D Leonardo Serrini, bassista…in un mondo musicale dominato dalle chitarre…come ti sei innamorato di questo strumento ?
R E’ stato nel 1989
quando per semplice curiosita’ e/o forse per gioco mi sono
avvicinato a questo strumento e da allora non l’ho più mollato
D Sei il bassista del gruppo The Beatersband Vintage PunkRock’n’Roll, band sformata nel settembre 2018,composta da 3 elementi, oltre a te Donatella Guida voce e chitarra, Francesco Dell’Antico alla batteria…come è nato questo progetto ?
R L’idea del progetto è
stata di Donatella, la cantante e compagna di vita,è lei che avendo
la passione per la musica americana anni 50/60 trasmessa da suo
padre, un giorno mi
chiese di riarrangiare quei brani dandogli nuova
vita, pur mantenendo l’anima vintage
D Il vostro sound è molto particolare
: avete realizzato il progetto di riarrangiare brani del Rock’n’Roll
americano 50’s 60’s, dandogli nuova vita in una chiave PunkRock piu
attuale e fresca,mantenendo l’anima originale…
R Si, e questo era proprio il nostro
intento…riproporre quel sound mischiandolo con sonorità moderne in
modo da renderlo fruibile anche ad un pubblico diverso da quello al
quale era destinato.
D In pochi mesi avete avuto grandi
riconoscimenti: mensionati su PNX News, Punknews.org, entrati nella
classifica di Rodney on the Rock. La vostra musica viene trasmessa
giornalmente da molte Web Radio e in FM negli States e nel Regno
Unito. Il vostro album (VOL UNO) viene distribuito oltre che in
Italia anche all’estero,tra cui, Giappone, Olanda, Austria,Stati
Uniti…una grandissima soddisfazione..ovviamente soddisfatti ?
R Si siamo soddisfatti se
si pensa che siamo una band indipendente, nata nel settembre del
2018…abbiamo avuto passaggi in oltre 80 Radio, Web e FM in tutto il
Mondo e siamo visibile attraverso Facebook
https://www.facebook.com/thebeatersvintagepunkrocknroll/
D Progetti futuri ? Concerti in vista ?
Magari un nuovo cd ?
R Suoneremo a Novembre in
Germania, uscira’ il 16 Ottobre il nostro EP con le canzoni di
Natale dal titolo “BLACK CHRISTMAS”, a Dicembre torneremo in
Studio per registrare il singolo che
preannuncera’ l’uscita di un nuovo Album nel Marzo/Aprile
2020…come vedi non stiamo mai fermi !
D Ho visto che oltre ai vostri due cd
avete anche stampato stickers e t-shirt uomo e donna del
gruppo…come è possibile acquistarli ?
R Abbiamo stampato T-shirt
uomo/donna e Stickers che è possibile acquistare (oltre che i CD) ai
nostri concerti oppure sul BANDCAMP all’indirizzo :
D Leonardo quali sono i tuoi bassisti
di riferimento, i tuoi mostri sacri ?
R Non ho dubbi : Dee Dee
Ramone e CJ Ramone
D Te vieni dalla provincia, Rosignano
Solvay, come vedi la situazione attuale del panorama musicale
livornese in generale…c’è spazio per tutti ? Cosa manca per fare
il salto di qualità visto il numero impressionante di band che
circolano in zona ?
R Come la vedo? Che c’è
spazio soltanto per chi ha conoscenze nei locali o dei
gestori…purtroppo
D Leonardo, tutti noi abbiamo un
rimpianto che non ci fa dormire la notte…qual’è, musicalmente
parlando il tuo ?
R Non essere riuscito a far diventare un lavoro la cosa che più amo : suonare.
D Di solito da ragazzi si imbraccia una chitarra…tu hai imbracciato un basso…
R Non è andata proprio così: anch’io
ho imbracciato una chitarra e poi…non metterti a ridere…ho
pensato che suonare un basso fosse più facile…quattro corde invece
di sei…una sensazione totalmente falsa in quanto per suonare un
basso ci vuole la stessa intensità e passione come per qualsiasi
altro strumento. Comunque ormai basso era e…basso fu.
D In quali gruppi hai suonato ?
R Il gruppo era un quartetto: Negative
Pole. Io al basso, Cristiano Cerretini alla batteria , Simone
Soldaini e Michael Rotondi alla chitarra. Si formò nel 1994 fino al
2000.
D Che genere di musica facevano i
Negative Pole ?
R Punk, punk e ancora punk. La cosa
positiva era che suonavamo tutti pezzi da noi composti. Simone
Soldaini era una penna instancabile…sue le parole e la musica che
noi condividevamo a pieno.
D Il punk è stato un genere che a
Livorno ha generato ottimi gruppi…
R Beh si, certamente. Noi suonavamo per divertimento, per il desiderio di esprimerci attraverso la musica consapevoli di non essere fenomeni; perchè parliamoci chiaro : il punk ha permesso a molti di esibirsi e suonare divertendosi anche senza essere grandi musicisti.
D Perchè i Negative Pole si sono
sciolti ?
R Eravamo ragazzi…a quella età una
divergenza diventa una montagna. Fatto sta che siamo rimasti ottimi
amici e pensa, Simone è stato un testimone alle mie nozze.
D Quali i tuoi punti di riferimento ?
R Dee Dee Ramone, pseudonimo di
Douglas Glenn Colvin, bassista
nonché principale compositore dello storico gruppo punk Ramones: non
potevo che farti il suo nome.
D Anche se
attualmente hai attaccato il basso al chiodo segui comunque la scena
musicale livornese ?
R Come non
potrei…chi ama la musica non smette mai di interessarsi a essa.
Voglio aggiungere che ultimamente ho visto anche molta qualità tra i
giovani “indigeni”.
D Gabriele, una
domanda che faccio a tutti : nella vita di ognuno di noi passa un
treno sul quale non saliamo, per pigrizia, per errore di valutazione,
per mille motivi…un treno che avrebbe cambiato la vita di ognuno di
noi…che mi dici del tuo ?
R Musicalmente
parlando il grosso rimpianto è quello di aver cessato l’avventura
Negative Pole, non averci creduto come invece doveva essere. Eppure
avevamo un buon seguito…chissà sforse in un’altra città …
D Chi è oggi
Gabriele Lunardi ?
R Un padre felice
e orgoglioso dei suoi due splendidi bambini ai quali spera di
riuscire a trasmettere l’amore per la musica.
D Franco Incani…bassista…come hai scoperto l’amore per questo strumento ?
R Sono sempre stato affascinato dalle
tonalità basse fin da bimbetto quando ascoltavo i cori polifonici di
canti della montagna e canto popolare, poi i primi accordi sulla
chitarra, il primo complessino dove finalmente potei imparare da me a
suonare un basso Eko acquistato per la modica cifra di lire 20.000
guadagnate scaricando alle 4 del mattino i camion al mercato della
frutta.
D Sei il bassista del gruppo Tutta
Colpa Della Musica, buon gruppo, affiatato…come nasce questo
ensemble se non sbaglio nel 2018 ?
