GABRIELE CENTELLI

D Gabriele Centelli, chitarrista, ma anche tastierista e cantante…

R Sì il mio primo strumento è stato e sempre sarà la chitarra. Ho iniziato a 14 anni, poi è

venuto il canto e infine, approcciandomi alla musica elettronica e ai software moderni,

sono “stato costretto” a dover imparare anche gli strumenti a tastiera.

D Dal 2010 fai parte dei Platonick Dive, come vi siete incontrati ?

R Ho fondato i Platonick Dive con il mio amico e socio di sempre Marco Figliè. Inizialmente,

durante gli anni delle superiori, sperimentando diversi generi e cambiando parecchi

batteristi. Dal nostro incontro con Jonathan Nelli, a fine 2010, è nata la formazione ufficiale

che tutti conoscono e che ci ha portato a pubblicare tre album e compiere tour in Europa e

Stati Uniti.

D Il vostro è un sound particolare, siete una specie di ricercatori del suono, la vostra

musica è una miscela eclettica di Postrock-Electronica…

R Esatto, ci definiamo degli sperimentatori, dei disegnatori di suoni. Il nostro sound è sempre

stato in continua evoluzione. Non ci piace fare e suonare sempre le stesse cose, riteniamo

che l’evoluzione e la maturazione musicale, così come quella dell’essere umano, sia la base

del nostro percorso artistico, da cui partoriamo sempre nuove idee e nuovi percorsi.

D Avete pubblicato due album tra il 2013 (Therapeutic Portrait&) e il 2015 (Overflow)

in cui avete proposto un post-rock moderno con molta elettronica e penso anche (“Social

Habits”) nell?anno appena passato, soddisfatti ?

R Certo, come detto, il nostro è un percorso in continua evoluzione. Siamo in perenne

movimento artistico. “Social Habits” è la perfetta sintesi di quello che siamo come band,

quello che ci ha portato ad iniziare questo viaggio di “terapia musicale”.

D Sul palco avete un grande impatto visivo, questo vi ha portato in giro per l’Italia ma

anche in tournee in Austria, Germania e Belgio…una bella soddisfazione

R Il live è sempre stato una dimensione perfetta di noi come band e come esseri umani, dove

esprimiamo le nostre emozioni e i nostri flussi. Suonare e venire apprezzato in giro per

l’Europa è motivo di grande orgoglio e soddisfazione. Non vogliamo fermarci.

D Progetti futuri, qualche concerto magari in città?

R I nostri fan sanno che il nostro percorso è in continua evoluzione e quindi possono

aspettarsi di tutto. Scriviamo sempre nuova musica, anche se ogni tanto è giusto fermarsi a

riordinare le idee e capire a fondo l’importanza di ciò che stiamo facendo. Concerti a

Livorno? Purtroppo non è mai facile. Facciamo una musica particolare che richiede una

dimensione un po’ speciale.

D Gabriele quali sono i tuoi punti di riferimento, i musicisti che “imitavi” fin da bambino ?

R Ho iniziato a suonare la chitarra il giorno stesso che ho ascoltato i Nirvana per la prima

volta. Quindi tutta la scena grunge e alternativa americana anni 90’ è stata per me motivo

di grande crescita e cultura nell’adolescenza. Fuori da questa scena direi che i miei punti di

riferimento musicali siano i Cure, i Pink Floyd, i Led Zeppelin se dobbiamo parlare di storia

del rock’n roll. E poi ovviamente il post-rock internazionale con band come Mogwai ed

Explosions In The Sky e tutto il mondo della musica elettronica delle ultime due decadi:

nomi come Radiohead, Apparat, Four Tet.

D Conoscete bene realtà diverse dalla nostra, anche all’estero…che ne pensi della

situazione musicale livornese, molti ottimi musicisti ma…

R Molti ottimi musicisti ma purtroppo grandi e famosi solo a casa loro. Così è stato fino a

poco tempo fa, anche se continua ad esserlo nella maggior parte dei casi. Per fortuna che

da poco tempo, complice la digitalizzazione del sistema, la nuova fruizione del prodotto e

dell’esperienza musicale in sé, si stanno aprendo nuove speranze e nuove idee. Alcuni

musicisti livornesi stanno trovando ottimi sbocchi e stanno esportando la loro musica a

livello nazionale e non. Quindi in bocca al lupo ai più meritevoli, a chi crede davvero in

quello che fa, chi ci mette il cuore e tira fuori tutto se stesso.

