ROBERTO TURCHI

Intervista al bassista Roberto Turchi

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D – 1979…il concerto alla Casa della Cultura di Livorno a cui presero parte gli Young Visionaries, finì con la distruzione di gran parte dell’arredo, idem per il concerto alla chiesa di San Zeno di Pisa. In breve tempo i gruppi punk vennero banditi da molti concerti a causa delle intemperanze dei punk che seguivano i loro concerti e tra questi gli Young Visionaries…un bel “biglietto da visita”…che successe?

R Si, successe un casino! Suonammo insieme a due band di Pisa, i “Violent Cocks” (ti risparmio la traduzione…)di Marco Serani e i famosi “Cheetah Chrome & The Motherfuckers” di Dome La Muerte. La serata fu tristemente ricordata come una autentica esplosione di disordine da parte del pubblico presente che praticamente distrusse il teatro

D – I Traumatic nacquero dalla fusione di due gruppi…Young Visionaries e Mal di Testa…raccontaci

R Fu a causa di dissapori interni per i fatti accaduti durante quel concerto che gli Young Visionaries si sciolsero e Anthony Mancini (ex Mal di Testa) e il sottoscritto (ex Young Visionaries), insieme a Luca Del Bimbo e Marco Benucci formammo i Traumatic

D Ritorniamo un attimo agli Young Visionaries e ai Mal di Testa…

R Gli Young Visionaries sono stati, insieme ai Mal di Testa il primo gruppo punk della storia musicale di Livorno e provincia. Formatisi ad inizio del 1979 gli Young Visionaries hanno avuto vita breve, circa 7 mesi e purtroppo sono state smarrite le registrazione fatte durante i nostri concerti. I componenti del gruppo erano: Fabrizio Lelli cantante, Fabrizio Vastola chitarra, Roberto Turchi, basso e Daniele Caputo batteria.

I Mal di Testa erano capitanati dal cantante Anthony Mancini. Poi Fabrizio Vastola al basso, Andrea Fontani alla batteria, Franco Calosso chitarra. Un aneddoto curioso: concerto a San Frediano (PI) con la partecipazione di una giovane Joe Squillo, allora cantante nelle Kandeggina Gang di Milano che terminò la sua esibizione sotto una raffica di sputi del pubblico.

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D – Il gruppo ha avuto tre anni intensi di attività con concerti in locali prestigiosi come il Tilt di Bologna, Odissea 2001 di Milano e il Teatro Teanda di Firenze…l’onda punk che travolse tutto…e voi eravate nel mezzo.

R Al tempo i concerti erano organizzati in locali pubblici come case della cultura, circoli comunali, chiese sconsacrate, discoteche. Grazie alla nostra amicizia con il gruppo pisano CCM abbiamo avuto una intensa attività live. Tra tutti i concerti i migliori che ricordo sono stati quello al Teatro Tenda di Firenze come supporto al gruppo inglese Discharge e quello alla Casa della Cultura sempre di Firenze insieme a gruppi punk inglesi e tedeschi dove ottenemmo una grande consenso di pubblico e un grande articolo del giornale L’Unità del giorno dopo.

D – Alla fine degli anni ’90 vi siete fatti un regalo: l’incisione di un 33 giri in vinile con tutti i vostri pezzi…

R Durante gli anni ’80, specialmente per dei 18enni, incidere un disco era una spesa proibitiva. Sono pochi i gruppi che in quegli anni incisero anche un semplice 45 giri. Nonostante tutto nel 1982 entrammo in sala di registrazione, al Real Sound di Riccione: registrammo 6 pezzi i quali finirono nella compilation “Granducato hardcore” uscita nei primi anni ’80 in cassetta.

L’idea di registrare un disco “vero”, un vinile, un 33 giri, è venuta con la nostra seconda reunion alla fine degli anni ’90. Abbiamo registrato su disco 12 tracce, pezzi composti all’inizio della nostra carriera, alcuni dei quali non avevamo mai registrato in precedenza.

D – I tuo strumento è il basso, quali i tuoi musicisti di riferimento?