R Nasce dall’incontro casuale con la ex
cantante …all’epoca il gruppo aveva un altro nome cercavo giusto
una voce maschile per rimpiazzare il cantante che aveva lasciato per
motivi di lavoro. Lei si propose come voce femminile e la cosa
funzionò subito.
D Il vostro sound varia a 360 gradi,
con cover di grandi artisti e meno conosciuti, ma quale è il tuo
genere preferito ?
R Amo qualsiasi genere purchè di buona
musica. Con questo trio mi sono affacciato per la prima volta al
genere di cantautorato italiano e l’ho trovato molto divertente da
ascoltare e da suonare. Per divertirci e divertire il pubblico
abbiamo deciso di variegare il repertorio inserendo stacchi di brani
internazionali, anche strumentali, e la cosa ha funzionato.
D Ho visto che la c’è stato un
avvicendamento della voce femminile del gruppo…
R Non siamo professionisti legati da
contratto anche se condividiamo la stessa passione. Nel percorso
musicale di ognuno di noi può succedere per i più svariati motivi
che uno faccia una scelta diversa contravvenendo a quanto, almeno
apparentemente, sembrava essere l’attaccamento al gruppo.
D Prima di Tutta Colpa Della Musica di
quali gruppi hai fatto parte ?
R Nonostante il mio ramo di lavoro
(logistica integrata) mi permettesse di suonare solo in determinati
periodi e non in modo continuativo, ho avuto l’opportunità di
suonare in diverse formazioni e diversi generi …dalla cover dei
Beatles dei Semolina Pilchard al soul dei Black Tunes, dai musical
dei Trolls al rock progressive dei J.True Tale (cover dei Jethro
Tull), all’orchestra sinfonica Ensemble Bacchelli, e poi tanti altri
gruppi che nascevano e per un motivo o l’altro morivano così come
spesso accade nel nostro ambiente. Però non ho mai considerato
quest’ultimo tipo di esperienza una perdita di tempo bensì
un’opportunità di crescita del mio bagaglio di esperienza musicale.
D Ogni chitarrista ha un mostro sacro
della chitarra che imitava fin da bambino davanti allo
specchio…parlaci del tuo…
R Non saprei, i miei idoli sono molti
…se di chitarristi parliamo forse ‘Martin Barre’ dei Jethro Tull e
come bassista il virtuosissimo Billy Sheehan dei Mister Big.
D Progetti futuri ? Nuovi concerti ?
Forse un album tutto vostro ?
D Il Trio TUTTA COLPA DELLA MUSICA è ancora piuttosto giovane e poco conosciuto. Stiamo lavorando per assicurarci dei gig e abbiamo qualche data già fissata in agenda e alcune ancora in attesa di conferma ma è ancora presto al momento per ambire a progetti importanti o addirittura ad un album tutto nostro …vedremo.
D Un argomento che mi sta a cuore…la
possibilità per un gruppo labronico di trovare spazi per esibirsi :
pensi che ci siano a sufficienza o scarseggiano…cosa fare per
migliorare la situazione ?
R Sicuramente scarseggiano …non è
nemmeno tutta colpa dei locali, penalizzati da problemi di costi di
gestione, tasse, siae, vicinato che brontola e via dicendo …per
migliorare la situazione penso che di base bisognerebbe cambiare la
nostra cultura …un musicista che suona per la strada o nelle subway
di Londra piuttosto che Francoforte o altre città europee è
considerato un ‘artista’ …qui (e non solo a Livorno) un barbone.
D Franco un rimorso, una occasione
perduta che ancora oggi ti “fa star male” ?
R Come già detto non ho mai
considerato una perdita di tempo anche quelle esperienze in gruppi
che non hanno avuto seguito …ho sempre comunque imparato qualcosa
di nuovo. Forse un’occasione perduta è quella dei J.True Tale che ho
abbandonato per mia scelta per motivi di forte incompatibilità con
uno degli elementi del gruppo. Il prog è sempre stato uno dei miei
generi preferiti e mi sarebbe piaciuto poter continuarlo a suonare.
D Chi è oggi Franco Incani ?
R Un nonno di due deliziosi nipotini di
6 e 8 anni e un bassista che, sulla soglia dei ’70, può ora
dedicare più tempo alla sua passione di musicista.
La vecchiaia non è poi così brutta
…entrambi le attività sono notevolmente appaganti.
D Gianluca Simi, chitarrista…un amore infinito, totale con lo strumento…da sempre..
R Beh in realtà non è stato un vero colpo di fulmine, ci siamo innamorati maturando assieme. Sapevo di voler fare musica fin da bambino, ma ero indeciso su come entrare a far parte di questo grande mondo che, fino ai diciassett’anni, ho vissuto solamente da spettatore. Ho due fratelli più grandi che mi hanno insegnato la passione per la musica “suonata”, suonandola loro stessi, una tastiera e una chitarra, appunto. Ho provato la prima, ho provato un basso, ho cantato e infine ho provato la seconda….trovando in lei ciò che più mi rispecchia.
Fai parte del gruppo Eclettica, ottima band…come è nato il tutto ?
R Eclettica, band
fondata dai miei fratelli nel lontano 2004. Dopo aver trovato una
certa confidenza con lo strumento la proposta fu un fulmine a ciel
sereno: la necessità di snellire il lavoro di Massimiliano,
cantante-chitarrista allora e nostro attuale frontman, un pranzo in
famiglia ed ecco concluso l’affare nel giro di qualche minuto.
Catapultato nella sala prove mi son sentito subito a casa….chissà
perché hehe.
Vi ho visti suonare dal vivo in Fortezza…difficile etichettare il vostro sound…cantautorato italiano, rock, progressive, ma anche pezzi propri…con quale genere ti senti più a tuo agio?
R Ho imparato lo strumento sulla base di ciò che ascoltavo ovvero hard-rock e metal, i quali sono stati un’ottima scuola data la loro complessità compositiva. Ricordo ancora le parole del mio bassista Andrea che un giorno mi disse “il metal è come un tunnel, lo incanali, ti fossilizzi e infine troverai una via di uscita”: Eclettica ne è il risultato, l’eclettismo musicale che comunque riusciamo sempre a far ruotare attorno ad un sano buon rock….anche se in fase compositiva spesso mi sfuggono le manopole del gain e del volume….
Nel 2013 è uscito il vostro ultimo lavoro Sociopazzia…soddisfatti?
R Decisamente sì.
Un gran bel lavoro su cui abbiamo speso molte nottate e di cui siamo
rimasti soddisfatti a pieno, sia per i brani collezionati che per il
sound che siamo riusciti ad ottenere con l’autoproduzione. Un disco
carico di emozioni e di un significato profondo di cui l’esplicativo
titolo mette una pulce all’orecchio. Siamo un gruppo formato da
quattro ingegneri ed un informatico, accontentare tutti è sempre
molto complicato….ma in questo caso ci siamo riusciti!
