TERESA ROTONDO

D Teresa Rotondo, cantante da sempre…

R Si, canto da che ho memoria ; quando avevo 3 anni, mi ha raccontato mia mamma, che ha dovuto nascondere la cassetta di Whitney Houston perchè non volevo sentire altro che quella quando salivo in macchina! Poi a 14 anni ho cominciato ad andare a lezione di canto per gioco, fino a quando non ho realizzato che era quello che volevo fare “da grande”.

D Hai una voce calda e profonda che si adatta perfettamente ad ogni genere musicale…hai fatto studi particolari o è tutto merito di madre natura ?

R Certo devo dire che la natura è stata buona con me, come tutte le cose però vanno studiate, approfondite, educate e cosi ho fatto negli anni, quando la consapevolezza di quello che volevo fare con la musica è arrivata, ho iniziato a studiare e proprio quest’anno mi sono diplomata al Trinity Collage University of Bedfordshire in Inghilterra come performer. Quello che sono oggi lo devo anche ai maestri che ho incontrato nella mia vita, soprattutto quelli che mi hanno accompagnato in questo ultimo percorso.

D Ultimamente sei la vocal di AMY Inconsapevole Diva, band che rinnova il ricordo di Amy Winehouse…come nasce questo gruppo e il tuo amore per Amy ?

R Il mio amore per Amy nasce dal momento che l’ho scoperta ed è stato un amore al primo ascolto! Era una fase importante della mia vita dove ho fatto tante scelte e lei è stata la mia colonna sonora, mi ha colpito in particolare la schiettezza e la sincerità di come Amy canta e racconta le sue canzoni, che sono vita vissuta: è un modo di essere che a me si avvicina molto. Il progetto, invece , nasce da un idea mia e di Moreno Vivaldi, amico, artista livornese con cui ho collaborato in diverse occasioni, ma questo spettacolo è quello che ci ha unito di più umanamente e artisticamente. È partito tutto quasi per gioco e ci siamo ritrovati su grandi palchi, dal progetto acustico fino ad essere oggi in otto sul palco! È stata una evoluzione in corsa che abbiamo curato come un figlio. Si sono aggiunte quindi diverse figure professionali come Emanuele Gamba, il regista che ha curato tutto nel minimo dettaglio e poi Alessia Cespuglio, che ha scritto la parte recitata, (si, perchè signori e signore con grande coraggio mi sono cimentata nel recitare un monologo!), Raffaele Commone, che si è occupato della grafica e Pietro Contorno, importante nel coordinare il tutto. Ma senza il resto della band tutto questo non sarebbe stato possibile e qui che ve li presento: Moreno Vivaldi alla batteria, Samuele Pirone al basso, Alex Bimbi alle tastiere che ha anche curato la parte musicale, Giovanni Giustiniano alla chitarra, Stefano Contesini alla tromba, Francesco Palazzolo al sax e Armando Polito ai cori. Insieme abbiamo fatto un bel lavoro di squadra anche grazie ai tecnici che ci hanno supportato (e sopportato) Lorenzo Sola, Nicholas Giovannoni, Simone Rotondo e Andrea Moretti. Questo progetto è un omaggio a Amy Winehouse e io l’ho inteso fin dall’inizio come tale, cioè fare le sue canzoni a modo nostro. Quindi non mi vedrete imitare in nessun modo l’artista perchè come lei c’è solo lei! È semplicemente un modo per ringraziarla per quello che ci ha lasciato artisticamente, davvero col cuore.

D E prima di questo in quali gruppi hai militato e quali musicisti ti hanno accompagnato?

R Ho avuto il piacere di collaborare con molti musicisti livornesi e non in diversi progetti. Attualmente ho attivo un duo chitarra e voce con Alessandro Sebastiani, chitarrista lucchese, dove proponiamo pezzi pop, soul e jazz in chiave acustica, anche un quintetto che segue lo stesso genere di musica arrangiata con tastiera basso batteria, chitarra sax e voce. In passato ho avuto il piacere di collaborare allo spettacolo natalizio di Giorgio Panariello che ci ha visto cantare insieme il suo pezzo di Natale, invece ultimamente sono stata corista di Nic Cester, cantante dei Jet, esperienza unica.

D Da giovanissima hai avuto il grande privilegio di cantare al Cavern di Liverpool , tempio della musica dove hanno iniziato i Beatles, con i Semolina Pilchard…che ti è rimasto di quella esperienza ?

R Si, avevo 19 anni all’epoca… ricordo di essermi divertita un sacco per la “Beatles week”, Liverpool diventa magica un’ esperienza che rifarei. È stata la mia prima trasferta da musicista all’ estero, musicista in erba un pò incosciente! Oggi mi rendo conto meglio di quello che ho vissuto in quella occasione.

D Teresa quali sono le tue cantanti di riferimento, quelle che ti affascinano e sempre ti hanno affascinato ?

R Bè, il mio primo amore è stata Whitney Houston da quando ero molto piccola e nello stesso periodo anche Celine Dion, Mariah Carey e Giorgia poi crescendo si sono aggiunti cantanti come Beyonce, Stivie Wonder, Etta James, Carmen McRae, Billie Holiday.. E ovviamente Amy Winehouse.

D Progetti futuri, qualche concerto magari in città, dove è possibile a breve ascoltarti ?

R La prossima data è a Milano il 24 gennaio al teatro dal Verme con il progetto “Amy Inconsapevole diva”, e poi varie date in Toscana anche con il quintetto e col duo, per restare aggiornati e vi fa piacere potete seguire la mia pagina Facebook e Instagram .

D Hai cantato a Livorno e in Italia, hai portato la tua voce anche all’estero, il tuo essere donna, in un mondo prettamente maschile, salvo meravigliose e stupende eccezioni, ti ha mai ostacolato o avvantaggiato ?