R Acquistai il primo basso nel 1979 da Musical City in piazza della Repubblica e nell’ottica punk del “fai da te”, senza aver mai toccato uno strumento prima, iniziai a suonare. A quei tempi il metodo per imparare da soli era mettere indietro la puntina del giradischi fino a quando non avevi trovato le note del pezzo che volevi imparare. In seguito presi qualche lezione da Tony ma il mio maestro fu Claudio Barontini che adesso è un famoso fotografo.

Il mio bassista preferito è Lemmy dei Motorhead (purtroppo scomparso lo scorso anno). Un altro bassista che ho preso come modello è stato John Entwistle degli Who.

D – Il movimento punk stravolse il modo di fare musica in tutto il mondo, ma soprattutto in Inghilterra. Voi a Livorno siete stati il gruppo-guida. Altre realtà di cui sei a conoscenza?

R Nella seconda metà degli anni ’80 in Italia sono nati, nell’area dei Centri Sociali nuovi gruppi punk di ispirazione punk californiana, pezzi veloci e testi improntati all’anarchia e al pacifismo.

D – Che hai fatto dopo i Traumatic, musicalmente parlando?

R Dopo il 1983 io e Anthony abbaimo formato un nuovo gruppo, la Invisible Band. Facevamo cover di gruppi garage quali The Chocolate Watch Band, i Sonics, Hendrix, Roky Ericson ecc. Con questo gruppo abbiamo anche composto qualche pezzo. Su youtube esiste un video di un nostro concerto a Marina di Pisa.

D – Che ricordi hai della scena musicale livornese del tempo?

R Durante i primi anni ’80 a Livorno si formarono nuovi gruppi ispirati dalla new wave inglese e dalla musica elettronica. Queste nuove band si rifacevano alle sonorità di gruppi quali i Bauhaus, Joy Division e i Cure. Ricordo gli Out Out che con noi parteciparono ad un concerto al Virus di Milano.

D – Mica avrai attaccato il basso al chiodo?

R Scherzi vero? Anche se da un certo punto di vista il basso l’ho messo in disparte. Infatti dalla seconda reunion dei Traumatic alla fine degli anni ’90 io sono diventato il nuovo chitarrista de gruppo. Non riuscivamo a trovarne uno adatto e il nostro amico Fabrizio Vastola, anch’egli storico bassista era disponibile…così sono diventato chitarrista. Ma non ho appeso il basso al chiodo !

D – So che i Traumatic si sono riuniti per la terza volta…

R Si, siamo alla terza reunion! Nel 2010 tre elenti storici del gruppo, io, Anthony e Luca abbiamo inserito nel gruppo un nuovo bassista e un altro chitarrista per una serie di concerti tra cui il Reject of Society Festival di Genova insieme ad un gruppo inglese, i Last Resort. Abbiamo registrato anche un vinile 7”, un 45 giri dal titolo “Social Pact” contenente due nuovi pezzi e un vecchio titolo che non avevamo mai registrato.

Quest’anno abbiamo partecipato ad un festival punk al Newroz di Pisa insieme ad un altro storico gruppo italiano, i romani Bloody Riot. Abbiamo anche partecipato ad un concerto alla Caserma Occupata e recentemente è uscito il nostro ultimo 45 giri dal titolo I’m a Punk.

D Chi è oggi Roberto Turchi?

R Oggi, all’età di 53 anni la musica è ancora il mio interesse principale nella vita, compatibilmente con i miei impegni di lavoro. Se potessi tornare indietro farei di tutto perchè le due cose combaciassero, ma non è ancora detta l’ultima parola…

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SERGIO PAOLETTI

 

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  1. Sergio Paoletti chitarrista… quando è nato questo amore?

Avevo 7 anni, eravamo sotto le feste di Natale e oramai sapevo che Babbo Natale in realtà erano babbo e mamma. Alla fatidica domanda; cosa vorresti come regalo? Nonostante le insistenze di mio fratello maggiore che tifava per il pallone di cuoio, facendo opera di convincimento, tipo lavaggio del cervello, risposi: una chitarra. In realtà il responsabile inconsapevole di questa mia scelta, era proprio lui che, essendo più grande di me di 9 anni, ascoltava tanta musica e spesso faceva feste in casa con gli amici, a cui io partecipavo di nascosto. E’ così che ho cominciato ad innamorarmi della musica, ascoltando i 45 giri dei Beatles, i Rokes, i Primitives, dei gruppi italiani tipo i Corvi, i Ribelli, i Califfi, i Profeti, i Camaleonti, Equipe 84, i .Dik Dik, ed i cantanti Peppino Di Capri, Dino, Celentano con tutto il suo Clan, Morandi, Adamo, Paul Anka, Sandie Shaw, Caterina Caselli, Patty Pravo, Rita Pavone, ecc.

