“Per aver creato nuove espressioni poetiche nella grande tradizione americana”, questa la motivazione con la quale è stato assegnato il Premio Nobel per la Letteratura 2016 a Bob Dylan.
Niente da eccepire…forse una considerazione…meglio tardi che mai.
Dylan succede a Svetlana Alexievich avendo la meglio su scrittori affermati e superfavoriti come Don De Lillo e Philip Roth
Non starò qui a glorificare ciò che Dylan ha significato, significa e significherà per la musica , per la letteratura e non solo…ormai è storia !
Mi piace invece sottolineare un aspetto di Bob, spesso non considerato: il fatto che nell’arco di tutta la sua vita è stato forse l’unico artista che ha cercato a più riprese di distruggere il suo mito, quasi nella vana speranza di fuggire da esso, dai riflettori accesi, dalle folle, dagli osanna verso di lui.
E tutto questo non deve essere confuso con l’umiltà .
Bob è tutto meno che umile: sa perfettamente di essere quello che è, è ben conscio di essere il più grande di tutti i tempi.
Il suo è piuttosto un porsi “contro” tutto e tutti, anche se stesso, uno spiazzare continuo, un confondere fino allo sfinimento chi lo sta incensando con lo scopo di insinuare il dubbio.
E’ stato così agli inizi della sua carriera : “Sono il nuovo re del folk ?” Bene…ecco la svolta elettrica che fece imbufalire appassionati e critici.
“Mi avete sempre definito il musicista ebreo?” Bene…ecco la mia conversione al Cristianesimo che fece rimanere di sasso il mondo musicale e non solo.
“Volete le rock star tutte sorrisi e inchini?” Bene…non faccio parte di questa schiera.
“Nei miei concerti chiedete sempre le mie vecchie canzoni?” Bene…le suono ma vi sfido a riconoscerle!
Ma non è servito a niente.
Niente ha scalfito il suo mito, niente ha incrinato la sua leggenda perchè nessuno ha mai saputo raccontare in musica le storie del mondo e degli uomini come ha fatto lui,
Un Nobel più che meritato per il titano della musica!