BOWIE DAVID – The world of David Bowie (1970)

BOWIE DAVID

THE WORLD OF DAVID BOWIE

*1/2

Label Decca

Format Vinyl LP

Country UK                                                                           

Released March 1970

Genre/Style Rock

Side A

1 Uncle Arthur **

2 Love you till tuesday **

3 There is a happy land *

4 Little bombardier *

5 Sell me a coat *

6 Silly boy blue *

7 The London boys *

Side B

1 Karma man **

2 Rubber band **

3 Let me sleep beside you **

4 Come and buy my toys *

5 She’s got medals *

6 In the heat of the morning *

7 When I live my dream *

The World of David Bowie è una raccolta, pubblicata dalla Decca Records nel 1970.
Uscita in Europa, Australia e Nuova Zelanda, contiene quasi tutte le tracce già presenti nel primo album di Bowie oltre a The London Boys, pubblicata solo su 45 giri, e alcuni brani inediti.
The World of David Bowie ripropone ben 10 delle 14 tracce dell’album del 1967; la raccolta è degna di nota soprattutto per la presenza di tre brani inediti: Karma Man e Let Me Sleep Beside You, registrate il 1º settembre 1967 agli Advision Studios e In the Heat of the Morning, registrata il 12 marzo 1968 negli studi della Decca Records.
Trovai questo LP, per caso, alla Standa di Via Grande.
Non sapevo della sua esistenza ma, essendo innamorato del Bowie di quei tempi, lo comprai.
Le canzoni denotano immaturità musicale ma anche i germi di quello che sarà Space Oddity.

BOWIE DAVID – The man who sold the world (1970)

BOWIE DAVID

THE MAN WHO SOLD THE WORLD

***

Label EMI

Format Vinyl LP

Country UK                                                                     

Released 04-11-1970

Genre/Style Rock

Side A

1 The width of a circle ****

2 All the madmen ****

3 Black country rock ***

4 After all **

Side B

1 Running gun blues ****

2 Saviour machine **

3 She shook me cold **

4 The man who sold the world ***

5 The supermen ***

Musicisti

David Bowie – Voce, chitarra, stilofono

Mick Ronson – Chitarra, sintetizzatore

Tony Visconti – Basso, pianoforte, chitarra

Mick Woodmansey – Batteria

Ralph Mace – Sintetizzatore

The Man Who Sold The World segna di fatto l’inizio della stagione migliore di Bowie. Terzo album da studio di David e primo grande capolavoro dell’artista inglese, caratterizzato dalle splendide liriche e dalle sonorità che passano da fasi di oscure ballate folk basate sulla chitarra acustica e sui delicati fraseggi al Moog, a momenti di possente hard rock condotti dalla chitarra di Mick Ronson, dal basso di Tony Visconti e dalla batteria di Mick Woodmansey, due terzi dei futuri Spiders from Mars. Produce Tony Visconti, all’epoca produttore di T. Rex, Gentle Giant, Badfinger, Strawbs e molti altri. Un album gioiello dei primi anni ’70 .
The Man Who Sold the World si trova al 57º posto nella classifica dei 100 migliori album di tutti i tempi di New Musical Express, al 4º posto in quella della rivista norvegese Panorama, relativamente al periodo 1970-1998, e al 10º nella classifica dei 50 dischi a orientamento omosessuale del magazine inglese Attitude.

BOWIE DAVID – Space oddity (1969)

BOWIE DAVID

SPACE ODDITY

***

Label RCA

Format Vinyl LP

Country UK                                                                                

Released 14-11-1969

Genre/Style Psychedelic rock

Side A

1 Space oddity ****

2 Unwashed and somewhat slightly dazad ***

3 Letter to Hermione *

4 Cygnet committee ***

Side B

1 Janine ***

2 An occasional dream *

3 The wild eyed boy from freecloud *

4 God knows I’m godd **

5 Memory of a free festival *

Musicisti

David Bowie voce, chitarra a 12 corde, stilofono, organo elettrico, kalimba

  • Keith Christmas chitarra folk
  • Herbie Flowers, John Lodge basso
  • Tony Visconti basso, flauto
  • Terry Cox, John Cambridge batteria
  • Rick Wakeman mellotron, clavicembalo elettrico
  • Paul Buckmaster violoncello
  • Benny Marshall and friends armonica, cori
  • Mick Wayne chitarra
  • Tim Renwick chitarra elettrica, flauto