  1. Raccontaci la tua “carriera” musicale, soprattutto i gruppi con i quali hai suonato.

Ho cominciato la mia carriera prendendo qualche lezione di chitarra, in cambio di un po’ di sigarette, da un mio vicino di casa un certo Paolo Cearini, in arte Mago Anubi, che all’epoca suonava con il complesso, Inferno Canto XIX°.

Il primo Gruppo formato verso la metà degli anni 60, si chiamava Teen Agers. Era formato da me alla chitarra, Andrea Cerrai al basso, Roberto Beppi all’ organo, Federico Volpi alla batteria. All’inizio i nostri strumenti musicali erano la mia chitarra acustica, un organetto Bontempi , una batteria fatta con i fustini del Dixan e i piatti con i tappi delle pentole, e un finto basso. Solo parecchio tempo dopo siamo riusciti a farci comprare dai nostri genitori, strumenti veri, pagati con montagne di cambiali. Suonavamo in una stanza di fianco alla chiesa di San Jacopo, dove con altri gruppi musicali “antagonisti” abbiamo fatto le nostre prime esibizioni . La musica che tentavamo di suonare, erano le hits del momento, correva l’anno 1969, una fra tutte Venus, brano musicale del gruppo olandese Shocking Blue.

Il gruppo è durato poco tempo, dopodiché c’è stato un lungo periodo in cui mi sono divertito a suonare ed ascoltare tanta musica, da solo o con qualche amico che condivideva la mia stessa passione, fino a quando , alle superiori , ho conosciuto un compagno di classe che suonava con il gruppo “Le Onde Magnetiche”.

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Cominciai a provare con loro, finchè un giorno uno dei due chitarristi, Andrea Poggioli, lasciò per andare a suonare con Tina Andrei ….ed io presi il suo posto. Cambiammo nome e , visto che frequentavamo l’istituto professionale L. Orlando , decidemmo di chiamarci GMA Gruppo Meccanico Autonomo. Oltre alle cover dei gruppi che ci piacevano, Deep Purple, Grand Funk Railroad, King Crimson, Uriah Heep, Bowie, Elton John, BMS, PFM, Pooh, Orme, New Trolls, Battisti, ecc., cominciammo a fare anche musica nostra , con un paio di pezzi con chiari riferimenti alla musica prog del Banco. I componenti della band erano ,oltre il sottoscritto chitarra e voce, Roberto Murra chitarra e voce , Massimo Spiga al basso, Carlo Migliorini alla batteria, Francesco Pistone organo e fisarmonica, Davide Contini al piano e tastiere.

Siamo andati avanti per circa 2-3 anni, suonando principalmente per gli amici e per il gusto di fare musica , con una sola uscita ufficiale in pubblico ad una Festa dell’ Avanti a Castellina Marittima (Pi) dove riscuotemmo un notevole successo (non ci facevano più andar via) tanto che un organizzatore ci propose la partecipazione a tutte le feste della provincia di Pisa. Per cause di forza maggiore non potemmo accettare. Carlo, che giocava a calcio, fu ingaggiato per la stagione in una squadra siciliana di serie C e Massimo che aveva il padre nella Finanza si trasferì in un’altra città, ed il gruppo si sciolse.

Molti anni dopo, con Moreno Lenzi voce e Sergio Donati alla batteria abbiamo pensato di formare una Band per un concerto a scopo benefico al teatro Salesiani, i Senza Biglietto, di cui fecero parte anche Mauro Pietrini al basso, Marco Lascialfari alla chitarra ed il Maestro Sergio Brunetti alle tastiere . Fù un’ esperienza molto bella, con bravi musicisti. Successivamente abbiamo cambiato nome con Another Ticket e , al posto di Marco, entrò nella band Gianni Ponzetta, bravissimo chitarrista. Poi sono subentrati il funambolico Alessandro Fusco al posto di Gianni e Piero Ciantelli al posto di Sergio Donati. Con questa formazione abbiamo suonato in locali e piazze di Livorno, purtroppo per poco tempo.

