D Ilaria Rapalino, cantante da bambina immagino…
R Ricordo che feci un provino per lo zecchino d’oro quando andavo alle scuole elementari, ma per quel poco che ricordo non mi interessava molto e non mi impegnavo. Comunque non cantavo molto da bambina, ero timidissima e quindi ho sempre cantato “di nascosto” quando pensavo che nessuno mi potesse sentire e questo è durato fino
all’adolescenza.
D Eri la vocalist del gruppo Choosy Pigs, che ricordi hai di quella esperienza ?
R I Choosy Pigs sono stati quella che ritengo la mia prima vera band, ne ho avute altre prima ma suonavamo solo cover e non c’era stato lo stesso “feeling” che ho provato con i Choosy Pigs. Tutto è nato perché tramite un progetto universitario ho conosciuto il bassista Massimo Ruberti, che ritengo un genio e una persona super creativa che non smette mai di avere nuove idee. Poi con lui ho riunito batterista e chitarrista e, per quanto breve, si era creato un “feeling” speciale tra di noi e più che altro “scazzando” ci siamo divertiti molto. Purtroppo, per mia colpa, si è troncato sul nascere.. Abbiamo suonato per circa 4 mesi e fatto 5 pezzi nostri tutti generati dall’improvvisazione. Abbiamo poi registrato in sole 4 ore proprio il giorno prima della mia partenza per Londra.
DNel brano “Hate you” nel primo demo che avete prodotto proprio la tua voce lo rende molto bello…
R”Hate you” è la mia preferita, è un pezzo dal sound molto rudimentale e allo stesso tempo cupo e dal testo si intende che ha un’impronta di “protesta” contro qualcuno…che in realtà è un noto politico Italiano che si chiama “Berlusconi” 🙂
D Solo poco tempo di permanenza nel ruppo e poi la tua uscita…che è successo ?
R Mi sono ritrovata a dover scegliere e prendere una decisione, se rimanere con quello che avevo ma che non mi rendeva felice al 100%, o se prendere il rischio e avviarmi verso una nuova avventura. Sono partita senza un piano preciso con una valigia e zaino e non ho più fatto ritorno. Ho lasciato amici cari, ragazzo, famiglia e ovviamente anche i Choosy Pigs.
D Nel mondo del rock ci sono molte cantanti che hanno “lasciato il segno”…quali sono le tue fonti di ispirazione, i tuoi mostri sacri?
R Una delle cantanti ancora in vita che mi ispirano molto sono Patti Smith e Pj Harvey. I miei “mostri sacri” sono più uomini ad esser sincera, mi viene diretto menzionare Bob Dylan e David Bowie. Invece tra i miei gruppi storici preferiti ci sono ovviamente i Joy Division, The Stooges, The Cure, The Smiths..
D Sono 5 anni che vivi a Londra; te che vieni da una realtà notevole in ambito musicale ma pur sempre di provincia, come ti sei trovata catapultata “al centro dell’impero” musicale?
R Ti posso dire che Livorno, per quanto piccola, ha una scena musicale altissima e di gran livello in proporzione a Londra. Niente da togliere a Londra, ma essendo comunque una metropoli allo stesso tempo è molto dispersiva. Tutto dipende da che ambiente frequenti e se hai la possibilità di lavorare in ambito musicale. Purtroppo per me è già stato difficile farmi delle amicizie vere e durature, quindi figuriamoci trovare qualcuno che condividesse i miei stessi interessi musicali! Per fortuna ho trovato almeno qualcuno con cui andare ai concerti, una cosa che qui non manca assolutamente, ci vado almeno una volta a settimana! Seguo più che altro band locali indie di nicchia, che hanno una certa importanza qui in UK ma che vanno anche in tour per l’Europa. Ho trovato che c’è una bella scena interessante a Brighton, più piccola ma molto rock’n’roll, quasi da comparare a Livorno. Infatti le migliori band indie vengono quasi tutte da Brighton, forse sono il mare e la costa che ispirano di più a fare musica?
D Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita, perché a Londra si trova tutto ciò che la vita può offrire” Così, Samuel Johnson, critico letterario, poeta, saggista, biografo e lessicografo britannico commentava a proposito di Londra. Anche sotto l’aspetto musicale ti trova daccordo questa affermazione?
R È vero che Londra ti dà tutto, ci sono cose interessanti da fare ogni giorno, non smetti mai di conoscere nuova gente e ci sono un sacco di opportunità lavorative. Se hai un sogno lo puoi veramente realizzare qui, se vuoi qualcosa davvero lo puoi realizzare e vieni premiato per le tue fatiche. Io la ritengo una città adatta ai giovani e a chi ha voglia di fare e a chi piace la dinamicità delle cose in generale, qui non è una vita per tutti ed è molto dura all’inizio. Superati i 30 anni tendi poi a cercare una certa stabilità e tranquillità, e forse, come sta per capitare a me, incomincio a “stancarmi”? Non della vita ovviamente, ma della troppa dinamicità. Non ti saprei dire esattamente in ambito musicale….Mi è capitato di conoscere qualche “ex punk” della generazione di mio padre che ha vissuto la vera scena musicale punk/ post punk, quando ancora la zona di Chelsea era alternativa e no “posh” come adesso e Camden Town non era solo street food e cianfrusaglie. Questa generazione di persone sembra essere ancora molto legata a Londra e alla musica di quando erano giovani, noto invece che la mia generazione, al contrario, se ne allontana più facilmente concentrandosi più su lavoro e famiglia e mettendo la musica su un secondo piano. I veri saggi della musica sembrano scarseggiare tra i giovani, soprattutto tra i ventenni di oggi, sembrano essere meno appassionati e seguire più i trend del momento.
D Ilaria anche se giovanissima, hai un rimpianto, una occasione che non hai sfruttato come avresti voluto?
R Ora che mi sono stabilizzata nella vita in generale e dal punto di vista lavorativo mi sento pronta per coltivare di più le mie passioni, magari, tempo permettendo, trovare una band e strimpellare il mio basso che suono brutalmente! Canto solo sotto la doccia o mentre faccio le pulizie sognando ancora ad occhi aperti di essere una rockstar. Si..passati i 30 anni lo faccio sempre 🙂 Un mio rimpianto? Purtroppo stupidamente non mi sono mai messa a studiare musica seriamente e non ho mai creduto al 100% in quello che facevo, lo facevo giusto per il piacere di farlo… non mi sono mai sentita un animale da palcoscenico e ho sempre avuto vergogna nel cantare di fronte ad altri.
D Chi è oggi Ilaria Rapalino ?
R L’Ilaria di oggi, rispetto a quella prima di partire, è positiva, molto indipendente e forte. In 5 anni è stata dura costruirmi delle amicizie abbastanza solide e dei punti di riferimento, ma adesso ho pochi amici veramente importanti per me che hanno vissuto le mie stesse difficoltà ed esperienze e che sono diventati come famiglia. Tutta questa esperienza mi ha fatto molto crescere e non avrei mai pensato di avere così tante soddisfazioni in ambito lavorativo. Per questo motivo sono veramente contenta e fiera di me stessa e del percorso che ho intrapreso.
D Vuoi attraverso il nostro giornale salutare la tua Livorno e gli amici che hai lasciato ?
R Saluto alcuni tra i pochi cari amici rimasti a Livorno che stanno iniziando a mettere su famiglia, al contrario di me 🙂 Di Livorno mi manca il cibo, il mare, l’odore di salsedine, il sole lucente, e quel lato super “verace”. Mi manca un pò vedere facce conosciute e salutare tutti, ma allo stesso tempo mi piace anche l’anonimato che c’è qui. Purtroppo per le mie ambizioni lavorative non c’è opportunità per me a Livorno, ma chi lo sa, forse un giorno mi immagino in una bella casa con giardino e vista mare, magari ad Antignano, e ad andare in bicicletta a fare la spesa al mercato di Piazza Cavallotti e fare quella vita tranquilla ma che ti rende felice con quelle piccole cose che impari ad apprezzare di più quando sei lontano da casa…