Space Oddity è il secondo album di David.
Si tratta senza ombra di dubbio di un lavoro ancora immaturo, sia per quanto riguarda la musica, ancora troppo debitrice del folk rock di protesta, sia per ciò che concerne parte dei testi, ancora non dotati della straordinaria profondità di quelli del Bowie più saggio e riflessivo. Eppure, anche in Space Oddity, è impossibile non notare la particolarità e complessità dell’artista britannico, qui solo all’inizio di un viaggio che lo porterà ad essere una delle figure leggendarie della storia di tutta la musica, non solo di quella più prettamente rock.

MASSIMO RUBERTI

1 Massimo Ruberti, bassista. In un mondo dominato dalle chitarre perchè questa scelta ?

Prova a mettere in mute la traccia del basso in un pezzo… I bassisti riempiono gli spazi come l’etere riempie il Cosmo.

 

2 Quali sono le tue fonti di ispirazione, i tuoi “mostri sacri” ?

Ho iniziato ad ascoltare musica da teenager con Madonna e tutta quella discarica commerciale di quegli anni,  l’ Heavy Metal anni ’80, passando poi al Punk, al Dark, alla New Wave e per ultima, alla musica elettronica. Ho tanti mostri, e alcuni nemmeno troppo sacri.

 

3 Nel 2013 dai vita al gruppo Choosy Pigs, band che ricorda i Joy Division e gli Stooges…come è nata questa avventura ?

Per puro caso! Non sono stato io a dare vita al progetto; cercavano un bassista e io avevo tantissima voglia di mettermi di nuovo in un gruppo a suonare il basso, essendo conclusa da tempo l’esperienza con il mio ex gruppo, i Disvega.  E’ stata una bella esperienza finchè è durata. Non cercavamo di suonare un genere particolare ma i gruppi che hai citato sicuramente ci univano (e ti ringrazio per la citazione!). Parlo al passato perchè ormai i ChoosyPigs non esistono più…è stata una bella meteora in pieno Punk Style!

 

4 Peculiarità della band è stata quella di scrivere pezzi originali in inglese, scelta difficile, emozionante e coraggiosa…

Dici? A noi è sembrata la cosa piu’ naturale del mondo!

 

5 La ciliegina sulla torta la presenza di Ilaria Rapalino come vocalist…in una band con chiare influenze punk anche se etichettare la musica è sempre difficile e rischioso, la presenza femminile ha dato quel qualcosa in più…

Sicuramente. Una presenza femminile da sempre un valore aggiunto alle arti, e nella musica trovo che questa tua affermazione sia ancora più vera. Ilaria era la bella in mezzo alle bestie (ai maiali per l’esattezza).

 

6 Terminata l’esperienza Choosy, cambi totalmente genere e abbracci una sorta di new age..suoni caldi e avvolgenti in perfetto stile di “trafficante di suoni e immagini”…

In realtà, come già affermato prima, i Pigs sono stati veramente una meteora. Il mio avvicinamento alla musica elettronica è avvenuto nei primi anni 2000, molto prima dell’avventura Pigs. Non mi considero un new ager, anzi il termine mi fa venire i brividi (ah ah!), mi vedo piu’ come uno sperimentatore che non disdegna soluzioni e strutture decisamente pop. Un compositore di colonne sonore per film inesistenti. Un viaggiatore statico. Mi definisco un ‘trafficante’ proprio per voler affermare questo mio voler essere trasversale. L’affermazione di Brian Eno sul suo essere un ‘non’ musicista continua ad affascinarmi anche a distanza di tanto tempo.

 

7 Granchite Yumtruso PT 1 E Granchite Yumtruso PT 2 sono i tuoi recenti lavori…programmi futuri, progetti ?

Questo disco è diviso in due parti che escono in due diversi momenti. La scelta è stata dettata principalmente da una scadenza di tempo che avevo con la mia netlabel Nostress. Semplicemente non avrei potuto consegnare in tempo tutto il disco finito di otto pezzi, così mi sono concentrato sui primi quattro e abbiamo deciso insieme di far uscire la prima e la seconda parte a distanza di un anno tra loro.

