INTERVISTA STEFANO BRONDI

Intervista al polistrumentista / cantante Stefano Brondi

D Come presentazione nel tuo sito di riferimento si legge : Direttore Musicale, Trascrittore e Arrangiatore, Insegnante di Canto, Ear Training e Storia della Musica Americana del ‘900, profondo conoscitore del repertorio Broadway e consulente per le istituzioni musicali e teatrali più prestigiose in Italia…Passa la sua vita tra il palcoscenico, le aule scolastiche e lo studio dove arrangia, concepisce e trascrive le partiture dei suoi lavori.

R Eh si, quello sono io.

D Stefano sei un virtuoso, un polistrumentista a tutto tondo

R In effetti suono il pianoforte, la chitarra e ogni tipo di strumento che ha a che vedere con le percussioni.

D Ma il tuo strumento principale è la voce…

R Senza dubbio. La voce è lo strumento che mi identifica e caratterizza. Gli altri strumenti mi servono per accompagnare la voce.

D Come e quando è nata questa passione?

R Come non saprei dirtelo. So solo che non ho ricordi senza musica.

Mio nonno materno mi sorprese piccolissimo che canticchiavo “La ragazza di Paleno” e capì subito quale sarebbe stata la mia strada. Nonno a sua volta jazzista polistrumentista. Per inciso suo padre, il mio bisnonno, era direttore d’orchestra di Macario e lo accompagnava nelle sue tournèè, rivite comprese. Come vedi nel mio dna la musica ha sempre avuto un posto d’onore.

D Hai fatto studi particolari?

R A 14 anni frequentavo il conservatorio per strumenti a percussioni, il mio primo amore. Purtroppo quando si è giovani, come diceva Guccini “si è stupidi davvero” e al terzo anno interruppi gli studi. Avevo manie di indipendenza, volevo lavorare e andare a vivere da solo.

D Come cantante hai fatto parte di qualche gruppo ?

R Certo. I “Seven Deadly Sins” un gruppo che faceva musica metal.

Poi “La Ditta” , una coverband di Elio e le storie tese; infine insieme ai fratelli Iassilli, specializzati in grunge.

D Studi interrotti?

R Niente affatto. Parallelamente prendevo lezioni di canto da Petra Magoni e di tecnica vocale dal maestro Antonio Juvarra al Conservatorio di Fossano. In questo periodo alternavo la partecipazione musicale con studi particolari.

Ad esempio dal 2002 al 2006 sono stato il primo direttore dei Joyful Ensemble, il noto coro di gospel. Nel frattempo approfondivo il genere con il cantante americano di musica gospel, insegnante, coach vocale e direttore di coro Nehemiah Hunter Brown.

Non solo, studiavo le “circle songs” e i vocalizzi con Albert Hera e la parte di coralità a cappella con il vocal coach Andrea Figallo.

D Finito ?

R Per niente . Nel 2009 intraprendo studi di armonia con il maestro livornese Mauro Grossi. E infine mi iscrivo al Conservatorio Boccherini a Lucca come Direttore d’orchestra.

D Ho capito che hai curato la voce in maniera importante…e gli strumenti?

R Mai lasciato lo studio e l’approfondimento dei vari strumenti che suono. Pensa che nel lontano 1986 frequentavo la prima scuola di pianoforte aperta a Livorno “Poerio”, chiamata così perchè si trovava appunto in Via Poerio a Shangay.

D Stefano quali sono stati i tuoi mostri sacri, i cantanti e musicisti che ti hanno colpito particolarmente.

R Non posso esimermi dal citare Leonard Bernstein . Un sondaggio svolto tra cento famosi direttori d’orchestra e pubblicato dalla rivista “Classic Voice” nel dicembre 2011 lo ha considerato il secondo più grande direttore d’orchestra di tutti i tempi, dietro a Carlos Kleiber. Artista di grande fama internazionale, è stato direttore dell’Orchestra filarmonica d’Israele e direttore musicale della New York Philharmonic, nonché presidente e direttore onorario dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma.