R No, sinceramente non mi ha mai ostacolato per fortuna, spero che nel 2020 certi concetti siano superati anche se è vero che a volte non è così. Sono stata anche all’estero come New York al festival della musica italiana, a Riga e in Ucraina e non è successo.

D Ognuno di noi ha un rimpianto che non lo fa dormire la notte…musicalmente parlando, quale è il tuo più grosso rimpianto, la tua occasione che non hai sfruttato che avrebbe potuto cambiare la tua carriera ?

R Nessuno. Mi sono sempre comportata onestamente nei confronti di quelli che sono i miei principi nella musica ed ho sempre agito coerentemente a quello che pensavo.

D Chi è oggi Teresa Rotondo ?

R Oggi Teresa è una musicista, una cantante, un’ insegnante di canto. Anche se può sembrare banale sono quello che volevo essere tanto tempo fa: una cantante, vivere di musica. Ho lottato tanto per arrivarci, tanti sacrifici ma alla fine ci sono riuscita, questo grazie anche alle persone che ho incontrato e che mi stanno vicino. La strada è ancora tanta ma sono felice di percorrerla.

ELEONORA VECCHIO

D Eleonora Vecchio, cantante dai primi vagiti immagino…

R Assolutamente! Fin da piccola mi chiudevo in camera e,

usando il telecomando dello stereo come “microfono” mi

divertivo a cantare sulla voce delle cantanti…

A differenza dei miei coetanei che cantavano le canzoni dello

Zecchino d’Oro, io imparavo a memoria quelle di Sanremo, al

massimo mi concedevo le canzoni più belle dei film Disney.

D Hai una voce calda, potente, una voce che ammalia e

strega…hai fatto studi particolari ?

R I miei studi sono stati principalmente tecnici: ho ricevuto

un grande dono, un dono che ho saputo utilizzare da sempre: il

mio problema era che non avevo consapevolezza di quello che

facevo. Fondamentalmente se mi avessero chiesto “fai questa nota

in questo modo” non sapevo come muovermi. Lo studio ha

portato la consapevolezza del mio strumento: sapere come

funziona, quante variabili possono influire su di esso e come

poterlo utilizzare anche se non si è in perfetta forma. con la mia

voce già da qualche anno ormai mi diverto, ci gioco, sperimento,

la metto alla prova…

D Fai parte del gruppo Eleonora Vecchio Band, la tua voce al

servizio di ottimi musicisti…un connubio vincente…

R Circa 3 anni fa ho sentito la forte necessità di fare grossi

cambiamenti, di assecondare l’esigenza di esprimermi con la mia

voce nella musica che piaceva a me, compresa quella che

scrivevo. In questa fase di cambiamenti ho conosciuto Marco

Susini, il mio tastierista. Con lui abbiamo cominciato a mettere a

fuoco il nuovo percorso, la nuova direzione che potevamo

prendere. Qualche mese prima avevo conosciuto Alessandro Brilli

ad un evento di beneficenza organizzato dall’Associazione

Autismo Livorno. E da subito è scattata una sintonia umana che ha

lasciato il segno su entrambi. Fabio Di Tanno, il bassista, è amico

e collega storico di Marco, hanno lavorato insieme nei più svariati

progetti. Con Fabrizio Brilli è stato “amore musicale” da subito,

conosciuto grazie al fratello Alessandro. Insomma, una serie di

meccanismi che si sono attivati in automatico e

consequenzialmente.

D Prima del tuo attuale gruppo…Haven Soul Beat, Me’s

Acoustic Trio, Acid Queen, Jubilation Gospel, mi sono scordato

qualcosa ?

R In più di 16 anni di musica sono veramente tante le

formazioni in cui ho cantato. Ho sperimentato di tutto, dal rock al

fusion, R’n’B, funky, melodico. A 20 anni ho cantato anche il

liscio!

Attualmente il progetto Acid Queen è ancora in piena attività, anzi

ne approfitto per segnalare un evento importante che avremo il 31

Gennaio al teatro di Massarosa, i dettagli li troverete presto

pubblicizzati tramite i social e non solo.

Il Jubilation Gospel Choir è un amore costante: sono entrata nel

coro, diretto da Luca Del Tongo, nell’ottobre 2008. In questi 11

anni abbiamo girato l’Italia, presenziato in numerosi festival del

genere e cantato su palchi bellissimi. Il coro è un mondo

differente, la tua voce si mescola insieme alle altre e diventi parte

di un’armonia che ti trascina.

Ma il mio percorso artistico non è fatto solo di concerti, ma anche

di teatro: altra grande passione, che ho potuto unire al canto con il

musical.

Ho prestato la voce a numerosi Dj in tutta Italia, con il nome

d’arte di EleNoire: probabilmente, chi leggerà questa intervista e

ogni tanto va in discoteca, avrà ballato almeno una volta con la

mia voce.

D Sei perfettamente a tuo agio con gruppi che affrontano

sonorità diverse, ma quale è il tuo genere preferito ?

R Il mio sentirmi a mio agio con sonorità differenti

probabilmente rispecchia il mio essere: non ho un genere preferito

in assoluto. Ascolto tutto, anche se non canto tutto. Vado a

periodi, per anni ho ascoltato solo musica soul, adesso per

esempio sto rispolverando la musica italiana degli anni 70 e 80. In

adolescenza ascoltavo i Greenday un pomeriggio e Giorgia il

pomeriggio dopo. Posso forse definire la musica soul come genere

preponderante, ha fatto comunque da colonna sonora della mia

vita con le sue sfumature.

D C’è una artista o più di una che hanno influenzato il tuo

modo di cantare e che magari “imitavi davanti allo specchio” fin

da bambina ?

R Da bambina andavo esclusivamente per emulazione.

