1 Franco Bonaccorsi…cantante. Come ha inizio questa tua vocazione ?
Mi è sempre piaciuto cantare, fin da piccolo. Quando compravo i dischi imparavo subito i testi e le melodie per poter cantare dietro alle canzoni. Poi, per caso, a metà degli anni ‘80 un amico mi disse che la sua band stava cercando un cantante. Facevano cover di gruppi che ascoltavo e gli dissi che i pezzi li conoscevo, ma che non avevo mai fatto parte di una band. Andai alle prove pensando che mi avrebbero buttato fuori subito e invece mi presero.
2 Nel 1990 nascono i Death Cell. Hanno una peculiarità…gruppo senza chitarra…basso, batteria e voce. Perchè questa scelta ?
Scelta obbligata: non avevamo un chitarrista. La prima formazione dei Death Cell era composta da Alessandro Feri al basso, Francesco Lenzi alla batteria e me alla voce. I nostri generi di riferimento iniziali erano il punk, il dark, il doom e la psichedelia e volevamo fare una musica che, partendo da questo, mescolasse il tutto in qualcosa di personale e originale, scrivendo solo brani nostri, senza fare cover. Non era facile in quel momento trovare dalle nostre parti un chitarrista per un progetto di quel tipo. Cominciammo comunque a suonare insieme e a comporre i brani, cercando di trasformare quello che era una mancanza in un nostro punto di forza. Quello che suonavamo ci piaceva e piaceva anche a chi ci ascoltava, così abbiamo continuato.
3 Prima del vostro primo demo tape dal titolo omonimo “The Death Cell” si unisce al gruppo anche una chitarra. Inevitabile…
Sì, entrò in formazione Simone Lenzi e questo completò la band e ovviamente dette ai nostri brani maggiore respiro, sebbene il basso sia sempre rimasto lo strumento portante su cui sviluppare i pezzi. Nel frattempo, tra l’altro, era cambiato anche il bassista, era arrivato Federico Cingottini dopo l’abbandono di Alessandro che voleva tornare a suonare la batteria, strumento che gli piaceva di più, e questo aveva dato nuova linfa compositiva e energia alla nostra musica.
4 La vostra musica vi ha portato a suonare nei più famosi palcoscenici della Toscana: Macchia Nera di Pisa, l’Indiano e l’Ex-Emerson di Firenze, il Cave e il Topsy di Livorno, fino alla partecipazione alla Festa dell’Unità di Pisa, dividendo la serata con gli Skiantos…una bella soddisfazione.
Sì, abbiamo suonato in giro più che potevamo. Al tempo facendo musica propria si poteva arrivare a suonare in locali, centri sociali e eventi importanti, anche se si era una band poco conosciuta. Ci è sempre piaciuto suonare dal vivo ed è così ancora oggi.
5 Nel 1994 il musicista, produttore e noto ex chitarrista dei Death SS Paul Chain, ascolta il vostro demo e vi invita a registrare un album completo nel suo studio di Pesaro, sotto la sua produzione artistica.
Nasce così “Magic Water”, full-lenght del 1994, composto da 8 canzoni originali, in cui lo stile iniziale del gruppo si affina in un suono più personale, ancora più oscuro e musicalmente compatto e dirompente. Raccontaci.
Magic Water rappresenta la summa della prima parte del percorso musicale dei Death Cell. Ci fece piacere che un artista del calibro di Paul Chain avesse apprezzato la nostra musica e ci avesse chiamato nella sua casa/studio per registrare un album. Fu divertente vivere quell’esperienza in quella casa antica, del ‘600 se non ricordo male, attorniati da teschi, croci rovesciate, chitarre e materiale da scena, a contatto con la follia musicale e personale di Paul Chain, che ci fece da produttore artistico, rendendo il nostro suono più gotico e pesante senza snaturarlo, anzi esaltandolo.
6 Finalmente vi fate conoscere anche fuori dei confini regionali e non solo; infatti suonate in una serie di date a livello nazionale, tra cui da ricordare l’esibizione al “Bar Tabacchi” di Milano, e internazionale, come la manifestazione “Tremplin Rock” di Parigi.
