GIANLUCA MARIA SORACE

1 Gianluca Maria Sorace, nato con la chitarra già a tracolla immagino…

Non proprio in realtà. Ricordo che da piccolo, nei mesi estivi, con la famiglia andavo a casa di mio zio in Sicilia. Lì trovavo sia una chitarra che un pianoforte ed ero attratto più da quest’ultimo. Ho cominciato a suonare così, da autodidatta, inventandomi gli accordi e le posizioni e scrivendo da subito le prime canzoni su qualsiasi strumento trovassi sul mio cammino. Ma all’inizio lo facevo solo d’estate appunto, fino a quando quello stesso zio non mi regalo una prima chitarra tutta mia e anche a Livorno continuai quel percorso da autodidatta. Non ho mai preso lezioni (l’unico strumento per il quale abbia preso alcune lezioni è il violoncello) e tutt’ora alcuni accordi sulla chitarra li suono con una posizione sbagliata delle dita.

2 Nel 2003 dai vita al gruppo Hollowblue che in pratica è la naturale evoluzione del tuo progetto come cantante e chitarrista solista…

Si, il nome Hollowblue lo usavo già agli inizi degli anni ‘90. Contemporaneamente all’esperienza nel mio primo gruppo The Moss Garden cominciai a scrivere e registrare su un registratore a 4 piste alcune canzoni, molto influenzato da Bowie e Syd Barrett e una di queste canzoni, da cui presi il nome, si intitolava proprio Hollowblue. Feci anche alcuni concerti supportato da Luca Faggella al basso e Marco Lenzi alla chitarra. Con loro negli anni ‘90 collaborai su più cose. Misi poi da parte queste canzoni quando fondai un altro gruppo, i Tangomarziano nel 1995. Finita l’esperienza dei Tangomarziano nel 2003 ritirai fuori il vecchio nome Hollowblue e lo utilizzai questa volta per un gruppo a tutti gli effetti, con Marco Calderisi, Federico Moi e Giancarlo Russo (ma nel tempo la formazione cambio a più riprese e vanno nominati anche Davide Malito Lenti, Sarah Mayer, Sara Crespi ed Ellie Young). Con Davide e Giancarlo, l’ultima formazione, abbiamo ancora un album nel cassetto che speriamo prima o poi di pubblicare, nonostante il gruppo sia al momento, per motivi logistici, in stand by.

3 Al vostro attivo avete un buon numero di ottimi album e collaborazioni con artisti di spessore… impegno riconosciuto anche dalla stampa italiana e internazionale…

Sono cresciuto ascoltando moltissima musica straniera, imparando a cantare sui dischi dei Genesis di Peter Gabriel e per me è da sempre naturale rivolgermi ad un pubblico anglofono. Da qui le molte collaborazioni con musicisti e artisti che tutt’ora ammiro e con i quali sono diventato amico: Anthony Reynolds dei Jack, Sukie Smith (Madam), lo scrittore americano Dan Fante, figlio di John, e altri ancora. I dischi sono stati recensiti anche su molte riviste Inglesi e Americane, e qualcosa anche in Francia, in Svezia, Olanda. Sia in Italia che all’estero le recensioni sono state sempre sorprendentemente ottime. La stampa ci ha sempre trattato bene, i video sono andati in rotazione su MTV, ma cantare in Inglese in Italia, se sei Italiano, è diventato piano piano negli anni un modo per autoescludersi da alcune scene, perché il mercato musicale Italiano si è chiuso su se stesso, abbandonando l’ambizione di esportare quello che facciamo. Forse per la paura del confronto.

4 Nel 2010 realizzate il primo video tridimensionale girato in Italia grazie alla regia di Francesco Rotunno e Alessandra Vinotto; video che ha avuto un grande successo internazionale tanto da vincere il 3D Festival di Hollywood, nonostante la concorrenza di artisi del calibro di Michael Jackson, Barbra Streisand, Pink Floyd, Santana…una grandissima soddisfazione