Quando ancora non conoscevo l’inglese ascoltavo solo musica

italiana: Mina, Battisti, Baglioni, Giorgia, Laura Pausini,

Cocciante, Pavone, Vanoni. Poi un pomeriggio, mentre facevo i

compiti (sì, facevo i compiti sempre con la radio accesa) la mia

solita Radio Italia non prendeva, per cui girando nelle varie

stazioni ho incontrato lei, Aretha Franklin. Mi ricordo di essermi

fermata con la bocca semiaperta, immobile con la matita in mano,

non riuscivo a capire come potesse fare quelle cose con la voce.

Da lì è scattato qualcosa: io non capivo cosa stesse cantando, non

potevo comprenderne il significato, ma un brivido mi ha tenuto

sulle spine fino alla fine della canzone. E niente, da lì il mio

mondo ha cambiato forma.

D Il mondo della musica, specialmente l’universo rock, è un

mondo spiccatamente maschile, ma molte donne, con la loro

tenacia e bravura si sono aperte varchi giganteschi entrando di

fatto nell’Olimpo musicale…penso a Grace Slick, Janis Joplin e

molte altre…c’è ancora comunque molto da fare ?

R Beh, penso che l’argomento sia molto ampio, forse una sola

domanda non mi basterà. Ma cercherò di spiegare il mio pensiero

in maniera più breve possibile. Secondo me la distinzione tra

maschile e femminile, specialmente nel mondo della musica,

conta poco, forse nulla. È vero, siamo circondati da stereotipi e

preconcetti, ma dove non ci sono? Io semplicemente non ci penso:

penso più a cosa voglio dire, cosa vorrei trasmettere con la mia

voce e come lo voglio trasmettere. E lo faccio, punto.

Probabilmente parlo sulla base della mia esperienza: non mi sono

mai dovuta “scontrare” con differenze di sesso, almeno fino ad ora

(mai dire mai). Ma non penso che sia la differenza di sesso a

discriminare la possibilità o meno di esprimersi in un genere:

penso sia più il preconcetto a limitare. E se il preconcetto lo

applichiamo a noi stessi e ci autolimitiamo, allora il lavoro da

fare, per tornare alla tua domanda, è quello di abbattere questi

muri in primis con noi stessi.

D Progetti futuri? Concerti a breve magari in città ?

R Sto continuando a scrivere le mie canzoni, in attesa di un

2020 che speriamo porti tante belle novità. Per ciò che riguarda i

concerti sì, ci sono concerti in vista, sia con la EV Band, che con

il Jubilation Gospel Choir che con gli Acid Queen. Magari per i

dettagli venite a trovarmi sulla pagina Facebook, li cerco di tenere

sempre tutto aggiornato.

D Che mi dici dell’Amadeus Scuola di Musica ?

R È la scuola dove insegno: nata nel 1995, è la prima scuola

di musica Associata AIGAM ed è l’unica associazione autorizzata

dal Prof. Edwin E. Gordon per l’Insegnamento della Music

Learning Theory in Italia. Io sono l’unica insegnante, all’interno

della sede di Livorno, ad occuparmi del corso di canto moderno.

Ho ricevuto enorme fiducia e stima da parte dei Direttori Elena

Papini e Simone Pilloni fin da subito ed è cominciata questa

splendida collaborazione che sta portando grandi soddisfazioni.

D Tutti noi abbiamo un rimpianto…ci siamo lasciati sfuggire

quel fatidico treno che aspettava solo che noi salissimo…dove

andava il tuo ?

R Non so dove andasse, ma non lo rimpiango. Con la

consapevolezza di oggi posso dirti, con estrema sincerità e

serenità, che se non l’ho preso probabilmente non ero pronta per

prenderlo. Nella vita ci muoviamo con i mezzi o, per rimanere in

ambito musical, con gli strumenti che abbiamo, sia fisici che

mentali che emotivi. Probabilmente, se mai sia passato quel treno,

non potevo ancora avere il biglietto.

D Chi è oggi Eleonora Vecchio ?

R Oggi sono un sacco di cose: una donna, una compagna,

una bambina, una cantante, un’insegnante, un’impiegata, una

studentessa..ma soprattutto una persona che sta imparando ad

accettare un sacco di cose, da quelle belle a quelle brutte, una

persona che non vede l’ora di svegliarsi la mattina per sapere cosa

la vita le propone, ma che dorme anche 10 ore di fila quando può;

una persona che non si prende mai troppo sul serio che ma cerca

di non prendersi in giro…se ci riesco sempre non lo so, ma di

sicuro ci provo!

CRISTIANO CERRETINI

D Cristiano Cerretini, batterista…quando hai capito che il rullante era il tuo strumento ?

R Non in tenera età ma circa a 16 anni: ho iniziato a studiare rock e blues per poi orientarmi definitivamente verso il punk.

D Ricordi il tuo primo gruppo ?

R Certo…era il 1991 e con un gruppo di amici formammo i Pura Lana Vergine. Il nostro sound si rifaceva naturalmente al punk ma era più un punk melodico che arrabbiato

D E poi ?

R Due anni dopo il batterista dei Negative Pole lasciò il gruppo e mi fu offerto di sostituirlo; accettai di buon grado essendo l’esperienza con i Pura Lana Vergine giunta al termine. Qui il sound si fa più sporco, facevamo del vero punk rock.

D Era facile a quei tempi proporre quel genere musicale, viste anche i fatti accaduti anni prima alla Casa della Cultura ?

R Non era facile per niente, i locali non volevano gruppi che facessero punk. Il primo che ci dette la possibilità di suonare fu il Centro Sociale Godzilla che in pratica diventò il nostro rifugio. Certo non eravamo degli “stinchi di santi”: pensa che al raduno Anarumba buttammo letteralmente giù uno striscione dell’ARCI perchè ci rifiutavamo di suonare dietro qualsiasi etichetta politica.

D Nel tempo, con la “maturità” i tuoi gusti sono cambiati ?

