D. Antonio Morelli, chitarrista dei Baryonyx, una band di giovani musicisti livornesi…
R Ciao e grazie per l’intervista. Il nostro progetto nasce a Livorno tra il 2007 e il 2008 da un’idea mia e del cantante Matteo Ceccarini. A quel tempo eravamo ancora ragazzini e decidemmo di partire con il classico Pop-Punk adolescenziale. Crescendo abbiamo deciso di ampliare i nostri orizzonti musicali maturando verso un Alternative Rock che ha portato nel 2012 alla pubblicazione dell’EP “Trias” (canzoni di punta “NoSen” e “Nuvole di Vetro”). Concentrandoci sulla diffusione di queste ultime produzioni, inaspettatamente abbiamo riscosso molto consenso da parte del pubblico a livello radiofonico, live e televisivo. Nel 2014 è iniziata la nostra sperimentazione di musica elettronica che si è poi delineata in uno stile Electro Rock. Abbiamo iniziato così le registrazioni del primo LP che è uscito il 16 giugno scorso chiamato “Fuori il Blizzard”. Nel 2015 è stato inoltre aperto il nostro canale ufficiale su Vevo, “BaryonyxVEVO”, con il video della canzone “Nuvole di Vetro” (Trias) e del singolo “Voce84” anteprima del nuovo album.
D. Da dove nasce il nome Baryonyx ?
R È una domanda curiosa che spesso ci è stata posta. Devi sapere che il “Baryonyx” era un dinosauro vissuto milioni di anni fa. Quando abbiamo fondato la band inizialmente avevamo scelto il nome “Overdrive” ma poi rendendoci conto di quanto fosse comune tra le band nel mondo, abbiamo scelto di cercare qualcosa che fosse intraducibile in tutte le lingue e che ci rappresentasse per quello che siamo davvero. Siamo nati nell’era di Jurassic Park e da piccoli eravamo molto appassionati di quella storia. Unendo quindi le due cose abbiamo optato per Baryonyx: è riconoscibile in tutto il mondo e si collega al nostro passato.
D. “Fuori il Blizzard” è il nome del vostro primo LP con 8 tracce di ottima musica. A quando il prossimo CD?
R Grazie per le belle parole. “Fuori il Blizzard” è stato un tentativo di concept album dove abbiamo inserito volutamente quattro brani commerciali e quattro brani underground. L’obiettivo era cercare di far arrivare la nostra musica a più persone possibile ed aumentare gli ascolti in generale. Le sonorità di questo album sono molto variegate e colorate infatti attraverso le basi minimali di batteria e l’utilizzo di synth eterei abbiamo voluto dare un tono di apertura e di luce con sfaccettature dance qua e la. Non mancano però allo stesso tempo riferimenti Dream Pop e Drum ‘n Bass più scuri e taglienti. In definitiva è stato un buon prodotto che ha ottenuto delle ottime recensioni e siamo riusciti a vendere più di 300 copie. Un traguardo che fa ben sperare per il futuro visto che siamo un gruppo della scena underground. Stiamo già lavorando al prossimo progetto che avrà una prospettiva diversa rispetto a “Fuori il Blizzard”. Stiamo cercando di elaborare un qualcosa di più maturo ma che al contempo stia al passo con la musica di oggi.
D. Nonostante la vostra giovane età alcune vostre canzoni sono state inserite in compilation internazionali ( Vs. the World Vol .9 , prodotto dalla Quickstar di Baltimora e Italy loves rock, prodotto dalla Noloser Record)…una bella soddisfazione…
R Quando abbiamo avviato il nostro progetto musicale non avremmo mai pensato di poter raggiungere certi traguardi in così poco tempo. Entrambe le compilation che hai citato hanno dato in un certo senso la svolta alle nostre prospettive in quanto abbiamo capito che potevamo e dovevamo fare sul serio. Al di la della soddisfazione ci piace sempre guardare all’obiettivo successivo quindi speriamo tanto di poter ottenere altri risultati soddisfacenti. Per la prima compilation l’invito venne tra il 2009 e il 2010 tramite l’allora pagina di Myspace dove era caricato il nostro unico brano in inglese “Everything You Can See From The Space”: piacque fin da subito sia ai nostri fan sia evidentemente a questa etichetta di Baltimora che volle inserirla nella compilation. Il nostro primo brano di punta vero e proprio però è stato “NoSen”, pubblicato nell’autunno del 2010, che ha segnato il passaggio definitivo all’Alalternative Rock. Oltre ad Italy Loves Rock ha avuto la fortuna di rientrare anche in altre compilation tra cui segnalo Mp3 Goes Metal Vol. 2 sempre di Noloser Record. La scena underground sicuramente non è come quella commerciale, è più difficile e spesso dura da affrontare, ma riserva davvero molte soddisfazioni.