Ricordo che fu incredibile davvero. Noi rispetto a quei nomi eravamo negli USA dei perfetti sconosciuti. Ciò non ci impedì di esser selezionati, unici Italiani, e vincere. Il video dopo quel Festival girò tantissimi altri Festival e fu proiettato anche al Sundance. Ringrazio sempre Francesco e Alessandra che credettero nella nostra musica e decisero di investire in noi. La cosa avrebbe dovuto avere una risonanza molto maggiore in Italia ma invece trovammo molti ostacoli, anche solo nel far pubblicare la notizia della nostra vittoria. I Negramaro infatti avevano girato, mesi dopo la realizzazione del nostro video, un loro video 3d con una tecnologia non cinematografica ma piuttosto scarsa… il loro ufficio stampa ci fece “la guerra”. Non entro nei dettagli perché è una storia vecchia ma piuttosto rivelatrice di come funzioni la spartizione degli spazi di informazione in Italia. Non conta la vera notizia quanto piuttosto l’investimento economico. Se non puoi permettertelo puoi anche vincere ad Hollywood ma resti comunque fuori dai principali canali di informazione.

5 Prima degli Hollowblue facevi parte del gruppo Tangomarziano, raccontaci

I Tangomarziano nacquero dall’iniziativa di Andrea Landi (adesso Licantropi) nel 1995. Dopo di me si agiunsero Franco Volpi (Poliziotto, Saghe Islandesi) e Giancarlo Russo (Hollowblue). Andrea ad un certo punto usci dal gruppo ed entrarono Giulio Pomponi e Valerio Griselli dei Virginiana Miller. Ho bei ricordi di quel periodo, anche perché fu l’inizio di amicizie importanti che hanno arricchito la mia vita.

Con Franco, scomparso l’anno scorso, ho condiviso tantissimo, forse l’amico con il quale ho condiviso più cose negli anni, musicali e non, e Giancarlo Russo è stato anche il bassista degli Hollowblue, una colonna portante. Con i Tangomarziano, cantavo in Italiano e per me era piuttosto difficile. Non c’ero abituato ma accettai la sfida e fu una bella esperienza. Scrivevamo io e Andrea e fu un periodo fondamentale per il lavoro che feci sul mio modo di scrivere canzoni. Il nostro immaginario traeva spunto dalla fantascienza di Philip Dick, spesso nei live proiettavamo delle diapositive di ingrandimenti di insetti. Facemmo diversi concerti, collaborando anche con dei ballerini di danza contemporanea guidati da Simonetta Ottone, e registrammo alcuni demo. Nel 2002 vincemmo il concorso di Arezzo Wave e suonammo allo Stadio di Arezzo insieme a Faithless e Dandy Warhols. Di lì a poco ci sciogliemmo.

6 Quali sono le tue fonti di ispirazione, i chitarristi che “attaccavi alla parete” della tua cameretta ?

Le mie fonti di ispirazione la trovo sopratutto nei cantanti, non ho mai avuto il culto del chitarrista e non sono mai diventato un virtuoso della chitarra. Ho approfondito molto di più l’arte dell’arrangiamento, della composizione, alla ricerca dell’equilibrio tra le parti. Comunque David Bowie è stato il motore di tutto. Quello che mi ha spinto più di tutti a voler scrivere canzoni. Poi Syd Barrett, Lou Reed, Iggy Pop, Nick Cave, The Smiths, Bauhaus, Calexico, Chet Baker, Sonic Youth, Pulp ma anche certe cose di musica contemporanea come Arvo Pärt.

7 Progetti futuri, un nuovo lavoro, concerti ?
Gli Hollowblue sono in stand by come dicevo e dal 2014 sto portando in giro un nuovo progetto che è diventato il principale. È un progetto solista. Mi chiamo Stella Burns e ho pubblicato al momento due album con sonorità alla Calexico, ma ricchi anche di molto altro: “Stella Burns loves you” e “Jukebox Songs”. Dentro ci sono al solito diverse collaborazioni con amici di talento, tra i quali la scozzese Emma Morton e Carla Lippis dall’Australia.