R Ascolto qualsiasi genere musicale ma nel cuore è rimasto quel punk rock della gioventù

D Quali i batteristi che più ti hanno fatto “battere il cuore”?

R Colin Sears dei Fugazi e Chris Coleman anche se sopra tutti metto Charlie Watts dei Rolling Stones…l’essenza della musica dalla tecnica sopraffina. Charlie suona una batteria nobile…sta dietro, al buio, in fondo ma detta i tempi di tutta la band…grande, grandissimo !

D A proposito di Charlie Watts…ha sempre detto che il “suo culo” di riferimento è quello di Mick Jagger perchè da più di 50 anni se lo vede dimenare davanti sul palco…quale è il tuo culo ?

R Quello di Simone Soldani, il cantante dei Negative Pole. Pensa che le chitarre facevano un discreto casino con il loro suono “forte” e io spesso nel suonare seguivo la sua voce.

D Segui sempre la scena musicale livornese ? Che ne pensi ?

R A Livorno, da sempre,ci sono tante band e tante idee ma non abbiamo mai avuto produttori e finanziatori coraggiosi che abbiano investito per far emergere i musicisti indigeni…bastava anche una piccola etichetta…

D Cristiano, un rimorso, un rimpianto che ancora oggi ti “fa male” ?

R Con i Negative Pole incidemmo un disco che ci costò circa 10 milioni del tempo (1998); il disco era pronto, stampato, non aspettava altro di essere distribuito nei negozi…ma il gruppo si sciolse proprio in quel momento: il bassista per motivi personali non se la sentiva più di continuare. Era assurdo far uscire un disco che non potevamo promuovere con un tour…peccato.

D Chi è oggi Cristiano Cerretini ?

R Un batterista che da tempo ha attaccato le bacchette al chiodo ma che è rimasto comunque legato alla musica anche grazie al lavoro di Fonico presso il Teatro Goldoni

MORENO VIVALDI

D Moreno Vivaldi, batterista e percussionista…un amore per lo strumento nato in tenera età immagino…

R Si ,quand’ero piccolo mi piaceva fare “casino” con le pentole e i mestoli, poi per vari motivi che sarebbero troppo lunghi da spiegare qua , ho abbandonato l’idea di suonare, ma all’età di 30 anni ho provato la prima volta una vera batteria , perché un amico, Vairo , aprì una sala prove a Livorno e da lì ,tutti i giorni andavo da lui e mi permetteva di sfogarmi con le batterie che erano all’interno dei box ( sala prove).

D Dal 2014 fai parte del gruppo Esperanto, ottima formazione; gruppo “particolare” che propone pezzi di vari paesi del mondo, facendo una sorta di viaggio storico/musicale. Come nasce questa idea ?

R Nasce, come d’altronde tutte le belle cose artistiche che ho fatto nella mia vita, da un amicizia con il fisarmonicista Lorenzo Del Ghianda, avevamo fatto dei progetti insieme, tra cui di musica irlandese, e da lì abbiamo pensato che il suo strumento , utilizzato per la musica popolare e folk in molti paesi di tutto il mondo, fosse una buona base di partenza per fare una bella collaborazione insieme.

D “Esperanto” , un progetto pianificato circa duecento anni fa da un uomo che inseguiva il sogno di unire i popoli del mondo con un unica lingua …voi ci state riuscendo con la musica…soddisfatti ?

R Si , abbiamo capito dopo quasi 5 anni e moltissimi concerti, che il filo conduttore che aggrega la gente, è proprio la musica, e in particolare quella che facciamo noi, poichè ricorda le origini dei vari paesi internazionali, tocca il cuore e fa venir voglia di ballare , e si sa , la danza unisce tutti!

D La vostra è una sorta di viaggio tra la musica di paesi come Francia, Spagna, Irlanda, Grecia, poi il Sud America, Cuba, Messico, e poi ancora paesi Arabi e altri ancora. Tutti pezzi arrangiati in chiave acustica nel loro stile, senza perdere di vista l’essenza della cultura folkloristica dei paesi toccati…un bello impegno ma anche una splendida “riuscita” dal vivo dove riuscite a “toccare i cuori “ di chi vi ascolta…

R Si involontariamente ho risposto nella domanda precedente.

D Ritornando alla batteria, il tuo strumento…hai fatto studi classici o l’amore ha fatto si che la tua preparazione sia completamente autodidatta ?

R Io sono un autodidatta in tutto, quindi la batteria per molti anni , l’ho vissuta in modo naturale, solo che , poi, quando cerchi di salire di qualità e vuoi migliorarti, devi metterti in discussione ,quindi ho fatto qualche lezione di batteria.

D Quali sono i tuoi musicisti di riferimento, i batteristi che imitavi davanti allo specchio ?

R A me piaceva molto il batterista dei Toto, Jeff Porcaro, imitare lui era un po’ difficile, ma mi sarebbe piaciuto tanto suonare come lui .

D Ho assistito ad un vostro concerto in Fortezza Nuova questa estate e sono rimasto colpito, oltre dalla qualità della musica offerta, dalla vostra capacità di creare un’atmosfera e coinvolgere il pubblico…progetti futuri? Altri concerti a breve, magari un cd ?

R Progetti futuri , un cd di inediti, pensiamo per il prossimo anno, abbiamo molti pezzi in cantiere, dove il nostro frontman Francesco Spera, scrive musica e parole, dobbiamo solo trovare un momento di calma, visto che ultimamente siamo tutti occupati, tra concerti, e impegni vari di ognuno di noi.

D Una domanda che faccio a tutti i batteristi: Charlie Watts dei Rolling Stones ha sempre detto che “il suo culo” è quello di Mick Jagger perchè da oltre 50 anni se lo vede davanti sul palco…qual’è il “tuo culo” ?