Progetti futuri, altri concerti, magari un altro disco in prospettiva?
R Il progetto
futuro è molto semplicemente quello di proseguire sulla lunghezza
d’onda degli scorsi anni, cosa che purtroppo diventa sempre più
complicata con l’ingrandirsi delle famiglie. In maniera invece più
concreta ma altrettanto semplice posso dirti quello di incidere i
nuovi pezzi che abbiamo pronti e perché no, magari inserirli in un
LP con qualche vecchio brano riarrangiato.
Gianluca quali sono i tuoi chitarristi di riferimento?
R Son cresciuto a
pane e Dream Theater, quindi non posso non citare John Petrucci per
la sua tecnica formidabile. Indubbiamente anche Dimebag Darrell dei
Pantera per le sue doti su riff e ritmiche e per la sua energia sul
palco. Infine il ben più noto Brian May, che con il suo tocco e la
musicalità delle sue note ha lasciato e continua a lasciare
d’incanto chiunque.
Prima degli Eclettica hai avuto altre esperienze o è la tua prima band?
R Ho provato,
terminato lo studio dello strumento, a tirar su un gruppo progressive
cercando tra gli amici chi coltivasse la passione per lo stesso
stile: un contrabbassista e un pianista, entrambi studenti di
conservatorio con una creatività incredibile, erano il vero valore
aggiunto. Un paio di pezzi musicali in attesa di trovare una voce che
chiudesse il cerchio, ma il cerchio rimase sempre aperto, non
trovammo nessuno e il progetto si sfaldò dopo un annetto circa.
Livorno…molti gruppi, molti musicisti, c’è proprio posto per tutti?
R Purtroppo la
musica dal vivo sta vivendo un periodo storico complicato, un cane
che si morde la coda, dove il cane sono i gusti musicali che
cambiano, la clientela che preferisce qualcosa di meno impegnativo,
il mondo che cambia….e la coda sono i locali in difficoltà che
smettono di proporla o che chiudono addirittura. Il numero dei gruppi
si adegua molto alla possibilità di esibirsi, tendenzialmente a
Livorno l’offerta è sempre stata superiore alla domanda, ma alla
fine in un modo o nell’altro, magari con una frequenza inferiore,
qualche palco o prato su cui intonare qualche canzone si riesce a
trovare tutti
Anche se sei giovane avrai, come tutti, un rimpianto, musicalmente parlando, raccontaci a cosa ti fa ancora pensare a quella volta che …
R Quando raramente
alzo il volume dello stereo, facendo girare i CD che ascoltavo un
tempo…..rimpiango l’aver abbandonato l’idea di creare un gruppo
progressive, quel gruppo che stava prendendo forma e che mai ha avuto
un nome….
Chi è oggi Gianluca Simi?
R Come usa dire, “….ma questa è un’altra storia….”.
D Dario Orlandini, bassista in un mondo dominato dalle chitarre: perchè questa scelta?
R Ho iniziato a strimpellare la chitarra e il basso a 17 anni , iniziando a suonare con dei carissimi amici che ovviamente suonavano la chitarra , io avendo il babbo bassista e quindi già un basso a disposizione, mi sono avvicinato a questo ruolo e missione da bassista E ne sono rimasto innamorato .
D Fai parte del gruppo Blood Brothers, cobver band di Bruce Springsteen..come nasce l’amore pe il boss ?
R Prima dei Blood non ero appassionato di Bruce , conoscevo qualcosa ma non avevo mai approfondito , iniziando a suonare con i Blood grazie ai meravigliosi musicisti e l’energia che si crea con il sound di Bruce diventa un potenziale magico , e resta solo l’occasione di lasciarsi coinvolgere e dare il meglio di se. Conoscere la storia di Bruce i vari dischi che anno permesso sempre un evoluzione , conoscere i testi per poter interpretare al meglio l’esecuzione, per me è fantastico , emozionante, rivitalizzante.
D Vi ho visto alcune volte dal vivo e devo dire che riuscite a creare l’atmosfera giusta che tutti i fan di Bruce si aspettano…segno di uno studio profondo ma frutto anche soprattutto dell’amore verso di lui…
R Credo di averti già risposto in parte nella precedente domanda, sono certo quando fai qualsiasi tipo di musica con il rispetto , bravi musicisti, passione, la cura dei dettagli, stare bene nel gruppo , e molte prove per migliorare il tiro della band , il risultato è garantito.
D Bllod Brothers…fratelli di sangue: questo significa che il gruppo va in un’unica direzione…sta qui il vostro successo ?
R L’obbiettivo è sempre quello di riuscire a fare emozionare e fare ballare , ogni volta la scaletta è diversa e diventa stimolante sia per noi che suoniamo sia per chi ci segue spesso (che cominciano a essere in tanti)
D Prima dei Blood hai fatto parte di altre band ?
R La mia prima band avevo 17anni ……ora ne ho 45 , ne ho avute tante e non ho mai smesso di suonare .
D Prova per un istante (so che è impossibile…) a dimenticare Bruce…altri artisti che hanno contribuito alla tua formazione professionale ?
R È difficile
rispondere con poche righe, o scrivendo tutti gli artisti che mi
hanno ispirato , mi limito a dirti che l’amore per la musica per me
non è ristretto a un solo genere ho iniziato negli anni 90 con il
grange, poi psichedelica, rock n roll, blues, jazz , funk, soul
La bellezza della musica mi fa capire che non ci basta una vita per approfondire tutto quello che è stato creato, e anche due vite sono poche .
D Progetti futuri ? Altri concerti magari in città ? Un album ?
R Con i Blood ci stiamo affacciando nel mercato europeo , abbiamo suonato in Germania è stato un grande successo, a settembre andiamo in Olanda, l’obbiettivo essere una band internazionale. Un altro progetto che ho a cuore sono The Steady Grooves , il gruppo al momento esce suonando funk , soul, jazz , collaborando anche con musicisti diversi nella zona di Livorno , in più abbiamo del materiale inedito con testi in italiano e al più presto spero ci sia l’occasione di eseguirli dal vivo.
D Western Stars è il nuovo lavoro del boss, accolto come ultimamente capita da giudizi discordanti. Quegli archi a molti “non sono andati giù”: che ne pensi ? E avete in mente di inserire alcuni brani nella vostra scaletta ?
R Abbiamo già eseguito ben 5 pezzi di W.S. e lo trovo un album bellissimo, e gli archi li trovo fantastici , forse a qualcuno sarebbe piaciuto qualcosa di diverso, ma credo che si possa trovare semplicemente ampliando le nostre vedute e non dare la responsabilità a Bruce .
D Dario tutti noi abbiamo visto partire un treno sul quale non siamo saliti e ancora oggi “ci mangiamo le mani”…dove andava il tuo treno ?
R A livello
musicale non mi sento di avere perso nessun treno , ho sempre cercato
di non perdere l’occasione di suonare con musicisti che mi
coinvolgevano , tutto serve per crescere , migliorare , e indirizzare
con precisione il proprio obbiettivo.
