è anche un musicista molto esigente con sé stesso, al punto da arrivare a lavorare anni e anni per poi magari rimettere nuovamente tutto in discussione se non soddisfatto del lavoro.

Non sono un tipo facile, ma questa è la mia scelta di vita.

Un saluto alla redazione di 57100Livorno.it

COLLINS JUDY – Colors of the day (1972)

COLLINS JUDY

COLORS OF THE DAY

**1/2

Label Elektra

Format Vinyl LP                                                                

Country USA

Released May 1972

Genre/Style Folk

Side A

1 Someday soon ***

2 Since you asked **

3 Both sides now **

4 Sons of **

5 Suzanne ***

6 Farewell to Tarwhatle **

Side B

1 Who knows where the time goes **

2 Sunny goodge street **

3 My father ***

4 Albatross **

5 In my life **

6 Amazing grace ****

Colori della giornata: è una compilation della cantante americano Judy Collins. Ha raggiunto il numero 37 sulle tabelle Billboard Pop Albums.
L’album è stato certificato Gold dal RIAA nel 1974, per le vendite di oltre 500.000 copes. Successivamente è stato certificato Platinum nel 1997, per le vendite di oltre 1.000.000 copie.
Leggera ma eccellente raccolta di alcuni dei migliori brani dei primi album Elektra di Judy Collins.

COHEN LEONARD – You want it darker (2016)

COHEN LEONARD

YOU WANT IT DARKER

*****

Label Columbia

Format Vinyl LP                                                               

Country USA

Released 21 October 2016

Genre/Style Rock

Side A

1 You want it darker *****

2 Treaty *****

3 On the level *****

4 Leaving the table *****

5 If I didn’t have your love *****

Side B

1 Traveling light ****

2 It seemed the better way ****

3 Steer your way *****

4 String represe / Treaty ****

Musicisti

Leonard Cohen vocals

Bill Bottrell electric guitar, pedal steel guitar

Michael Chaves keyboards, bass

Adam Cohen c classic guitar

Patrick Leonard keyboards, organ, piano, percussion

Brian Macleod drums

Zac Rae guitar, classical guitar, mandolin, keyboards, floor tom

Vuoi che sia più scuro è il quattordicesimo ed ultimo album in studio del cantautore canadese.

Pubblicato meno di un mese prima della scomparsa dell’artista, l’album si focalizza attorno ai temi della morte e Dio. Una sorte di testamento spirituale e musicale.

You Want It Darker è un disco imponente, una catarsi risolutoria sul dubbio, sul disincanto di un’anima inquieta, ed è sicuramente uno degli album più ispirati e toccanti della sua lunga carriera. Un’opera maestosa in cui la musica, sebbene spogliata da arrangiamenti troppo ricercati, ricopre un ruolo perfetto per incapsulare perfettamente i testi ricchi e riflessivi di Leonard, la cui voce penetra nel buio di una luce con mille crepe. Una bellezza reale che non stancherà mai di essere ascoltata.

L’ultimo disco di un gigante.

COCKER JOE – Sheffield steel (1982)

COCKER JOE

SHEFFIELD STEEL

***

Label Island

Format Vinyl LP                                                           

Country USA

Released 22-05-1982

Genre/Style Rock

Side A

1 Look what you’ve done ***

2 Shocked ***

3 Sweet little woman ***

4 Seven days ****

5 Marie **

Side B

1 Ruby Lee **

2 Many rivers to cross ***

3 So good, so right ***

4 Talking back to the night **

5 Just like always ***

Musicisti

  • Joe Cocker lead vocals
  • Adrian Belew, Barry Reynolds, Mikey Chung guitar
  • Robbie Shakespeare bass
  • Wally Badarou keyboards
  • Sly Dunbar drums
  • Uziah “Sticky” Thompson percussion
  • Robert Palmer, Jimmy Cliff backing vocals

Acciao di Sheffield è l’ottavo album di Joe.
Un signor disco, forse anche migliore di quei primi famosissimi. Merito delle solite corde vocali scartavetrate (che comunque anche nei momenti più prossimi all’autoparodia un pizzico di vita e dignità lo hanno sempre conservato), di un repertorio scelto con mano felice e dei musicisti in esso all’opera. In particolare, della sezione ritmica reggae per antonomasia, quella formata da Robbie Shakespeare al basso e Sly Dunbar alla batteria.

