Intervista al bassista Gino Amaddio
D Te e il tuo basso…un amore da sempre
R Sono nato a centrocampo, portatore d’acqua. In un tempo di sfrenato esibizionismo il BASSO era lo strumento che più mi rappresentava. La base ritmica era fatta per me e mi serviva per spingere i vari “Solisti” a dare il meglio di se.
D Tutto ebbe inizio nel 1965 con il complesso I Falchi. Che ricordi hai?
R E’ stata la stagione più disinvolta della mia vita da musicista. Anche se dopo ho avuto molte altre soddisfazioni musicali, con i FALCHI mi sono sentito nel pieno della mia libertà espressiva. Con MARIO, MAURIZIO e GIORGIO, ho condiviso una stagione musicale che rasentava la raffinatezza, cosa che per i tempi non era poco.
D Nel 1968 apriste la serata ai famosi Corvi, una bella soddisfazione.
R I ” FALCHI” interpretavano “Un ragazzo di strada”, a detta di molti, meglio dei “CORVI”, ma c’era da considerare che la nostra era una COVER, l’originale era loro. Fra l’altro gli ricordo come quattro ragazzi umili e perbene, aldilà del titolo del loro pezzo più famoso. Furono molto espansivi di complimenti in special modo nei miei confronti per come l’avevo cantata, cosa che non volevo fare, ma che il compianto MARCO CIGNETTI, nel presentarci annunciò che l’avremmo fatta e fummo così obbligati a farla.
D Come prendeste voi tutti il rifiuto dei vostri genitori a mandarvi a Torino alla casa discografica Equipe per registrare il vostro 45 giri Black Stars?
R Io personalmente non ebbi questo problema. Vi fu una considerazione, saggia secondo me, da parte di genitori che non se la sentirono di esporre così i loro figli. Con il senno di poi, è andata bene anche così. L’episodio andrebbe raccontato diversamente. Fu comunque che dal quel fatto si paventò una crisi che, poco dopo, portò allo scioglimento del gruppo.
D I Falchi si sciolgono nel 1965 e subito Le Mummie ti fecero una offerta…bel gruppo anche quello.
R Mi è stato apertamente dichiarato, circa un mese fa,” Noi prendendo te facemmo un investimento” che dopo tanti anni è un apprezzamento che fa molto piacere. Con le MUMMIE sono stato bene, abbiamo lavorato molto e per l’epoca, anche guadagnato molto. Siamo in ottimi rapporti, tant’è che spesso ci troviamo o per una cena, o per qualche “Sala prove” per smaltire la ruggine.
D Che ricordi hai della scena musicale livornese del tempo?
R C’ erano delle cime, dei pezzi da novanta ed alcuni di loro hanno ottenuto dei buoni riscontri e successi. A tutt’oggi, ma lo pensavo anche allora, la media non era delle più alte. Regnava molta improvvisazione, vi erano anche alcuni cialtroni. Non sono molti quelli che si sono migliorati lavorando sodo ottenendo dei buoni risultati. Non mi chiedere di fare nomi perchè non te li farei mai. Sono rimasto in buoni rapporti con tutti, anche con i cialtroni.
D E Dopo le Mummie che successe?
R Ci sono state altre avventure musicali, anche di poco conto, ma era per fare qualcosa. Quella più importante, nella seconda metà degli anni ’80, è stata quella con i “VIS”. Tre soli strumenti, Batteria, Basso e Chitarra e una sola voce. Un “Hard Rock” molto tirato che ci ha dato diverse soddisfazioni: “Giro Rock” per conto di “Ciao 2001” due incisioni, diversi concerti (oggi si chiamano così) ma tanta tanta fatica.
D A proposito di Mummie…un uccellino mi ha detto che state pensando ad una reunion.
R Più che una “Reunion”, che non avrebbe senso, è un Amarcord. Stiamo, con poco tempo a disposizione, dato che la ruggine è tanta, imbastendo alcuni pezzi d’epoca, per riproporre le sonorità di quel tempo. Sembra che per Venerdi 9 Settembre, al bagno “SAMA” ad Antignano, ci sarà l’avvenimento.
D Vogliamo parlare anche della tua altra grande passione , la pittura. Devo dire che ho avuto modo di ammirare i tuoi dipinti e devo farti i mie complimenti.
D Negli anni ’60, a Livorno, i musicisti o facenti parte di complessi musicali, si ritrovavano a “L’ATTIAS”. Per arrivare lì era gioco forza per me, passare da via Ricasoli. Al tempo c’erano due, forse di più non ricordo bene, “GALLERIE D’ARTE”, all’interno delle quali io mi pascevo dei dipinti messi in mostra e ne assorbivo le sensibilità. Fu un innamoramento a prima vista. E’ in quel periodo che cominciai a lavorare con i pennelli, anche se molto alternativamente perchè la vita correva come un treno.
D Rimpianti? Qualcosa che avresti potuto fare e non hai fatto?
R Ho avuto due occasioni importanti, forse tre, che non ho sfruttato, ma sono così soddisfatto della mia vita che non ho niente da rimpiangere. Ho una bellissima famiglia, vari interessi che mi assorbono, molti piacevoli ricordi e tante belle persone che mi stimano e mi vogliono bene. Non credo si possa pretendere di più.
D Chi è oggi Gino Amaddio?
R Una bella persona, generosa, serena follemente innamorata della vita. Una persona con la quale si passa bene una serata.