L’unico può essere che nel periodo intorno al 2002 studiavo molto jazz e feci un corso estivo a Siena Jazz… ero intenzionato a proseguire , ma valutando le spese economiche e la poca disponibilità che avevo decisi di andare avanti diversamente .
D Chi è oggi Dario Orlandini ?
R Sono malato di musica , ma non basta ascoltarla la devo soprattutto suonare altrimenti vado in astinenza e mi innervosisco, e non basta !! Fare emozionare e divertire chi ascolta mi gratifica molto , e non basta!! Devo anche fare un lavoro oltre il musicista altrimenti non si arriva alla fine del mese.
D Filippo Sassano, cantante…come hai scoperto questa tua “vocazione” ?
R Ho sempre cantato sin da bambino, non perché volessi cantare, ma semplicemente perché per me era naturale farlo. Addirittura cantavo anche durante i pasti, con la bocca piena! Non vengo da una famiglia di artisti, cantanti o musicisti, quindi nessuno mi ha mai influenzato. Si può veramente dire che ci sono nato. Ho scoperto che il canto potesse diventare una vocazione solo dopo il mio primo provino per entrare nel coro delle Voci Bianche del Goldoni. Fino a quel momento non avevo mai cantato per qualcuno. Quando ho realizzato questa cosa non piaceva solo ame, ma anche agli altri, allora mi sono detto “bellissimo, voglio rifarlo!
D Fai parte del gruppo Five Live…5 vocalist dalle voci particolari, che si integrano a vicenda in modo sorprendente…come nasce questo “ensemble” ?
R Nasce dalla passione di 5 ragazzi per il Musical. Infatti i nostri percorsi si sono incrociati all’interno del Teatro Goldoni dove abbiamo seguito per diversi anni un corso di formazione finalizzato a questo genere teatrale. Da lì abbiamo sviluppato un affiatamento non solo musicale ma anche personale che ci ha portato alla nascita di questo quintetto.
D La vostra particolarità è quella di proporre musica a 360 gradi, generi di ogni tipo ma…quale è il tuo genere preferito ?
R Tutte le volte che mi viene posta
questa domanda trovo sempre una certa difficoltà a rispondere. Non
riesco proprio ad avere un genere preferito. Ci sono dei generi che
ascolto più volentieri, come il soul, il funky, il rock, il jazz, ma
se date un’occhiata alle mie playlist c’è un mescolio di generi
da far girare la testa.
D Nel 2011 partecipate con lo
spettacolo “Niente da dire. A parte la guerra”, al Festival
Melodrama presso Jelcz-Laskowice in Polonia e ricevono molti
riconoscimenti e vari ingaggi. Dal 2011 al 2015 portate in scena
diversi spettacoli presso il Teatro Goldoni, sotto la direzione
artistica di Paola Martelli e Niki Mazziotta. Nell’estate del 2015
intraprendete una nuova esperienza con “Music-All”, uno
spettacolo musicale che ha intrattenuto molti locali del litorale
toscano. A novembre del 2015 collaborate con i “Roots United”,
gruppo musicale vincitore della “Miglior Cover Premio Ciampi 2015”,
con la canzone “Hai lasciato a casa il tuo sorriso”. A
febbraio 2016 è la volta di Love Therapy, incontro di auto aiuto per
innamorati anonimi, spettacolo ideato, diretto e interpretato
interamente dai Five Live. Nel 2016 partecipate al concorso
internazionale Tour Music Fest classificandovi secondi nella
categoria gruppi vocali. Nel 2017 collaborate con il Teatro
Goldoni di Livorno curando gli arrangiamenti musicali e vocali di due
produzioni R-Existence e Iliade Opera rock, spettacoli che vi hanno
visti impegnati anche come cantanti ed attori. Il musical R-Existence
è stato replicato più volte: all’interno della manifestazione
Effetto Venezia (Livorno) e per il teatro ragazzi presso la
Goldonetta (Teatro Goldoni Livorno). Mica male come
percorso..soddisfatto ?
R Soddisfatto certo, anche perché
ognuna di queste esperienze è un tassello che va a comporre la
persona che sono adesso. D’altronde un artista è fatto di questo,
di emozioni, di percorsi, di bagagli, di esperienze e di vissuto. Se
non hai nulla da raccontare, nulla da esprimere, nulla da far vedere
come puoi far nascere qualcosa. I fiori non crescono in vasi senza
terra.
D Vi siete cimentati anche in varie
forme teatrali, dei veri e propri attori possiamo dire…musica e
teatro…binomio vincente…
R Il teatro e la musica, così come
la danza, sono discipline che vanno sempre a braccetto. Il musical
infatti è una delle forme d’arte che più mi soddisfa e che per la
quale ho una vera e propria passione. C’è
un vecchio detto nel mondo del Musical che riassume perfettamente
questo concetto: “If you can’t say it, you sing it, and if you
can’t sing it, you dance it”
D Progetti futuri ?
R Sicuramente portare avanti il
progetto Five Live con nuovi brani e concerti, ma mi piacerebbe
dedicarmi anche ad una produzione teatrale. Vediamo un po’ cosa ci
riserva il futuro, qualcosa da far bollire in pentola sicuramente ci
sarà. Anche perché l’arte è una droga, è difficile smettere!
D Filippo quali sono le tue fonti di
ispirazione, i tuoi cantanti di riferimento ?
R Questa è come la domanda del
genere preferito. Chi più ne ha più ne metta, potrei fare un elenco
di pagine e pagine. Se vuoi fare il cantate devi avere più
riferimenti possibili. Ascolti Ray Charles e trovi inspirazione per
una cosa, poi senti Freddie Mercury e dici bella questa cosa che fa
con la voce, ci voglio provare anch’io. Qui potrei fare un falsetto
come faceva Prince o essere dolce come Elton Jhon quando canta Your
Song. Insomma tutti posso inspiratati sta a te capire in che modo.
D Livorno e gli spazi per la musica e
le possibilità di esibizione: sono sufficienti o trovate difficoltà
a proporre il vostro progetto ? Cosa si potrebbe e dovrebbe fare di
più ?..
R Se questa domanda mi fosse stata
fatta qualche anno fa sarei stato molto duro nei confronti della mia
città, ma negli ultimi anni vedo un trend diverso, gli spazi stanno
piano piano venendo fuori e Livorno sta rispondendo alla crescente
voglia di cultura. Il percorso è ancora lungo e c’è tanto lavoro
da fare soprattutto nell’istruire le persone. Livorno ha tutte le
carte in regola per essere un punto di riferimento per l’arte e la
cultura, ce lo ha dimostrato spesso, ma dobbiamo riboccarci le
maniche e ricordaci che l’arte non dura solo 5 giorni l’anno.
