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Sergio Paoletti chitarrista… quando è nato questo amore?
Avevo 7 anni, eravamo sotto le feste di Natale e oramai sapevo che Babbo Natale in realtà erano babbo e mamma. Alla fatidica domanda; cosa vorresti come regalo? Nonostante le insistenze di mio fratello maggiore che tifava per il pallone di cuoio, facendo opera di convincimento, tipo lavaggio del cervello, risposi: una chitarra. In realtà il responsabile inconsapevole di questa mia scelta, era proprio lui che, essendo più grande di me di 9 anni, ascoltava tanta musica e spesso faceva feste in casa con gli amici, a cui io partecipavo di nascosto. E’ così che ho cominciato ad innamorarmi della musica, ascoltando i 45 giri dei Beatles, i Rokes, i Primitives, dei gruppi italiani tipo i Corvi, i Ribelli, i Califfi, i Profeti, i Camaleonti, Equipe 84, i .Dik Dik, ed i cantanti Peppino Di Capri, Dino, Celentano con tutto il suo Clan, Morandi, Adamo, Paul Anka, Sandie Shaw, Caterina Caselli, Patty Pravo, Rita Pavone, ecc.
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Raccontaci la tua “carriera” musicale, soprattutto i gruppi con i quali hai suonato.
Ho cominciato la mia carriera prendendo qualche lezione di chitarra, in cambio di un po’ di sigarette, da un mio vicino di casa un certo Paolo Cearini, in arte Mago Anubi, che all’epoca suonava con il complesso, Inferno Canto XIX°.
Il primo Gruppo formato verso la metà degli anni 60, si chiamava Teen Agers. Era formato da me alla chitarra, Andrea Cerrai al basso, Roberto Beppi all’ organo, Federico Volpi alla batteria. All’inizio i nostri strumenti musicali erano la mia chitarra acustica, un organetto Bontempi , una batteria fatta con i fustini del Dixan e i piatti con i tappi delle pentole, e un finto basso. Solo parecchio tempo dopo siamo riusciti a farci comprare dai nostri genitori, strumenti veri, pagati con montagne di cambiali. Suonavamo in una stanza di fianco alla chiesa di San Jacopo, dove con altri gruppi musicali “antagonisti” abbiamo fatto le nostre prime esibizioni . La musica che tentavamo di suonare, erano le hits del momento, correva l’anno 1969, una fra tutte Venus, brano musicale del gruppo olandese Shocking Blue.
Il gruppo è durato poco tempo, dopodiché c’è stato un lungo periodo in cui mi sono divertito a suonare ed ascoltare tanta musica, da solo o con qualche amico che condivideva la mia stessa passione, fino a quando , alle superiori , ho conosciuto un compagno di classe che suonava con il gruppo “Le Onde Magnetiche”.
Cominciai a provare con loro, finchè un giorno uno dei due chitarristi, Andrea Poggioli, lasciò per andare a suonare con Tina Andrei ….ed io presi il suo posto. Cambiammo nome e , visto che frequentavamo l’istituto professionale L. Orlando , decidemmo di chiamarci GMA Gruppo Meccanico Autonomo. Oltre alle cover dei gruppi che ci piacevano, Deep Purple, Grand Funk Railroad, King Crimson, Uriah Heep, Bowie, Elton John, BMS, PFM, Pooh, Orme, New Trolls, Battisti, ecc., cominciammo a fare anche musica nostra , con un paio di pezzi con chiari riferimenti alla musica prog del Banco. I componenti della band erano ,oltre il sottoscritto chitarra e voce, Roberto Murra chitarra e voce , Massimo Spiga al basso, Carlo Migliorini alla batteria, Francesco Pistone organo e fisarmonica, Davide Contini al piano e tastiere.
Siamo andati avanti per circa 2-3 anni, suonando principalmente per gli amici e per il gusto di fare musica , con una sola uscita ufficiale in pubblico ad una Festa dell’ Avanti a Castellina Marittima (Pi) dove riscuotemmo un notevole successo (non ci facevano più andar via) tanto che un organizzatore ci propose la partecipazione a tutte le feste della provincia di Pisa. Per cause di forza maggiore non potemmo accettare. Carlo, che giocava a calcio, fu ingaggiato per la stagione in una squadra siciliana di serie C e Massimo che aveva il padre nella Finanza si trasferì in un’altra città, ed il gruppo si sciolse.
Molti anni dopo, con Moreno Lenzi voce e Sergio Donati alla batteria abbiamo pensato di formare una Band per un concerto a scopo benefico al teatro Salesiani, i Senza Biglietto, di cui fecero parte anche Mauro Pietrini al basso, Marco Lascialfari alla chitarra ed il Maestro Sergio Brunetti alle tastiere . Fù un’ esperienza molto bella, con bravi musicisti. Successivamente abbiamo cambiato nome con Another Ticket e , al posto di Marco, entrò nella band Gianni Ponzetta, bravissimo chitarrista. Poi sono subentrati il funambolico Alessandro Fusco al posto di Gianni e Piero Ciantelli al posto di Sergio Donati. Con questa formazione abbiamo suonato in locali e piazze di Livorno, purtroppo per poco tempo.