I dischi hanno avuto un bel riscontro e ho fatto molti concerti negli ultimi anni lavorando spesso per i live con grandi musicisti e amici Livornesi, tra i quali Franco Volpi, Davide Malito Lenti e Giancarlo Russo e talvolta con Diego Sapignoli dei Sacri Cuori alla batteria.
Più recentemente ho invece raggruppato alcuni ottimi musicisti (Christian Scazzieri, Damiano Trevisan, Enrico Brazzi e Alessandro Fabbro) qui a Bologna, dove vivo da qualche tempo, per proporre nel prossimo futuro le vecchie e nuove canzoni in una veste se possibile ancora più completa. I dischi infatti sono ricchi di archi, pianoforte, trombe, banjo, mandolini.
Sto lavorando quindi al disco nuovo e anche ad un album a 4 mani con Luca Swanz Andriolo, il cantante dei Torinesi Dead Cat in a Bag. Ma vorrei anche concludere il quarto album degli Hollowblue e pubblicare un mini album con il mio primo gruppo The Moss Garden, e pubblicare anche il materiale scritto sotto il nome HelenaRussell con Franco Volpi e Giampiero Sanzari dei Sur Sum Corda, più una serie di altri piccoli progetti. Ci vorrebbero giorni di 48 ore!

8 Che rapporto hai con la scena musicale livornese, da sempre fucina di ottimi musicisti e con i tuoi colleghi?

A Livorno con Luca Faggella qualche anno fa ho curato la programmazione artistica dell’Ex Cinema Aurora e del Surfer Joe, invitando a suonare molti musicisti italiani e stranieri. Questo mi ha permesso per un po’ di avere un ruolo nel tessuto musicale della città non solo come musicista ma anche come promotore. Devo però dire che come musicista, a parte ovviamente gli amici e i collaboratori stretti, mi è sempre stato più facile collaborare con musicisti di altre aree d’Italia o con gli stranieri. Comunque a Livorno ci sono da sempre moltissimi bravi musicisti, un grande fermento e molta creatività fuori dagli schemi.

9 Gianluca, un rimpianto, una occasione non sfruttata…

Quando con gli Hollowblue vincemmo ad Hollywood nel 2010. Avremmo dovuto cercare di distribuire e promuovere il disco negli USA, cercare di andare a suonare lì e sfruttare il momento, ma l’etichetta di allora non ci supportò in questo e noi avevamo le mani un po’ legate anche per una questione meramente economica.
Altro rimpianto è non aver avuto il tempo di lavorare all’album che avevamo progettato con Dan Fante. Con lui facemmo due tour di musica e poesia. Molto intensi. E registrammo a casa mia molte tracce con la sua voce. L’idea era quella di fare una specie di “An American Prayer” dei Doors. L’idea c’è ancora, ma nel frattempo Dan ci ha lasciati. E semmai un giorno porterò a termine il progetto, avrò il rimpianto di non poterglielo fare ascoltare.

10 Chi è oggi Gianluca Maria Sorace?
Evolvere è un bisogno primario: come persona e come musicista. Bowie è stato per me l’esempio di un percorso, umano e artistico, che non si è adagiato mai. Sono quindi in cammino, ancora alla ricerca. Magari con prospettive e aspettative diverse rispetto a quando avevo venti anni ma comunque sempre acceso e guidato dalla passione.

EMANUELE MAZZA

D Emanuele Mazza, professione chitarrista, ovviamente da sempre…

R E’ partito tutto per scherzo con un grande amico che ora fa il tatuatore , ma nasco in una famiglia di musicisti padre bassista e zio chitarrista .

D Nel lontano 2001 dai vita al gruppo Hati & Sköll. Il vostro genere si può definire metal ma
più che altro un insieme di influenze di tutti e quattro i componenti in base alle esperienze
precedenti e ai loro background personali…

R R Si effettivamente si veniva da esperienze diverse, io venivo da un lavoro crossover che mi ha spinto a proporre un nuovo progetto con i ragazzi che poi diventarono la mia band

D Nel 2009 registrate il vostro primo album “One more time maestro” per l’etichetta
Videoradio, lavoro che vi ha fatto conoscere al grande pubblico e che vi ha portato ad aprire nel
2010 il concerto de La Strana Officina al Rock Village a Villa Corridi, una bella soddisfazione…

R Una bellissima soddisfazione anche se già li il cambiamento era già nell’aria , il bassista venne sostituito per la serata da un amico con sole quattro prove per motivi di lavoro e per non rinunciare si chiese aiuto a lui