Poi Aaron Copland compositore statunitense. Seppe creare un proprio stile compositivo, delineato e ben riconoscibile, che risentiva di varie influenze: la musica classica, la musica contemporanea e il jazz, con un’importante componente folklorica puramente americana . Infine essendo innamorato dei musical e specializzato nel repertorio di Broadway, indico George Gershwin, considerato l’iniziatore del musical staunitense.

D Progetti futuri?

R Senza dubbio proseguire con nuovi spettacoli al Teatro Brancaccio di Roma dove presto consulenza dal 2013; proseguire nella pubblicazione come trascrittore orchestrale e continuare a tenere lezioni sulla storia del musical.

Per ultimo il sogno di dare alla luce un nuovo studio di registrazione.

D Tutti noi abbiamo un rimpianto, il rimorso di non essere saliti su quel treno che aspettava solo noi. Dove andava il tuo?

R Andava al Conservatorio dove avevo interrotto gli studi per inseguire idee ribelli. Devo però dire che quel treno l’ho rincorso per tanto tempo e finalmente sono riuscito a salire sopra, infatti come ti ho detto frequento il Conservatorio Boccherini.

D Chi è oggi Stefano Brondi?

R Un uomo con tanta passione per la musica , contento che sia così.

SAVERIO MORANDI

Fred Fighters

Il cantante dei Destructive

D Saverio Morandi, cantante. Quando hai “avuto l’illuminazione ” essendo così giovane, solo 14 anni ?

R Ho avuto “l’illuminazione” circa ad inizio 2023, quando il chitarrista (Giorgio Schiatti) e il batterista (Samu K) mi hanno contattato su Instagram dicendomi se ero interessato a prendere lezioni di canto, per diventare il loro cantante. Da lì ho iniziato a prendere passione ed unirmi a loro.

D Essere figlio d’arte ti ha portato ad avvicinarti al rock fin dai primi anni di vita ?

R Sì, in casa mia è pieno di musicisti o appassionati di musica, VERA musica, ho iniziato ad ascoltare musica rock da quando avevo 6 anni, soprattutto metal e punk. In quel momento iniziava la mia passione che sono sicuro continuerà per sempre, band o non band.

D Sei il frontline dei Destructive…come è nato questo gruppo?

R Questo gruppo è nato circa 3 anni fa, il fondatore è Samu K, il batterista, che incontrò Giorgio Schiatti e presero questa decisione insieme, io mi unii a loro esattamente il 13 Aprile 2023, poco prima del bassista (Nikky Blonde) il 6 Maggio 2023. Il nome Destructive non è quello originale, prima ci chiamavamo Black Ravens.

D Nel fine settimana avete debuttato al Mississippi di Stagno…come è andata ? Emozionato ?

R Sì, abbiamo debuttato con un pubblico di un centinaio di persone, una vera e propria emozione! Un grande inizio.

D Quali sono i cantanti ai quali ti ispiri…quelli che magari imiti davanti allo specchio ?

R Quelli a cui mi ispiro sono; James Hatfield (Metallica), Per Yngve Ohlin-Dead (Mayhem) e Glen Allen Anzalone-Danzig (Misfits).

D Metal sound o anche altro ?

R Mi ispiro solo al Metal, di tutti i generi, soprattutto heavy, thrash e black.

D Progetti futuri ? Altri concerti o magari un cd ?

R In futuro abbiamo in programma altri mini live e concertini, ma anche la registrazione di un disco composto da 5-6 canzoni.

D Pensi che la tua città dia spazi adeguati per chi come te, giovanissimo, si avvicina sulla scena rock o potrebbe e dovrebbe fare di più ?

R Nela mia città negli utlimi anni non molta gente ascolta metal/rock, spero le cose cambino e noi vogliamo dimostrare di meritare l’affetto della gente, e vogliamo essere orgogliosi di essere riconosciuti come una metal band da Livorno.

D Che ne pensi della musica del passato ? Trai ispirazione fondamentale o la metti da parte ?