R Il mio culo, è un culo molto in movimento ed è quello di Lorenzo il fisarmonicista, che me lo trovo davanti dall’estate 2014 sempre , e non stà mai un minuto fermo!

D Tutti noi abbiamo un rimpianto che ci tormenta, musicalmente parlando quale occasione ti senti di non avere sfruttato a pieno e ancora oggi “ti mangi le mani” ?

R Forse mi mangio le mani non aver cominciato da piccolo a suonare la batteria, ma sono felice di tutto quello che ho raggiunto e spero in futuro di raggiungere. Ho molti progetti attivi e in fase di sviluppo.

D Chi è oggi Moreno Vivaldi ?

R Sono uno a cui piace vivere di passione, quella ne ho tanta , perché a parer mio, oltre al talento ci vuole cuore, tanto cuore per arrivare lontano.

GIUSEPPE ANGIOLINI

D Giuseppe Angiolini, batterista…

R Si, in pratica da sempre…lo strumento mi ha sempre affascinato e quando mi comprai la prima Trixon mi sembrava di toccare il cielo con un dito.

D Tutto, sul serio, ebbe inizio quando…

R In una fredda giornata nel 1968 del tutto nell’anonimato al Teatro Goldoni dove con altri ragazzi eseguimmo “Il primo giorno di primavera “ di Renato e i Profeti. Poi iniziammo a suonare un pò ovunque e quando ci chiamarono al Millionaire di Lucca , nel 1977, ci sembrava di essere arrivati chissà dove…

D E dopo che successe ?

R Successe che nel 1980 concretizzai quello che era il sogno di tutti i ragazzi dell’epoca : Londra ! Sono rimasto nella capitale inglese per due anni dove entrai a far parte del gruppo The Swing. Facemmo un incredibile numero di concerti finchè ci stabilimmo come gruppo di richiamo al ristorante italiano “Il Bizzarro “

D Intanto il tuo nome era rimbalzato anche in Italia…

R Esatto, tanto che nel 1982 Claudio Pico mi chiama a far parte del suo gruppo, appunto il Claudio Pico Group. Livorno, Pisa, Roma, Milano le nostre tappe frequenti fino a quando fummo ingaggiati a suonare per un mese intero in Liguria e nel Trentino. Nel frattempo, per non farmi mancare niente avevo iniziato una collaborazione anche con il noto gruppo livornese The Hammer, nel 1983/1984.

D Nel tuo girovagare come sei capitato a Torino ?

R Era il 1990 quando entrai nella OK Band: eravamo un gran gruppo, formato da 3 donne e 3 uomini. Ci spostavamo dalla Lombardia al Veneto e anche in Svizzera. Eravamo di casa al William’s di Milano e al Casinò di Saint Vincent.

D Alla fine “ti sei calmato”…

R Si, nel 2000 torno definitivamente a Livorno e inizio sporadiche collaborazioni con gruppi locali…ero a casa.

D Beppe, quali sono i tuoi punti di riferimento ?

R Amavo il gruppo di Brian Auger e quindi i batteristi che si sono succeduti come Phil Kinorra, Micky Waller e Clive Tacker. Poi Billy Cobham, Bud Ritchie, Steve Gadd e Peter Erskine.

D Una domanda che faccio a tutti i batteristi ( ma che non tutti comprendono ): Charlie Watts dei Rolling Stones ha detto che il suo culo di riferimento è quello di Mick Jagger, perchè da oltre 50 anni se lo vede davanti sul palco…quale è il tuo culo ?

R Senza ombra di dubbio quello di Betty, cantante polacca durante la mia permanenza nell’OK Band. Oggi purtroppo si è ritirata dalle scene musicali e fa la mamma di due figli.

D Livorno e la musica, un connubio inscindibile…eppure…

R Eppure nonostante ci siano stati e ci siano centinaia di ottimi musicisti mancano punti di riferimento veri e proprio, punti di aggregazione dove poter confrontarsi, suonare insieme e crescere.

D Quale è il tuo rimorso più grande ?

R Il mio rimorso più grande ha un nome ben preciso : America, meglio Stati Uniti.

Sarei tanto voluto andare alla Boston School Of Musica, il famoso Berklee College of Music, il più importante istituto universitario privato al mondo dedicato alla musica, ma mancavano i soldi e così il mio sogno americano svanì. Mi sono dovuto accontentare dell’Istituto Commerciale Colombo…

D Chi è Oggi Giuseppe Angiolini ?

R Un pensionato che non molla mai, che si tiene sempre in allenamento con le bacchette in mano, che segue il più possibile gli eventi musicali in città e altrove, appassionato di musica lirica e di Pavarotti, e infine, ma non per ultimo, che da 20 anni si diletta anche di pittura con la grande soddisfazione di aver vinto il Premio Rotonda nel 2000.

SARA DI ROSA

D Sara Di Rosa, cantante…quando hai scoperto di avere questa “vocazione” ?

R. Amo la musica da sempre, da quando sono bambina, mi divertivo a cantare in macchina con mia mamma, in casa, a scuola e con le amiche. Crescendo la passione è rimasta ed è maturata, ma solo” da grande” ho deciso di buttarmi in questo mondo e prendere la mia prima lezione di canto.

D Fai parte del gruppo Switch, ottimo gruppo, molto affiatato, come nasce questa avventura ?

R L’idea di avere un gruppo mio era un sogno nel cassetto. Tutto è partito quando degli amici hanno lasciato il loro precedente gruppo, trovandosi a cercare una nuova situazione. È lì che mi sono voluta buttare, abbiamo fatto una prova insieme e tra una risata e l’altra abbiamo deciso di formare la band e cercare gli elementi mancanti. C’è la passione, c’è la voglia di suonare ma soprattutto c’è l’amicizia. Questo è il nostro punto di forza.