Finita anche questa esperienza, abbiamo creato la band Return Flame della quale facevano parte Moreno Lenzi voce, Sergio Donati batteria, Silvano Storpi ed io alle chitarre, Claudio Bonaccorsi alle tastiere e Mauro Pietrini al basso , che poi ha lasciato il posto a Marco Dentone.
Con questo gruppo abbiamo fatto cose egregie e suonato in varie piazze e locali. Nel 2013 il gruppo si è definitivamente sciolto.
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Quali sono i tuoi chitarristi di riferimento nel panorama musicale?
Beh, essendo un autodidatta, al primo posto metto il mitico Jimy Hendrix, un talento unico, inimitabile. A seguire, Eric Clapton (detto mano lenta o mano di Dio), Rory Gallagher, Carlos Santana, David Gilmour, Jimmy Page, Steve Hackett, senza tralasciare quelli che sono i miei miti italiani Nico Di Palo e Franco Mussida.
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C’è qualche musicista Livornese che ti fa ” impazzire” e con il quale vorresti suonare?
Come si fa a non ricordare i fratelli Cappa, uno su tutti il chitarrista Fabio Cappanera della Strana Officina. O l’ amico Enrico Rosa, ex chitarrista dei Senso Unico, fondatore della band Campo di Marte.
Nel panorama attuale Roberto Luti, penso sia in assoluto il chitarrista più dotato e con il quale mi piacerebbe suonare.
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Come giudichi la scena musicale attuale a Livorno, città che da sempre ha sfornato centinaia di gruppi.
Difficile a dirsi , in quanto il panorama musicale livornese è colmo di bravi musicisti che però, nella maggior parte dei casi non riescono ad imporsi più di tanto sulle scene nazionali. In questi ultimi anni abbiamo avuto ottime realtà come L’Ottavo Padiglione con un front-man eccezionale come Bobo Rondelli, gli Appaloosa ed altri. Comunque a Livorno la passione per la musica è tradizionalmente forte e radicata e aldilà del successo discografico è una valvola di sfogo per tanti ragazzi che altrimenti cazzeggerebbero senza far niente di costruttivo.
6) Mica avrai attaccato la chitarra al chiodo.
Assolutamente no. La chitarra, come penso qualsiasi altro strumento musicale, è una fedele e sincera compagna per la vita. Una compagna che ti aiuta a passare i momenti difficili della vita e che ti dona felicità e allegria quando sei in compagnia. La puoi lasciare per un po’, ma prima o poi tornerà la voglia di suonare.
7) Sergio, qualche rimpianto musicalmente parlando? Qualche treno sul quale non sei salito?
L’ unico rimpianto è quello di non aver frequentato una scuola di musica che mi avrebbe dato forse, la possibilità di vivere di musica. A dir la verità, vista la passione, andai ad informarmi al conservatorio, ma all’epoca non c’erano corsi di chitarra, ed allora mi proposero clarinetto, ma a me non piaceva e non se ne fece di niente.
Certe volte i treni passano e siamo costretti, nostro malgrado, a non salire. Questo è molto frequente quando fai parte di un gruppo. Penso che i maggiori “insuccessi” siano dovuti al fatto che , nella maggior parte dei casi, i gruppi si sciolgono, per un motivo o per un altro, ancor prima di provarci seriamente.
8) Quale il momento più appagante della tua carriera?
Appagante per me è quando suoni con bravi musicisti e senti che la musica esce e ti da i brividi. Oppure quando provi una canzone particolarmente tosta e dopo mille volte che cerchi il suono giusto, l’accordo giusto, la nota giusta, all’improvviso magicamente esce fuori.
9) Progetti futuri.
Arrivati alla nostra età, progetti, musicalmente parlando, non se ne fanno, lascio fare al destino il suo corso. Certo che non me ne sto con le mani in mano. Per esempio, dopo aver cantato per anni in varie corali polifoniche, adesso mi sto divertendo a fare karaoke, ed insieme alla mia compagna e ad un gruppo di amici, andiamo a cantare per locali.
10) Chi è oggi Sergio Paoletti.
Anagraficamente il primo Dicembre compirò sessantanni, ma la voglia di fare musica è la stessa di quando, da ragazzetto ho iniziato e spero mi accompagni per sempre.
Voglio ringraziarti, Massimo, per questa intervista e farti i complimenti per quello che fai con i tuoi libri per la musica made in Livorno, per tutti gli appassionati e per la bella rubrica “Livorno in musica ieri ed oggi.
Un abbraccio