COCKER JOE – JOE COCKER (1972)

COCKER JOE

JOE COCKER

****

Label A&M

Format Vinyl LP                                                             

Country UK

Released 1972

Genre/Style Rock

Side A

1 Pardon me Sir ****

2 High time we went ****

3 She don’t mind ***

4 Black eyed blues ***

5 Something to say *****

Side B

1 Midnight rider ***

2 Do right woman *****

3 Woman to woman ***

4 St James infirmary blues ****

Musicisti

  • Joe Cocker lead vocals
  • Neil Hubbard guitar
  • Allan Spenner bass
  • Chris Stainton piano, organ
  • Jim Keltner drums
  • Felix Falcon percussion
  • Rebop Kwaku Baah congas
  • Rick (Alphonso) Alfonso trumpet
  • Fred Scerbo, Milton Sloane, Jim Horn sax

Joe Cocker è il terzo album di studio di Joe ed è uscito solo in Europa.
L’album raggiunse il n. 30 negli album degli Stati Uniti. Tuttavia, anche se ha ricevuto una risposta positiva dalla stampa, non ha fatto impressioni sulle classifiche britanniche e europee.
Invece è un grande album con canzoni formidabili e un Joe con una voce Sporca e rugosa come non mai.
Nel 1998, il disco è stato rimasterizzato e distribuito con il titolo Something to Say.

COCKBURN BRUCE – World of wonders (1986)

COCKBURN BRUCE

WORLD OF WONDERS

***-

Label True North

Format Vinyl LP                                                              

Country USA

Released 1986

Genre/Style Folk Rock

Side A

1 Call it democracy ***

2 Lily of the midnight sky ***

3 World of wonders **

4 Berlin tonight ***

Side B

1 People see through you **

2 See how I miss you **

3 Santiago dawn ***

4 Dancing in Paradise **

5 Down here tonight **

Musicisti

Bruce Cockburn voce, chitarra, charango

  • Jon Goldsmith tastiere
  • Shawn Jackson tromba, flicorno, conch
  • Michael Alan White violino
  • Fergus Jemison Marsh basso, chapman stick
  • Michael Sloski batteria
  • Chi Sharpe percussioni

Il mondo delle meraviglie è il quindicesimo album del cantautore canadese.
World of Wonders ti porta in tutto il mondo, attraverso Berlino, il Cile, parti dei Caraibi e il Nord America. Lungo la strada, Cockburn, che è sempre stato affascinato dalle contraddizioni della vita, è sia “abbagliato … in questo mondo di meraviglie” sia turbato, “… quando la vita non è così dolce”.
Bruce è un artista complesso che scrive di tempi complessi e World of Wonders fa un buon lavoro nel catturare questo suo essere.
Il migliore della trilogia politica

COCKBURN BRUCE – Stealing fire (1984)

COCKBURN BRUCE

STEALING FIRE

*1/2

Label True North

Format Vinyl LP                                                             

Country USA

Released April 1984

Genre/Style Folk Rock

Side A

1 Loves in a dangerous time *

2 Maybe the poet *

3 Sahara gold *

4 Making contact *

5 Paggy’s kitchen wall **

Side B

1 To raise the morning star ***

2 Nicaragua **

3 If I had a rocket launcher *

4 Dust and diesel **

Musicisti

Bruce Cockburn guitar, vocals

  • Jon Goldsmith keyboards, background vocals
  • Fergus Marsh bass, stick
  • Miche Pouliot drums
  • Chi Sharpe percussion

Stealing Fire è il quattordicesimo album di Bruce è il secondo del periodo politico
Dopo aver visitato l’America Centrale, Bruce Cockburn ha registrato Stealing Fire, dove descrive con passione ed eloquenza ciò che aveva visto mentre era in Nicaragua e in Guatemala con un chiaro omaggio alla rivoluzione guidata da Sandinista in quel paese.
L’albumè totalmente immerso nel 80’s sound e questo ne limita il giudizio.