D La vostra è band che propone cover di famose canzoni pop-rock dagli anni 70 ad oggi, in italiano e in inglese, rivisitando i pezzi proposti e devo dire che il risultato è ottimo…soddisfatti ?

R. Siamo insieme da quasi 4 anni, abbiamo incontrato delle difficoltà di vario genere ma non ci siamo mai fermati. Puntiamo alle cover “evergreen”, ci piace che il pubblico riconosca i pezzi e si diverta insieme a noi a cantarli e ballarli. I brani scelti finora hanno riscosso successo, per cui andremo avanti su questa linea, senza dimenticare qualche HIT dei giorni nostri!

D Vi ho visto dal vivo e il segreto, oltre a ottimi musicisti sono quelle due voci femminili che si alternano dando un qualcosa in più…

R. Cercare la seconda voce femminile è stato il secondo passo dopo aver trovato la chitarra. Duettare con un’altra cantante era un altro dei miei sogni, alternare le voci con cori e controcanti per dare originalità ai brani e al gruppo stesso. Siamo stati fortunati trovando Consuelo, una bellissima voce e un’ottima amica. Tra di noi ho sentito subito del feeling sia personale che musicale, questa è la nostra marcia in più.

D Il rock è un mondo prevalentemente maschile ma icone femminili leggendarie hanno lasciato un’impronta indelebile…mi riferisco a Janis Joplin, Grace Slick, Patti Smith, Joni Mitchell e molte altre…quali sono i tuoi punti di riferimento ?

R. In effetti sono cresciuta più con icone maschili che femminili, da piccola ascoltavo gli Scorpion, Bon Jovi, Brian Adams… le donne le ho apprezzate più avanti. Non ho mai avuto un punto di riferimento, mi piace ascoltare ed interpretare tutto ciò che provoca in me un’emozione.

D Progetti futuri, magari qualche concerto in città ?

R. Dopo un’estate ricca di eventi della quale siamo più che soddisfatti, al momento stiamo mettendo su nuove cover in vista di nuove serate. Ci sono un paio di locali come il Mediterraneo e il Nelson Tavern che spesso ci ospitano per le loro serate Live. Probabilmente la prossima data sarà in uno dei due locali. Vi terremo aggiornati sulla nostra pagina Facebook

D A proposito di città…pensi che Livorno supporti adeguatamente le realtà cittadine musicali o si potrebbe fare di più ?

R. Sicuramente si potrebbe fare di più, la musica è bella e amata da tutti! La musica dal vivo si sta facendo sempre più strada in città, molti locali ospitano piccoli gruppi per accompagnare l’ora dell’aperitivo, ma l’arrivo dell’inverno ci taglia un po’ le gambe. D’inverno sono pochi i locali che possono permettersi di ospitare un gruppo numeroso come il mio.

D Tutti noi abbiamo lasciato partire un treno che aspettava solo noi, decisione che ci “tormenta”…dove andava il tuo treno ?

R. Sono una persona piuttosto riflessiva e nella vita preferisco avere rimorsi che rimpianti. Non mi sento ad oggi di aver perso nessun treno, ho colto le opportunità che mi sono capitate senza paura. Mi piacciono i cambiamenti e talvolta fanno anche bene!

D Chi è oggi Sara Di Rosa ?

R. Bella domanda, nessuno mai me lo avevo chiesto finora. Sara oggi è una persona determinata, è una persona che non ha paura di affrontare i cambiamenti e le difficoltà che la vita le mette davanti. Sara è caduta tante volte e si è rialzata più forte di prima. Sara ha imparato a volersi bene, ad ascoltare i propri sogni e a dare sfogo alla sua passione sia nella musica che nel lavoro. Oggi mi sento una donna realizzata, manca ancora qualche pezzettino importante al mio puzzle della vita, ma arriverà, ne sono certa.

CLAUDIO DE GIULLI

D Claudio De Giulli , batterista da sempre immagino, per la gioia sfrenata dei tuoi vicini di casa…

R Si molto contenti, perché suonavo proprio nella cantina di mia proprietà ma ero nel condomino,e sopra abitava una signora…. Ogni domenica provavamo, ed era il lontano 1986/87…trovammo un accordo ma poi ci mandava sempre la polizia,..quella band era composta da me, mio fratello alla chitarra, Silvano Storpi seconda chitarra e Roberto Rudniki al basso

D Sei conosciuto, oltre che come Claudio Drums anche come Satomy…svelaci il perchè…

R Drums ovviamente perchè suono la bettria, Satomy..perché quando ero un po’ più giovane, somigliano a Satomy dei Bee Hive, il tastierista del cartoni animati Kiss me Licia..per via dei capelli e dei lineamenti..

D Te e la Thunder Band…raccontaci

R La Thunder Band vide la luce nel 2017 a Volterra, poiché in quel periodo stavo lavorando da quelle parti. Il gruppo venne a suonare nel ristorante dove prestavo servizio e dove si faceva musica dal vivo…quel giorno mancava loro il batterista…mi fecero un breve provino e subito arruolato. Fu una bella esperienza di oltre un anno…poi dovetti tornare a Livorno…

D In quale band hai militato nella tua carriera ?

R Dopo la band nella cantina di Via Donnini fu la volta dei Danger Out nel 1986, una metal band, gli Ard As Wood con Riccardo Carboncini alla chitarra dove iniziammo a prendere impronte blues, i Dieci Diaz, poi con i Litfiba di Piero Pelù nel 1989 durante una jam al Tenax di Firenze. Con loro ho conosciuto Renzo Arbore, Gianni Morandi, Renato Zero. Poi infine i Patrick di Pistoia.

D Qual’è il tuo genere preferito e i tuoi mostri sacri, quei batteristi che imitavi magari davanti allo specchio da bambino ?

R Su tutti John Bonham dei Led Zeppelin che ho sempre cercato di imitare; poi Billy Cobham e il grande Tullio De Piscopo che adoro.