D Nel 2013 dopo aver registrato il Demo “Distratta-mente” presso gli Iris Studio e aver fatto
tappa nella rubrica DEMO de Il Tirreno, vi presentate al The Cage Theatre di Livorno per
partecipare alla serata Demo Metal insieme a due band, gli Unredeemed e i d8 dimension.
Nel frattempo è entrata a far parte del gruppo la vocalist Vanessa Caracciolo…rimangono le sonorità
dure ma è innegabile che questa presenza femminile così importante stravolge un po’ le sonorità del
gruppo…

R La collaborazione con Vanessa doveva già avvenire come corista con la vecchia formazione ma quando Emi (il cantante) ci lascio per un nuovo progetto prendemmo la decisione di sentire se voleva venire con noi come cantante e no come corista è da lì si aprì un nuovo capitolo

D Ne avete fatta di strada da quel lontano 2001, in un mondo dove le rock band si sciolgono
come neve al sole; seppur con qualche avvicendamento, quale è il segreto di tanta longevità ?
R La grande amicizia e la voglia di suonare e il saperci sopportare con i nostri caratterini e non arrendersi alle prime difficoltà.

Gli Hati & Sköll sona nati da un mio sogno e fino a quando potrò il mio sogno andrà avanti.

D Progetti futuri , un nuovo cd, concerti alle porte ?
R Si, stiamo registrando un nuovo demo con la partecipazione di una amica ( è l’amica che mi ha fatto conoscere Vanessa) Ilenia C. e una data già prevista per venerdì 7 settembre al Sinistrofest, un grande evento che durerà 2 giorni ( da non perdere )

D Emanuele quali sono le tue fonti di ispirazione, i tuoi chitarristi di riferimento?
R Non ho una band preferita, ascolto un po’ tutto ma una per dirne una sono i Disturbed sia per le sonorità che per il modo di cantare .

D Gli Hati & Skoll e la città di Livorno…cosa offre e cosa nega la nostra città a voi e alle
decine e decine di gruppi che qui risiedono ?
R Gli Hati & Skoll a Livorno non hanno un buon seguito per il semplice motivo che non ci sono più locali che danno spazio alle band emergenti , è un po’ un circolo chiuso, suonano sempre le solite band e chi piace il genere non fa chilometri per sentirti suonare fuori .

D Emanuele, un rimpianto, una occasione perduta che avrebbe potuto, musicalmente parlando,
cambiare la tua vita ?
R Mi proposero quasi agli inizi di andare a suonare con una band già molto avviata ma con stupore della richiesta inaspettata dissi di no perché non mi sentivo in grado per la poca esperienza di intraprendere una strada nuova come bassista

D Chi è oggi Emanuele Mazza ?
R Oggi sono babbo di una bellissima bambina di nome Asia, ho 39 anni con la voglia di suonare che avevo quando ho iniziato, credo che non passerà mai .

VANESSA CARACCIOLO

D Vanessa, immagino tu abbia scoperto questa tua abilità nel cantare da piccola, ti immagino davanti allo specchio…

R Bravo, proprio così!!! In casa della nonna con la calza in testa per avere dei capelli lunghi .

D La tua voce è potente e grintosa tanto che nel 2012 entri a far parte del gruppo Hati & Skoll…

R Direi per caso sono entrata a far parte degli Hati&Sköll: un’ amica me lo propose e decisi di buttarmi in questa avventura.

Non sapevo come me la sarei cavata (ho sempre fatto rock blues) ma adoravo il genere quindi accettai e…ora ci sopportiamo a vicenda!!!

D Il sound del gruppo è robusto, il metal la fa da padrone, ma è innegabile che il punto di forza degli Hati sia proprio la tua voce e la tua presenza scenica che ben si integra con il muro sonoro della band…

R Direi che c è stata una bella fusione di caratteri forti e diversi tra loro.

Loro mi hanno cresciuta musicalmente e vocalmente ed è grazie a loro se ho avuto un po’ di visibilità e l’ opportunità di poter conoscere nuovi musicisti …..poi vabbè noi donne abbiamo una marcia in più quello si sa !

D Il mondo del rock, inutile negarlo, ha una impronta prettamente maschile, ma molte donne sono riuscite a farsi largo lasciando una impronta profonda e indelebile, mi riferisco a Janis Joplin, Grace Slick, Patti Smith e moltissime altre ancora, quali sono i tuoi punti di riferimento, le tue “muse” ispiratrici ?