R La musica del passato mi piace molto, sicuramente il metal negli anni 80 aveva il suo periodo d’oro, con dischi di debutto e band fantastiche, concerti emozionanti e molte più persone al seguito.

D Chi è Saverio Morandi ?

R Fred Fighters (F-F), pseudonimo del mio vero nome, cioè Saverio Alessandro Morandi, il cantante della metal band “Destructive”. Sono un vero e proprio appassionato di musica metal e rock, avendo anche genitori e parenti che mi hanno trasmesso la passione, soprattutto metal thrash, death e black, punk. Oltre la musica faccio palestra (per ora in casa), osservo le stelle insieme a mio zio Alessandro Sebastian Morandi, appassionato di astronomia e scienze terrestri.

Sono molto appassionato di aerei sin da quando avevo 3 anni, anno in cui presi il primo volo (2012). Frequento l’I.T.I.S Galileo Galilei di Livorno, la mia città natale. Abito a Stagno e a Livorno, nel quartiere di Coteto, zona sud.

Il mio sogno è quello di poter diventare una vera e propria star della musica e di rispettare e essere rispettato nell’ambiente rock e venir riconosciuto con onore.

THE ROLLING STONES Hackney Diamonds

La domanda che alcuni amici mi hanno fatto all’uscita del nuovo album dei Rolling Stones è stata : “Ma c’era bisogno di un nuovo loro album?”

Per assurdo facciamo finta che Caravaggio, Botticelli, Modigliami, oppure Beethoven, Mozart, Bach siano sempre vivi e ultracentenari…forse non vorremmo che facessero nuova musica o un nuovo dipinto? Certo che si !

Un uomo ha qualcosa da dire sempre, sia a 20, sia a 40, sia a 80 anni e oltre.

Tornando alla realtà,vediamo artisti come Willy Nelson, Eric Burdon, Bob Dylan, Roger McGuinn e molti altri che a oltre 80 anni sfornano dischi sempre all’altezza della loro fama.

Hackney Diamonds è un gran disco.

Il primo senza Charlie, dove i Rolling fanno semplicemente i Rolling e tanto basta.

Ospiti/amici importanti come Paul McCartney, Elton John, Bill Wyman, Steve Wonder per finire a Lady Gaga accompagnano le pietre in questo viaggio.

In due brani c’è anche la sorpresa graditissima di Charlie alla batteria, per il resto sostituito dal treno Steve Jordan, un autentico martello.

Dopo 18 anni dal loro ultimo lavoro “vero” ci regalano una manciata di ottime canzoni con alcune che avrebbero potuto ben figurare nei loro album cosiddetti migliori.

Ballate stupende, vedi Depending On You o Driving Me Too Hard o ancora Tell Me Straight oppure pura violenza stradaiola in Bite My Head Off o il coltello affilato di Live By The Sword .

Un discorso a parte merita Sweet Sound of Heaven , la perla, la canzone che illumina la notte, il pezzo che andrà a fare compagnia nei testi universitari a venire per entrare nella leggenda.

Sette minuti di rock, gospel, soul, ma anche sudore, lacrime, polvere, speranza.

Lady Gaga duetta con Mick da grande artista che è, la sua voce si integra alla perfezione con quella di Mick ma lasciatemi fare una considerazione un po’…blasfema.

Chiudete gli occhi e immaginate per un momento che a duettare con Mick ci sia Lisa Fischer, con la sua calda, avvolgente, ammagliante voce…la canzone andrebbe direttamente in paradiso, come dice il titolo.

Rolling Stone Blues chiude il cerchio.

Un blues, dove Mick e Keith si ritrovano da soli come 65 anni fa in un vecchio scantinato, con solo chitarra, armonica e voce a suonare quei vecchi blues che tanto adoravano.

Con un blues tutto ha avuto inizio e chissà, forse con un blues tutto finisce.

Nel frattempo sono sicuro hanno anche voluto dire :” We are us and you aren’t a dick !”

MAURIZIO PAOLI

D Maurizio Paoli, chitarrista…penso fin dalla tenera età…come nasce il tuo amore per questo strumento ?