D Tutti noi abbiamo un rimpianto per non essere saliti su quel treno che si era fermato

proprio davanti a noi…dove andava il tuo ?

R Se il mio è passato, sono sicuro di esserci salito e di non essermi ancora fermato.

Se ancora non è passato, vuol dire che il meglio deve ancora arrivare.

D Chi è oggi Gabriele Centelli ?

R Un giovane uomo che fa musica a 360 gradi. La musica occupa gran parte, se non

totalmente, della mia vita. E’ il primo pensiero al mattino e l’ultimo pensiero a notte fonda.

L’esperienza maturata in questi anni mi ha reso un musicista ancora più determinato,

consapevole della mia forza e dei miei limiti. Quindi non mi fermo, ma voglio continuare

ANDREA LEONARDI

D Andrea, cantante fin da bambino…

R Esatto, ho iniziato a cantare a 8 anni: una amica di famiglia , direttrice di un coro, mi portò con sé per far parte delle voci bianche, ma ben presto fui inserito nel coro tenori. Nel frattempo avevo iniziato ad apprendere i primi rudimenti della chitarra, prima chitarra che mi fu regalata, figurati, dalla Spagna.

D Come sei approdato su un palco a suonare e cantare ?

R Ho iniziato come solista ed ho avuto la fortuna di essere ascoltato dal maestro Neno Vinciguerra che mi portò con sé come cantante nelle sue serate al Ciucheba di Castiglioncello. Iniziai a cantare e suonare da solo quando dovevo sostituirlo perchè spesso e volentieri aveva talmente tante richieste che le date si accavallavano e poiché Neno era veramente bravo ma non ha mai avuto il dono della ubiquità lo sostituivo ben volentieri.

D E si arriva velocemente al gruppo “ 30 Corde”…

R I 30 Corde nascono nel 2000: conoscevo bene Riccardo Carboncini, ero a suonare in un locale dove lui stava cenando, a serata finita fui da lui avvicinato e salutato e in pratica da quella sera sono nati i 30 Corde.

D Della serie “non ci siamo più lasciati”…

R Proprio così…iniziò ad accompagnarmi nei vari locali…in un primo momento ci chiamavamo semplicemente Andrea e Riccardo, in seguito 2 Tops e poi, definitivamente 30 Corde.

D Quando un duo rimane per tanti anni insieme vuol dire che oltre alla bravura dei componenti c’è anche una solida stima e amicizia reciproca…

R Proprio così, senza tutto questo sarebbe stato impossibile stare insieme tutti questi anni. E devo dire che ci siamo levati anche molte soddisfazioni: Tour in Italia ed Europa in Spagna, Portogallo, Francia e anche ben 2 tournee in Giappone.

D Progetti futuri ?

R Abbiamo già pubblicato 2 Cd, uno dal titolo Omonimo, l’altro “Solo musica italiana”, a giorni sta uscendo il terzo e stiamo già lavorando al quarto lavoro. Poi naturalmente altri concerti. Infine abbiamo iniziato una collaborazione con altri musicisti e , a seconda delle esigenze, il gruppo diventa un 30 Corde Quintet, con batteria, basso e sax a supporto.

D Quali sono i tuoi punti di riferimento, i tuoi mostri sacri?

R Da sempre adoro Mina e Massimo Ranieri anche se devo dire che il mio vero punto di riferimento, il mio vero mostro sacro è Frank Sinatra. Amo molto anche la lirica con Maria Callas e Pavarotti su tutti.

D Come vedi la situazione musicale in ambito cittadino ?

R Il livornese è uno spirito libero: siamo ottimi cantanti, ottimi musicisti, ottimi pittori, in pratica in ogni famiglia c’è un artista, ma siamo anche scanzonati, dissacratori, anarchici per natura, difficilmente scendiamo a compromessi, le regole ci vado strette…questo è anche il nostro limite, ma siamo fatti così e…ci piace !

D Andrea dove andava quel treno sul quale non sei salito?

R Andava in Australia. Nel 1990 abbi la possibilità di andare a fare la professione in quel lontano paese…non ebbi il coraggio, avevo iniziato una attività lavorativa e non me la sono sentita di “mollare tutto”.

