Intervista a Stefano Ciurli
D – Un bel giorno incontrasti un basso…fu subito amore?
R – Si, fu subito amore. Un suono “grosso” che si impossessò di me. Il mio primo basso fu un “Hollywood” bianco…avevo 14 anni.
D – Nel 1970 inizia l’avventura degli MK5
R – Mi chiamò Massimo Suardi…cercava un bassista…colsi l’occasione al volo ed entrai a far parte degli MK5
D – Che ricordi hai della scena livornese di quegli anni?
R – Grande atmosfera! In ogni cantina c’era un gruppo che suonava…
D – Nel 1978 il gruppo si sciolse…ma
R – Il gruppo si sciolse a causa della “naia” che ci chiamò quasi tutti…ma nel 2008 abbiamo deciso che era tempo di ricominciare.
D – Quali sono i bassisti che più ti hanno influenzato?
R – Senza dubbio Paul McCartney e Glenn Hughes
D – C’è un treno sul quale non sei salito, musicalmente parlando ,e te ne sei pentito?
R – Era il 1985…un certo Adelmo Fornaciari, cantante alle prime armi che si faceva chiamare Zucchero, stava cercando un bassista per il suo gruppo: io, molto astutamente, per la distanza…rifiutai.
D – MK5 oggi…un gruppo di amici oltre che musicisti.
R – Siamo come fratelli. I fratelli litigano, si arrabbiano, ma dopo tutto finisce con una risata. Pensa che dagli anni ’70 siamo rimasti i soliti e non abbiamo mai cambiato formazione.
D – Progetti futuri del gruppo?
R – Cercare di fare più serate possibili con il piacere di divertirsi e di far divertire chi ci segue e chi ci ascolta.
D – Oltre ai tuoi “partners” c’è un musicista che ammiri in particolare della scena musicale livornese con il quale ti sarebbe piaciuto suonare?
R – Mi piace molto Bobo Rondelli e il suo repertorio…una suonatina insieme la farei volentieri.
D – Chi è oggi Stefano Ciurli?
R – Un marito, un babbo e un nonno sempre appassionato di musica sia nostra che di altri amici.