R Nasce dall’adolescenza, un amore nato per caso

D Nel 1965 nascono i Falchi…4 amici di Shangay

R In quegli anni i complessini nascevano un po’ ovunque in città e anche noi di Shangay facemmo la nostra parte

D E’ vero che tutto nacque a seguito di un tuo incidente con frattura di una gamba ?

R La frattura alla gamba mi costrinse al riposo per un paio di mesi. Mario Finocchiaro, amico e vicino di casa, veniva spesso a farmi visita e naturalmente portava la sua chiatarra…da li nacque l’idea.

D Il vostro repertorio spaziava dai Beatles ai Rolling Stones…suonavate al Piper, alla Caravella, bei tempi…che ricordi hai ?

R E si..bei tempi…se ci ripenso mi viene la nostalgia.

Pensa che l’arrangiamento di una canzone dei Black Stars ci dette l’opportunità di fare un provino presso la casa discografica Equipe di Torino.

D E’ vero che faceste nel 1968 da apripista ai Corvi?

R E’ proprio vero. Era l’estate del 1968 e i Corvi si esibirono alla Caravella di Forte dei Marmi e noi aprimmo la serata. Che soddisfazione !

D Alla fine del 1969 il complesso si sciolse…che successe?

R Ironia della sorte…fu tutta colpa del provino di Torino. Quella opportunità decretò la fine del gruppo poiché alcuni genitori non dettero il permesso di questo viaggio-speranza.

D Da allora hai appeso la chitarra al chiodo o ai continuato a suonare?

R Non ho appeso la chitarra al chiodo ma non ho più fatto parte di un gruppo.

D Quali erano i chitarristi a cui ti ispiravi?

R Ho sempre avuto un debole per Eric Clapton

D Tutti noi abbiamo un rimpianto, una occasione perduta…musicalmente parlando quale è il tuo più grosso rimpianto?

R Facile individuarlo: si torna sempre a Torino…chissà…magari non avremmo fatto una bella figura, ma….chissà.

D Chi è oggi Maurizio Paoli ?

R Un pensionato che ha cambiato un po’ i suoi gusti musicali…mi piace tutta la musica ma ogni volta che ascolto l’intermezzo della Cavalleria Rusticana o Nessun dorma di Pavarotti accompagnato dalla pattuglia acrobatica dell’aeronautica mi metto a piangere .

Sono anche un nonno felice, ho ancora una chitarra acustica ed ogni tanto la suono ma il mio cruccio nonostante i vari tentativi, e’che nessuna delle mie 4 nipoti ha amore per la musica .

BAR VELOCE

Il volume di racconti di Massimo Volpi, Bar Veloce, è un libro ricco: ricco di aneddoti, denso di vita vissuta… La linea conduttrice che crea un collegamento tra i singoli testi è quella del bisogno di autenticità, della necessità profonda di raccontare pezzi della città, Livorno, ma anche scene di quartiere, vicende ambientate nei bar, battute sagaci, producendo narrazioni piene di potenza, di ironia, ma anche di malinconia. (Lamberto Giannini).

PAOLO MONTELLA

D Paolo Montella chitarrista e violinista. Partiamo dall’inizio…immagino chitarrista fin dalla tenera età…

R Ho iniziato a suonare la chitarra all’età di circa 12 anni, prendevo lezioni dal mitico Tony di Music City.

D Negli anni 70 fai parte anche di un ottimo gruppo: Gli Idoli. Bei tempi, bella musica, che ricordi hai?

R Alla fine degli anni 60 inizia l’avventura degli Idoli. Il piacere di fare musica insieme, le prove, le serate. Avevamo due impresari che ci mandavano in giro soprattutto nel livornese, pisano, lucchesia e noi partivamo compatibilmente con gli impegni scolastici, e lavoravamo molto in estate. Eravamo minorenni, ci dovevano accompagnare un babbo guidava il furgone con gli strumenti. Ho magnifici ricordi di quel periodo: la passione per la musica e l’amicizia che era nata fra tutti i componenti del gruppo ci faceva passare ore fantastiche insieme tra musica e divertimento. Sono trascorsi così una decina di anni poi gli impegni di lavoro o di studio, io ero all’Università. Tempo ne rimaneva poco e ognuno ha preso strade diverse, è stato tristissimo ma comunque abbiamo vissuto un periodo fantastico.