Dopo l’incisione del disco, che fu pubblicato e distribuito nei negozi e sui cataloghi (al tempo l’online non esisteva..) dalla Zero Production, branca dell’etichetta indipendente Face Records di Tony Face, l’ex batterista dei Not Moving e le recensioni positive sulle testate giornalistiche musicali e di genere principali, abbiamo avuto l’occasione di poterci far ascoltare fuori dalla Toscana: trasferte epiche e belle suonate. Mi ricordo a Parigi dove eravamo totalmente sconosciuti e invece ricevemmo un sacco di complimenti.
7 Nel 1995, nonostante i vari riconoscimenti, rimanete soltanto in due…che successe?
Il chitarrista e il batterista decisero di lasciare la band per terminare gli studi. Rimanemmo in due, basso e voce e provammo a ricostituire il gruppo, ma senza trovare una formazione duratura o soddisfacente. Abbiamo fatto anche qualche concerto in due, ma poi lasciammo perdere, anche perchè la vita e il lavoro portarono lontano anche me, ho vissuto molti anni all’estero e il bassista.
8 Finalmente nel 2014 una reunion che vi vede protagonisti in una lunga serie di concerti, tra cui partecipazioni a manifestazioni di livello nazionale come MusicaW Festival di Castellina Marittima e Emergenza Festival al The Cage di Livorno. Tutto come prima?
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Come prima e meglio di prima. Ci siamo ritrovati per caso ancora una volta in tre: basso, batteria e voce, il nostro vecchio chitarrista ha appeso lo strumento al chiodo appassionandosi alla fotografia. Siamo quindi tornati a suonare e comporre nuovi pezzi senza la chitarra, come all’inizio. Siamo rimasti soddisfatti di quello che abbiamo prodotto. Gli anni passati, le differenti esperienze musicali (nessuno di noi aveva mai veramente smesso di suonare) e le nuove influenze ci avevano dato un nuovo stile e migliorato compositivamente e tecnicamente, mantenendo intatta la nostra affinità e la facilità di creare nuovi brani. Abbiamo continuato quindi in tre per circa un anno e mezzo, fino a quando non è entrato in formazione il nuovo chitarrista. Ad oggi la formazione dei Death Cell, oltre a me alla voce, è: Francesco Lenzi (batteria), Alessandro Grassi (chitarra), Federico Cingottini (basso).
9 Nel 2017 viene pubblicato l’EP “Lancia In Resta” ma so per certo che attualmente in fase di lavorazione c’è un nuovo album che uscirà nel 2018. Anticipaci qualcosa dai…
Si, Lancia In Resta è l’anteprima del nuovo album dei Death Cell. Contiene brani originali composti dopo la nostra riunione e sono alcuni di quelli che andranno a comporre il nostro nuovo lavoro, che dovrebbe essere inciso nell’autunno 2018. Sono grandi brani e siamo soddisfatti di come gli abbiamo incisi e di come ci rappresentino oggi. Ed i nuovi stanno venendo alla grande.
10 Franco quali sono le tue fonti di ispirazione?
Moltissime, musicali e non solo. Musicalmente ho sempre ascoltato e ancora oggi ascolto tanti generi e gruppi differenti, cercando di seguire le nuove uscite e le evoluzioni della musica. Non mi piace fermarmi al passato, ma cercare sempre novità da affiancare all’ascolto dei miei preferiti. Se devo darti i nomi di band che mi hanno influenzato, posso citarti a caso e non in ordine di preferenza: Black Sabbath, Stooges, Velvet Underground, Doors, Pink Floyd, Lou Reed, David Bowie, Sex Pistols, Clash, Joy Division, Bauhaus, Cure, Sonic Youth, Fugazi, Soundgarden, Jane’s Addiction, Ministry, Nine Inch Nails, Tool. Ma ce ne sarebbero molti, molti altri.
11 Hai un rimpianto, musicalmente parlando…un treno che hai visto sfrecciare davanti senza che tu sia salito ?
Ce ne sono molti, ma preferisco ricordare i treni che ho preso, che mi hanno dato esperienze ed emozioni.
12 Chi è oggi Franco Bonaccorsi ?
Come dice il grande Iggy Pop: I am the passenger and I ride and I ride…