D Lorenzo Valdambrini…chitarrista dalla nascita ovviamente…
R Assolutamente no. Ho iniziato a suonare la chitarra pochi anni fa dopo essere passato dal piano e dalla batteria, ed aver cantato per tanti anni. Quello che faccio dall’inizio della mia esperienza e carriera musicale e’ la surf music in un modo o nell’altro poiche’ sono coinvolto in questo genere da circa la meta’ degli anni 90. Quello che mi ha permesso infatti di farmi strada come chitarrista e’ stata proprio la mia conoscenza del genere e della scena, ovvero a differenza di altri sono andato “dritto al sodo”, sapevo che sonorita’ stavo cercando e che cosa stavo iniziando a suonare. Avere le idee chiare aiuta ad accorciare i tempi talvolta.
D Oggi sei il lead guitarist del gruppo Surfer Joe…grande gruppo, potente…come ci sei “capitato” ?
R Si, al momento sono in realta’ l’unica chitarra della band che porta il mio nome, infatti piu’ che una band e’ a tutti gli effetti un progetto solista. Nonostante io usi il nome “Surfer Joe” dal 1999 circa, la svolta nel suo utilizzo avviene nel 2011, quando sono tornato in Italia (ho abitato 7 anni ai Caraibi) ed ho messo insieme la prima formazione del progetto che tuttora sto portando avanti, “Surfer Joe & His Boss Combo”. Questa formazione, il “Boss Combo” comprendeva mio fratello Luca alla seconda chitarra, Tommaso Bandecchi al Basso e Francesco Tonarini alla batteria. A seguito di questa prima formazione, la band e’ un trio, “Surfer Joe & Band”, da gennaio 2014 e diversi musicisti si sono alternati a suonare con me: Gianni Apicella, Diego Persi Paoli, Gianni Niccolai, Alessandro Quaglierini, Pieter Dedoncker. Oltre a questi musicisti lavoro con alcune persone quando sono in tour in USA, Giappone e Latin America: Jonpaul Balak (California), Christopher Roberts (California), Vincent Minervino (New Jersey).
D Prima del Surfer Joe in quali gruppi hai militato ?
R Diverse band come tutti, ma non molte in realta’. Ho iniziato da giovane con il piano ed ho fatto alcuni anni di pianobar. Proprio cosi! E non lo rimpiango affatto. Sono i primi soldi che mi sono guadagnato ed e’ stata una esperienza importantissima, specie se fatta da giovane (16-17 anni), perche’ per la prima volta ti trovi a dover parlare con persone che non conosci, avere un rapporto di lavoro, chiedere soldi e incassarli, caricare, scaricare, prendersi la responsabilita’ di portare a termine una serata e, ultimo ma non meno importante, affrontare il pubblico, tanto o poco che sia. Poi con i Just Married a meta’ anni 90 mi sono avvicinato alla beach music, una passione che ho iniziato a condividere con altri membri della band, e con i Pipelines dal 1997 questa cosa e’ esplosa completamente e questa e’ stata una mia band per 10 anni. I Pipelines (insieme a Luca mio fratello, Federico Bellini, Alessandro Quaglierini e Francesco Zerbino come formazione base, ma talvolta con il supporto di altri musicisti come Denis Chimenti e Marco Fontana) hanno fatto oltre 1000 concerti un po’ ovunque in Italia e Europa portando in giro una scaletta di beach e surf music, con una maggioranza di brani cantati in realta’ ed un particolare riferimento ai Beach Boys ed al sound californiano di inizio anni 60). Nel 2001 ho avuto il piacere di cantare Barbara Ann con i Beach Boys a Biarritz in Francia, esperienza indimenticabile. Nella seconda meta’ degli anni 90 ho cominciato anche ad appassionarmi al surf strumentale ed ho iniziato suonando la batteria, cosa che mi ha portato a formare una surf band chiamata Speedsurfers circa nel 2003. Ma nel 2004 mi sono trasferito ai Caraibi per alcuni anni per cui ho chiuso questo progetto pur mantenendo aperto quello dei Pipelines con i quali ci siamo riuniti in estate negli anni a seguire. Mentre ero via ho suonato con due formazioni in trio: gli Hot-Doggers, una party rock n roll band con la quale ho lavorato professionalmente per circa 5 anni suonando in locali e casino a suon di 4-5 date settimanali continuative, e contemporaneamente formando gli Wadadli Riders, unica e sola surf band mai nata ai Caraibi, insieme a Nicoletta Solinas al basso. Gli Wadadli Riders hanno girato molto in Europa e California, producendo nel 2009 anche un disco dal titolo “Made in Antigua”, stampato su vinile ed arrivato oggi alla terza stampa su CD. Continuo tuttora a suonare molti brani degli Wadadli Riders. Detto questo dal 2011 mi dedico solo al progetto Surfer Joe pur suonando alla batteria sporadicamente con surf band in tour, specialmente dagli USA, ed ho avuto il piacere di lavorare con diverse “leggende” del genere.