In un secondo momento, mi è piaciuta questa formula autoimposta della divisione in due parti. Essendo un concept album, la divisione puo’ rafforzare questo intento narrativo, e la si puo’ vedere come il primo e secondo tempo di un film, oppure due volumi di un unico romanzo.

Sono due dischi elettronici/etnici/psichedelici, divisi tra tecnologia e primitivismo. Ci sono esseri umanoidi e macchine intelligenti che condividono gli stessi ambienti. Gli umanoidi vivono quasi in modo primitivo ed arcaico, spesso ignorando l’esistenza delle macchine che sono in realtà le estensioni di un’unica macchina pensante. A livello di suoni, ho usato strumenti etnici e acustici assieme a sintetizzatori e suoni digitali, proprio per sottolineare la dualità di questa strana convivenza. Lamellofoni che incontrano le macchine.

Adesso ho diversi progetti in testa, sia da solo sia con il nostro progetto parallelo, ‘Rupert‘. Con i Rupert suoniamo dark chamber pop, abbiamo all’attivo un EP pubblicato da Santeria/Audioglobe, e stiamo lavornando a pezzi nuovi per un possibile disco futuro. Io, al momento sto considerando nuove strade ed espressioni musicali, sempre nell’ambito della musica elettronica. Vedremo che succede!

 

8 Livorno è sempre stata una città della musica con centinaia di musicisti nel suo seno…che rapporto hai con la scena musicale della tua città?

Mi sono sempre sentito un outsider, un drop-out, uno ‘stranger in a strange land’ con la mia città. In vecchiaia però sono venuto a patti con questa amata/odiata provincia e riesco, se non a volerle bene, a tollerala e a riderci sopra. Cerco comunque di essere sempre aggiornato su quello che accade a livello musicale ed artistico. Sono curioso. Mi piace vedere l’evoluzione delle cose e creare collegamenti. Musicalmente trovo che Livorno sia una città molto attiva con tante persone valide. Una piccola città di provincia con un alto numero di musicisti e musicanti, che in generale rifiuta di aprire le porte ad una mentalità più collaborativa. Ognuno bada al suo piccolo orto ed è un peccato.

 

9 Massimo, c’è un treno sul quale non sei salito che avrebbe potuto dare una impronta diversa alla tua carriera musicale?

Era meglio se nel ’99 rimanevo a vivere a Berlino!

 

10 Chi è oggi Massimo Ruberti ?

Uno splendido quarantenne

BOTHY BAND – Old Hag You Have Killed Me

BOTHY BAND

OLD HAG YOU HAVE KILLED ME

**1/2

Label Mulligan

Format Vinyl LP

Country Eire                                                                      

Released 1 May 1976

Genre/Style Irish Traditional Music

Side A

1 Music in the glen ***

2 Fionnghuala **

3 The kid on the mountain ***

4 Farewell to Erin **

5 Tiochfaidh an Samhradh (summer will come) **

6 The laurel tree ***

Side B

1 16 come next Sunday ***

2 Old hag you have killed me **

3 Calum Sgaire ***

4 The Ballintore fancy ***

5 The maid of Coolmore **

6 Michael Gorman’s **

Musicisti

  • Donal Lunny bouzouki, chitarra, bodhran, voce
  • Michèal O’Domhnaill chitarra, voce
  • Matt Molloy flauto, fischietto (tin whistle)
  • Paddy Keenan cornamuse, fischietti (tin whistle) e (low whistle)
  • Kevin Burke fiddle
  • Triona Ni Domhnaill clavinet, harmonium,voce

 

Old Hag You Have Killed Me (Vecchia strega mi hai ucciso) è il secondo album della Bothy Band, pubblicato dalla Mulligan Records (e dalla Polydor Records) nel 1976. Il disco fu registrato al Rockfield Studios (Galles) nel luglio del 1976.
E’ una riverente e lungimirante raccolta di musica tradizionale irlandese suonata con passione da maestri del genere.
Old Hag You Have Killed Me rimane non solo l’apice della carriera della band, ma una delle registrazioni più importanti e amate del genere..

BONDS GARY U.S. – On the line (1982)

BONDS GARY U.S.