D E poi il grande amore per il violino…

R Negli anni del gruppo musicale mi era nata la voglia di studiare la musica. Trovai una insegnante amica di famiglia violinista che accettò di insegnarmi la musica. La presenza del violino che mi faceva ascoltare fu un colpo di fulmine e iniziai anche lo studio di questo fantastico strumento.

D La chitarra abbandonata del tutto?

R Assolutamente no, sempre suonata per me e gli amici. Ho fatto per anni piano bar con la chitarra e la tastiera.

D Come violinista entri a far parte dell’Ensemble Bacchelli…

R Ho fatto il fotografo di professione e tempo ne avevo poco ma ho sempre suonato e studiato, ripeto facevo serate di piano bar, non pensavo all’orchestra, ma fu l’incontro con un componente dell’ Ensemble, che mi invitò nel gruppo a fare scattare la molla. Conoscevo già da tempo Rita Bacchelli che mi accettò, così oltre al piacere immenso di stare al centro delle note, di suonare quei pezzi classici che avevo da sempre ascoltato, si è consolidata l’amicizia con questa fantastica donna e direttrice eclettica.

D Tra gli Idoli e L’Ensemble che hai fatto?

R Come ho detto ho fatto il fotografo di professione, la fotografia è un altro mio grande amore. Ho fatto foto di moda, matrimoni, pubblicità, ho tenuto corsi. Mie foto sono apparse in pubblicazioni dei vari settori. Ho vinto premi e avuto segnalazioni in concorsi nazionali e internazionali, insomma è stato lavoro e divertimento insieme e di questo sono contento.

D Quali sono i tuoi mostri sacri, i chitarristi che da piccolo imitavi davanti allo specchio e i violinisti che hanno contribuito alla tua formazione?

R Mi è difficile rispondere a questa domanda, tanti sono i mostri sacri chitarristi e violinisti e ascoltando tutti che mi sono formato e sempre più appassionato

D Progetti futuri?

R Ho un po’ di idee, per adesso preferisco non parlarne.

D Oltre che musicista sei anche pittore e scrittore…

R La pittura e il disegno sono altri grandi amori. Ho iniziato anche questi giovanissimo in età di scuola elementare e non ho mai lasciato. Amo sperimentare tante tecniche dalla grafite al carboncino, pastelli, penne, acquarelli, olio, ecc. Ho fatto mostre collettive, personali e concorsi, ho ricevuto anche dei premi. Sono un accanito lettore da sempre e da sempre scrivo poesie che chiudo in un cassetto, non avevo mai pensato a pubblicarle. L’ incontro con un’ amica scrittrice livornese ha fatto scattare la molla e a Novembre 2022 è uscita la mia prima raccolta di poesie “Solo per il mare” per le edizioni CTL. E’ stato un sogno avverato, una grande soddisfazione.

D Tutti noi abbiamo un rimpianto , il rimpianto di non essere saliti su quel treno che aspettava solo noi…dove andava quel treno ?

R Chissà, alla fine meglio non averlo preso.

D Chi è oggi Paolo Montella?

R Un pensionato che nella vita ha fatto grosso modo quello che più gli è piaciuto fare e continua a fare le solite cose con un po’ più di tempo a disposizione.

PAOLO MONTELLA

D Paolo Montella chitarrista e violinista. Partiamo dall’inizio…immagino chitarrista fin dalla tenera età…

R Ho iniziato a suonare la chitarra all’età di circa 12 anni, prendevo lezioni dal mitico Tony di Music City.

D Negli anni 70 fai parte anche di un ottimo gruppo: Gli Idoli. Bei tempi, bella musica, che ricordi hai?