D Tutti noi abbiamo un rimorso, un
grosso rimpianto…musicalmente parlando…raccontaci il tuo…
R Come si è capito non faccio solo
musica, ma anche teatro e il mio rimpianto riguarda più che altro
questo ambito. Per tanti anni ho lavorato insieme a Lindsay Kemp come
attore ballerino. Sono stati degli anni bellissimi, soprattutto di
grande formazione. Nella vita tante cose cambiano e purtroppo negli
ultimi anni della sua vita ci siamo persi di vista. Mi sarebbe
davvero piaciuto fare un ultimo spettacolo insieme.
D Alessio Accardo, conosciuto nel mondo della musica come Alex Gefferson…partiamo da questo alias…come si arriva da Alessio a Alex ?
R Il nome Gefferson è nato circa una ventina d’anni fa durante
una giornata di lavoro mentre stavo sistemando dei barattoli
d’inchiostro per serigrafia insieme ad un collega che mi istruiva
sulle differenze e come riconoscerli in base a cosa dovevi stampare.
Successe che me ne capitò uno anonimo con la sola sigla “H-G”…ed
essendo appassionato di moto stile Harley Davidson (sigla H-D) mi
venne spontaneo ..” ma cos’è HG?…Harley Gefferson!!”….olè…dopo
5 giorni la mia moto(una Yamaha) diventò una Harley Gefferson con
tanto di scritte adesive mod.”HG 535 stoned” ed io mi impossessai
del cognome Gefferson , il nome Alex fu un attimo e lo pseudonimo era
pronto. Lo utilizzai definitivamente solo anni dopo.
D Innamorato della chitarra da sempre
ovviamente…come nasce questo amore ?
R La chitarra era lo strumento “predestinato”, fin da piccolo
ce n’erano a giro per casa sia acustiche che elettriche , mio padre
suonava in un complesso rythm & blues negli anni 60, aveva amici
che suonavano e a cui piaceva la musica ed un suo storico amico è
stato addirittura il “mio” bassista per qualche anno. Il vero
incontro però l’ho avuto tardi e per caso nonostante i miliardi di
tentativi di avvicinamento a qualsiasi strumento a partire
dall’infanzia dove venivo nutrito a standard R’n’R , rythm &
blues e quello che ascoltavano a casa mia e che comunque girava negli
anni 60/70. Ascoltavamo musica ovunque sia in casa che durante ogni
breve o lungo spostamento in macchina , altro tentativo più fisico
era l’acquisto di chitarrine, tastierine e mini batterie,
puntualmente snobbate o distrutte…..resta il fatto che una volta
piantato il seme presto o tardi qualcosa ne esce. Così successe che
un giorno, avevo 14 anni, mi venne in mente di provare, così a caso,
imparando tutte le posizioni degli accordi maggiori e minori .
Successivamente la malattia degenerò e più andavo avanti e più mi
rendevo conto che ascoltavo tutto in maniera diversa, a quel punto
era andata….
D Fai parte del trio B-Folks, ottimi
musicisti, ottimo vocal…soddisfatti ?
R Soddisfattissimo!!! Direi ripartiti col piede giusto dopo in bel
po’ di pausa. I B-Folks ora sono un trio o almeno queste ultime
uscite sono state e saranno così, ma questo gruppo ha sempre avuto
la prerogativa di avere line up diverse sia come numero di elementi
sia come musicisti, da un minimo di 2 (a volte anche 1) a salire
senza limiti di età sesso e provenienza . Hanno militato nei B-Folks
almeno una volta Andy Paoli, Gionata Ciccolini, Filippo “pippo”
Papucci, Doda Mariotti ora bassista dei LUPE VELEZ , Steve
Sperguenzie ed altri che al momento non mi vengono (scusate), tranne
al creatore del nome nonché batterista originale e unico dei B-Folks
, Mirco Pacini. Marco Mencucci, l’attuale chitarrista è un musicista
stupendo ed è un piacere suonarci insieme, tecnicamente preparato
con gusto e conoscenza musicale. Stefano Ilari come cantante non ha
bisogno di nessun genere di presentazione, un mito…un personaggio
che conosce la musica e che la sa scrivere ed interpretare e con cui
ho l’onore di collaborare da più di 10 anni.
D Prima dei B-Folks in quali gruppi hai
militato ?
R Il primissimo gruppo si chiamava “Costa Ovest”(forse
perché Livorno è appunto sulla costa ad ovest): facevamo cover
varie e sempre comunque anni 60/70 …altra band delle prime armi si
chiamava “The black cat bones”, cover band di classici R’n’R e
blues molto divertente. Successivamente con Steve Sperguenzie sia
come cover band Stones “S.S. & The go-go shuffle” sia come
“S.S. & the Lysergic Ants” garage beat e psichedelia.
Finita la parte Lysergic ants suonavo in una cover band garage rock
chiamata “Funhouse” e li incontrai Stefano Ilari quando venne a
sostituire l’ex cantante che lasciò . I Funhouse durarono qualche
anno e dopo una breve separazione entrai a far parte degli Stella
Maris Music Conspiracy, esperienza hardcore. Finito o apparentemente
finito con gli SMMC attualmente sono in forze nei LUPE VELEZ che tra
l’altro è un’ottima progetto con una grande band…in mezzo a
tutto questo da un certo punto in poi ci sono sempre stati i B-Folks
ad allietare le varie situazioni ed alleggerire le tensioni.
D Alessio quali sono i tuoi chitarristi
di riferimento, coloro dai quali hai cercato di carpire i segreti ?
R Direi che fra tutti troneggia incontrastato Keith Richards.
Oltre al modo stesso che ha di suonare e di scrivere mi piace sentire
quanto le chitarre nel pezzo cercano un legame, un intreccio , quando
fatichi a distinguerle. Direi che questo il buon Keith lo ha sempre
fatto con qualsiasi partner abbia suonato con lui negli Stones (Wood,
Jones, Taylor, li ho messi in ordine di preferenza personale). Anche
nei LUPE VELEZ ci tengo molto a provare a ricreare quel tipo di
effetto e con Iride Volpi l’altra chitarrista( ma lo sapete già)
stiamo lavorando bene.. ci divertiamo ..riff interventi , assoli non
lunghissimi e non alla velocità del suono, mi piace di più il
groove di alcuni chitarristi diciamo prettamente ritmici.
D Progetti futuri, magari altri
concerti dove possiamo ascoltarvi ?
R Nel mese di agosto suoneremo come LUPE VELEZ il 18 a Lari alla
Festa rossa e il 29 (credo) come B-Folks a Livorno al mercato del
pesce…. per ora questo.
D Livorno e la musica: sempre più
difficile trovare luoghi dove esibirsi; di norma la domanda è “Si,
vieni a suonare…ma quanta gente mi porti ?”…cosa pensi sarebbe
opportuno fare per coinvolgere le numerosissime band che esistono in
città ?