ON THE LINE

**1/2

Label EMI

Format Vinyl LP

Country USA                                                               

Released 1982

Genre/Style Rock

Side A

1 Hold on ** Bruce Springsteen

2 Out of work ** Bruce Springsteen

3 Club soul city ** Bruce Springsteen

4 Soul deep *** Wayne Carson

5 Love’s on the line *** Bruce Springsteen

6 Turn the music down * Gary US Bonds

Side B

1 Rendez-Vous ** Bruce Springsteen

2 Angelyne ** Bruce Springsteen

3 All I need *** Bruce Springsteen

4 Bring her back ** Gary US Bonds

5 Last time *** Steven Van Zandt

Musicians

Gary U.S. Bonds lead vocals

Bruce Springsteen background vocals (under the pseudonym “Rusty Cloud”)

Steve Van Zandt guitar, background vocals

Roy Bittan keyboards

Clarence Clemons saxophone(, background vocals

Danny Federici keyboards (solo “Club Soul City”), accordion

Max Weinberg drums

Garry Tallent bass

On the Line è il secondo album di Gary U.S. Bonds sotto la sponsorizzazione di Bruce Springsteen, ed è stato ancora più un disco di Springsteen rispetto al suo predecessore. Questa volta, Springsteen scrive sette delle 11 canzoni, coprodotte tutte con Miami Steve (Van Zandt) e di nuovo presta la E Street Band per le sessioni. Qui non ci sono capolavori di Springsteen, lo stile è comunque il suo, simile a quello di Dedication, e lo ha reso, in effetti, il seguito dell’album The River di Springsteen stesso, sebbene con un vocalist diverso, ovvero Gary Us Bonds.

 

BONDS GARY U.S. – Dedication (1981)

BONDS GARY U.S.

DEDICATION

**1/2

Label EMI

Format Vinyl LP

Country USA                                                                             

Released April 1981

Genre/Style Rock

Side A

1 Jole Blond *** traditional

2 This little girl ** Bruce Springsteen

3 Your love ** Bruce Springsteen

4 Dedication ** Bruce Springsteen

5 Daddy’s come home **** Steve Van Zandt

Side B

1 It’s only love ** J. Lennon/P. McCartney

2 The pretender *** Jackson Browne

3 Way back when ** Gary US Bonds

4 From a Buik 6 *** Bob Dylan

5 Just like a child *** Leroy Anderson

Musicisti

John Clemente, Gary Tallent basso

Mike Micara, Max Weinberg batteria

Miami Steve, Rob Parissi chitarra, bongos

Louie Conte, B. Springsteen chitarra

Roy Bittan, R. Cloud, tastiere

Danny Federici tastiere, fisarmonica

Joey Stann sax baritono

Clarence Clemons, Ed Marion sax tenore

Rick Gazda, Michael Spengler tromba

Michael Spengler tromba

Dedication è a tutti gli effetti un album della E Street Band con la voce principale di Gary U.S. Bonds. Basta dare un’occhiata ai musicisti per capirlo; se poi lo ascoltiamo allora ne rimaniamo ancor più convinti. Comunque questa è una buona raccolta di musica di un uomo che meritava di meglio che essere ricordato come “un protetto” del boss e basta.

BLUESBREAKERS – John Mayall with Eric Clapton (1966)

BLUESBREAKERS

JOHN MAYALL with ERIC CLAPTON

***1/2

Label Decca

Format Vinyl LP

Country UK                                                                         

Released 22-07-1966

Genre/Style Blues rock

Side A

1 All your love ****

2 Hideaway ***

3 Little girl ***

4 Another man ***

5 Double crossing time ***

6 What’d I say ****

Side B

1 Key to love ***

2 Parchman farm **

3 Have you heard ***

4 Ramblin’ on my mind ****

5 Steppin’ out **

6 It ain’t right ***

Musicisti

  • John Mayall voce solista, organo, pianoforte, armonica
  • Eric Clapton chitarra, voce solista in Ramblin’ on My Mind
  • John McVie basso
  • Hughie Flint batteria

L’importanza di questo album è capitale nella storia di tutto il rock: Qui possiamo ascoltare il Clapton migliore di sempre e le 12 songs che compongono questo album gettano le basi del British Blues. La band pesca tra i grandi classici del blues rileggendoli e reinventandoli in versioni mozzafiato.