R Alla fine degli anni 60 inizia l’avventura degli Idoli. Il piacere di fare musica insieme, le prove, le serate. Avevamo due impresari che ci mandavano in giro soprattutto nel livornese, pisano, lucchesia e noi partivamo compatibilmente con gli impegni scolastici, e lavoravamo molto in estate. Eravamo minorenni, ci dovevano accompagnare un babbo guidava il furgone con gli strumenti. Ho magnifici ricordi di quel periodo: la passione per la musica e l’amicizia che era nata fra tutti i componenti del gruppo ci faceva passare ore fantastiche insieme tra musica e divertimento. Sono trascorsi così una decina di anni poi gli impegni di lavoro o di studio, io ero all’Università. Tempo ne rimaneva poco e ognuno ha preso strade diverse, è stato tristissimo ma comunque abbiamo vissuto un periodo fantastico.

D E poi il grande amore per il violino…

R Negli anni del gruppo musicale mi era nata la voglia di studiare la musica. Trovai una insegnante amica di famiglia violinista che accettò di insegnarmi la musica. La presenza del violino che mi faceva ascoltare fu un colpo di fulmine e iniziai anche lo studio di questo fantastico strumento.

D La chitarra abbandonata del tutto?

R Assolutamente no, sempre suonata per me e gli amici. Ho fatto per anni piano bar con la chitarra e la tastiera.

D Come violinista entri a far parte dell’Ensemble Bacchelli…

R Ho fatto il fotografo di professione e tempo ne avevo poco ma ho sempre suonato e studiato, ripeto facevo serate di piano bar, non pensavo all’orchestra, ma fu l’incontro con un componente dell’ Ensemble, che mi invitò nel gruppo a fare scattare la molla. Conoscevo già da tempo Rita Bacchelli che mi accettò, così oltre al piacere immenso di stare al centro delle note, di suonare quei pezzi classici che avevo da sempre ascoltato, si è consolidata l’amicizia con questa fantastica donna e direttrice eclettica.

D Tra gli Idoli e L’Ensemble che hai fatto?

R Come ho detto ho fatto il fotografo di professione, la fotografia è un altro mio grande amore. Ho fatto foto di moda, matrimoni, pubblicità, ho tenuto corsi. Mie foto sono apparse in pubblicazioni dei vari settori. Ho vinto premi e avuto segnalazioni in concorsi nazionali e internazionali, insomma è stato lavoro e divertimento insieme e di questo sono contento.

D Quali sono i tuoi mostri sacri, i chitarristi che da piccolo imitavi davanti allo specchio e i violinisti che hanno contribuito alla tua formazione?

R Mi è difficile rispondere a questa domanda, tanti sono i mostri sacri chitarristi e violinisti e ascoltando tutti che mi sono formato e sempre più appassionato

D Progetti futuri?

R Ho un po’ di idee, per adesso preferisco non parlarne.

D Oltre che musicista sei anche pittore e scrittore…

R La pittura e il disegno sono altri grandi amori. Ho iniziato anche questi giovanissimo in età di scuola elementare e non ho mai lasciato. Amo sperimentare tante tecniche dalla grafite al carboncino, pastelli, penne, acquarelli, olio, ecc. Ho fatto mostre collettive, personali e concorsi, ho ricevuto anche dei premi. Sono un accanito lettore da sempre e da sempre scrivo poesie che chiudo in un cassetto, non avevo mai pensato a pubblicarle. L’ incontro con un’ amica scrittrice livornese ha fatto scattare la molla e a Novembre 2022 è uscita la mia prima raccolta di poesie “Solo per il mare” per le edizioni CTL. E’ stato un sogno avverato, una grande soddisfazione.

D Tutti noi abbiamo un rimpianto , il rimpianto di non essere saliti su quel treno che aspettava solo noi…dove andava quel treno ?

R Chissà, alla fine meglio non averlo preso.

D Chi è oggi Paolo Montella?

R Un pensionato che nella vita ha fatto grosso modo quello che più gli è piaciuto fare e continua a fare le solite cose con un po’ più di tempo a disposizione.