R Si è vero, ora però ci stiamo rifacendo, ci sono molte cantanti ai giorni nostri che stanno spaccando nel mondo del Metal per non parlare delle grandi musiciste.

Devo dire che le mie muse sono state più le voci maschili come David Bowie, Freddy Mercury, Kurt Cobain.

D Il 6 aprile 2013 partecipate al Premio Fisoni di Cecina dove ottenete il Premio Giuria Tecnica e il secondo posto del concorso…una bella soddisfazione

R Siamo stati davvero contenti anche perché se non erro è stato il nostro primo live e non sapevamo quale reazioni suscitassimo.

D Vi esibite spesso dal vivo sia a Livorno che altrove, che rapporto avete con la scena musicale livornese ?

R Per il genere che facciamo ci accontentiamo, ma non basterebbe mai. La scena livornese per il Metal direi praticamente morta….. mi piacerebbe vedere un bel festival per svegliare gli animi dei rockers che a Livorno ci sono e in più mancano i locali, per questo noi preferiamo suonare fuori dalla nostra città.

D Progetti futuri tuoi e della band ? Qualche nuovo lavoro, concerti dove potervi ascoltare?

R Tante tante tante news!! Per quanto riguarda Hati&Skoll , 11 agosto Excalibur pub(Chiavari)

  • 11 settembre Sinistrofest 2018 ( ci siamo aggiudicati il secondo posto nel 2017)
  • Nuovo demo in uscita con la partecipazione di una seconda nuova voce femminile (Ilenia Cavallini)
  • I miei progetti e collaborazioni sono tante e diverse tra di loro…io amo osare….
  • L uscita del mio primo video (Neverending Universe) dall’ album (God is an Alien) nato dalla collaborazione con Led Green.
  • Holy hand Granade , La meravigliosa (Painting of Bodgaun) canzone scritta dal volontario Alessio Orsini autore del testo nato mentre riguardava delle foto fatte durante gli 8 mesi passati nel villaggio di Bodgaun, che si trova nel Nepal, colpito dal terribile terremoto del 2015, Ogni frase è una memoria o riflessione su quel periodo.
  • E il mio nuovo gruppo d8 Dimension, dove e come ……top secret, ma sarà fantasticamente divertente suonare con loro!

D Al di là del tuo ruolo di woman in rock, quando sei da sola, che musica ascolti ?

R Adoro ascoltare la musica al massimo, infatti sono un po’ sorda mi dicono.

Mi piace chi sperimenta ciò che suona come dice Caparezza, deve avere un bel ritmo, cupo e mistico.

Sono continuamente a ricercare ispirazioni ascoltando di tutto, spaziando dal gruppo In this moment, Metallica, Demetrio Stratos, Rammstein, Sepultura, Caparezza, ma anche Punk, Ska, Reggae , tribale ecc…..

Amo i suoni e tutto ciò che si può sperimentare con la voce.

D Ognuno di noi ha visto sfrecciare davanti a sé un treno sul quale non siamo saliti che avrebbe potuto cambiare la nostra vita…quale è il tuo treno che ancora oggi, seppur giovanissima, “non ti far dormire la notte “ ?

R Fortunatamente quel treno deve sempre passare!

D Chi è oggi Vanessa Caracciolo?

R Non è facile capirlo nemmeno per me, sono quello che la vita mi ha insegnato.

 

ALESSIO MANNUCCI

D Alessio quando è iniziato il tuo amore per la chitarra ?

R Ho iniziato a suonare la chitarra verso 15 anni scrivendo testi e strimpellando in casa , poi dopo il concerto dei Pink Floyd nel maggio dell’98 se ben ricordo a Livorno, ho iniziato a suonare un pò più concretamente duettando con un amico che, addirittura non mi riteneva adatto a suonare la chitarra regredendomi al basso, anche se poi è stata una bella esperienza comunque.

Poi ho iniziato a suonare con una band Anderson Council, poi Fuori Rotta

In realtà mi affacciavo a quel mondo ed iniziavo a scoprire mondi inesplorati,

prima di scoprire il Rock VIA di Claudio Baglioni per me era un pezzo Rock

D Fai parte del gruppo 10 DIAZ…come è nata questa idea ?