D Progetti futuri ? Concerti in vista ?

R Il progetto presente più importante è che finalmente ho superato i miei problemi di salute e sono tornato a suonare dopo due anni e mezzo dopo aver sconfitto ben due tumori. Al momento faccio parte di due band…i New Band e i Ever Haven con Claudio Di Paco che debutteremo proprio a Livorno il 20 dicembre.

D Sei un insegnante di Batteria speciale solo per disabili … una grande cosa, che denota un grande cuore e una sensibilità straordinaria…come nasce e si sviluppa questa idea ?

R Nasce a Volterra dove conobbi un ragazzo disabile che non muoveva le mani ma aveva bel mobili i polsi: mi venne d’istinto di metterle le bacchette davanti e con i polsi iniziò a bacchettare come se lo avesse già fatto altre volte e così tutto ebbe inizio. Devo soltanto ringraziarlo perchè mi ha fatto conoscere un mondo a me sconosciuto, mondo che ho approfondito a Livorno alla Scuola Sacro Cuore dove faccio volontariato per ragazzi disabili appunto. Devo dire che il tutto è un dare e ricevere perchè io do loro in fatto di insegnamento musicale, loro danno a me in fatto di umanità.

D Che rapporto hai con la città di Livorno, città che ha dato i natali a migliaia di musicisti, pensi che “potrebbe dare di più” o sia prigioniera del suo provincialismo ?

R Io amo Livorno, stravedo per Livorno ma purtroppo le iniziative sono pochissime, spazi quasi inesistenti. Livorno è una città di artisti straordinari ma purtroppo non riesce ad aprirsi, non riesce a scrollarsi di dosso un provincialismo antico che la soffoca.

D La batteria e i giovani…uno strumento che ha sempre affascinato, ti sembra che qualcuno “venga su bene “?

R La batteria è uno strumento bellissimo…il primo rullìo non si scorda mai. In città ci sono moltissimi giovani che si sono avvicinati allo strumento e se devo fare un nome, anche se giovanissimo poi non è più dico Leandro Bartorelli, tra i giovanissimi Alessandro Formichi e Claudio Ghiavetti.

D Una domanda che faccio a tutti i batteristi: Charlie Watts dei Rolling Stones ha detto che il suo culo di riferimento è quello di Mick Jagger perchè sono più di 50 anni che se lo vede dimenare davanti sul palco…quale è il tuo culo?

R Capisco la domanda “dal lato musicale” ma devo dire che il “mio culo” è quello Di Jennifer Lopez…lo so, non ha mai suonato nella mia band ma scelgo lei comunque !

D Chi è oggi Claudio Drums “Satomy” ?

R Un uomo che si è fatto da solo, che ha lottato tantissimo e sta lottando tutt’ora, un musicista che si è anche improvvisato attore recitando nella fiction “I Medici” ma anche “pesciaiolo” in quanto provengo da una famiglia di pesciaioli e cameriere. Una persona che non ha mai ricevuto un aiuto dall’esterno ma invece sempre pronto a dare aiuto a chi ne ha bisogno.

FABRIZIO MARCONI

D Fabrizio Marconi, cantante da sempre

R Eh si, da quando ho imparato ad apprezzare la musica ho iniziato a cantare

D Hai fatto parte di qualche gruppo ?

R Korkovado, Rayo Hortina, No Radical Change, Cheeky Muff e Vietnow

D Cosa ti hanno lasciato queste esperienze ?

R Molta musica, molte amicizie e…molte bevute.

D Quali di queste ti fa provare un po’ di “nostalgia” ?

R Sono state tutte esperienze piacevoli ma quelle con i No Radical Change e i Vietnow, dove facevamo cover dei Rage Against Machine, hanno avuto qualcosa in più.

D Quale il genere con il quale vi presentavate al vostro pubblico ?

R A parte le covere dei Rage il nostro genere era molto Metal, Crossover, Metal core

D I tuoi punti di riferimento, i cantanti che “cercavi di imitare allo specchio ?

R Phil Anselmo dei Pantera, Jonathan Davis dei Korn e Max Cavalera dei Sepultura

D Purtroppo hai smesso di cantare…che è successo ?

R E’ successo che purtroppo il lavoro ha iniziato a portare via tutta la mia giornata e tempo per prove e concerti non ne rimane …anche se…no niente..

D Come non niente…cosa significa quel anche se…

R Significa che forse e ribadisco forse il 27 dicembre ci potrebbe essere una reunion dei Vietnow…forse…

D Come vedi il panorama musicale della nostra città ?

R Livorno è morta, dispiace dirlo ma è così. I ragazzi di oggi a 17 anni hanno in testa solo il telefonino..noi ci rinchiudavamo nei fondi a suonare…

D Tutti noi abbiamo un rimpianto , un rimorso…raccontaci il tuo

R Mi limito a dire che purtroppo non ho pigiato sul gas quando dovevo e non dovevo fare una certa scelta…non chiedermi altro.

D Una curiosità : perchè il soprannome “orso” ?

R Perchè pesavo qualche chilo in più e il mio carattere non era proprio docile…

D Chi è oggi Fabrizio Marconi ?

R Sempre un orso ma con 30 chili in meno, che ancora ascolta, guarda e…s’incazza !

MATTEO NICCOLINI

D Matteo Niccolini, bassista…chitarrista pentito o bassista convinto ?

R Assolutamente bassista convinto al 100%! Suono con piacere anche la chitarra, ma il primo amore sono assolutamente le 4 corde…non riesco neanche ad immaginarmi a suonare su un palco senza il mio fidato basso.

D Fai parte del gruppo Manifesto..ottima band, ottimi musicisti…come nasce questo progetto ?