D. Siete stai invitati anche per una apparizione televisiva nel programma U Zone di Italia 2 …raccontaci
R È stata una bella esperienza, di quelle da poter raccontare nel tempo. Nel 2012 eravamo in una fase particolare, stava per uscire il primo EP “Trias” dopo tante fatiche per poterlo produrre, ma in cantiere avevamo già tanti brani che negli anni successivi sarebbero rientrati in “Fuori il Blizzard”. Decidemmo così di pubblicare una demo su YouTube di un nostro nuovo brano chiamato “P.P.F.” in versione strumentale. Come video girai personalmente delle clip con la tecnica dello “stop motion” dove tante foto messe in sequenza generano dei movimenti. Mediaset per lanciare il nuovo canale di Italia2 decise di creare un format di rotazione di video indipendenti caricati sul sito internet 16mm.it dove i migliori scelti dalla redazione sarebbero passati in TV. Così provammo a caricare sul sito “P.P.F. (strumentale)” ed incredibilmente la redazione rimase così entusiasta che nel giro di poche settimane non solo andò in rotazione in TV ma entrò anche nella top 100 dei video trasmessi. Successivamente venne inserito nel format “UZONE Lab” dove un presentatore in studio introduceva gli artisti. Una vera soddisfazione, e siamo riusciti a restare in Top 100 fino alla chiusura del programma. Un’altra bella esperienza è stata sicuramente la partecipazione nel 2015 ad una intervista con live unplugged via Skype per la webtv messicana “SayYeahTV”. È un canale seguitissimo con collegamenti contemporanei da cinque Paesi dell’America latina con ospiti di grandi etichette discografiche da tutto il mondo. Siamo veramente soddisfatti di queste esperienze, ci hanno fatto crescere e ci hanno dato fiducia per il futuro.
D. Oltre a te Matteo Ceccarini alla voce un duo di ottimi musicisti e amici…è la formula giusta?
R Quando si è prima di tutto amici le cose vengono sicuramente meglio, ci si capisce a volte anche solo con uno sguardo. Non c’è una formula più giusta di un’altra ma sicuramente se si lascia spazio alla creatività di tutti vengono fuori delle belle cose.
D. Progetti futuri? Quando e dove possiamo ascoltarvi dal vivo a Livorno ?
R Stiamo già lavorando al prossimo disco anche se ancora è in una fase iniziale. È molto tempo che non suoniamo a Livorno, generalmente ci muoviamo nel nord Italia dove il nostro genere viene compreso meglio. Un po’ ci dispiace non poterci esibire nella nostra città speriamo davvero di tornare il prima possibile.
D. Antonio quali sono i tuoi punti di riferimento, musicalmente parlando?
R La musica penso sia la mia vera passione, mi piace studiare e approfondire sia la chitarra che tanti altri strumenti. Penso che la musica sia un mezzo eccezionale per trasmettere emozioni e pensieri dove spesso le parole non riescono ad arrivare. Non ho un artista piuttosto che un altro a cui ambisco di competere. Come tutti ovviamente ho degli artisti preferiti che seguo, soprattutto nell’ambito rock e metal, ma mi piace pensare che un giorno potrei essere io stesso a prendere parte del mondo della discografia. Ho ancora molto da imparare e spero per i prossimi anni di crescere sia come persona che come musicista.
D. La città di Livorno ha sempre “sfornato” da più di 50 anni un gran numero di band…che ne pensi della scena musicale livornese attuale ? Avete luoghi che vi danno la possibilità di esibirvi o tutto è tremendamente difficile ?
R Livorno racchiude dentro di se l’essenza dell’artista vero. Ho sempre pensato che non esiste un’altra città come la nostra. Siamo fatti così, è la nostra natura. Siamo estroversi ma allo stesso tempo geniali. Come dicevo prima musicalmente parlando non frequento da un po’ di tempo la scena musicale livornese quindi non penso di poter giudicare chi ne prende parte. Sono sicuro che ci sono degli artisti validi. L’unica pecca se posso permettermi è quel senso di competitività che ha sempre circondato la scena musicale livornese: credo che di questi tempi la collaborazione e la cooperazione siano più costruttive della competizione. È difficile farsi un nome, è difficile far sentire la propria voce, perché ostacolarsi a vicenda? Per la seconda domanda credo che non sia semplice esibirsi in tutta Italia e Livorno ovviamente non fa eccezione. Dipende molto anche dal genere che un artista suona. Speriamo che in futuro si possa creare un polo artistico nella nostra città dove poter canalizzare tutta questa vastità di artisti (non solo della musica) senza vincoli di vario genere, non so se mi spiego..
D. Chi è in definitiva Antonio Morelli?
R Questa domanda mi fa sorridere. Non saprei davvero rispondere. Sicuramente mi definirei un artista. Oltre alla musica ho anche altre passioni tra cui quella della satira. Gestisco una pagina Facebook in vernacolo livornese con più di 80mila follower, chiamata “Ir bu…llo di tu ma” di cui ho registrato il marchio “IBDTM” e aperto il canale YouTube “Fosso Mediceo”. Soprattutto in questo ambito ho avuto un bel riscontro tramite due serie video cliccatissime sul web: il “Navigatore in livornese” e la “Guida in livornese sulla segnaletica”. Ultimamente con tutti i miei impegni non ho potuto seguire molto la parte della satira ma spero al più presto di trovare nuove idee per poterla rilanciare.
Dopo essermi laureato magistrale in Economia e Management, attualmente sto studiando chitarra elettrica a Firenze quindi un ulteriore obbiettivo sarà sicuramente quello di migliorare anche in questo campo. Ho molti progetti per il futuro, spero ne esca qualcosa di buono, staremo a vedere.