D Daniele Pistocchi, attualmente fai parte del gruppo, o meglio del duo, On the mend…come nasce questa collaborazione con Valentina Cantini ?
R Più che una collaborazione, quella fra me e Valentina si potrebbe chiamare una simbiosi. Ci siamo conosciuti giovanissimi alla scuola comunale CFDMA di Donoratico (da dove proveniamo entrambi) e lì abbiamo iniziato a fare i primi saggi insieme. Da allora è passata molta acqua sotto i ponti e siamo compagni nella vita, oltre che in musica, da più di 20 anni.
D Prima hai fatto parte di altri gruppi ?
R Ho fatto parte di tante formazioni più o meno longeve, e tuttora On The Mend non è il mio unico progetto. Attualmente ho un duo con un grandissimo musicista livornese, Alessio Masoni, che si chiama Folkaholic e un progetto di musica gipsy jazz chiamato Menomanouche con Valentina e il fisarmonicista Roberto Molesti. Fra le mie vecchie band mi fa piacere ricordare il quartetto gipsy jazz Le Convergenze Parallele, i paladini del country toscano Beer ‘o Clock, esperienze con Max De Palma… i nomi sono tanti e per brevità mi fermo qui senza nulla togliere alle band che sono rimaste fuori dall’elenco.
D Il vostro repertorio spazia a 360 gradi, dal country, alla irish music (che adoro) fino alla musica italiana…
R Non poteva essere altrimenti, per molti motivi. Non siamo dei puristi per natura, e anche volendo sarebbe un po’ ridicolo tentare di suonare ‘autentica’ musica folk irlandese o americana senza essere nati in Irlanda o negli USA. Un repertorio variegato aiuta noi a personalizzare meglio quello che facciamo e rende il nostro set adatto ad un pubblico più ampio.
D Il tuo strumento è la chitarra che accompagni anche con la voce…hai fatto studi classici o sei autodidatta ?
R Mi sono diplomato da privatista in conservatorio con la guida di Simone Bartali, e ho studiato (poco) canto con Marco Meriggio. Ho poi approfondito lo studio della musica moderna con Simone Ricci e fatto qualche lezione dedicata alla chitarra elettrica country con Andrea Cesone. La chitarra acustica è ormai il mio strumento principale, e il mio stile nel folk è frutto di una ricerca personale approfondita e affinata in tanti anni di pratica
D Tu e Valentina…vi ho visti dal vivo poco fa…ottima intesa..visto che questa pandemia ci da un po’ di fiato avete progetti, magari qualche altro concerto in città ?
R Ti ringrazio, come ho detto prima la nostra intesa viene da molto lontano nel tempo! Abbiamo due appuntamenti il 30 e 31 ottobre, rispettivamente a La Nunziatina (PI) e Ribello Gallo (LI). La stagione invernale sarà anche quest’anno a scartamento ridotto per le restrizioni anti-COVID ma si spera un po’ più vivace. Abbiamo ripreso con gioia le nostre collaborazioni con Alle Vettovaglie, dove tutte le settimane potrete ascoltare ottimi concerti con la direzione artistica di Percorsi Musicali, e con La Bodeguita Livornese quindi speriamo di ritornare anche da loro prossimamente.
D Qualisono i tuoi mostri sacri, i chitarristi che imitavi da bambino davanti allo specchio?
R Senza pensarci, i primi nomi che mi vengono in mente sono Brian May e Ritchie Blackmore, che ascoltavo sui nastri che mi passavano il cugino più grande e un caro amico di famiglia appassionato di musica anni 70. Crescendo i musicisti che mi hanno ispirato sono diventati troppi per essere nominati, ma sicuramente devo ricordare Tommy Emmanuel, musicista che ho scoperto in un momento particolare della mia vita e che ha cambiato letteralmente il modo che ho di pensare la chitarra.
D Te sei un livornese di provincia che conosci benissimo la realtà cittadina e oltre, cosa manca secondo te per far fare il salto di qualità a questo territorio che pure annovera nei decenni pezzi da 90 nel campo musicale ?
R Ormai sono diversi anni che ho spostato buona parte delle mie attività fuori da Livorno, in particolare ultimamente collaboro a tempo quasi pieno con la scuola RITMI di Cecina, per cui non so se ho una risposta efficace a questa domanda. Mi ricordo una certa carenza di coordinamento fra le realtà importanti del settore, ma parlo di molto tempo fa e onestamente non so quale sia la situazione attuale.
D Tutti noi “ci mangiamo le mani” per non essere saliti su quel treno che aspettava solo noi…musicalmente parlando, dove andava il tuo ?
R Sfortunatamente, manco di un temperamento sufficientemente ambizioso per riconoscere quali treni portano più lontano. Se mi guardo indietro forse l’unico vero rimpianto che ho nel campo della musica è quello di essermi giocato male il primo progetto discografico tentato con la mia band 69 Plajo ormai quasi 20 anni fa, che poi si è arenato senza possibilità di ripresa.
Tuttavia oggi sono in un posto molto felice, dal punto di vista professionale, e probabilmente le scelte e gli errori fatti in passato hanno contribuito a portarmi qua perciò non li rimpiango.
D Chi è oggi Daniele Pistocchi ?
R Un artigiano della musica. Uno che si dedica con passione all’insegnamento, alla musica dal vivo, alla sua attività di fonico live e in studio, alla composizione e al sound design per il cinema e alla fine di tutto questo polverone cerca di tirare le somme e fare sempre qualche passo in avanti.