Finita anche questa esperienza, abbiamo creato la band Return Flame della quale facevano parte Moreno Lenzi voce, Sergio Donati batteria, Silvano Storpi ed io alle chitarre, Claudio Bonaccorsi alle tastiere e Mauro Pietrini al basso , che poi ha lasciato il posto a Marco Dentone.

Con questo gruppo abbiamo fatto cose egregie e suonato in varie piazze e locali. Nel 2013 il gruppo si è definitivamente sciolto.

  1. Quali sono i tuoi chitarristi di riferimento nel panorama musicale?

Beh, essendo un autodidatta, al primo posto metto il mitico Jimy Hendrix, un talento unico, inimitabile. A seguire, Eric Clapton (detto mano lenta o mano di Dio), Rory Gallagher, Carlos Santana, David Gilmour, Jimmy Page, Steve Hackett, senza tralasciare quelli che sono i miei miti italiani Nico Di Palo e Franco Mussida.

  1. C’è qualche musicista Livornese che ti fa ” impazzire” e con il quale vorresti suonare?

Come si fa a non ricordare i fratelli Cappa, uno su tutti il chitarrista Fabio Cappanera della Strana Officina. O l’ amico Enrico Rosa, ex chitarrista dei Senso Unico, fondatore della band Campo di Marte.

Nel panorama attuale Roberto Luti, penso sia in assoluto il chitarrista più dotato e con il quale mi piacerebbe suonare.

  1. Come giudichi la scena musicale attuale a Livorno, città che da sempre ha sfornato centinaia di gruppi.

Difficile a dirsi , in quanto il panorama musicale livornese è colmo di bravi musicisti che però, nella maggior parte dei casi non riescono ad imporsi più di tanto sulle scene nazionali. In questi ultimi anni abbiamo avuto ottime realtà come L’Ottavo Padiglione con un front-man eccezionale come Bobo Rondelli, gli Appaloosa ed altri. Comunque a Livorno la passione per la musica è tradizionalmente forte e radicata e aldilà del successo discografico è una valvola di sfogo per tanti ragazzi che altrimenti cazzeggerebbero senza far niente di costruttivo.

6) Mica avrai attaccato la chitarra al chiodo.

Assolutamente no. La chitarra, come penso qualsiasi altro strumento musicale, è una fedele e sincera compagna per la vita. Una compagna che ti aiuta a passare i momenti difficili della vita e che ti dona felicità e allegria quando sei in compagnia. La puoi lasciare per un po’, ma prima o poi tornerà la voglia di suonare.

7) Sergio, qualche rimpianto musicalmente parlando? Qualche treno sul quale non sei salito?

L’ unico rimpianto è quello di non aver frequentato una scuola di musica che mi avrebbe dato forse, la possibilità di vivere di musica. A dir la verità, vista la passione, andai ad informarmi al conservatorio, ma all’epoca non c’erano corsi di chitarra, ed allora mi proposero clarinetto, ma a me non piaceva e non se ne fece di niente.

Certe volte i treni passano e siamo costretti, nostro malgrado, a non salire. Questo è molto frequente quando fai parte di un gruppo. Penso che i maggiori “insuccessi” siano dovuti al fatto che , nella maggior parte dei casi, i gruppi si sciolgono, per un motivo o per un altro, ancor prima di provarci seriamente.

8) Quale il momento più appagante della tua carriera?

Appagante per me è quando suoni con bravi musicisti e senti che la musica esce e ti da i brividi. Oppure quando provi una canzone particolarmente tosta e dopo mille volte che cerchi il suono giusto, l’accordo giusto, la nota giusta, all’improvviso magicamente esce fuori.

9) Progetti futuri.