R Dopo aver suonato per anni svariate cover di ogni tipo però del panorama italiano e brani nostri, insieme a due amici, avemmo l’idea di mettere su una band dove abbandonare le cover che, per quanto si voglia, non sono mai tue, ma solo di chi ascolta.. insomma volevamo dire e mostrare le nostre idee e confrontarci nel panorama musicale italiano.

Lasciare la band di cover e rinascere con un progetto tutto nuovo, i 10 DIAZ

Solo con l’intento di provarci, di scrivere cose nostre e nuove, arrangiare e registrare e fare dischi o cd ma di inediti, idee nate dalla nostra passione sviscerata per la musica

Ad oggi posso dire con 2 album all’attivo e diversi videoclip ufficiali,in giro per le radio nazionali e maggiormente in America Latina,

Scommessa vinta, manca solo il grande salto..

D 10 DIAZ..strano nome…da dove “esce fuori” ?

R In realtà è stato semplice perchè abbiamo usato la via ed il numero civico dove abbiamo il nostro studio di registrazione e sala prove Via Diaz al civico 10

D Spesso e malvolentieri si sente gruppi che si cimentano in testi in inglese “scimmiottato”; voi invece avete optato per testi in italiano…perchè questa scelta?

R Dirrò una cosa impopolare, non lo condivido nella maniera più assoluta, almeno che , chi canta in inglese sia stato degli anni in Inghilterra o negli Stati Uniti,

voglio prendere spunto da una citazione da MIKA che diceva:

“Per cantare in Italia sono dovuto risiedere Italia e andare a scuola per anni per imparare l’italiano”.

Lo condivido pienamente

Specie in Inghilterra o in America dove sono molto ligi con la lingua e non accettano storpiature

Poi si sa che l’inglese è facilmente “poetabile”, va in rima facilmente e potrebbe sembrare una soluzione più facile..

Spesso ho l’impressione che si voglia cantare e non far capire che si canta..

Immaginate tanti MAL o cantanti americani che scimmiottano l’italiano e mettetelo al contrario..

È vero che l’italiano ha delle rime più difficili,

ma abbiamo una lingua bellissima che ha sonorità favolose e all’estero è tanto apprezzata, perchè privarsene

Occorre studiare e sono convinto che lo scrivere in italiano darà tantissima soddisfazione e faciliterà l’ascolto di chi vuol ascoltarvi

D Quali sono i tuoi punti di riferimento, musicalmente parlando ?

R Tanti anni fa ti avrei detto Dave Gilmoure perchè sono affascinato dai suoni e dagli effetti, è come domare un cavallo in libertà.

Oggi ascolto e mi lascio affascinare da tutti i grandi e porto con me un pò di tutto quello che conosco nel panorama Rock; spesso mi accostano un a quello o a quell’altro, ma in realtà non mi sento vicino a nessuno come chitarristi, esprimo solo quello che sento e quello che richiede il brano che devo arrangiare e suonare.

Ma tra i più grandi apprezzo Gilmoure, The Edge con quell’immenso senso del gusto sulle sonorità ma sottovalutato dalla massa, Slash, Braian May, Angus Yong, Clapton, ecc..ed un sottovalutato Stef Burns perchè suona solo con Vasco

ma non mi piacciono i troppo virtuosi come Steve Vai e compagnia bella.

D In città siete famosi per aver organizzato Christmas Rock, lodevole iniziativa nata per dare spazio alle band emergenti…raccontaci

R Questa è una cosa che non mi ha mai fatto molto piacere perchè i 10 DIAZ sono una band che ha un cammino di tutto rispetto oltre che aver aperto Effetto Venezia sul palco principale nel 2016 e due album all’attivo.

Per quanto riguarda il Christmas Rock è stata un’idea mia e di Andrea Meoni, aveva l’intento di portare fuori dalle cantine o dalle sale prove le band che avevano meno spazio ed idee nuove invece delle “solite”cover.

Ho sempre creduto nelle potenzialità della musica italiana e per questo è nato il Christmas Rock.