D Il vostro è un sound aggressivo, quasi metal, ma è sul palco, dal vivo, che date il meglio di voi, che lasciate il segno…senza dimenticarsi dell’esperienza surf…il tuo primo grande amore…
R Beh, io suono surf music. Forse quando ti riferisci ad un approccio piu’ “metal” parli della formazione del Boss Combo con la quale effettivamente l’impatto era piu’ duro e meno tradizionale per il genere. Definire inoltre cosa sia la musica surf e’ difficile se non impossibile, ed e’ una discussione sempre aperta in tutta la comunita’ mondiale. Ma credo che per capire cosa sia la surf music sia necessario solamente comprare tanti dischi del cosiddetto genere ed ascoltarli. La musica surf e’ strumentale, ma non tutto quello che e’ strumentale e’ musica surf. Gli approcci sono molteplici e spesso diversi da quello che e’ considerato tradizionale, ovvero quello che si ascolta nei dischi degli anni 60. Anche questo genere ha subito una evoluzione.
Sicuramente hai ragione quando dici che il meglio si dà sul palco. Questo e’ un genere che e’ molto legato agli strumenti utilizzati, l’acustica ha un’importanza fondamentale e certe vibrazioni fanno parte del volume e della carica che si ha solamente in un concerto dal vivo. Nonostante questo, registrare musica nuova e’ importantissimo proprio per tenere in vita il genere stesso. Si cerca in ogni modo di replicare il suono che c’e’ sul palco e questo non e’ spesso un lavoro facile.
D Avete fatto tour in Italia, Francia, Spagna, Belgio, Paesi Bassi e perfino in California…una bella soddisfazione…raccontaci
R … e Svizzera, Lussemburgo, Germania, Austria, Svezia, Finlandia, Repubblica Ceca, Giappone, Messico, Brasile e, oltre alla California, gran parte degli Stati Uniti in realta’. La lista e’ lunga e sono costantemente in tour in questi paesi con regolarita’ quasi annuale. In particolare negli USA sto facendo dai 2 ai 4 tour all’anno. Serve molta continuita’ e capire come ogni paese funziona a livello lavorativo, quali sono i limiti e le possibilita’ in modo da “calibrare” le richieste e le relative aspettative. L’esperienza di tour e’ necessaria per capire a pieno come le persone si approcciano alla musica in maniera diversa, ovviamente in un mercato piccolissimo quale quello che la surf music rappresenta a livello mondiale. A seconda di dove si va, bisogna aggiustare il tiro e cambiare un po’ lo spettacolo per cercare di ottenere il massimo da ogni singola serata.
D Progetti futuri, qualche disco, ancora tour, dove possiamo ascoltarvi a breve ?
R A Settembre uscira’ per Hi-Tide Recordings (New Jersey) un nuovo singolo in occasione di un mio tour nel Mid-East USA e subito dopo iniziero’ la registrazione di un nuovo album. Nel 2020 e’ prevista inoltre l’uscita di un “best” di Surfer Joe su CD in Giappone per la Disk Union / Sazanami, esclusiva per il mercato giapponese appunto.
Il mio calendario e’ sempre aggiornato al sito www.surfmusic.net e sono presente su tutti i canali online sia per acquisti digitali che streaming.
D Lorenzo quali sono i tuoi punti di riferimento, i musicisti che hai sempre ammirato ?
R Sicuramente la mia surf band preferita di tutti i tempi sono gli Astronauts dal Colorado, una band che ebbe grandissimo successo mondiale in quanto uno dei fiori all’occhiello della RCA tra il 1963 ed il 1967 circa. Oltre a loro, un punto di riferimento rimane sempre Dick Dale per un altro tipo di sound, e di Dick apprezzo quasi ogni cosa fatta, soprattutto nell’approccio che ha sempre avuto verso la musica. Diciamo che per quello che riguarda me ho “rubato” ispirazioni qua e la, cercando di prendere il meglio delle cose che mi piacevano e riadattandole al mio modo di comporre che quindi risulta essere un misto di vari elementi e sonorita’.