R Bella la domanda “ vieni ma quanta gente porti?” mi sa un
po’ come andare in pizzeria portandosi dietro l’impasto….a Livorno
ci sono tante band che propongono musica ,per potergli dare spazio ci
vorrebbero delle situazioni adatte e probabilmente in città ce ne
potrebbe essere di più, fortunatamente ci esistono alcune realtà
che ci provano a far funzionare la musica e coinvolgente le band
nonostante le noie di autorizzazioni, permessi, divieti e chi più ne
ha, per gestire ed organizzare eventi. Vedo che le band sono sempre
coinvolte dove ci sono spazi dedicati alla musica perché sono punti
d’incontro dove parlano tutti la solita lingua ed hanno la solita
passione…
D Sono 50 anni che qualche “solone”
afferma che il rock è morto…eppure vi ho visto la scorsa settimana
dal vivo con canzoni “immortali”..il pubblico era coinvolto e
appassionato…che ne pensi ?
R Fortunatamente non sono pochi quelli a cui piace ascoltare
quello che proponiamo con i B-Folks ,alcuni sono seguaci storici
altri sono stati catturati strada facendo e ci vogliono bene,
comunque credo che quando la canzone è bella è bella è basta,
resiste al tempo; poi uno può preferire un pezzo o un’artista
piuttosto di un altro ma non si possono negare i capolavori. In
realtà queste canzoni sono immortali proprio perché riescono a
catturare anche le nuove generazioni (ora tutti tutti no) e
continuano a tramandarsi nel tempo, io con i miei figli ci sto
provando con risultati abbastanza positivi… vedremo se almeno uno
suonerà uno strumento.
D Tutti abbiamo un rimpianto
grossissimo, quale il tuo, sempre musicalmente parlando ?
R Unico rimpianto è stato farmi rubare la mia prima chitarra una
Gibson Les Paul standard che per le circostanze in cui la comprai ed
il momento, aveva un valore affettivo molto superiore a quello
economico….comunque oltre a quella ci svuotarono mezzo furgone…
purtroppo non soffrii solo…e vabbè
D Chi è oggi Alessio Accardo alias
Alex Gefferson?
R Oggi sono un “ragazzo” di 42 anni che lavora, con moglie
e due figli che adoro e che prova a dividersi fra la famiglia e la
musica, una passione che mi accompagna da sempre..
D Gionata Ciccolini…chitarrista : sei te che hai scelto la chitarra o la chitarra ha scelto te ?
R Mi è sempre piaciuta la musica, ho
scelto la chitarra ma amo ogni strumento, mi arrangio anche sul basso
e la batteria. Sempre a livello dilettantistico
D Sei da 25 anni la chitarra solista
dei Furminanti, gruppo conosciutissimo a Livorno…come è nata
questa bellissima avventura ?
R L’avventura con i Furminanti è nata
per divertimento. Non ci siamo mai presi sul serio. I
Furminanti sono nati per caso nel 1994 in un locale chiamato The
Cave sugli Scali D’ Azeglio, chiuso ormai da anni. In una serata
molto ironica…si festeggiava infatti San Sughero, una parodia al
Festiva di Sanremo , Claudio Bartoli detto Bartell, Rolando Somigli
detto Il Conte e io…Gionata Ciccolini detto Il Capo, dettero vita
25 anni fa a quella band che è diventata una istituzione cittadina.
Con il tempo
si sono uniti Fabio alla batteria e Angiolo al basso; in seguito la
band cambiò elementi… addirittura 10 batteristi si sono succeduti
dietro al rullante del gruppo sino ai giorni nostri. Ad accompagnare
i tre storici Claudio, Rolando e Gionata ci sono Roberto Vannini
detto Redde, Sabina Dal Canto detta La Blonde e Sauro Moriconi detto
Morticoni.
D Proprio sabato in Piazza Goldoni al
Caffè Palcoscenico avete festeggiato le vostre “nozze d’argento”
con la musica…qual’è il segreto di tanta longevità ?
R Credo che la longevità del gruppo
dipenda dal fatto che “non se la tira”, che interagisce con il
pubblico dando spazio a chiunque voglia partecipare. Poi l’amicizia
decennale tra di noi…mica poco.
D Prima di fondare i Furminanti insieme
al Bartoli e al Conte in quali gruppi hai militato ?
R Ho militato in molti gruppi, tra i
quali Skiamazzi notturni nell’89/90 con i quali facevamo musica
nostra con testi in livornese, con influenze Afro, Arabe, Reggae…
musicisti di spessore come Steve Lunardi attuale violinista di Bobo
Rondelli, Roli Calabro’ ecc.. Stax, Soul R&B… Guerrilla
Farming, Reggae.. Ed ho avuto il privilegio di fare un tour nel 99
con l’Ottavo Padiglione.
D Progetti futuri ? Ancora concerti ?
Mai pensato ad incidere un vostro disco ?
R Progetti di incisione con i
Furminanti non ce ne sono mai stati e credo non ci siano…è un
gruppo di amici che suonano per divertimento. Concerti sempre e
comunque…ovunque la nostra presenza sia gradita.
D Gionata quali sono i tuoi punti di
riferimento musicalmente parlando, i chitarristi che imitavi da
bambino davanti allo specchio ?
R Amo tutta la musica buona, dal Blues
al Jazz al Reggae, dai Beatles ai Talkin Heads, da Hendrix ai Police.
Non un idolo ma ne ho tanti.
D Livorno e la musica…un binomio
inscindibile. Centinaia e centinaia di ottimi musicisti sono nati in
questa città, eppure….difficile lasciare un segno… cosa manca
ancora ?
R Livorno… non saprei…forse oltre
al talento per sfondare occorre avere i giusti agganci e Livorno
sotto molti aspetti è ancora provinciale, comunque il Livornese doc
per indole difficilmente scende a compromessi.
D Chi vive di musica non invecchia
mai…sei d’accordo ?
R Si la musica mantiene giovani
“dentro”, alla fine è un gioco e giocando si resta
“bimbi”.
D Gionata, tutti noi abbiamo un
rimpianto che non ci fa dormire la notte…quel treno è passato
proprio davanti ai nostri occhi, si è fermato ma non siamo
saliti…dove andava il tuo treno ?
R Non ho rimpianti musicalmente
parlando, non mi sono mai reputato un musicista professionale, sono
autodidatta ed ho sempre suonato per passione, senza il sogno del
successo. Avrei voluto approfondire di più e suonare meglio magari
per suonare di più, questo si. Ma ogni giorno è buono per
migliorare.
D Chi è oggi Gionata Ciccolini ?
R Oggi sono pressapoco quello che sono sempre stato, invecchiato fuori, ho due figli adolescenti che amo e vivo la giornata cercando di carpire il bello della vita.
D Gabriele Piva e il pianoforte…un matrimonio indissolubile…
R Per
prima cosa vorrei ringraziare 57100livorno.it per questo spazio.