<<…Il mio ricordo di quel giorno nello studio di registrazione, è noi che scarichiamo la strumentazione, la portiamo dentro, suoniamo, ricarichiamo gli strumenti e ce ne andiamo!>>

( E. Clapton )

 

BLOOMFIELD MICHAEL – Analine (1977)

BLOOMFIELD MICHAEL

ANALINE

**1/2

Label Takoma

Format Vinyl LP

Country Italy                                                                      

Released 1977

Genre/Style Rock blues

Side A

1 Peepin’ an a moanin blues ****

2 Mr. Johnson and Mr. Dunn **

3 Frankie and Johnny **

4 At the cross ****

5 Big “C” blues ***

Side B

1 Hilo waltz ***

2 Effinonna rag *

3 Mood indingo *

4 Analine ***

Musicisti

Mike Bloomfield – chitarra,banjo,basso,batteria,mandolino,ukelele,pianoforte,organo,voce

Nick Gravenites – chitarra – voce (brano B4)

Mark Naftalin – pianoforte

Roger Troy – basso

Bob Jones – batteria

Anna Rizzo – accompagnamento vocale

Marsha Ann Taylor – accompagnamento vocale

 

Era un momento difficile per Michael che stava cedendo all’aumento della depressione e all’abuso di sostanze, e si era ritirato nella sua casa di San Francisc. L’accordo con la Takoma lo riporta in studio e il risultato è questo album semiacustico. Alcune buone songs, altre molto meno ma comunque un ottimo ascolto.

2018-03-16 LUKE WINSLOW KING – ROBERTO LUTI – Asciano Pisano

 

La serata è fresca e piovigginosa. Arrivare al Route 66 ad Asciano Pisano non è stato facile…chilometri di strada nel buio più assoluto dove trovare un lampione è come vincere al superenalotto. Il Route si è rivelato uno splendido locale: sembra di entrare in un vecchio ritrovo americano nelle campagne del mid-west. Ordiniamo una ottima pizza e una ancor più ottima birra in attesa del concerto di Luke .

Alle 22,30 il musicista, nato a Cadillac, Michigan, ma adottato da New Orleans sale sul palco accompagnato dall’italiano solo di nascita Roberto Luti. Per molti anni Roberto ha vissuto infatti a New Orleans, dove ha conosciuto Luke e dove si è creato una straordinara reputazione.

Il concerto è acustico e la cosa è ancor più stimolante: due vecchie National del 1931 iniziano a diffondere suoni struggenti e fantastici.

Il nuovo lavoro di Luke vedrà la luce a maggio 2018 ed è l’occasione giusta per proporre le nuove canzoni. Luke è già venuto più volte in tour in Italia ed ha numerosi amici (provenienti soprattutto dalla vicina Livorno, città natale di Bob Luti, che sono al gran completo presenti stasera al Route. Il locale è pieno, l’atmosfera giusta, il concerto prende vigore.

Suoni puliti e caldi, caldissimi, fanno vibrare i presenti. Leghorn women, You got mine, Chicken dinner danno l’idea di cosa sarà il nuovo cd di prossima uscita : splendida la musica, splendidi i testi, splendidi i protagonisti.

Luke ripropone anche vecchi classici dove spicca I’m glad trouble don’t lost always, la title track dell’omonimo album uscito nel 2011 e Swing that thing da Everlast arm del 2014.

Un momento di commozione in sala quando partono le note di Lissa, song in memoria di Lissa Driscoll, scomparsa a settembre dello scorso anno. Musicista, cantante, conosciutissima nel Quartiere Francese di New Orleans, da sempre amica intima di entrambi.

Un Luke in gran forma, migliorato sensibilmente nella padronanza dello strumento dà il meglio di se riscuotendo consensi entusiasti.

Una nota particolare per Roberto Luti, straordinario chitarrista, che riesce ad incendiare i cuori dei presenti fino alla commozione: il lampo e il tuono, la burrasca e l’arcobaleno, la tempesta e il sereno…musica che ti graffia l’anima .

Grande, grandissima serata. La strada al ritorno sembra persino illuminata.