Esplosione in porto a Livorno, morti due operai.
Non possibile, non è possibile, non è possibile MORIRE SUL LAVORO, non è giusto, non è giusto, non è giusto MORIRE SUL LAVORO, non è umano, non è umano, non è umano MORIRE SUL LAVORO. La tragedia che ha colpito oggi la mia città mi ha profondamente scosso. Non conoscevo Lorenzo e Nunzio di persona ma li conoscevo ugualmente : loro respiravano la stessa aria che respiro io, tifavano per la stessa squadra per la quale tifo io, facevano il bagno nello stesso mare…magari li ho incontrati senza saperlo decine di volte: per questo li conoscevo. Sarà perchè ho un figlio della stessa età di Lorenzo e Nunzio era poco più giovane di me, ma provo una incredibile rabbia. Si rabbia…Fatalità certo, coincidenze certo. destino certo ma io non credo alle fatalità, alle coincidenze, al destino. Sono tutti una somma di scelte reali, una catena di “se”. Non so se uno avrà abbracciato sua madre prima di uscire o avrà rivolto uno sguardo a suo padre…non so se l’altro avrà baciato sua moglie o strinto forte sua figlia/o, so solo che non torneranno stasera. Il lavoro è dignità prima di tutto e deve essere svolto in sicurezza. Non facevano i mercenari, i soldati di professione, facevano gli operai…lavoravano per vivere, per regalarsi un sorriso. Non so cosa sia successo, so solo che sono pieno di rabbia. Non mi sento neanche di dire niente alle famiglie…nessun abbraccio, nessun attestato di stima, nessuna condoglianza potrà lenire l’oceanico dolore che provano, un dolore tutto loro. Domani tutti noi torneremo alla nostra vita, alle nostre faccende…dimenticheremo. Loro non possono farlo. Due uomini che durante il loro turno di lavoro hanno perso la vita meritano rispetto, meritano partecipazione, meritano dolore e… silenzio.