Sul matrimonio
indissolubile direi di si, l’interesse e l’amore per questo
strumento è nato quando ero bimbo: durante le elementari spesso mi
recavo a casa di una compagna di classe (Greta Merli) dove giocavamo
e facevamo la lezione, mentre il fratello Gabriele studiava
pianoforte classico, quindi ascoltavo questa musica magica che si
diffondeva in tutta la casa. Anche nel palazzo in cui abitavo negli
stessi anni un signore al piano di sotto sentivo che si divertiva a
suonare il pianoforte e cantare, così mi sono reso conto delle
svariate possibilità che questo strumento offriva. Queste due
persone furono infatti i primissimi a cui chiesi indicazioni per
suonare: il secondo mi prestò dei fascicoli dove imparai da solo a
leggere le note nelle due chiavi e la corrispondenza sulla tastiera,
le figure ritmiche ed in generale i primi rudimenti, e Gabriele Merli
divenne il mio primo maestro, con cui studiai per circa 4 anni.
D Hai frequentato e ti
sei diplomato all’Istituto cittadino Pietro Mascagni…il coronamento
di un sogno immagino…
R Una serie di
circostanze mi hanno portato ad abbandonare lo studio del pianoforte
per dieci anni. Durante la mia permanenza a Carrara, dove ho
frequentato l’Accademia di Belle Arti, un lunedì mattina prima di
partire da Livorno presi i miei vecchi libri di pianoforte e
ricominciai: non mi era andata giù il di aver abbandonato gli studi
e quindi volevo rimediare in qualche modo. La ripresa è stata molto
faticosa, ho praticamente iniziato da capo di nuovo. Il mio percorso
è stato comunque fortunato, forse anche per la mentalità più
adulta che mi ha portato a sostenere gli esami di compimento
inferiore e solfeggio per poi passare al triennio accademico di
pianoforte con il M° Ilio Barontini prima e M° Sergio De Simone
poi, con cui mi sono diplomato. Nel frattempo ho avuto l’onore di
poter lavorare anche con altri grandi insegnanti dell’Istituto
Mascagni, M° Daniel Rivera e M° Monica Cecchi, ed ho frequentato
masterclass molto belle con M° Jin Ju, M° Michelangelo Carbonara.
Adesso sto frequentando il biennio con il M° Maurizio Baglini.
In questi anni al
Mascagni ho potuto affrontare e sto tuttora affrontando programmi
molto stimolanti.
D Adesso sei il leader
dei Liars Queen Tribute Band, cover band dei Queen…genere musicale
diverso dal classico…metamorfosi totale o proseguimento di un
discorso ?
R Era il 1992 quando mio
fratello Federico mi fece ascoltare una canzone dei Queen, me ne
innamorai subito in maniera perduta: subito s’innescò una
curiosità nei confronti di questa band che mi portava ad avere
un’irresistibile bisogno di ascoltare più canzoni possibile. Avevo
9 anni e mi ritrovai ad esplorare questo mondo musicale così vasto
che spaziava nei vari generi (dall’hard rock ai brani elettronici,
dal blues alle sperimentazioni vocali) per me con grande genialità.
Quando entrai in contatto con le videocassette dei loro live,
impazzii completamente e si radicò in me il sogno di suonare quelle
canzoni.
Certamente sono due mondi
opposti che richiedono due approcci differenti nel momento della
condivisione. La preparazione delle canzoni in sala prove è molto
divertente: noi suoniamo con la stessa formazione dei Queen quindi
siamo costretti ad esempio a riadattare i cori tratti dai dischi (che
spesso venivano registrati con grandi ed imponenti sovraincisioni)
per sole quattro voci, quindi è un lavoro che ci costringe a provare
varie soluzioni prima di individuare quella che sembra essere la
migliore.
D Prima dei LQTB in
quali gruppi hai militato?
R Ho avuto una band
metal, i Thisgust, dove cantavo e suonavo la chitarra: scrivevamo
canzoni nostre, ci trovavamo in sala prove 3 volte a settimana dove
suonavamo 3 ore ogni volta sia per consolidare quello che avevamo
scritto ma anche per buttare giù nuovi brani. Con i Thisgust abbiamo
pubblicato un EP ononimo ed un album “Burning in water, drowning
in flames” che ho riascoltato di recente dopo molti anni con
grande piacere di scoprire che accanto ad alcuni passi un po’
tirati via c’erano tantissime soluzioni di grande intelligenza
musicale: ad esempio i riff della chitarra erano in continua
evoluzione, c’erano varianti tra una strofa e l’altra, così come
nella scelta delle ritmiche. Una delle cose che più ho apprezzato
era la mescolanza dei vari elementi strutturali delle canzoni. Ho
scoperto che dietro una mentalità molto “alla leggera” c’era
un buon livello compositivo.
D Maestro Gabriele Piva, insegni pianoforte all’Accademia
Musicale di Peccioli, insegnare ai giovani è una delle cose più
belle e nello stesso tempo faticose che esistono…come riesci a
coinvolgerli ad abbracciare totalmente lo strumento?
R Devo
dire che sono entrato in contatto con un ambiente molto sensibile
alla musica: gli allievi che ho si impegnano molto e studiano con
grande entusiasmo. Insegnare è molto bello perché ogni allievo è
un mondo a sé che mi costringe a non adottare soluzioni
preconfezionate, ma a calibrare ogni volta il lavoro in base alla
sensibilità di ognuno.
Cerco
di basare l’insegnamento sul trasmettere l’esigenza di non
trasformare un concerto o un saggio in una manifestazione di bravura
tecnica ma di una manifestazione delle proprie emozioni, a
prescindere dalla nota sbucciata o da qualche inconveniente: l’umiltà
è uno dei valori cardini che cerco di diffondere.
Durante
la preparazione dei brani mi soffermo molto sul dare significato a
ciò che si sta suonando per fare in modo che negli allievi questo
aspetto diventi più immediato possibile.
D Musica classica e
Queen…due platee differenti, differenti situazioni, differente
pubblico..è stimolante questo presentarsi a seconda delle necessità
in un certo modo…mai fatta confusione?
R Pur non essendo un
concertista classico posso dire che sono inevitabilmente due mondi
opposti che in maniera differente mi danno emozioni molto forti. Non
credo che sia semplice fare confusione tra le due situazioni:
potrebbe succedere secondo me a livello di mentalità, cioè
contaminando uno dei due mondi con un approccio proprio dell’altro,
ma si verrebbe a creare un fenomeno da baraccone: non mi permetterei
mai di andare a suonare ad esempio una Sonata di Beethoven con lo
smalto nero alle dita o in canottiera, lo troverei irrispettoso.
D Gabriele quali sono
i tuoi punti di riferimento, oltre agli “scontati” Queen?
R Ci sono stati diversi
punti di riferimento, anche in base al periodo musicale che ho
vissuto: quando suonavo metal senza dubbio il mio punto di
riferimento erano i Pantera, Metallica, Machine Head. Poi per un buon
periodo lo sono stati i Nine Inch Nails, credo che il concerto della
band di Trent Reznor sia stato un punto di volta nella mia vita
musicale e questo mi abbia in qualche modo indotto a riprendere lo
studio del pianoforte.
I compositori che ho
avuto l’onore di studiare sono tutti punti di riferimento, per
svariati motivi: una cosa che mi fa impazzire è la tecnica
compositiva di Brahms e la sua abilità di portare in una direzione
di grande espressività il rigore del contrappunto di Bach. La quinta
variazione dell’Op. 21 n.1 è un esempio che ho toccato con mano e
che mi ha entusiasmato.