D Chi è oggi Andrea Leonardi?

R Sono un soddisfatto autodidatta che senza aver fatto studi classici, si diverte un mondo…e poi, qualche piccolo obiettivo l’ho raggiunto. Va bene così.

ANDREA PACHETTI

D Andrea Pachetti, cantante ed musicista di elettronica, come nasce questa tua passione ?

R All’età di 12 anni ho iniziato a studiare chitarra, ma la passione o la malattia, come la chiamo io, mi entrata all’età di 15 anni, da li in poi ho totalizzato tutto sulla musica e l’elettronica e il canto sono subentrate dopo

D Penso che il tuo primo gruppo sia stato i Project 00…raccontaci

R Tolti i primi progettini adolescenziali, si diciamo che è stata la prima band anche se inizialmente ci chiamavamo Not For Us; poi nel 2000 abbiamo cambiato organico e da cantare e suonare la chitarra per la voglia di sperimentare iniziai a cantare e suonare drum machine e campionatori: il progetto cambio forma e genere e quindi da li poi abbiamo cambiato nome con Project 00. Facevamo Hard-Core con influenze di musica elettronica

D Il 2010 ti vede come cofondatore dei Radio Tower, gruppo dove lo scintillare del rock si fonde con la tua elettronica…

R Si dopo un periodo di lavoro di studio dove inizio a scrivere per un editoria di Roma basi per colonne sonore, la voglia di ritornare a suonare era molta: insieme a Daniele Catalucci (Virginiana Miller) e Federico Silvi (Jackie O’s Farm) , dopo un tributo ai Refused per il decennale di “The Shape of Punk to Come”, abbiamo formato i RadioTower una band fondamentalmente Rock con influenze Industrial.

D Radio Tower” è il vostro omonimo Ep uscito nel 2011, lavoro autoprodotto…

R Si un ep registrato e prodotto da noi stessi

D Cosa è successo dopo, avete pubblicato altri album ? Soddisfatti del vostro percorso musicale ?

R Dopo abbiamo prodotto in un piccolo studio che avevo, un album intero che poi non è mai uscito. Esperienza molto bella, ma forse è quella che mi ha fatto capire che il ruolo che amo di più nella musica è quello come produttore e non come musicista.

D Quali sono i tuoi punti di riferimento musicali, i tuoi mostri sacri?

R I Mostri sacri sono molti e tutti diversi tra loro… ti potrei dire Beatles, Pink Floyd, Fabrizio De André, Einstürzende Neubauten, Police, Refused, Luigi Tenco, Nine Inch Nails, Talking Heads, Lucio Dalla, Daft Punk, Gaetano Veloso, etc etc ,ognuno per un fattore o per quello che sono riusciti a tramettere; la musica è una cosa meravigliosa proprio perchè riesce a trasmettere tutte le sfaccettature emotive che si possono vivere.

D Se ti dico 360 Music Factory Recording Studio che mi dici ?

R Mi dici tanto, forse tutto. Dopo aver avuto un piccolo studio dove facevo piccoli lavori ho aperto il 360 Music Factory nel 2014 e dal 2015 dopo aver fatto Grande Raccordo Animale di Andrea Appino, con il quale è nato un bellissimo rapporto di amicizia e di lavoro, sono subentrati con me gli Zen Circus, ormai fratelli, con i quali abbiamo lavorato ai loro ultimi 2 dischi, il pezzo che andrà a Sanremo e altre produzioni esterne agli Zen.

D Nessuno meglio di te puoi sapere quanti ottimi musicisti ci sono a Livorno, alcuni anche di livello super…cosa manca per fare il salto di qualità, per poter parlare di una scuola livornese ?

R Ma ti dirò… secondo me in questo momento Livorno sta facendo uno dei salti di qualità che forse non ha mai fatto, questo perchè finalmente tanti musicisti livornesi e molte figure professionali che lavorano nella musica hanno accantonato quello spirito provinciale che faceva da paraocchi; oggi a Livorno ci sono delle realtà che vengono prese da esempio da tutta italia

D Andrea, dove andava quel treno sul quale non sei salito e che ancora oggi ti tormenta ?