Arrivati alla nostra età, progetti, musicalmente parlando, non se ne fanno, lascio fare al destino il suo corso. Certo che non me ne sto con le mani in mano. Per esempio, dopo aver cantato per anni in varie corali polifoniche, adesso mi sto divertendo a fare karaoke, ed insieme alla mia compagna e ad un gruppo di amici, andiamo a cantare per locali.

10) Chi è oggi Sergio Paoletti.

Anagraficamente il primo Dicembre compirò sessantanni, ma la voglia di fare musica è la stessa di quando, da ragazzetto ho iniziato e spero mi accompagni per sempre.

Voglio ringraziarti, Massimo, per questa intervista e farti i complimenti per quello che fai con i tuoi libri per la musica made in Livorno, per tutti gli appassionati e per la bella rubrica “Livorno in musica ieri ed oggi.

Un abbraccio

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Moreno Lenzi

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1 La tua prima esperienza come cantante se non sbaglio fu con il gruppo “Senza biglietto”…debutto al cinema Salesiani con un tutto esaurito…

Si. Una cosa partita quasi per scherzo. Avevamo questa “sezione musica” all interno del Cral aziendale. Mi dissero: ” mettiamo su un gruppo per fare una esibizione durante una delle manifestazioni che organizziamo”. Un po tutti suonavano un qualche strumento. Mancava il cantante. “Tu sarai il cantante” mi dissero. Voi siete matti! Mai cantato in vita mia, nemmeno sotto la doccia…non se ne parla proprio. Beh, mi lasciai convincere….e fu un successo. Ma che paura davanti a tutta quella gente…200/300 persone! …era l’anno 2000, l’anno zero per il Moreno cantante a ben 43 anni suonati!

2 Poi ci furono gli anni con i Biokill…raccontaci

In effetti dopo quella prima esperienza ci fu il vuoto se non qualche sporadico ed estemporaneo tentativo di far rivivere i Senza Biglietto. La band cambio’ nome in Another Tickett anche se eravamo gli stessi componenti ovvero il sottoscritto, Sergio Paoletti e Gianni Ponzetta alle chitarre, Sergio Brunetti alle tastiere, Mauro Pietrini al basso e Sergio Donati alla batteria. Il chitarrista originale Marco Lascialfari molto giovane ovviamente fu presente solo per la circoscritta esperienza del Teatro Salesiani. In sostanza dal 2000 al 2004 ci si trovava molto di rado nelle sale prova così per divertirci un po senza alcun progetto. È dalla fusione degli Another Tickett e dei No Tatoo che prese forma il primo nucleo dei Bio Kill. Essi comprendevano il sottoscritto voce, Mauro Pietrini. Al basso, Silvano Storpi alla chitarra, Piero Ciantelli alla batteria. Inoltre un nuovo arrivo; un certo Alessandro De Fusco alla chitarra. Il gruppo inizio ad esibirsi nei locali e nelle piazze cittadine e sui bagni a Tirrenia. La fama fu immediata. Alessandro era fenomenale…bravissimo alla sei corde ed un vero rocker. Le nostre esibizioni erano galvanizzato…io e Alessandro eravamo due frontman nati. Silvano e Mauro ben presto lasciarono il gruppo. Da quartetto con Andrea al basso (poi sostituito da Fabrizio Vastola e successivamente da Manuel Martini), tra cover dei Black Sabbath, Ac/Dc, Deep Purple ecc. conquistammo davvero la Livorno rock. I ricordi più belli dei 5 anni di Bio Kill: il concerto del 2006 ad Effetto Venezia…450 persone impazzite per noi, l apertura al Rock Village ai New Trolls nel 2007 davanti a oltre 2000 persone, la registrazione in studio del disco RESET con brani di nostra composizione e messo in vendita nei negozi, le interviste alla radio, le altre aperture ai Gong, Formula 3, P.F.M. Grandi soddisfazioni. Poi nel 2009 ho lasciato il gruppo per divergenze di vario tipo e dei Bio Kill non è rimasto che un ricordo perché dopo un brevissimo periodo con un nuovo vocalist la band si è sciolta definitivamente. Vorrei anche ricordare che nel 2009 abbiamo vinto il primo premio con il video Jack The Ripper incentrato sulla omonima song di nostra composizione.