R Il progetto nasce ormai nel lontano 2007 da me e dal chitarrista/cantante (e soprattutto amico) Alberto Romito. Avevamo 14 anni e decidemmo di mettere su una band quando eravamo compagni di banco alle scuole medie. Da lì in poi non ci siamo più fermati, cambiando musicisti, generi e modo di suonare anche grazie all’incontro del nostro attuale (e speriamo ultimo) batterista: il mitico Pietro Bertucci.

D Il vostro sound si può identificare come pop rock, con la peculiarità di essere cantato in italiano e soprattutto con un repertorio originale e, cosa rara, con tutti pezzi vostri…

R Sì Massimo, non nego che proponiamo molte cover quando suoniamo, ma il nostro obiettivo principale è quello di proporre pezzi propri rigorosamente in italiano. Il progetto ha preso questa direzione e ne siamo molto orgogliosi.

D Molti palcoscenici livornesi vi hanno visto protagonisti con la perla di aver vinto nel 2010 il concorso “ Navyas” in Fortezza Vecchia…soddisfatti ?

R Il primo premio al concorso “Navyas” in Fortezza Vecchia è rimasto assolutamente uno dei ricordi più belli della nostra carriera musicale. Avevamo 15 anni più o meno e fu proprio una gioia quando il grande Roberto Napoli ci chiamò a ritirare il premio.

D Prima del Manifesto hai suonato in altri gruppi ?

R Ho suonato in diversi gruppi nel corso di questi anni, ma sempre in parallelo con i Manifesto che è il mio gruppo principale…non potrei mai far passare questa band in secondo piano. Sono la mia famiglia.

D Progetti futuri ? Concerti a breve ?

R Al momento ci stiamo organizzando per registrare il nostro primo album dopo tanto tempo, per proporre al meglio i nostri pezzi originali…speriamo in bene!

D Paul McCartney, John Entwistle o chi altro? Quali i tuoi punti di riferimento ?

R Due grandi nomi e due grandi punti di riferimento, ma mi sento di rispondere che, come modo di suonare, preferisco Paul McCartney. Forse è il cuore che parla, ma secondo me ha veramente rivoluzionato il modo di suonare questo strumento. So di non dire niente di nuovo, ma pagherei oro per aver scritto almeno una linea di basso di Paul. Un esempio per tutti i musicisti.

D Pensi che a Livorno, città dalle mille band, ci siano spazi sufficienti per i gruppi ?

R Questo, a parer mio, è un tasto un po’ dolente per noi musicisti labronici, in quanto non ci sono molti spazi per suonare. Molti locali non prendono seriamente il lavoro che c’è dietro un progetto musicale, altri chiamano sempre i soliti nomi (seppur ottimi musicisti, sia chiaro) ed altri ancora ti chiamano solo “se porti gente”.

Non si investe più nel lavoro originale e non si dà più fiducia alle band che lavorano sulla propria musica nonostante le difficoltà.

D Matteo, tutti noi abbiamo un rimpianto che a volte non ci fa dormire la notte…parlaci del tuo…

R Forse avrei voluto investire più tempo e più studio nel mio strumento per poter fare della mia passione un lavoro…ma non è proprio un rimpianto, mi ritengo soddisfatto del percorso fatto e poi … “chi vince muore giovane, mentre le sconfitte ti tengono in vita”.

D Chi è oggi Matteo Niccolini ?

Matteo Niccolini è oggi un ragazzo che vuole suonare per cercare di coprire con le note del proprio basso, i problemi che spesso ti fanno venir voglia di mollare tutti gli svaghi. W la musica, W i Manifesto

DANIELE PELISSERO

D Daniele Pellissero…cantante

R Cantante è un parolone…mi piace più essere definito intrattenitore, organizzatore di eventi, un musicista che fa cantare gli altri e gli accompagna con il suo pianobar

D La tua una passione che hai scoperto in tempi remoti…

R Certo, è dall’età di 18 anni che mi diverto e faccio divertire gli altri attraverso la musica e il canto

D Hai frequentato qualche scuola, qualche corso di approfondimento come si usa dire oggi ?

R No, sono un vero autodidatta, in pratica ho fatto tutto da solo. Sono anche un cosi detto cantautore che ha scritto parole e musica di alcuni brani.

D So che da un po’ di tempo ti esibisci in duo…

R Si, sono 5 anni che salgo sul palco e in ogni dove con Azzurra Lorenzini, mia compagnia di scena e di vita. Io sono più “cantautorale”, lei invece è un’ottima cantante pop e soul. Pensa che debuttammo insieme 5 anni fa al Teatro Goldoni…una soddisfazione !

D Quali sono i tuoi/vostri punti di riferimento ?

R Come ti ho detto io adoro i cantautori stile De Gregori e Vecchioni…Azzurra invece Tracy Chapman e Amy Winehouse.

D Progetti Futuri ?

R Girare ed esibirci come abbiamo sempre fatto in tutta Livorno e Provincia, Pisa e Provincia e Toscana tutta. E poi continuare nella nostra opera di beneficenza: infatti spesso e volentieri veniamo chiamati ad esibirci per questo scopo e noi accettiamo sempre di buon grado. Strappare un sorriso per una buona causa o per aiutare chi è in difficoltà ci gratifica in ogni momento.

D Visto che hai parlato di esibizioni a Livorno e oltre…è così facile trovare spazi che offrono un palco ?

R No, al contrario…è molto difficile trovare gestori di locali che rischiano e ti chiamano (noi come qualunque altro gruppo) per una serata. Il più delle volte ti fanno la fatidica domanda “Ma quanta gente mi portate?”..come se un musicista fosse un taxista ! Fortunatamente però ci sono anche locali dove farti suonare è un piacere e non un obbligo.

D Daniele un rimpianto forte forte ?

R Quello di non essere riuscito a imparare a suonare uno strumento “come si deve”!

D Chi è oggi Daniele Pellissero ?

R Una persona al servizio degli altri, che canta e fa musica per hobby, una sorta di secondo lavoro…