MOLLYS
GIOVEDI 30 MAGGIO 2002 – JUX TAP ( SARZANA )
Avevo già visto i Mollys lo scorso anno e ne rimasi folgorato; non potevo quindi farmi sfuggire l’occasione di vederli ancora grazie all’amico Carlo Carlini che ha fatto si che si esibissero ancora in quel magnifico locale che è il Jux Tap di Sarzana ottimamente condotto da Umberto Bonanni.
Quando entriamo la band sta sempre cenando e ci fermiamo a fare due chiacchiere; il tempo vola veloce e tra un bicchiere di rosso italiano, molto apprezzato, e un caffè italiano, molto apprezzato anche questo, facciamo l’ora della esibizione.
La band è al completo con Nancy McCallion in forma smagliante (l’anno scorso era in stato interessante), suo marito, il chitarrista Daniel Krieger, il batterista Marx Loeb, il bassista DanielSorenson e soprattutto il fisarmonicista Kevin Schramm sono suoi degni compari.
Si spengono le luci nella sala e subito abbiamo un assolo di fisarmonica (sarà il filo conduttore della serata) che introduce Sierra Madre. La grande voce suadente di Nancy ci porta in piena festa messicana per un inizio con i fiocchi.
Il secondo pezzo mi conferma già che avevo ragione: i Mollys sono una grande band. Odessa infatti ci trascina in una sagra paesana, con i falò che scoppiettano e le persone che cantano e ballano, con una irrefrenabile gioia di vivere. Musica di frontiera ,con un duetto tra fisa e chitarra (bravissimo Krieger) che si rincorrono, si lasciano, si ritrovano. Un battimani generale accompagna la canzone dall’inizio alla fine con una McCallion scatenata.
Per un attimo Sarzana (Italia) = Odessa (Texas).
La calda e dolce voce di Nancy fa da inizio a Trouble, una canzone appena sussurrata, intimistica, con gli strumenti che accompagnano senza essere invadenti.
Anche Moon è introdotta da una voce cadenzata ma dopo pochi secondi vi è una esplosione di suoni e colori come solo la musica del border sa fare, con una fisarmonica imperiosa, vera anima musicale del gruppo che lega tutto lo stupendo tappeto sonoro.
Un duetto canoro tra Nancy e Daniel è il leit motive di Round, una canzone dolce e tenera, con la fisarmonica onnipresente che ricama il tutto per un finale epico, da brivido.
Appena il tempo di finire di batter le mani e ci troviamo in Irlanda con Lang Town. Nancy stavolta è al whistle con il fisarmonicista Schramm che lascia il suo prezioso strumento per duettare con un bouzouki con lei. La voce di Nancy introduce una giga finale mozzafiato: impossibile non battere il piede.
Questa volta Sarzana (Italia) = Dublino (Irlanda)
Solo la chitarra, basso e batteria per Up Spoke, con un ritmo decisamente accattivante dal finale incandescente.
Adesso duettano la chitarra con la fisarmonica in Baby In Cart per poi lasciare spazio alla voce di Nancy.
La splendida Strike Me Down ci riporta in Texas. E’ inutile, è questa la “nostra” musica. Le note sgorgano limpide, pulite, con la fisa che ora sembra un lamento, ora allegra, ancora su tutto e tutti. Kevin Schramm è un bagno di sudore, completamente bagnato.
La seguente Mother Mother ci fa capire la grandezza dei Mollys. L’inizio ha un incedere epico, con i verdi prati d’Irlanda sotto i nostri piedi, poi entrano le chitarre scintillanti e siamo ad Asbury Park, finale con la Nancy McCallion e la sua voce che ci riporta in Texas, al confine col Messico. Una dimostrazione di musica totale, di musica vera, di musica con un cuore e delle vene.
Pride è l’apoteosi. L’introduzione è affidata alla fisarmonica, poi entrano tutti gli altri strumenti in un crescendo continuo ed esplode la gioia. La fisa è inarrestabile, inarginabile, assistiamo ad un finale interminabile con tutti gli strumenti che rispecchiano l’anima dei musicisti.
I nostri eroi sono stremati, non si sono certo risparmiati, ma dopo i saluti, tornano ancora per il bis affidato a Sophye. E’ una festa di suoni, con quella fisa indiavolata, incontrollabile. C’è tutta la musica di frontiera in quelle note, una musica piena di quella gioia piena di tristezza e malinconia che solo la musica di frontiera è in grado di esprimere. Ad accompagnare la fisarmonica ora c’è la chitarra, poi la fisa è ancora da sola con Kevin che sembra deponga la sua anima al di sopra di tutto, in perfetta simbiosi con il suo strumento. Il finale coinvolge tutti, ed è un finale dirompente, vulcanico, pieno di polvere e sudore.
Anche noi siamo sudati ma felici di aver assistito ad un grandissimo concerto. La sera, in questa terra di confine tra Liguria e Toscana è tiepida e piacevole e per un momento anche noi ci sentiamo “on the border”.
Alla prossima Mollys.
Massimo Volpi.