D Insegni in una
scuola Musicale…pensi che si stia facendo tutto il possibile per
avvicinare i giovani alla musica, indipendentemente dal genere amato
e seguito?
R Più che avvicinare i
giovani alla musica secondo me sarebbe opportuno far ri-scoprire il
valore del lavoro e della costruzione a lungo termine: oggi c’è un
tutorial per qualsiasi cosa, una soluzione rapida a tutto che però
mi appare come una falsità, non si impara veramente, si risolve un
problema in pochi minuti senza domandarsi da dove quelle spiegazioni
nascano.
D Progetti futuri ?
R Ho due figli, Ottavia
di 5 anni e Andrea di 4 mesi, al momento sono al completo a livello
di progetti, quindi non posso nell’immediato inserirne di nuovi.
Tuttavia un desiderio che
ho è quello di scrivere e suonarmi un disco, chissà che un giorno
non trovi la maniera di farlo: non posso comunque prevedere quando
questo accadrà, so che se un giorno arriverà l’ispirazione sarà
difficile sottrarsene.
Di sicuro, in termini di
priorità, voglio portare a termine il biennio di pianoforte, ho già
stabilito il programma di laurea con il mio maestro Baglini,
interamente incentrato su R. Schumann.
Un progetto/sogno che ho
in mente e che proverò in qualsiasi modo a realizzare è quello di
suonare con un’orchestra.
D Ognuno di noi ha un rimpianto che si “porta dietro” da
sempre, un treno mai preso che avrebbe potuto cambiare la nostra
vita…dove andava il tuo?
R Questo è stato un
argomento che mi ha assalito per molto tempo: l’interruzione degli
studi per 10 anni avvenuta in un momento chiave, che era la
preparazione dell’esame del quinto anno, credo che abbia
condizionato non poco la mia vita; per un periodo abbastanza lungo
non mi perdonavo una serie di scelte forse non totalmente azzeccate,
ma ad un certo punto però sono riuscito ad accettare il mio passato
semplicemente pensando alla grande fortuna di aver avuto a che fare
con gli insegnanti e maestri che ho citato in precedenza, ma anche
con le persone che ho incontrato in questi anni. Per esempio a
Carrara ho incontrato persone importanti, così come nel mio attuale
lavoro: è impossibile per me rinnegare queste persone in nome di un
treno che ho perso.
11 Chi è oggi Gabriele Piva?
Il mio principale lavoro è quello di tecnico informatico presso la CGIL di Livorno con ancora il desiderio e sogno di vivere di musica. Ogni mattina mi alzo alle 6.30 per studiare un’ora sul pianoforte digitale, con questo metodo ho messo in piedi programmi molto stimolanti (Grieg, Bach, Prokofiev, Brahms, Beethoven). Lo faccio con grande passione, voglia di migliorarmi e di esplorare più letteratura possibile: non potrei vivere senza musica a prescindere da dove essa mi porti. L’importante è rimanere su questa strada senza perdere l’umiltà, la passione e la curiosità che ho sempre avuto e messo nella musica.
D Daniele Gorgone…pianista. In un mondo dominato dalle chitarre come è nato questo amore ?
R Il
pianoforte e’ uno strumento che riesce a mettere insieme la parte
passionale e la parte logica con una semplicità disarmante… Da
piccolo ho suonato anche tromba, chitarra e contrabbasso, ma poi la
scelta definitiva e’ caduta quasi automaticamente sul piano
D Hai
fatto studi classici o sei autodidatta?
R In
pratica autodidatta, se si escludono diverse masterclass e clinincs
in Italia e in USA
D Il
jazz ti prende l’anima, ti entra dentro, come ti sei immerso in
questo splendido mondo-jazz ?
R Ho
avuto la fortuna di avere degli amici quando ero alle scuole medie
che ascoltavano Duke Ellington, fin dalle prime volte sono rimasto
stregato da questa musica. Poi da un disco all’altro, poi ho
cominciato a suonarlo… una specie di droga!
D Deborah Carter Italian Quartet …che mi dici ?
R Deborah
e’ una delle mie cantanti jazz preferite al mondo, lei e’ di
origini texane ma vive a Amsterdam. Ho la fortuna di lavorare nel suo
quartetto italiano da diversi anni, tra l’altro abbiamo fatto ben 2
concerti a Livorno negli ultimi anni ed ogni volta Deborah e’
rimasta stregata dalla platea.
D Oltre a Deborah hai accompagnato spesso e volentieri Jim Rotondi…
R Si,
il piano trio e’ una formazione che adoro
D Hai
girato in lungo e largo l’Italia e non solo in varie rassegne e per
molti concerti…il jazz riesce sempre a scaldare i cuori ?
R Dipende
dal pubblico, ma soprattutto da chi suona. Onestamente devo dire che
in Europa avverto molta voglia di musica, di emozioni, di passare una
bella serata con un bel concerto live, indipendentemente dal genere.
Si, comunque il jazz scalda i cuori, e parecchio!
D Daniele
quali sono i tuoi punti di riferimento?
R Tanti,
onestamente. I grandi del jazz (Bill Evans, McCoy Tyner, Charlie
Parker) come della musica classica e rock.. da tutti c’e’
qualcosa da “rubare”
D Progetti futuri ? Qualche
concerto alle viste nei dintorni ?
R Ho un’estate molto intensa, a
luglio un tour Europeo col sassofonista di NewYork Grant Stewart,
poi a meta’ agosto saro’ ospite del festival internazional di
Jazz a Bali in Indonesia e 4 concerti in Taiwan, poi a fine agosto in
Albania (TIRANA) proprio col gruppo di Deborah Carter
D Livorno
ha da sempre avuto centinaia di beat e rock band…il jazz, pur
avendo prodotto musicisti eccellenti è sempre rimasto un po’ ai
margini…cosa potrebbe essere fatto per proporlo al grande pubblico
e in particolare ai giovani ?
R Livorno
in realtà e’ una citta’ che ha sempre risposto bene ai concerti
jazz, un paio di settimane fa ho fatto un concerto in fortezza
vecchia, e’ stato molto emozionante. Forse ci vorrebbe un po’ di
coraggio in piu’ da parte delle istituzioni culturali pubbliche che
potrebbero provare a inserirlo con piu’ frequenza nelle rassegne
cittadine.
D Daniele…un
rimpianto che non ti fa dormire la notte dopo tutti questi anni…
R Non
aver mai imparato a suonare il violoncello. Comunque la notte dormo
lo stesso!
D Chi
è oggi Daniele Gorgone ?
R Uno che prova a darsi da fare innanzi tutto per cercare di sopravvivere con la musica! Dopo di che: uno che cerca di divertirsi, conoscere musicisti nuovi da tutte le parti del mondo, di imparare stili e tecniche nuove e di confrontarsi con vari palcoscenici e situazioni musicali possibili