D Gianluca Fastame, tastierista…hai fatto studi classici o che altro?
R Studi classici pochi,tanto per iniziare…ho avuto la fortuna di iniziare quando non c’erano i mezzi tecnologici di adesso quindi o imparavi o….stavi a casa!Gavetta tanta e tante mattine rubate alla scuola passate a Radio Flash a registrare cassette dai vinili per poi passare il pomeriggio a casa a tirare giù pezzi e accordi! Ricordo con affetto l’amico Piero in arte Vento Selvaggio che ci aiutava in questo e ci organizzava le prime uscite musicali, con coraggio direi! E con lui Patrizia Ascione ed il mio compianto amico fraterno Luciano De Mayo coi quali negli anni 80 abbiamo condiviso molte programmazioni aelle feste dell’Unita’ che comunque davano molte opportunità estive per la musica d’ascolto, non solo per il ballo.
D Dagli anni 70, con l’avvento del prog e non solo, le tastiere sono diventate uno strumento basilare nella musica rock…
R Direi di si e per fortuna!E comunque con le tastiere vintage l’approccio era diverso…L’avevo quasi dimenticato, poi ultimamente ho avuto la fortuna di possedere un analogico dei tempi e devo dire che con quel tipo di macchine, seppur coi limiti di intonazione e controllo “dominavi” il suono e la ricerca e la sperimentazione erano sotto le dita! I virtuali ed i computer hanno raggiunto livelli di emulazione fantastici ma alla fine fanno suonare tutto abbastanza uguale…Spesso le macchine vintage erano loro a suggerirti il suono che poi magari ti dava il riff o l’idea. C’e’ oggi un grande ritorno all’hammond o agli strumenti elettromeccanici fortunatamente anche se la loro gestione e’ costosa e presuppone grande preparazione!
D La tua amicizia con Paul Moss (tanti cari saluti a lui da parte mia) è stata importantissima…è dalla metà degli anni ’80 che fai parte della sua band…
R Si ci conosciamo dagli anni 80,ci siamo persi di vista fisicamente solo in occasione delle sue parentesi negli USA,o durante le due tournee con Alexia; tra di noi c’e grande amicizia come del resto con gli altri componenti della band. A lui devo tanto dal punto di vista musicale e tutto dal punto di vista professionale, ho visto pochi col suo rigore,organizzazione e professionalita’;la nostra e’ si una band di amici, si ride si scherza, si mangia …ma affrontiamo sia la stesura dei brani che le prove con la massima precisione possibile nell’esecuzione ma anche nella ricerca dei suoni e degli intrecci armonici.
D Paul Moss band a parte, ti ho visto anche esibirti come “one man”…quali sono i tuoi progetti futuri ?
R Piu’ che one man band direi intrattenitore!!! Sai li mi devo un po’ dividere perche’ pur amando il rock posseggo un timbro vocale piu’ adatto per il genere italiano melodico ed allora ….soffro!!! Dai comunque mi sono tolto le mie soddisfazioni nei migliori piano bar della Toscana, a partire dal mitico Bar Salvini a Pisa, per poi passare dal Ciucheba,The Barge per 10 anni, forse gli anni migliori…e poi per un personaggio sempre sulla piazza come l’amico Marino Fani che mi fece iniziare su Livorno al mitico London Pub 30 anni fa e continua ad ospitarmi la domenica nel suo Nelson Tavern e ci divertiamo ancora con lo stesso entusiamo!
D Quali sono i tuoi mostri sacri, i tuoi punti di riferimento…scomodare Keith Emerson e Rick Wakeman è scontato?
R Mostri sacri …. direi piu’ David Paich dei Toto o un turnista come Greg Philliganes, pero’ sai quando inizi sono tutti mostri sacri senza scomodare nessuno! Ricordo andavo a sentire i migliori pianisti labronici per cercare di imparare…merito va a chi ho potuto apprezzare dal vivo e magari scambiare qualche battuta o confrontarmi…tra questi Stefano Martinelli,Antonio Favilla,il mitico maestro Giorgio Dari,Fabio Marchiori col quale abbiamo praticamente iniziato insieme…
D Livorno è una città particolare, centinaia e centinaia di musicisti sono nati all’ombra dei Quattro Mori, eppure non siamo mai stati in grado di dare vita ad una “scuola livornese”: te hai girato in lungo e largo la penisola e non solo, cosa manca a questa città per valorizzare i suoi talenti?
R A questa citta’ mancano le strutture e ai Livornesi la mentalita’ professionale…Basti pensare che fine hanno fatto i cinema teatro o quanto la musica live sia osteggiata dalle autorita’ nel centro storico ed alle guerre che i gestori devono sostenere. Al livornese non manca la creativita’ ma fatica a rimanere inquadrato…Ultimamente vedo buone cose vedi Nigiotti o Lorenzo Iuraca,speriamo dai le cose migliorino!
D Ritornando al tuo strumento…alcuni stili musicali non “accettavano” le tastiere…oggi le troviamo ovunque, nel blues, nel country, nel rock e anche con il punk hanno avuto il loro momento…la E Street Band non sarebbe la stessa senza Roy Bittan…
R Rimpianti direi di no…magari per la musica ho messo in secondo piano la possibilita’ di farmi una famiglia ma spesso quando studio un pezzo e faccio fatica mi dico…perche’ non ho studiato di piu’ da piccolo questo si!
D Gianluca, un treno sul quale non sei salito e ancora oggi “ti mordi le mani”…
R Il tennis….si una grande passione dove penso di possedere i titoli ed il merito di insegnare e che magari mi ha permesso di non dover fare la musica che non mi piace per sfamarmi!