D Impossibile, parlando con te, non parlare del locale…il Surfer Joe, punto di riferimento cittadino nell’ambito musicale: decine e decine di gruppi sono passati dal locale, festival, mostre, esposizioni, un binomio inscindibile…
R Sono orgoglioso di questo e del lavoro fatto, ma il grande merito va a mio fratello Luca che ne e’ l’amministratore (sia a Livorno che a Lucca) e a Francesco Tonarini che e’ nostro socio e food manager. Loro tengono in piedi la baracca nel migliore dei modi facendola lavorare in maniera perfetta in mezzo alle mille difficolta’ che ogni attivita’ commerciale come la nostra ha. Io ho solo dato il “la”, ho contribuito alle idee e allo spirito del posto, alla fine e’ l’unico locale al mondo dedicato alla surf music. Le cose che ho solo iniziato io, anche per quanto concerne la comunicazione, sono state portate avanti dai ragazzi che ora lavorano li molto piu’ di me, e rammento Matteo e Diego Caldari, musicisti ben noti a Livorno e due motori instancabili per tutte le faccende logistiche e promozionali legate alla musica. Persone come Michela, Graziella, Nico, Kikko, Gabriele, Cristina, Gigi, Simone, Lorenzo, Angelo, Jenny sono con noi da diversi anni e nel bene o nel male e’ un team consolidato. Siamo tutti coinvolti nella musica attivamente 🙂 Francesco suona ed ha suonato in diverse formazioni cittadine, mentre Luca e’ attivissimo nel circuito reggae con il suo progetto principale Hookah & The Trenchtown Train da anni ormai.
D Sei un profondo conoscitore della realtà musicale cittadina, sei a contatto con centinaia di musicisti labronici e non: cosa ne pensi, si potrebbe fare di più ?
R No, non mi reputo un conoscitore profondo della musica a Livorno purtroppo. Proponendo lo spettacolo che faccio, trattandosi di surf music e di musica originale sconosciuta ai piu’, non mi e’ mai stato facile lavorare in citta’ e non avrebbe neanche troppo senso per me cercare di farlo. Non sono mai invitato ad eventi musicali cittadini ed e’ giusto che sia cosi’ alla fine. Gli artisti piu’ legati al territorio ed alla scena locale devono avere piu’ credito di me che sono sempre fuori e che alla fine a Livorno passo poco tempo. Ma sicuramente conosco tante persone e bravissimi musicisti che stimo molto. Credo che Livorno sia una terra fertile di musicisti da sempre e che la qualita’ sia alta. Non ho la pretesa di sapere cosa si potrebbe fare di piu’, ma posso certamente dire che un po’ ovunque stiamo vivendo un momento di disinteresse verso la musica dal vivo, specialmente da parte delle nuove generazioni, ed e’ molto difficile sapere quale possa essere la ricetta per riavvicinare i ragazzi alla musica. C’e’ molta superficialita’ e la gente ha poca voglia di “ricercare”, di ascoltare, limitandosi a quello che viene proposto sui canali online. Ci sono tantissimi “esperti” e critici musicali al giorno d’oggi, che hanno visto migliaia di video su YouTube o Facebook, ma che non hanno mai scaricato ampli e casse da un furgone dopo aver guidato per 15 ore… e si pensa che fare musica ed essere un musicista sia quello che si vede su internet… ma non e’ cosi’.
D Tutti noi abbiamo un rimpianto, tutti noi non siamo saliti su quel treno che non è più passato…dove andava il tuo treno ?
R Certo, tutti ne abbiamo. Per quello che riguarda me come musicista in realta’ non avrei potuto fare piu’ di quello che ho fatto. Ho suonato in molti piu’ posti di quelli che avrei mai potuto immaginare, ma solo 3 anni fa ho rinunciato a spostare di 15 giorni un tour in California, cosa che mi avrebbe permesso di condividere il palco con Dick Dale per la notte di capodanno al Whisky A Go-Go di Hollywood. Avevo avuto la proposta, ma il tour era gia’ chiuso ed anticiparlo avrebbe comportato diversi problemi logistici oltre a dover provare a muovere parecchie date gia’ fissate. Con il senno di poi non avrei mai dovuto rinunciare a quella possibilita’ che sicuramente non potra’ mai piu’ capitarmi nella vita, anche perche’ Dick Dale e’ scomparso recentemente. Sarebbe stato un concerto epico per me ed una pietra miliare nella mia carriera, oltre che un’esperienza indimenticabile. Concerto di capodanno con Dick Dale nel locale piu’ famoso del mondo: credo che se ho un rimpianto sia questo 🙂
D Chi è oggi Lorenzo Valdambrini ?
R Sono sposato con una ragazza tedesca, Anne, ed ho due bambini pazzeschi, Frida e Carl. Ho un nipote altrettanto pazzesco, Niccolo’, ed un secondo in arrivo. Faccio un sacco di cose e non ho mai tempo. Mi occupo di musica, seguo alcune cose per i locali gestiti da mio fratello Luca e Francesco, ho una azienda in Svezia che produce effetti per chitarra e sono sempre in giro. Per esperienza in eventi passati evito di chiedermi cosa faro’ fra qualche anno perche’ le cose cambiano continuamente, per cui, per quanto possibile, vivo alla giornata. Sono stressato come tutti noi nel 2019 🙂 e vorrei avere piu’ soldi… ma alla fine se li avessi finirei per spenderli in amplificatori e dischi… per cui e’ meglio cosi’!