R A oggi ti dico che forse mi è andata bene di aver perso quel treno perchè ne ho presi altri che mi hanno portato a quello che sono, quindi forse non ho perso nessun treno o almeno preferisco vederla cosi

D Chi è oggi Andrea Pachetti ?

R Oggi Andrea Pachetti è un uomo (ragazzo perchè dimostro molti meno anni di quelli che ho ahahahahaha) che vive per quello che fa e cerca di mettercela tutta per realizzare i propri sogni.

STEFANO ILARI

D Stefano Ilari, cantante, alias Sassicaia Molotov…da dove nascono questi nicknames ?

R Nascono scherzosamente dalla mia formazione musicale punk e dalle mie simpatie anarchiche; e poi è anche una questione di classe : mica si maneggiano le molotov dopo aver bevuto il Tavernello, molto meglio il Sassicaia !

D Cantante e compositore, mai pensato di imbracciare uno strumento ?

R No, per il semplice motivo che preferisco esprimermi con il corpo piuttosto che con uno strumento; canto come voglio senza dover preoccuparmi di accordi e accordature. E comunque “strimpello” la chitarra…

D Dal 1986 al 1990 sei il frontman dei Mumbler…

R Si, eravamo un bel gruppo. Facevamo del buon rock ispirandosi a Iggy Pop e gli Stooges.

Eravamo esplosivi e questo ci “regalò” una esibizione ad Arezzo Wave nel 1989.

D Dopo un lungo periodo di riflessione nascono nel 2014 gli Stella Maris Music Conspiracy con i quali incidi “Operation Minf Fuck”…

R Ci divertivamo da matti: le nostre radici affondavano nel Granducato Hardcore e nel Detroit sound; molti e concerti e molta partecipazione di pubblico.

D Dalle ceneri dei SMMC nascono i Lupe Velez

R Il gruppo nel quale milito tutt’oggi. Il progetto parte da me e Dome La Muerte e una volta partiti ci accorgiamo che il materiale è buono e così condividiamo il tutto con il chitarrista Alex Gefferson (già Stella Maris), Gianfra alla batteria , Gianni Niccolai al basso e Luca Valdambrini a ogni tipo di tastiere. Completano la band “le bimbe” Iride Volpi alla chitarra e Doda Mariotti al basso. Il frutto di tanto lavoro è l’uscita di un primo ep per la Inconsapevole Records dell’amico Matteo Caldari, registrato nel Banana Studio di Valerio Fantoni e l’ultimissimo Weird Tales,

D Soddisfatti di questo lavoro ?

R Si molto anche perchè abbiamo avuto la soddisfazione di essere recensiti da riviste importanti del settore come Rumore e Classic Rock.

D Lupe Velez…da dove nasce questo nome ?

R Lupe Vélez, è lo pseudonimo di María Guadalupe Villalobos Vélez che è stata un’attrice del cinema muto e ballerina messicana. Morì suicida, secondo la versione ufficiale ingerendo settantacinque pasticche di sonnifero Seconal, in realtà con la testa incastrata nella tazza del water, annegata.

D Come definiresti il vostro genere ?

R Sicuramente Garage Rock con punte Husker Du e Radio Birdman anche se so che te ci senti anche influenze prog.

D Quali sono i tuoi punti di riferimento?

R Un nome su tutti: David Bowie. Ho sempre ammirato le capacità camaleontiche di trasformismo de Duca Bianco. I suoi concerti, oltre che cantati e suonati, erano “interpretati” da David e questo mi ha sempre affascinato.

D Progetti futuri ?

R Sicuramente un tour e la preparazione di un nuovo disco.

A proposito, il 30 gennaio è uscito il nostro video ufficiale, facilmente reperibile su Youtube.

D Stefano, una occasione perduta, un treno sul quale non sei salito…

R Quando ci hanno rubato il furgone a Milano con tutta la strumentazione durante un tour in Alta Italia e Svizzera. Ci presentammo davanti al pubblico elvetico con strumenti prestati da altri, ma non fu la stessa cosa. A parte questo sono contento di quello che sono riuscito a fare e del fatto che ad una età sono riuscito a rimettermi in gioco: è questo il treno che aspettavo e sul quale sono salito.

D Chi è oggi Stefano Ilari ?

R Una persona soddisfatta che fortunatamente fa quello che gli piace.