1 Come è stato il tuo incontro con la chitarra?
R E’ stato per caso perché nella casa dove abitavano nessuno suonava, soltanto un mio zio avevo un banjo e mi ricordo che mi insegnò le prime note di “C’è una casa bianca che…” di Marisa Sannia e visto che continuavo a mostrare interesse per la musica, quando fui promosso dalla quinta elementare alla prima media, mi comprarono una chitarra acustica che ancora ho, una 07 in acero naturale, acquistata da Pietro Napoli al prezzo di 19.500 lire.
2 Alla fine degli anni ‘70, giovanissimo, sei entrato a far parte del gruppo I Lisbon…
R Dopo il diploma in ragioneria, entrai a far parte de “I Lisbon” di Roberto e Piero Antonini e Piero Borgogni, dove sono stato 5 anni, intervallati dalla pausa del servizio militare. Quello è stato uno dei più bei periodi della mia vita, si suonava, si guadagnava, ci si divertiva e ho anche imparato tanto.
3 Che ricordi hai della scena beat livornese?
R Ricordo con piacere, il clima che si respirava in quegli anni, si suonava nei club o meglio… nei “clebbini” , nelle cantine con le pareti tinte di tanti colori, si suonava nelle case per la “gioa” dei vicini ma… in quel periodo si poteva fare, le persone erano più disponibili rispetto ad oggi. I miei idoli in quegli anni erano Il campo di Marte, La mente corta, La strana officina e guardavo suonare con avidità di imparare qualcosa Fabrizio Ughi, Paolo Endellini ed Edmondo Guidi.
4 E una volta terminata l’esperienza con i Lisbon?
R La prendo un po’ alla larga, prima dei Lisbon ho suonato nel panorama del teatro vernacolare livornese accompagnando i grandi di quel tempo come Tina Andrey, Gino Lena, Otello Papini, Mario Fenzi, poi ho suonato in un’orchestra di liscio insieme a Salvatore Loiacono che è stato il mio primo maestro di chitarra, successivamente sono arrivati Lisbon e poi ho cominciato a fare piano bar insieme al compianto e bravissimo Manlio Pepe, due chitarre, voce e batteria elettronica, altro che basi!
5 Quali sono i generi musicali che più ti appartengono?
R Dalla carrellata che ho appena fatto si può capire che mi arrangio un po’ in tutti ma, grazie alla frequentazione del negozio di Tony Mazzone è chiaro che i generi che suono con più soddisfazione… o meglio che provo a suonare, vista la complessità, sono il jazz, il blues e ultimamente mi sono innamorato della bossa nova. Purtroppo non sono mai riuscito ad avvicinarmi alla musica classica.
6 Stila una tua personale classifica dei 5 migliori chitarristi
R Questa è una domanda difficile anche perché i grandi sono tutti bravi, mi viene da ridere quando si fanno i confronti fra Santana e Clapton o fra Al di Meola e John Mc Laughlin,,,, sono tutti bravissimi, possono soltanto piacere un po’ di più o un po’ di meno ma dipende soltanto dal gusto personale. Comunque rispondo alla domanda in questa maniera, voglio premiare coloro che sono stati i promotori, gli inventori di un genere o di una maniera di suonare; per il rock l’indiscusso Jimie Handrix; per il blues B.B. King; nel jazz a me piace molto Jim Hall; nella maniera di suonare finger-picking nell’ambito jazzistico Joe Pass e vcome chitarrista brasiliano sicuramente Baden Powell.
7 Anche oggi ti diletti con la chitarra…
R Boia dé! Senza chitarra m’ero già buttato di sotto dar ponte di Calignaia!| Chitarra sempre presente in qualsiasi momento del giorno, quando posso.
Provo soddisfazione soltanto a d avere la chitarra addosso, la chitarra classica o acustica, data la sua forma si può proprio abbracciare.
8 Progetti futuri?
R Gli artisti, parola che mi fa un po’ paura pronunciare, anche se di livello medio basso come me, rimangono sempre bimbi nell’animo, sognano sempre chi sa cosa ma sognano, per cui progetti futuri… tutto quello che di buono mi potrà capitare, spero che il bello debba sempre venire!
9 Musicalmente parlando, quale è il tuo più grande rimpianto…quel treno che potevi prendere ma che non hai preso?
R Grosse occasioni non mi sono mai capitate e probabilmente questo dipende appunto dalla mia capacità sì di suonare ma non a alti livelli, comunque un grosso rimpianto è quello di aver smesso, per un periodo, di suonare professionalmente per fare altri lavori, continuando ininterrottamente avrei passato momenti più o meno facili ma tanto oggi è tutto difficile sicché tanto valeva continuare a suonare.
10 Chi è oggi Enrico Faggioni?
R Un disgraziato a giro per ir mondo! E anche un cantastorie con chitarra a tracolla e barzellettiere! Dopo aver scritto il primo libro “Livornesi ar Barre” ho cominciato a fare qualche presentazione del libro, mi ci sono appassionato e ho pensato di unire la passione per lo scrivere in vernacolo alla passione per la chitarra. E’ stato un risvolto inaspettato ma è successo! Infatti una persona che mi conosce bene qualche giorno fa mi ha fermato per strada e mi ha detto. Enrico, a imparà sonà la ‘hitarra ciài messo più di quarant’anni, a fa lo scemo invece hai imparato subito! Di siùro per fa lo scemo sei partito avvantaggiato!!!
Grazie a tutti ciao.