Intervista al bassista Roberto Turchi
D – 1979…il concerto alla Casa della Cultura di Livorno a cui presero parte gli Young Visionaries, finì con la distruzione di gran parte dell’arredo, idem per il concerto alla chiesa di San Zeno di Pisa. In breve tempo i gruppi punk vennero banditi da molti concerti a causa delle intemperanze dei punk che seguivano i loro concerti e tra questi gli Young Visionaries…un bel “biglietto da visita”…che successe?
R Si, successe un casino! Suonammo insieme a due band di Pisa, i “Violent Cocks” (ti risparmio la traduzione…)di Marco Serani e i famosi “Cheetah Chrome & The Motherfuckers” di Dome La Muerte. La serata fu tristemente ricordata come una autentica esplosione di disordine da parte del pubblico presente che praticamente distrusse il teatro
D – I Traumatic nacquero dalla fusione di due gruppi…Young Visionaries e Mal di Testa…raccontaci
R Fu a causa di dissapori interni per i fatti accaduti durante quel concerto che gli Young Visionaries si sciolsero e Anthony Mancini (ex Mal di Testa) e il sottoscritto (ex Young Visionaries), insieme a Luca Del Bimbo e Marco Benucci formammo i Traumatic
D Ritorniamo un attimo agli Young Visionaries e ai Mal di Testa…
R Gli Young Visionaries sono stati, insieme ai Mal di Testa il primo gruppo punk della storia musicale di Livorno e provincia. Formatisi ad inizio del 1979 gli Young Visionaries hanno avuto vita breve, circa 7 mesi e purtroppo sono state smarrite le registrazione fatte durante i nostri concerti. I componenti del gruppo erano: Fabrizio Lelli cantante, Fabrizio Vastola chitarra, Roberto Turchi, basso e Daniele Caputo batteria.
I Mal di Testa erano capitanati dal cantante Anthony Mancini. Poi Fabrizio Vastola al basso, Andrea Fontani alla batteria, Franco Calosso chitarra. Un aneddoto curioso: concerto a San Frediano (PI) con la partecipazione di una giovane Joe Squillo, allora cantante nelle Kandeggina Gang di Milano che terminò la sua esibizione sotto una raffica di sputi del pubblico.
D – Il gruppo ha avuto tre anni intensi di attività con concerti in locali prestigiosi come il Tilt di Bologna, Odissea 2001 di Milano e il Teatro Teanda di Firenze…l’onda punk che travolse tutto…e voi eravate nel mezzo.
R Al tempo i concerti erano organizzati in locali pubblici come case della cultura, circoli comunali, chiese sconsacrate, discoteche. Grazie alla nostra amicizia con il gruppo pisano CCM abbiamo avuto una intensa attività live. Tra tutti i concerti i migliori che ricordo sono stati quello al Teatro Tenda di Firenze come supporto al gruppo inglese Discharge e quello alla Casa della Cultura sempre di Firenze insieme a gruppi punk inglesi e tedeschi dove ottenemmo una grande consenso di pubblico e un grande articolo del giornale L’Unità del giorno dopo.
D – Alla fine degli anni ’90 vi siete fatti un regalo: l’incisione di un 33 giri in vinile con tutti i vostri pezzi…
R Durante gli anni ’80, specialmente per dei 18enni, incidere un disco era una spesa proibitiva. Sono pochi i gruppi che in quegli anni incisero anche un semplice 45 giri. Nonostante tutto nel 1982 entrammo in sala di registrazione, al Real Sound di Riccione: registrammo 6 pezzi i quali finirono nella compilation “Granducato hardcore” uscita nei primi anni ’80 in cassetta.
L’idea di registrare un disco “vero”, un vinile, un 33 giri, è venuta con la nostra seconda reunion alla fine degli anni ’90. Abbiamo registrato su disco 12 tracce, pezzi composti all’inizio della nostra carriera, alcuni dei quali non avevamo mai registrato in precedenza.
D – I tuo strumento è il basso, quali i tuoi musicisti di riferimento?
R Acquistai il primo basso nel 1979 da Musical City in piazza della Repubblica e nell’ottica punk del “fai da te”, senza aver mai toccato uno strumento prima, iniziai a suonare. A quei tempi il metodo per imparare da soli era mettere indietro la puntina del giradischi fino a quando non avevi trovato le note del pezzo che volevi imparare. In seguito presi qualche lezione da Tony ma il mio maestro fu Claudio Barontini che adesso è un famoso fotografo.
Il mio bassista preferito è Lemmy dei Motorhead (purtroppo scomparso lo scorso anno). Un altro bassista che ho preso come modello è stato John Entwistle degli Who.
D – Il movimento punk stravolse il modo di fare musica in tutto il mondo, ma soprattutto in Inghilterra. Voi a Livorno siete stati il gruppo-guida. Altre realtà di cui sei a conoscenza?
R Nella seconda metà degli anni ’80 in Italia sono nati, nell’area dei Centri Sociali nuovi gruppi punk di ispirazione punk californiana, pezzi veloci e testi improntati all’anarchia e al pacifismo.
D – Che hai fatto dopo i Traumatic, musicalmente parlando?
R Dopo il 1983 io e Anthony abbaimo formato un nuovo gruppo, la Invisible Band. Facevamo cover di gruppi garage quali The Chocolate Watch Band, i Sonics, Hendrix, Roky Ericson ecc. Con questo gruppo abbiamo anche composto qualche pezzo. Su youtube esiste un video di un nostro concerto a Marina di Pisa.
D – Che ricordi hai della scena musicale livornese del tempo?
R Durante i primi anni ’80 a Livorno si formarono nuovi gruppi ispirati dalla new wave inglese e dalla musica elettronica. Queste nuove band si rifacevano alle sonorità di gruppi quali i Bauhaus, Joy Division e i Cure. Ricordo gli Out Out che con noi parteciparono ad un concerto al Virus di Milano.
D – Mica avrai attaccato il basso al chiodo?
R Scherzi vero? Anche se da un certo punto di vista il basso l’ho messo in disparte. Infatti dalla seconda reunion dei Traumatic alla fine degli anni ’90 io sono diventato il nuovo chitarrista de gruppo. Non riuscivamo a trovarne uno adatto e il nostro amico Fabrizio Vastola, anch’egli storico bassista era disponibile…così sono diventato chitarrista. Ma non ho appeso il basso al chiodo !
D – So che i Traumatic si sono riuniti per la terza volta…
R Si, siamo alla terza reunion! Nel 2010 tre elenti storici del gruppo, io, Anthony e Luca abbiamo inserito nel gruppo un nuovo bassista e un altro chitarrista per una serie di concerti tra cui il Reject of Society Festival di Genova insieme ad un gruppo inglese, i Last Resort. Abbiamo registrato anche un vinile 7”, un 45 giri dal titolo “Social Pact” contenente due nuovi pezzi e un vecchio titolo che non avevamo mai registrato.
Quest’anno abbiamo partecipato ad un festival punk al Newroz di Pisa insieme ad un altro storico gruppo italiano, i romani Bloody Riot. Abbiamo anche partecipato ad un concerto alla Caserma Occupata e recentemente è uscito il nostro ultimo 45 giri dal titolo I’m a Punk.
D Chi è oggi Roberto Turchi?
R Oggi, all’età di 53 anni la musica è ancora il mio interesse principale nella vita, compatibilmente con i miei impegni di lavoro. Se potessi tornare indietro farei di tutto perchè le due cose combaciassero, ma non è ancora detta l’ultima parola…