3 Te sei un grandissimo esperto di musica prog e le tue prime cover erano in questa direzione…

i primi brani in cui mi sono cimentato includono un paio di pezzi prog: Sguardo verso il Cielo de Le Orme e Lucky Man di Emerson Lake & Palmer. Comunque un conto è amare il prog tutt altra cosa cimentarsi nel suonare questo genere. Da improvvisati come me e come la stragrande maggioranza di amici coi quali ho suonato è una pretesa assurda. Se non si è musicisti veri meglio lasciar perdere

4 Oggi nel tuo repertorio ci sono anche cover che niente hanno a che fare con il prog…il potere della musica…

Infatti. I motivi sono molteplici. Innanzi tutto se un gruppo si vuole esibire deve proporre un repertorio di più facile presa piuttosto che il prolissismo tipico del prog. Inoltre devo dire che in tutti questi anni di esperienze “on stage” ho scoperto quanto sia divertente fare un pezzo dei Rolling stones o degli Ac/Dc…oppure anche pezzi più leggeri ma che riescono a coinvolgere la gente di conseguenza si avverte un ritorno di energia sul palco

5 C’è qualche cantante al quale fai riferimento

I miei cantanti di riferimento hanno una levatura artistica così elevata che….non li reputo miei riferimenti. Sarebbe come offenderli. In ogni caso in primis l inarrivabile Peter Hammill poi a seguire David Coverdale e Ian Gillan

6 Di questi tempi il tuo essere frontman del gruppo La Nuova Espressione…

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Dovrei dire innanzitutto del vuoto temporale che c è stato dalla mia fuoriuscita dai Bio Kill a quando ho ripreso a cantare. Un anno intero di inattività avendo deciso di chiudere definitivamente. Nel 2010 Mauro Pietrini mi chiama per formare un altro gruppo. Dopo vari tira e molla accetto. Oltre a me e Mauro i soliti Sergio Paoletti, Sergio Donati, Silvano Storpi, Sergio Donati ed un tastierista, Claudio Bonaccorsi. Vita breve con questo gruppo…l ho lasciato nel 2012. A Mauro è presto subentrato al basso Marco Dentone. Per poco meno di un anno abbiamo fatto buone cose e avuto degli ottimi riscontri. Il repertorio era per me veramente intrigante ed impegbativo: Child in Time e Highway Star dei Deep Purple su tutto. Poi le tensioni, i malumori ed i litigi mi hanno indotto a mollare…e anche questo gruppo si è sciolto. Il ricordo più importante dei Return Flame è che mia moglie ha iniziato a cantare proprio qui prima come corista poi anche come solista a fianco a me. Dopo c è stato il breve episodio dei Libera Espressione formati da me, mia moglie Monica, Claudio Bonaccorsi, Fabio Fazzini alla chitarra, Sergio Donati e Tino Tozzi al basso. Poco dopo subentrò Giovanni di Rocca al posto di Fabio. In realtà, nonostante i buoni propositi questo gruppo non mi ha dato grande soddisfazione. Troppa seriosita’, troppe pretese per gente come noi che professionista non lo è neanche alla lontana. Ho lasciato anche questo gruppo; con mia moglie e Tino. Abbiamo subito formato La Nuova Espressione con il redivivo Fabio Fazzini. Le cose fin da subito hanno iniziato a girare bene, la sintonia era totale. Successivamente è entrato nella band il giovanissimo (e geande) Alberto Romito. Da qui in poi grandi soddisfazioni, bella scaletta, pubblico che ci segue e si diverte. Ci dividiamo i pezzi con mia moglie, che ora canta benissimo, ci divertiamo un casino e ciò che si avverte. Questo è il motivo principale per cui siamo srguiti: ci divertiamo e di conseguenza si diverte chi assiste alle nostre esibizioni. Moreno frontman de La Nuova Espressione? Senza gli eccessi dei tempi dei Bio Kill credo di dimostrare si saperci stare nel mio ruolo e devo ringraziare per questo i magnifici musicisti della band nonché mia moglie Monica che mi sostiene e asseconda. Fabio il 20 dicembre scorso ha lasciato ed è subentrato Silvano Storpi. Un gran gruppo davvero questo; ne sono orgoglioso.