Una rassegna gratuita dove le band dovevano suonare solo inediti in italiano e rigorosamente selezionati e grazie a Radio Incontro in particolar modo a Marco Leonetti godevano di una piccola promozione gratuita di un brano, che potesse passare radiofonicamente e pubblicizzarli

Inoltre avevo sempre desiderato che ci fosse una maniera per trovarsi tra musicisti, senza pensare che uno è più bravo dell’altro, perchè non credo a queste idiozie, non credo nelle competizioni, volevo solo creare un punto d’incontro, aiutare il momento in cui si parla ci si confronta e perchè no.. magari si collabora.

Del Christmas Rock sono state fatte otto edizioni con tanto di gemellaggio con Rock Targato Italia fino al 2015, ma sto lavorando per ripartire nel 2018 con più carica e grinta di prima,

ai 10 DIAZ ha portato fortuna, magari riusciamo ad aiutare qualcun altro..

D Nel 2012 esce il vostro video “Benvenuti in questo mondo”, realizzato dalla Redfish per la Clou Disque Production…una bella soddisfazione

R In realtà quello è stato solo l’inizio..

Sono seguitit NELLA NOTTE entrato in classifica tra i brani più trasmessi del circuito EARONE raggiungendo in italia il 61 posto

Poi SENZA VIA DI USCITA.

Con la nuova etichetta TOP RECORDS abbiamo messo fuori altri quattro singoli e videoclip

LA MIA CHITARRA

DICONO DI TE

CHE COSA SEI PER ME con 248.000 visualizzazioni su FB

STELLA DELLA NOTTE , il video uscirà in questi giorni ma è già in giro su molte radio italiane e soprattutto estere.

Ma se permetti è giusto ringraziare il mio compagno di viaggio col quale suono da 23 anni Luca Pierozzi voce ed artefice di quasi tutti i brani, col quale ho condiviso musicalmente tutto,

Michele Muti (discografico) il nostro direttore artistico, basti pensare che con la Poligram ha scoperto e lanciato ZUCCHERO , BIAGIO ANTONACCI, TIMORIA e LITFIBA e 21 Sanremo alle spalle, senza di lui tantissime cose non sarebbero accadute e sapere di averlo accanto sia in fase di arrangiamenti e di mixaggi è davvero una gran bella spinta oltre che orgoglioso di collaborarci

Il nostro ufficio stampa P &G di Pietro Giannetta da sempre al nostro fianco nello sbattersi con le tv e radio di mezzo mondo

Emanuele Cama il nostro arrangiatore e un grande amico col quale ho condiviso gli arrangiamentio dei 10 DIAZ e da poco anche di altri artisti che produciamo con le nostre canzoni dei 10 DIAZ

Roberto Vannini detto Pallino alla batteria, e Marco Lemmi al basso, numeri uno!

D Progetti futuri, esibizioni a breve magari in città?

R Tra poco registreremo un nuovo videoclip che uscirà in Italia ed all’estero e sarà un omaggio alla nostra Livorno, il titolo è Top secret, ma vi assicuro che ne sentirete parlare

Il brano è già stato mixato arrangiato,

insomma è pronto.

D A proposito di Livorno…qual’è il rapporto che avete con la città, da sempre madre di centinaia di gruppi ?

R Ci sentiamo dei profeti in patria..

Non siamo mai stati troppo apprezzati perchè facevamo musica che strizzava l’occhio al pop e questo ci ha portato a guardare fuori ad esportare la nostra musica.

Ma in tutti i nostri videoclip e le nostre canzoni portiamo con noi le immagini e le bellezze della nostra Livorno.

Pensate che il videoclip CHE COSA SEI PER ME è stato realizzato dentro le Terme del Corallo grazie alla Brdenkeik che da sempre ci segue, ha girato tantissimo in Sud America dove la location campeggiava e mostrava al mondo una bellezza di Livorno, un nostro diamante nascosto

D Alessio…un rimpianto e un sogno nel cassetto ?

R Un rimpianto? Non aver cominciato prima..

Un sogno nel cassetto?

Realizzare delle colonne sonore e continuare a produrre musica inedita da far conoscere e magari dare una mano agli altri, sempre che ne valga la pena

D Chi è oggi Alessio Mannucci ?

R Un musicista che si occupa di produzione discografica, che collabora con dei grandi professionisti e ancora strizza l’occhio al suo primo amore, la chitarra, con l’incoscienza di continuare a fare musica inedita e di presentarla in ogni dove..un sognatore.