1 I Pianeti…1969…55 anni in quattro : come nacque l’idea di formare il gruppo?
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L’idea di formare un gruppo nacque come un gioco fra ragazzini undicenni che fra una partita a calcio in cortile e una sfida a tappini, suonavano in una cantina con chitarracce scordate e una batteria formata da fustini del detersivo, provando ad imitare i gruppi stranieri e italiani in voga all’epoca come i Beatles ed gli Equipe 84;
2 2017…molti anni di più…come è possibile che ancora siete insieme?
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Oggi 2017, ci troviamo raramente per suonare insieme, supportati per fortuna da due figli dei Pianeti Dario e Luca, magari per partecipare a qualche evento straordinario, come è stato quello del 22/05/2015 al circolo in Coteto in commemorazione di due amici carissimi prematuramente scomparsi (Raoul e Fabio) e come è stato per l’evento del 21 maggio 2017 ai Percorsi Musicali, nel corso del quale il nostro primo maestro e mentore Renzo Pacini ha presentato il suo libro “TUTTO INIZIA DAL BASSO»
3 Avete accompagnato artisti del calibro di Marcella, Ricchi e Poveri, Donatello, Formula 3, PFM, New Trolls…che ricordi hai?
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Il fatto di aver aperto i concerti di molti artisti di livello nazionale (oltre a quelli che hai citato tu potrei aggiungere Modugno, Mino Reitano, Four Kents, Iva Zanicchi, Claudio Villa, The Rokes, Mia Martini, Don Backy e tanti altri), ci ha consentito di apprezzare le doti umane di alcuni di loro che nonostante la fama e la notorietà ci facevano i complimenti, dandoci anche dei consigli preziosi;
4 La RCA attraverso il maestro Pintucci «vi teneva d’occhio» quando ad un passo dal successo aveste una brusca frenata. Che successe?
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Entrammo per un periodo nella scuderia del produttore Piero Pintucci (per capirci quello che ha prodotto molti lavori di Renato Zero) il quale ci invitò per diverse volte alla RCA a Roma per provare dei pezzi nostri, oppure proposti da loro. Ci presentò in un’occasione anche Franco Migliacci e una volta di sabato pomeriggio quando la RCA che era una vera e propria fabbrica di produzione di dischi in vinile, chiudeva i battenti, ci consentirono di continuare in una sala d’incisione privata, il FORUM MUSIC VILLAGE (esiste ancora oggi www.forummusicvillage.com ) situata in piazza Euclide a Roma nella cripta sotterranea di una chiesa, dove trovammo Ennio Morricone che nella sala più grande, dirigeva un’orchestra intera, davanti ad uno schermo cinematografico che in quel momento proiettava un film western. L’immaturità giovanile non ci aiutò però a capire l’importanza di quelle persone e in quale mondo eravamo capitati, tanto che, senza quasi rendersene conto, bruciammo quelle opportunità che si erano presentate davanti a noi su un piatto d’argento.
Per capire oggi come allora l’importanza del FORUM MUSIC VILLAGE, basta visitare il sito e vedere che in quella sala d’incisione di livello mondiale, recentemente hanno inciso dischi, alcune star come Zucchero, Jovanotti, Bon Jovi, Ligabue, Red Hot Chili Pepper e moltissimi altri;
5 Oltre la chitarra suoni anche il flauto; quali sono i tuoi punti di riferimento?
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Il flauto traverso, di moda in quel periodo grazie ai Jethro Tull, fu per me solo una breve parentesi di un anno di conservatorio al Mascagni che dovetti poi abbandonare con dispiacere, a causa dei mediocri risultati scolastici conseguiti nel biennio all’Istituto per Geometri.
6 Livorno è sempre stata prolifica in fatto di gruppi musicali. Come te lo spieghi?
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Livorno è una città particolare che definirei GODERECCIA ed eccelle in tutte quelle discipline artistiche e sportive che spesso mal si conciliano con le attività del lavoro. Non è un caso che Livorno pullula di pittori, cantanti, attori, musicisti e sportivi di altissimo livello, tanto da essere oggi una delle città più medagliate d’Italia per le olimpiadi. Il proverbio MEGLIO DISOCCUPATO AD ANTIGNANO CHE INGEGNERE A MILANO sintetizza benissimo questo modo di vivere;
7 Spesso oggi vi trovate a dividere il palco con gruppi composti da ragazzi che hanno l’età dei vostri figli. Che effetto fa?
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Il fatto di aver suonato in queste recenti occasioni insieme ad altri gruppi, formati anche da giovanissimi musicisti, mi ha fatto tornare con la mente a quando eravamo agli inizi noi. Resta comunque il fatto che ho comunque trasmesso un po’ di passione musicale a mio figlio Mirco che suona la batteria nel gruppo SMASH POT;
8 Impossibile non avere un ricordo di Raul…il vostro bassista prematuramente scomparso…
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L’amicizia con Raoul parte da molto lontano, da quando eravamo bambini in Coteto che giocavamo in cortile ed è continuata nel periodo dei Pianeti e per tutto il periodo delle scuole superiori, visto che io, Raoul e Robertino eravamo in classe insieme ai Geometri e uscivamo anche nel pomeriggio e di domenica con lo stesso gruppo di amici. Di Raoul mi ricordo ancora benissimo la risata contagiosa e la passione smisurata per la maglia Amaranto e per la livornesità nel suo insieme. Secondo Raoul non esisteva nel mondo una città bella come Livorno. Da sposati, ogni tanto in estate ai Bagni Fiume, ripercorrevamo i vecchi tempi ricordando aneddoti vari e i vecchi amici.
9 Marco, quando è passato quel treno sul quale non sei salito?
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Il treno che oggi potremmo definire tranquillamente FRECCIA ROSSA, è passato per noi agli inizi degli anni 70 ma anche se ci siamo saliti e subito discesi, continuo a vivere i ricordi di quegli anni con piacere e senza particolari rimpianti;
10 Chi è oggi Marco Mazzanti?
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Marco Mazzanti oggi è un sessantunenne, sposato con Patrizia, con due figli trentenni Martina e Mirco entrambi laureati che lavora come geometra all’Ufficio Tecnico della Provincia di Livorno, dove si occupa di Edilizia Scolastica e Manutenzioni e per diletto suona in casa la sua Fender Stratocaster per la gioia dei vicini di casa.