7 Come ci si trova a salire su un palco per esibirsi e trovarsi accanto la propria moglie, in questo caso Monica (anche lei ottima cantante)? Penso una bella soddisfazione

ho in parte già risposto. E una cosa bellissima condividere una passione cosi importante come quella per la musica con la propria compagna, con la propria moglie. Se poi è anche brava la soddisfazione è totale

8 Moreno, qualche rimpianto, musicalmente parlando? Qualche treno sul quale non sei salito?

Rimpianti? Beh, potrei dire che avrei dovuto ascoltare mio padre Fisarmonicista. Voleva che andassi a scuola ad imparare uno strumento…ma io, duro!! Mi sino al sempre piaciuti chitarra e batteria…ma da piccolo ero troppo vivace per essere disciplinato ad imparare uno strumento, da adolescente c erano le “bimbe” le moto ed il motocross a catturare i miei pensieri. Ma non ho Rimpianti…sono stato e sto così bene che non cambierei il mio percorso di vita con nessuno al mondo

9 Progetti futuri con La Nuova Espressione? Quando e dove possiamo sentirvi dal vivo ?

Intanto, è notizia fresca, è entrato a far parte della band mio cugino Marco, tastierista e chitarrista. Gli orizzonti si ampliano decisamente e faremo una scaletta da far invidia. Il prossimo appuntamento è per sabato 17 dicembre atl Old West Country Club a salviano. Vi aspettiamo numerosi…ci sarà da divertirsi. Colgo l’occasione per ringraziare Sergio “Sughino” Donati che ci ha lasciato e dare il benvenuto al nuovo “padrone” della batteria, Roberto Guerrini

10 Chi è oggi Moreno Lenzi?

Bella domanda. Sono un quasi sessantenne innamorato di una donna stupenda (mia moglie Monica) appassionato e affamato di buona musica, felice, e tanto giovane quanto vecchi sono i ventenni trentenni di oggi…non tutti per fortuna. Un grazie a te Massimo e a tutti quelli che hanno avuto la pazienza e la costanza di leggere fino a qui.

Addio Leonard

E allora, Marianne, è arrivato questo tempo in cui siamo entrambi molto vecchi e i nostri corpi cadono a pezzi. Penso che ti seguirò molto presto. Sai che ti sono così vicino che se allungassi la mano, potresti toccare la mia. E sai che ti ho sempre amata per la tua bellezza e la tua saggezza. Ma non c’è bisogno che ti dica nulla, perchè sai già tutto“. Questo scriveva Leonard Cohen nel mese di luglio alla sua amata Marianne Ihlen quando venne a sapere che una malattia se la stava portando via. Morirà il 28 luglio.

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E in queste parole d’amore struggente c’è tutto Leonard Cohen. Tutta la sua dolcezza, la sua disperazione, il suo camminare felpato nella vita. E in silenzio ci ha lasciato, per raggiungere la sua Marianne.

E’ scomparso un gigante, un titano. Ha lasciato un testamento di poesia musicate sterminato che è doveroso, ascoltare, riascoltare, scoprire, riscoprire.

La sensazione di cupo disagio che ci prende dinanzi alla sua morte, che si aggiunge a quella di altri musicisti, è che siamo di fronte alla caduta degli dei. Dei che ci hanno accompagnato durante tutta la vita, noi, malati di musica. Dei che hanno e stanno lasciando una immensa eredità che difficilmente potrà essere raccolta. A conti fatti erano tutti degli splendidi “beautiful loser”, degli splendidi perdenti, ma come diceva Leonard “è nella sconfitta che si manifesta la gloria dell’uomo“. Molti per anni hanno considerato la musica rock un’arte di serie B; ma sono personaggi come Leonard che hanno fatto ricredere buffi censori e saltimbanchi della penna. Leonard che avrebbe sicuramente meritato anche lui il Premio Nobel per la Letteratura come il dio Bob. Addio Leonard, mi piace ricordarti con una tua frase che sempre mi ha fatto battere il cuore : ” c’è una crepa in ogni cosa, ed è da lì che entra la luce“.

E grazie…